martedì 27 agosto 2024

Dove nessuno ti troverà di Alicia Gimenez-Bartlett

Dove nessuno ti troverà
 di 
Alicia Gimenez-Bartlett

 

Impressioni di  Maria Lucia Ferlisi

Siamo negli anni '50, nella Spagna Franchista, anni in cui la guardia Civil è impegnata a combattere gli ultimi partigiani che lottano contro la dittatura spagnola. Un psichiatra francese  Lucien contatta un giornalista spagnolo, squattrinato e cinico, Carlos che ha appena pubblicato un articolo sulla Pastora, figura leggendaria che combatte ancora contro la dittatura e vive tra le montagne,  nessuno sa dove si nasconde e nessuno se è una donna o un uomo. 

Lucien rimane affascinato da questa figura emblematica ed essendo un esperto di menti criminali, vuole conoscerla, parlare con lei o lui e comprendere le motivazioni che l'hanno portata a compiere misfatti tremendi come racconta la stampa locale.

Contatta Carlos e insieme iniziano il viaggio nella Spagna rurale alla ricerca di questa donna/uomo circondata dal mistero e dal mito.

Intervistano diverse persone, si spostano, da paese a paese, apprendono notizie sempre più oscure, la guardia Civil li pedina ma della Pastora nessuna traccia, sembra che lo psichiatra abbia compiuto un viaggio inutile, mettendo in crisi anche il suo matrimonio. 

La ricerca diventa sempre più ardua e pericolosa, nessuno vuole parlare, hanno paura delle ritorsioni sia della Guardia civil che della Pastora stessa, forse è giunto il momento di abbandonare la ricerca e accettare quel velo di omertà che si ritrova nei paesi che hanno visto il passaggio di questo bandito.....

Alicia Gimènez Bartlett ci dona un romanzo dall'ambientazione storica precisa e ricca di informazioni su un periodo importante della storia spagnola, gli anni cinquanta, quando ancora si sperava di togliere il paese dalla dittatura franchista. Una Spagna dove le speranze erano vive,  si lottava per la libertà di pensiero a costo della vita stessa. L'autrice ci espone con abilità le gesta di questo bandito/a del mito che aleggia questa figura, daprrima disprezzata e poi sempre più amata come unico baluardo contro la dittatura.

Nella figura della Pastora i partigiani trovavano la forza di reagire perchécon loro c'era Lei/Lui che li aiutava fornendo loro i nascondigli introvabili sulla montagna, credevano nella Pastora e nella sua forza, nella capacità di mimetizzarsi come un animale ferito.

La storia descritta in parte è vera, la Pastora è realmente esistita, vi ha aggiunto i due personaggi dal carattere completamente opposti , uno romantico e l'altro realista e cinico, anche. 

Lo stile elegante e disincantato dell'autrice ci fa addentrare nelle montagne spagnole che per anni hanno celato questo segreto, ci espone con chiarezza la crudeltà della Polizia spagnola, ci coinvolge in questa ricerca,  il ritmo è calzante, sembra quasi un poliziesco e ti ritrovi a leggerlo d'un fiato, anche tu lettore vuoi sapere chi è la Pastora e dove si nasconde.

Un romanzo potente, coinvolgente, sorprendente che emana emozioni forti in ogni riga, piangi, ridi, sei esausto, sei arrabbiato, deluso...come i due personaggi in questa ricerca di una donna che caricato di speranza il popolo antifranchista della Spagna assurgendo a essere una leggenda che ha superato le montagne spagnole.

Buona lettura

VALUTAZIONE: 💛💛💛💛💛

Scheda libro

Autore: Alicia Gimènez Bartlett

Titolo: Dove nessuno ti troverà

Casa Editrice: Sellerio

Pagine: 507

Trama


Anni Cinquanta del secolo scorso. Lucien Nourissier, psichiatra di Parigi studioso di menti criminali, prende contatto con un giornalista spiantato di Barcellona, Carlos Infante, autore di un servizio sulla Pastora. Donna e uomo, partigiana e bandito, datasi alla macchia per connaturata estraneità ai legami umani, accusata di ogni genere di delitto, per anni braccata invano dalla ferocia della Guardia Civil del Generale Franco, fu realmente protagonista di imprese ardite e divenne un personaggio della leggenda popolare. 

Il medico parigino e il giornalista barcellonese sono due opposti temperamenti, idealista il primo, cinico e venale l'altro, raffinato borghese il francese, grossolano e abituato ad arrangiarsi lo spagnolo. Ma Nourissier riesce a convincere Infante, in cambio di danaro, a buttarsi sulle tracce della Pastora, per squarciare la cortina del suo enigma, svelarne finalmente la natura, le motivazioni, il destino. 

La ricerca segue i sentieri selvaggi già percorsi dalla bandita; entra nelle cittadine e nei villaggi di pietra antica dove aveva trovato odio ma anche complicità; fruga nei segreti di comunità ermetiche e diffidenti. Il rischio per i due è mortale: finire nelle mani della Guardia Civil, che occulta perfino il nome della ribelle, oppure restare in un fosso con un coltello in petto, per una parola in più, per uno sgarbo non calcolato



venerdì 23 agosto 2024

Contessa Lara - Eva Giovanna Evelina Cattermole

 



Contessa  Lara

Eva Giovanna Evelina Cattermole 








Eva Giovanna Evelina Cattermole nasce a Firenze il 26/10/1849 morì a Roma il 30/11/1896 a soli 47 anni.

Nella scritture e nei versi poetici la ritroviamo con il pseudonimo di Contessa Lara, fu anche una giornalista apprezzata, "una professionista della penna" come è stata definita da Antonia Arslan, docente dell'università di Padova, nonché autrice di numerosi romanzi di successo. 

La Contesa Lara illuminò la cultura del  fine ottocento italiano.

Il padre era scozzese, pertanto Evelina fin dall'infanzia nutrì notevoli doti per le lingue straniere e imparò oltre all'inglese, lo spagnolo e il francese. Studiò a Parigi e questo le permise di respirare in ambienti letterari ampi e stringere amicizia con noti poeti tra cui ricordiamo Giosuè Carducci, Aleardo Aleardi, Giovanni Prati e Niccolò Tommaseo.

Spiace dover rammentare che l'autrice viene ricordata per le sue avventure erotiche sentimentali, tanto che sono state scritte ben due opere biografiche su questo aspetto, dimenticando e tralasciando del tutto le sue capacità poetiche, la sua scrittura garbata ed elegante.

Nel 1871 si sposò con il tenente Francesco Eugenio Mancini figlio di Laura Beatrice Oliva, che teneva uno dei  salotti letterari in voga in quegli anni a Firenze; con il marito si trasferì a Roma a Napoli e poi a Milano.

A Milano, Evelina Cattermole creò un salotto letterario famoso, dove era lei a determinare chi potesse frequentarlo, e divenne lugo di incontri con noti esponenti della Scapigliatura e giornalisti del Corriere della sera.

Il matrimonio si rivelò un fallimento, lui frequentava altre  donne di teatro e giocava d'azzardo, la Contessa Lara, nota per la sua bellezza, trovò ben presto un giovane veneziano e s'innamorò perdutamente.

Il marito a causa dei numerosi pettegolezzi riuscì a scoprire e a cogliere sul fatto la moglie e l'amante, questo fu un motivo per lui di richiedere e ottenere il divorzio visto la colpevolezza di adulterio. Scacciata di casa si rifugiò dalla nonna e per molto tempo visse dei proventi dei suoi articoli e versi, che non erano molti.

Nel 1875 conobbe il poeta Mario Rapisardi e molti sostengono che ne sia stata l'amate. Questo incontrò risollevò l'animo della Contesa Lara, riprese a scrivere con maggiore impeto e iniziò per lei un periodo di successi letterari.

Nel 1884 ritornò a Roma e dopo vari  e saltuari amori conobbe e visse con lui il poeta siciliano Giovanni Alfredo Cesareo, da lei considerato il marito che aveva sognato e finalmente incontrato. La serenità ritrovata la portò a scrivere diversi romanzi , ricordiamo Così èL'innamorataNovelle di NataleUna famiglia di topi e Il romanzo della bambola ripubblicò Storie d'amore e di dolore e pubblicò ancora E ancora versi  la sua prima opera poetica di maggior successo.



Formò anche  un salotto musicale che divenne ricercato e frequentato da molti compositori ma anche scultori e pittori.




Nel 1895 finì la sua relazione con il poeta siciliano e dopo un periodo di depressione incontrò Giuseppe Perantoni, pittore di poco talento, 25enne, che la scrittrice aiutò economicamente, poi l'amicizia si trasformò in una relazione che si rivelò subito tossica.

Il pittore squattrinato era interessato a suoi soldi e la picchiava continuamente, Evelina aveva cercato più volte di liberarsi di quest'uomo, senza successo e durante una lite, lui la ferì non mortalmente, ma non avendo chiamato i soccorsi con solerzia, la scrittrice perse molto sangue e dopo qualche giorno la sua vita tormentata dalla ricerca di un amore e una vita stabile, ebbe fine. 

Era il 30 novembre 1896, aveva 47 anni.


La vita letteraria della Contessa Lara non ha avuto il giusto ed equilibrato riconoscimento, la sua fragilità, i suoi amori, la sua bellezza sono le cose che maggiormente hanno animato la critica letteraria, anteponendosi alla sua scrittura.

Sono prevalsi i suoi tanti amori difficili, l'autrice stessa ne era consapevole, e nel suo romanzo "la Bambola" mette in risalto come la bellezza a volte è un veleno che corrode il tempo e il corpo. 

Le protagoniste dei suoi romanzi a volte sono peccatrici e lei ne delinea i tratti con consapevolezza e capacità di analizzare  i comportamenti delle donne descritte e la loro infelicità nel ruolo passivo di donna in cui vivono sognando l'emancipazione. 

La contessa Lara meriterebbe  di essere ricordata come scrittrice, come giornalista e come intellettuale ricercata e seguita nei salotti culturali. Si dovrebbe rivalutare l'intera sua opera, il pubblico di allora amava i suoi romanzi, li comprava, e lei sfidò il tempo riuscendo  a mantenersi con i suoi scritti.









BIBLIOGRAFIA

Poesia


i
  • Canti e ghirlande, Cellini, Firenze, 1867
  • Versi, Sommaruga, Roma, 1883
  • E ancora versi, Sersale, Firenze, 1886
  • Nuovi versi. Edizione postuma, Milano, Galli, 1897
  • Senza Baci versi della Contessa Lara e musica di F.P. Contin

Prosa

  • Storie d'amore e di dolore, (raccolta di novelle)
  • Così è, (raccolta di novelle)
  • L'innamorata (romanzo)
  • Novelle di Natale
  • Una famiglia di topi, (per bambini)
  • Il romanzo della bambola 
    , (per bambini)

Edizioni
  • Poesie, a cura di M. Amendolara, Edizioni dell'Oleandro, Roma, 1998 
  • Novelle toscane, a cura di C. Caporossi, Il Poligrafo, Padova, 2008 
  • Contessa Lara, Lettere ad Angelo De Gubernatis, a cura di C. Caporossi, Otto-Novecento, Milano, 2010 
  • L'ultima estate di Contessa Lara. Lettere dalla Riviera. 1896, a cura di Manola Ida Venzo, con un saggio di Biancamaria Frabotta, Viella, Roma 2011 -
  • Il romanzo della bambola, a cura di Stefano Calabrese e Federica Fioroni, Nerosubianco, Cuneo, 2011 - 
  • Contessa Lara - Luigi Milani, Doni di Natale, Graphe.it edizioni, Perugia 2020













Fonti:
Wikipedia
Dame, galline e regine, la scrittura femminile italiana fra  '800 e '900 di Antonia Arslan




lunedì 19 agosto 2024

La portalettere di Francesca Giannone

 La Portalettere  di   Francesca Giannone












Impressioni di Maria Lucia Ferlisi

 Anna dalla Liguria arriva nel piccolo paese pugliese di Lizzanello, si è sposata con Carlo ed ha un bambino, Roberto, Il marito ha ereditato una tenuta ed è deciso a continuare quel lavoro che prima è stato del padre.

Anna lo segue con devozione ma porta con sè il ricordo più intenso della sua terra: un mortaio e il basilico profumatissimo che pianta subito prima ancora di disfare le valigie.

Il suo arrivo sconvolge la piccola comunità, lei è del Nord ed è bellissima. Non è solo bella è una donna intraprendente che vuole lavorare, faceva la maestra e anche in quel piccolo paese non vuole stare a fare esclusivamente la madre e la casalinga.

Il suo arrivo sconvolge anche la vita di Antonio, fratello del marito, che rimane affascinato da Anna, non solo per la bellezza ma per l'amore per i romanzi e per il suo coraggioso senso di libertà.

Quando in paese arriva la ricerca di un nuovo portalettere, Anna si candida al concorso e riesce anche a vincerlo.

Diventa la nuova postina, attirando le critiche e i pregiudizi del paesello, ma non demorde, sfida le perplessità del marito e della cognata, l'unico che la incoraggia è Antonio.

Anna fa amicizia anche con una ragazza Angela, ritenuta pazza, la incoraggia, le insegna a scrivere e l'aiuta nelle difficoltà.

Antonio si è innamorato della cognata e in una giornata di sole e di vento la bacia a lungo, ma quel bacio segna l'allontanamento tra i due. Carlo, deluso dalla moglie che cerca l'indipendenza, ritorna con l'ex fidanzata, sposata e con un figlio, che scopre in seguito essere suo figlio.

Ed ecco che quella famiglia perbene e stimata nasconde dei segreti,  anche la figlia di Antonio non è sua figlia......

Francesca Giannone, al suo esordio letterario, con stile garbato ed elegante ci conduce nella vita di questa famiglia, svelandone i segreti taciuti e gli amori impossibili. 

L'autrice fa girare la storia attorno ad Anna, la sua bisnonna, donna battagliera, testarda e all'avanguardia che sfida la mentalità ottusa, di quel piccolo paese, sconvolgendolo, in un arco di tempo che va dagli anni trenta ai cinquanta. 

Lei una donna che fa la postina, un lavoro faticoso e da "uomo". Una storia che non è solo una saga familiare ma diventa corale con i vari personaggi del paese che arricchiscono e rendono più ampia la storia. 

Un romanzo che sa coniugare l'approccio femminista con l'ottusità del piccolo paesello del sud.

La scrittura è perfetta, scorrevole eleggera, i personaggi sono ben definiti e la trama risulta piacevole e ricca di colpi di scena. Amori, bugie, silenzi, tradimenti....c'è tutto in questo romanzo per tenere sempre alta l'attenzione del lettore e sta in questo la capacità di essere entrata nel cuore del lettore, incantandolo per la sincerità su come è scritto. 

Nel romanzo i personaggi sono "veri", l'autrice risalta anche i difetti, non solo i pregi e la storia assume i contorni reali che piacciono al lettore.

Una storia ben scritta e anche se le saghe familiari sono sempre scritte sotto la stessa scia...Francesca Giannone si differenzia e ci regala una storia che affascina e incanta.

Valutazione: 💛💛💛💛💛

SCHEDA LIBRO

Autore: Francesca Giannone

Titolo: La Portalettere

Casa Editrice: Casa Editrice Nord

Pagine: 464

TRAMA

Salento, giugno 1934
A Lizzanello, un paesino di poche migliaia di anime, una corriera si ferma nella piazza principale. Ne scende una coppia: lui, Carlo, è un figlio del Sud, ed è felice di essere tornato a casa; lei, Anna, sua moglie, è bella come una statua greca, ma triste e preoccupata: quale vita la attende in quella terra sconosciuta?

Persino a trent’anni da quel giorno, Anna rimarrà per tutti «la forestiera», quella venuta dal Nord, quella diversa, che non va in chiesa, che dice sempre quello che pensa. E Anna, fiera e spigolosa, non si piegherà mai alle leggi non scritte che imprigionano le donne del Sud. Ci riuscirà anche grazie all’amore che la lega al marito, un amore la cui forza sarà dolorosamente chiara al fratello maggiore di Carlo, Antonio, che si è innamorato di Anna nell’istante in cui l’ha vista.
Poi, nel 1935, Anna fa qualcosa di davvero rivoluzionario: si presenta a un concorso delle Poste, lo vince e diventa la prima portalettere di Lizzanello. La notizia fa storcere il naso alle donne e suscita risatine di scherno negli uomini. «Non durerà», maligna qualcuno.

E invece, per oltre vent’anni, Anna diventerà il filo invisibile che unisce gli abitanti del paese. Prima a piedi e poi in bicicletta, consegnerà le lettere dei ragazzi al fronte, le cartoline degli emigranti, le missive degli amanti segreti. Senza volerlo – ma soprattutto senza che il paese lo voglia – la portalettere cambierà molte cose, a Lizzanello.
Quella di Anna è la storia di una donna che ha voluto vivere la propria vita senza condizionamenti, ma è anche la storia della famiglia Greco e di Lizzanello, dagli anni ’30 fino agli anni ’50, passando per una guerra mondiale e per le istanze femministe.

Ed è la storia di due fratelli inseparabili, destinati ad amare la stessa donna.


Francesca Giannone

salentina, si è laureata in Scienze della Comunicazione e ha studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia. A Bologna, ha curato la catalogazione dei trentamila volumi della Associazione Luigi Bernardi e ha frequentato il corso biennale di scrittura della Bottega di Narrazione "Finzioni". Il suo romanzo d’esordio, La portalettere, ha avuto un incredibile successo: in corso di traduzione in 37 Paesi, è stato il romanzo italiano più venduto del 2023, ha vinto il Premio Bancarella e il Premio Amo Questo Libro

venerdì 16 agosto 2024

Ippolita Sforza - ambasciatrice di pace-

 Ippolita Sforza




Ippolita nacque il 18 aprile 1445 da Francesco Sforza, condottiero che diventerà duca di Milano, e da Bianca Maria Visconti,  figlia del duca di Milano filippo Maria Visconti. 

Fin da fanciulla dimostrò il  proprio amore per le lettere e ebbe i migliori maestri di letteratura classica e greco.

 Il 10 ottobre 1465 andò in sposa a Alfonso Aragona, duca di Calabria, un matrimonio segnato dalla violenza e attacchi di gelosia del consorte, e dal quale ebbe tre figli.

La sua vita fu pervasa da una profonda religiosità, pregava e digiunava per tutti i voti che prometteva e in onore dei defunti genitori. Portava visita ai prigionieri, donava alimenti ai più poveri, donava soldi ai monasteri e regalava la dote alle ragazze povere.

Morì a Napoli il 19 agosto del 1488,  poco prima che il marito diventasse Re di Napoli.


 Così viene descritta: 

«Bella, biancha, bionda, hebbe occhii venusti, naso un poco aquilino che li dava gratia. Hebbe denti belli, aspecto de grande maiestà. Fu più presto grande che mediocre. Le mane havea belle, come de colore eburneo, cum le dita longhe. Lo aspecto suo fu de grande maiestà, mansueto et gratioso. Fu in eloquio facunda et eloquente. Legea egregiamente cum suavi acenti et resonantia, et intendea, assai mediocremente, latino. [...] Fu de colera dolce. Le sue ire, li suoi sdegni et le sue pace furono sempre cum carità, dolceza et prudentia, per modo era habiuta in singulare amore, timore et reverentia da li populi. Dove rechedea la rasone et il bisogno era familiare, affabilissima et prudente, di che li populi diceano che lei era a loro benigna matre. Havea compassione a quelle misere donne che non se conservavano in pudica fama; le amoniva cum sancto modo. Li rancori et le discordie che infra li suoi sentiva, levava via, reducendoli ad benivolentia et a pace. Fu donna devota; deiunava spesso in pane et in acqua, orava, contemplava [...] vivea sanctamente, como religiosa [...] era elemosinatrice molto [...] auxiliava, in quello potea, de le sue proprie substantie maritare donzelle, et de le persone povere secrete munificava, senza che fusse adimandata, che parea proprio havesse lei provato le miserie de la paupertate [...] se iudicava come sancta fama de le sue illustre opere la pudicitia del suo pecto et la integrità de la mente. [...] Detestava cum angoscia li vitii et specialmente de le inpudiche donne [...] Sapea cum grande modestia cum ogni generatione deportarsi, excepto cum li adulatori, suxeroni et reportatori de mali, li quali fugiva come pestifero morbo»



lunedì 5 agosto 2024

 PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE

 «DONNA» 


XXXV Edizione Il Centro Italiano Femminile, sezione di Fasano, indice la XXXVI edizione del Premio Letterario internazionale “DONNA” per romanzi editi in lingua italiana.


 Si precisa che: 

 1. Il tema è libero. 

2. Non sono ammesse raccolte di racconti 

3. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti, uomini e donne. 

4. È consentita la partecipazione di un solo romanzo per autore. 

5. Sono ammessi al concorso romanzi pubblicati dal 2022 in poi. Non sono ammesse ristampe o riedizioni di edizioni precedenti. Sono escluse le opere pubblicate esclusivamente come e-book o in self-publishing. 

5. Gli autori dovranno far pervenire n.1 copia cartacea dell’opera, unitamente al modulo di iscrizione, indirizzandole a: C.I.F./Premio letterario Internazionale “Donna”, Via Brodolini 26, 72015 Fasano (BR). 4. Saranno ritenuti validi i testi inviati entro e non oltre il giorno 8 settembre 2024. VINCITORI ED ESITI: saranno avvisati telefonicamente e/o via email dalla segreteria del Premio “Donna” solo i vincitori e i menzionati per merito, i cui nomi verranno resi noti al pubblico durante la cerimonia di premiazione. Non sono previsti attestati di partecipazione ai concorrenti. 

PREMI: Per i primi tre classificati sono previste targhe ed eventuali assegni, solo se offerti dall’Amministrazione comunale di Fasano. Spese di vitto e alloggio sono a carico dei partecipanti. N.B.: La presenza dei vincitori alla serata di premiazione è condizione necessaria per il conferimento del premio. 

Questo avrà luogo durante la serata-evento che si terrà presumibilmente sabato 8 MARZO 2025 presso il Teatro Sociale di Fasano (Br). La conferma della data della cerimonia di premiazione verrà comunicata ai finalisti e ai menzionati circa un mese prima dell’evento. Non sono ammesse deleghe. I testi saranno valutati da giuria qualificata. 

Per restare sempre aggiornati su tutte le notizie riguardanti il Premio Letterario Internazionale 2 “Donna” seguire la pagina facebook https://www.facebook.com/premioletterariodonna; invece per avere ulteriori informazioni e/o chiarimenti inviare una mail all’indirizzo premiodonna@gmail.com . Fasano, 08 giugno 2024 La segreteria del Premio Letterario Internazionale “Donna

L'amica della sposa di Nicolas Barreau

  L'amica della sposa di Nicolas Barreau Impressioni di Maria Lucia Ferlisi Non sempre leggo libri impegnativi, a volte mi concedo dei r...

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La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.