Marìa
di
Nadia Fusini
recensione di
Maria Lucia Ferlisi
Marìa una donna dolce nell'aspetto e nel movimento, eppure ha commesso un delitto. Si presenta nel commissariato per confessare il crimine commesso, tra lo stupore dell'appuntato di polizia Santini, incaricato di redigere la confessione della donna.
Ne rimane ammaliato e desidera sapere ogni cosa di quella donna, mesta e orgogliosa, semplice ma pervasa da una grande umanità. Racconta la sua storia da quando si è innamorata di Giovanni, violento e prevaricatore, ma lei lo segue pensa che la violenza sia dovuta al dolore che ha nell'animo e che esplode in questo modo, anche nell'intimità è violento, ma lei ormai è legata a lui. Marìa ne subisce la violenza e le angherie, senza protestare come un fato da accettare...
Una storia forte, triste che tratteggia con consapevolezza la violenza che subisce Marìa, talmente reale che sembra una delle tante donne vittime di violenza che leggiamo sui giornali.
La scrittura dell'autrice Nadia Fusini è perfetta, ci pone davanti alla protagonista e ne scandaglia in modo preciso e attento tutte le reazioni psicologiche che portano una donna ad arrivare a comprendere che di fronte al male della violenza di un uomo non ci sono molte soluzioni. La voce narrante ci aiuta a comprendere l'animo innocente di questa donna.
Un romanzo da leggere per la caratterizzazione del personaggio di Marìa e per la bravura nell'aver affrontato questo tema delicato in maniera così realistica che ci sembra di essere all'interno di quel commissariato ad ascoltare anche noi la confessione di Marìa, impotenti, ma consapevoli di quanto sia dura per lei uscire da quella spirale di violenza di cui è stata vittima.
Ne rimane ammaliato e desidera sapere ogni cosa di quella donna, mesta e orgogliosa, semplice ma pervasa da una grande umanità. Racconta la sua storia da quando si è innamorata di Giovanni, violento e prevaricatore, ma lei lo segue pensa che la violenza sia dovuta al dolore che ha nell'animo e che esplode in questo modo, anche nell'intimità è violento, ma lei ormai è legata a lui. Marìa ne subisce la violenza e le angherie, senza protestare come un fato da accettare...
Una storia forte, triste che tratteggia con consapevolezza la violenza che subisce Marìa, talmente reale che sembra una delle tante donne vittime di violenza che leggiamo sui giornali.
La scrittura dell'autrice Nadia Fusini è perfetta, ci pone davanti alla protagonista e ne scandaglia in modo preciso e attento tutte le reazioni psicologiche che portano una donna ad arrivare a comprendere che di fronte al male della violenza di un uomo non ci sono molte soluzioni. La voce narrante ci aiuta a comprendere l'animo innocente di questa donna.
Un romanzo da leggere per la caratterizzazione del personaggio di Marìa e per la bravura nell'aver affrontato questo tema delicato in maniera così realistica che ci sembra di essere all'interno di quel commissariato ad ascoltare anche noi la confessione di Marìa, impotenti, ma consapevoli di quanto sia dura per lei uscire da quella spirale di violenza di cui è stata vittima.
SCHEDA LIBRO
Titolo: Marìa
Autrice: Nadia Fusini
Casa Editrice: Einaudi
Pagine: 130
SINOSSI
«Sono venuta a confessare un delitto». È una creatura docile e gentile a proferire questa frase terrificante. Si chiama María, ha la fissità di una statua e negli occhi una luce ardente, la stessa dell’isola da cui proviene. L’agente di polizia che in Questura redige la confessione, pur intuendone la pericolosa ambiguità, resta ammaliato e desidera immediatamente conoscere ogni cosa di lei – forse perché, a volte, orientarsi nella vita di una donna significa per un uomo avvicinarsi con ostinazione a se stesso.
Fra l’aspirazione al divino e la condanna di avere un corpo, María racconta la sua storia. E rievoca quando rinunciò a tutto per andare a vivere con quello che sarebbe diventato suo marito e insieme il suo carceriere: le loro notti di amore accanito e la vergogna del giorno dopo, la gabbia della gelosia e il miracolo della libertà che non si compie mai. Ammette di essere finita nel labirinto di una passione tanto ineluttabile quanto assassina. Adesso sta scappando, alla ricerca del suo unico figlio.
Nadia Fusini, dopo aver prestato la voce a Virginia Woolf ed Emily Dickinson, Mary Shelley, Katherine Mansfield e Sylvia Plath, disegna una figura di donna che resterà a lungo nella mente del lettore. Con appassionata intensità e nitido rigore, ci guida nei tormenti di una storia d’amore in cui verità e menzogna si spartiscono quel niente che il destino lascia nelle mani degli uomini. E delle donne.
«Sono venuta a confessare un delitto». È una creatura docile e gentile a proferire questa frase terrificante. Si chiama María, ha la fissità di una statua e negli occhi una luce ardente, la stessa dell’isola da cui proviene. L’agente di polizia che in Questura redige la confessione, pur intuendone la pericolosa ambiguità, resta ammaliato e desidera immediatamente conoscere ogni cosa di lei – forse perché, a volte, orientarsi nella vita di una donna significa per un uomo avvicinarsi con ostinazione a se stesso.
Fra l’aspirazione al divino e la condanna di avere un corpo, María racconta la sua storia. E rievoca quando rinunciò a tutto per andare a vivere con quello che sarebbe diventato suo marito e insieme il suo carceriere: le loro notti di amore accanito e la vergogna del giorno dopo, la gabbia della gelosia e il miracolo della libertà che non si compie mai. Ammette di essere finita nel labirinto di una passione tanto ineluttabile quanto assassina. Adesso sta scappando, alla ricerca del suo unico figlio.
Nadia Fusini, dopo aver prestato la voce a Virginia Woolf ed Emily Dickinson, Mary Shelley, Katherine Mansfield e Sylvia Plath, disegna una figura di donna che resterà a lungo nella mente del lettore. Con appassionata intensità e nitido rigore, ci guida nei tormenti di una storia d’amore in cui verità e menzogna si spartiscono quel niente che il destino lascia nelle mani degli uomini. E delle donne.
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