Il vento tra le foglie di Elisabetta Fioritti

Il vento tra le foglie 
di 
Elisabetta Fioritti

RIFLESSIONI

Amare le piccole cose, osservare la natura in tutto il suo splendore, la genuina estasi che si genera di fronte a tutto ciò di meraviglioso che ci ha regalato Dio, sono ciò che troviamo negli intrecci di parole di Elisabetta  Fioritti .

    ..tutto è stato già detto ma solo un uomo è venuto al mondo per amore e solo per amore si è divertito a rovesciare le coordinate del pensiero....

L’autrice come un’abile tessitrice ricama versi e cerca colori per cesellare poesie, e come dal nulla nascono rime che trasmettono la musicale bellezza della natura e non solo.

    ...brillano lontani chiarori come pailletes su forme sinuose volano sogni di seta...

Elisabetta non ama le ridondanze, ma la semplicità e scaturisce in tutte le liriche e con poetica potenza esplodono in tutta la loro bellezza. Mi viene in mente Guido Gozzano, il poeta delle piccole cose, e l’autrice allo stesso modo maneggia i versi con delicatezza esaltando ciò che vediamo tutti i giorni e proprio per questo a volte ne bistrattiamo l’incanto. 

    ..il pane che profuma delle tue mani...

    ...il sorriso di quel bimbo..

    ..restano le cose, i tuoi ninnoli...

Con un bisbiglio garbato ci guida nel cammino lirico di un mondo che va risvegliato e mai dimenticato e la  Natura esplode in tutta la sua arcana bellezza attraverso le sue parole leggere.

    ...il cielo , cristallo splendente...

    ...il velo roseo rubato al mattino...

    ...sillabe intessute di luna...

Parole leggiadre vibrano in ogni poesia. Delicatezza e grazia distinguono le sue liriche. La sua anima ondeggia con delicatezza, si nutre e si mostra in tutta la  sua raffinatezza.

Buona lettura

💛💛💛💛💛

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Scheda libro:

Autore: Elisabetta Fioritti

Editore: Bertoni

Collana: Poesia edizioni

Pagine: 220

TRAMA

 «In queste liriche le parole tracciano linee di tensione linguistica nell’estetica di un senso nascosto, ma evocativo. Si addentrano negli abissi dell’anima così come nella bellezza della natura, intercettano il dolore, i colori, gli odori e diventano produzione artistica.

Esse, pur essendo ricche di significati sottesi, sono sempre dirette, assolutamente prive di ermetismi o metafore barocche. La narrazione poetica di Elisabetta Fioritti è pura, è semplice, ma potente. La musicalità del verso non è espressa formalmente, ma scaturisce dai contenuti. Il verso non si muove sottotraccia, ma è nudo e scoperto. 

Esso parla il linguaggio cenestesico dei sensi e noi che leggiamo avvertiamo dentro la nostra pelle il freddo, il caldo, mentre i nostri occhi sono abbagliati da “l’oceano di luce e di verde brughiera”, le nostre orecchie percepiscono “il canto melodioso di uccelli in volo, lo sciabordio dei flutti”.» (dalla prefazione di Bruno Brindisini)



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