Idda
di
Michela Marzano
recensione di
Maria Lucia Ferlisi
Alessandra è una biologa, insegna presso l'Università di Parigi ed ha un fidanzato Pierre, un compagno incapace di fare del male, un lavoro con le piante che non hanno bisogno di nessuno, come lei. Non vuole figli, non vuole legami così forti e dipendenti.
La sua vita scorre tranquilla e protetta in questa bolla che la protegge dagli altri e soprattutto dal dolore passato e la preserva da quello futuro. Alessandra non vuole fare pace con il passato, ha preferito tagliere i ponti e vivere escludendo la sua famiglia o ciò che è rimasto nel Salento, la distanza la protegge e la fa stare bene.
Forse.
Annie, la madre di Pierre, ha i segni della demenza e dopo che la badante le ha dissipato i soldi risparmi di una vita, Alessandra e Pierre devono affrontare la scelta di inserirla in una casa di riposo.
Alessandra adesso deve svuotare la casa di Annie, inscatolare, buttare, tenere o regalare, un lavoro che la mette in contatto con Annie, con il suo passato , con l'amore per il padre di Pierre, con l'amore per il figlio.
I ricordi riaffiorano e con loro anche i ricordi personali di Alessandra.
Si pone mille domande sulla demenza, su che cosa rimane di noi, del nostro passato quando la memoria ci abbandona, lo chiede ai medici, ma lo chiede soprattutto a se stessa.
Tra ricordi non suoi, mette in discussione il proprio amore, e sente per la prima volta, dopo anni, il bisogno di ritornare a casa, in Puglia, deve ripercorrere la propria vita, comprendere il suo di amore e riappropriarsi del suo passato, mettere mano in quella ferita da cui si è allontanata, perché non si può vivere in una bolla protettiva e dobbiamo sapere cosa resta di noi.
L'autrice Michela Marzano affronta il tema delicato, spesso ignorato, della demenza senile, lo fa con delicatezza, intrecciando le due vite quelle di Annie e Alessandra, scava tra i ricordi e la memoria del passato e del presente che si scontrano.
Attraverso la protagonista è implicito il messaggio a non scegliere la strada più semplice di chiudere gli occhi, come fa lei, ma invita tutti ad affrontare le emozioni, i sentimenti anche quando fanno male.
Una trama avvolgente, sincera, obiettiva e penetrante della sfera affettiva.
Scandaglia, esplora, cataloga e comprende che le emozioni, i sentimenti negativi o positivi, devono essere affrontate nel bene o nel male, non serve allontanarsi, perché prima o poi il passato riaffiora e ci mette di fronte allo specchio dei ricordi.
Solo affrontando il passato, avere la consapevolezza delle radici e delle tracce che hanno lasciato su di noi, solo in questo modo possiamo andare avanti e comprendere cosa resta di noi quando la memoria ci abbandonerà. Sapere chi siamo è indispensabile, è un dono per chi resta.
Un romanzo che vi rimarrà nel cuore
SCHEDA LIBRO
Autore: Michela Marzano
Titolo: Idda
Casa Editrice: Einaudi
Pagine: 235
SINOSSI
Alessandra è una biologa che insegna a Parigi, dove abita con Pierre. Da anni non va nel Salento, il luogo in cui è nata e che ha lasciato dopo un evento drammatico, perché non riesce a fare i conti con le ombre della sua famiglia. Quando Annie, l'anziana madre di Pierre, è ricoverata in una clinica perché sta progressivamente perdendo la memoria, Alessandra è costretta a rimettere tutto in discussione.
Chi siamo quando pezzi interi della nostra vita scivolano via? Che cosa resta di noi? Svuotando la casa della suocera, che deve essere messa in vendita, Alessandra entra nell'universo di questa stenodattilografa degli anni Quaranta, e pian piano ne ricostruisce la quotidianità, come fosse l'unico modo per sapere chi era, adesso che smarrendosi Annie sembra essere diventata un'altra. Nel rapporto con lei, ogni giorno più intimo, Alessandra si sente dopo tanto tempo di nuovo figlia, e d'improvviso riaffiorano le parole dell'infanzia e i ricordi che aveva soffocato. È grazie a 'idda', ad Annie, che ora può affrontarli, tornando là dove tutto è cominciato. Bisogna attraversare le macerie, recuperare la propria storia, per scoprire che l'amore sopravvive all'oblio.
Nessun commento:
Posta un commento