martedì 17 ottobre 2023

L'EQUILIBRIO DELLE LUCCIOLE DI VALERIA TRON

 

L'EQUILIBRIO DELLE LUCCIOLE 
DI 
VALERIA TRON
Impressioni di Maria Lucia Ferlisi
Leggere questo libro è un tuffo nel passato, quello che si viveva tra le montagne, dove nelle poche famiglie esisteva la solidarietà e la vera amicizia.

Adelaide ha bisogno di questo ritmo di vita che non trova nella città e nella famiglia che si era costruita e che improvvisamente si sfascia senza che lei abbia potuto fare nulla. 

Per rimarginare le ferite, i dolci ricordi dell'infanzia sono un toccasana, e poi c'è Nenè, che ha 90 anni e vive ancora tra quelle rigide montagne, ed è lei la custode dei mille segreti di quella valle abbandonata. 

Nenè le racconta della vita di quelle montagne che nasconde ricette, essenze, ma anche amori persi, speranze perdute, le mostra le sue scatole di latta, ognuna con un'etichetta diversa, dove ha appuntato tutti i ricordi di quelle montagne, sentimenti compresi.

Un mondo segreto che le apre il cuore e la vita per ricreare un nuovo equilibrio nella sua vita.
La scrittura dell'autrice mostra tutta l'abilità tecnica con tutti gli elementi per catturare l'attenzione del lettore, un libro perfetto uscito da qualche corso di scrittura. La trama è accattivante ma manca il coinvolgimento emotivo, troppe pagine, troppo preciso, troppo perfetto. 
Certo come prima prova è buona, ma consiglierei all'autrice di lasciare spazio all'emotività per avvicinare il lettore.
Votazione:💛💛💛

SCHEDA TECNICA

Autore: Valeria Tron

Titolo: L'equlibrio delle lucciole

Casa editrice: Salani

Pagine: 400

TRAMA

Ogni punto di partenza ha bisogno di un ritorno. Per riconciliarsi con il mondo, dopo una storia d'amore finita, Adelaide torna nel paese in cui è nata, un pugno di case in pietra tra le montagne aspre della Val Germanasca: una terra resistente dove si parla una lingua antica e poetica. È lì per rifugiarsi nel respiro lungo della sua infanzia, negli odori familiari di bosco e legna che arde, dipanare le matasse dei giorni e ricucirsi alla sua terra: ‘fare la muta al cuore', come scrive nelle lettere al figlio.

 Ad aspettarla – insieme a una bufera di neve – c'è Nanà, ultima custode di casa, novant'anni portati con tenacia. Levì, l'altro anziano che ancora vive lassù, è stato ricoverato in clinica dopo una brutta caduta. Isolate dal mondo per quattordici giorni, nel solo spazio di quel piccolo orizzonte, le due donne si prendono cura l'una dell'altra. Mentre Adelaide si adopera per essere utile a Nanà e riportare a casa Levì, l'anziana si confida senza riserva, permettendole di entrare nelle case vuote da tempo, e consegnandole la chiave di una stanza intima e segreta che trabocca di scatole, libri ricuciti, contenitori e valigie, in cui la donna ha stipato i ricordi di molte vite, tra uomini, fiori, alberi e animali, acqua e tempo. 

Una biblioteca di esistenze, di linguaggi, gesti e voci, dove ogni personaggio è sentimento, un modo di amare. Fotografie, lettere, oggetti che sanno raccontare e cantare il tempo: di guerra e povertà, amori coltivati in silenzio, regole e speranza, fatica e fantasia. Un testamento corale che illumina le ombre e le rimette in equilibrio.

 La bellezza intensa che respira oltre la vita e rimane in attesa di parole. Tuffarsi nella memoria significa avere il coraggio di inventare un altro finale e vivere oltre il tempo che ci è stato concesso, per ritrovare il luogo intimo di ognuno. La casa.

BIOGRAFIA


Valeria Tron

è nata in Val Germanasca, dove vive per buona parte dell’anno. È illustratrice, mediatrice culturale e artigiana del legno. Questo è il suo primo romanzo.

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.