Arma Infero di Fabio Carta

 Arma Infero

di

Fabio Carta

recensione di 

 Maria Lucia Ferlisi

Muareb è un pianeta minore dove regna l'aridità e il plumbeo cielo grigio, arido di venti, di luce, di acqua, senza animali...solo vecchi deformi dalle radiazioni, quel piccolo atollo è un luogo saturo di cenere radioattiva.

In quelle strade grigie dove non distingui la terra dal cielo avanza un vecchio, che s'incammina verso il santuario di Lakon. Si è sottoposto a tutte le prove, le ha superate, nonostante l'età, ma ha ancora forza in quelle braccia che hanno superato lotte ben più ardue.

Viene deriso dalla guardie che lo controllano prima di prostrarsi ai piedi della grande mente che governa le stelle e ha bisogno di continuo informazioni, conoscenze ed esperienze che lui sa di avere. Karan si ferma e ascolta quella folla delirante stupito dalle parole e dalle promesse che vengono fatte a un popolo che ignora cosa sia veramente la connessione, Parlano di male che alberga nella dispersione  e che il bene si trova solo nella sincrasi cosmica. Parole a lui conosciute che il popolo accoglie con delirio da un oratore qualsiasi. Lui conosce il collegamento alla rete interstellare cognitiva, l'unica in grado di trasformarti in Metanomo. Sorride alle parole che quel messaggero rivolge ai barbari Gorg. Solo lui detiene la verità, insieme con lo sciamano di Gog: Lakon

Sente il bisogno di raccontare la sua storia a quella folla che cerca verità che nessuno di loro conosce.

Urla che lui ha conosciuto Lakon, erano amici. Tutti si zittiscono e adesso non deridono più quel vecchio vestito di stracci, quasi indegno di entrare nel santuario. Lo ascoltano in sacro silenzio.

Lui era un assistente maniscalco, un grande onore, visto che proveniva da una città dove tutti lo deridevano in quanto figlio illegittimo di una madre, troppo generosa con che i soldati e i mercanti. Inizia ad appassionarsi alla meccanica e costruisce auto spaziali le zodian, le sue preferite, in questo modo riesce ad entrare nella Falange e giura fedeltà  a Megaron e  Ekaton, diventando capo delle officine della cavalleria coloniale di Dragan che difendono il loro paese, sempre sotto attacco dagli alieni. 

Non è avido di sangue e ha rispetto per i prigionieri e quando Guderian, responsabile dell'ultima incursione e relativo bottino, vuole uccidere tutti i prigionieri per paura di un contatto cosmico, difende uno di questi, riferendo al maniscalco Ekaton che lui è stato in grado di disattivare Nexus, il collegamento alieno della loro autorità dominatrice. 

Lakon e Karan diventano amici e si ritroveranno a percorre le stesse strade. Karan gli è amico nonostante abbia un aspetto orribile, ma in lui ha intravisto i valori di cui si fa portatore soprattutto adesso che gli è stato conferito il ruolo di Maniscalco e non più solo un semplice assistente. 

In questo nuovo ruolo oltre a combattere e dirigere le guardie può muoversi e essere partecipe alla vita politica attiva della sua città. In uno di questi incontri conosce una donna nobile e elegante dagli occhi blu lucenti e il sorriso pudico più bello che abbia mai visto....

La scrittura di Fabio Carta si contraddistingue per l'elevata cultura che emerge capitolo dopo capitolo; avevo già recensito il romanzo Ambrose e avevo scritto:  

 La scrittura elegante, raffinata, forbita ed elevata di Fabio Carta inserisce l'autore in un livello alto dei romanzi di fantascienza, sono certa che rimarrà nel tempo la sua scrittura, che definirei anche visiva, riesce a far volare la fantasia del lettore grazie all'aspetto descrittivo che usa e a trasmettere un senso di realtà a questo cosmo fantascientifico che ci racconta.

La scrittura di Fabio Carta rimane sempre elegante, raffinata e colta. Il mondo fantascientifico che narra è descritto in modo dettagliato, curando ogni particolare, la fantasia del lettore è come se scorresse le immagini di un film e non di un libro, pagine e fotogrammi descrittivi si alternano in questo romanzo ben strutturato ed equilibrato.

 Una storia che ha il sapore epico e medioevale, dove i valori come la lealtà, l'onore, il rispetto, la dignità e la pietas sono sempre in primo piano. Una trama di un futuro apocalittico con uno sguardo ai valori del passato, una sinergia che piace e rende piacevole la lettura anche a chi come me non è un appassionato di fantascienza, ma l'autore sa dirigere la narrazione,  è un maestro in questo. 

Scheda libro

Autore: Fabio Carta

Titolo: Arma Infero: Il maestro di Forgia

Casa editrice: Inspired Digital Publishing Srl.

Pagine: 435

Per l'acquisto: <iframe style="width:120px;height:240px;" marginwidth="0" marginheight="0" scrolling="no" frameborder="0" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=lalettridicar-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS2=1&asins=B00XIX71Q2&linkId=375467f1ee8cf35b1c40ae7470b351ff&bc1=000000&amp;lt1=_blank&fc1=333333&lc1=0066c0&bg1=faf2fa&f=ifr"> </iframe>

Sinossi

Su Muareb, un remoto pianeta anticamente colonizzato dall’uomo, langue una civiltà che piange sulle ceneri e le macerie di un devastante conflitto. Tra le rovine v’è Karan, vecchio e malato, che narra in prima persona della sua gioventù, della sua amicizia con colui che fu condottiero, martire e spietato boia in quella guerra apocalittica. Costui è Lakon. Emerso misteriosamente da un passato mitico e distorto, piomba dal cielo, alieno ed estraneo, sulle terre della Falange, il brutale popolo che lo accoglie e che lo forgia prima come schiavo, poi servo e tecnico di guerra, ossia "Mastro di Forgia", ed infine guerriero, cavaliere di zodion, gli arcani veicoli viventi delle milizie coloniali. Ed è subito guerra, giacché l'ascesa di Lakon è il segno premonitore di quel grande conflitto i cui eventi lui è destinato a cavalcare, verso l'inevitabile distruzione che su tutto incombe.

Commenti

Post più popolari