Mary
Wollstonecraft è nata il 27/4/1759 a Londra , ed è morta il 10
/09/1797 a soli 38 anni. Mary è conosciuta per aver scritto un
saggio sui diritti delle donne nel 1792:
A Vindication of the Rights of Woman.
Fu
una scrittrice e filosofa. Ebbe una vita amorosa tormentata che destò
scandalo nella società bigotta inglese, da una delle varie relazioni
amorose, nacque la sua prima figlia.
Una donna anticonformista, nella
cui vita, fu sempre impegnata nella lotta per la parità di diritti
tra donne e uomini, ma anche contro le iniquità delle classi sociali.
I pettegolezzi contro il suo modo di vivere si sprecarono, si
calmarono quando si sposò con William Godwin, noto filosofo,
capostipite del movimento anarchico. Dal
matrimonio nacque la sua seconda figlia Mary.
La
scrittrice femminista morì di parto qualche giorno dopo la nascita
della bambina, a soli 38 anni. La secondogenita portò avanti la
vocazione della madre e si affermò come scrittrice, nota in tutto il
mondo il suo romanzo: Frankstein.
La
vita di Mary fu senza dubbio al di fuori degli schemi stereotipati
del tempo, anticipò il pensiero delle femministe, e pagò in prima
persona per le sue idee, fu fortemente criticata dagli uomini e
dalle donne dell'epoca.
Viaggio molto e si recò in Francia pochi mesi
prima che scoppiasse la rivoluzione francese. Fu proprio sul suolo
francese che visse una storia d'amore "dannata" con
l'americano Imlay, da cui ebbe la prima figlia, e per lui cui tentò per
ben due volte, il suicidio, con il laudano prima e la seconda volta
buttandosi nel Tamigi.
Visse e mantenne la figlia con il suo lavoro di scrittrice. Entrò in
contatto con alcuni esponenti anarchici , dopo una relazione con un
uomo sposato, incontrò Goldwin, la cui relazione, si dimostrò forte
e salda da subito. Rimasta incinta, si sposarono. Morì dopo qualche mese per
complicazioni post parto.
Oggi
la figura di questa scrittrice è stata rivaluta e, giustamente, a lei
si riconosce il merito di aver lottato, difeso e scritto per
l'affermazione dei diritti delle donne.
Il suo libretto è ancora
attuale a distanza di duecento anni.
L'autrice
fu contraria al modello di femminilità stereotipata del secolo in
cui visse, non comprese mai perché la donna venisse educata per
prendere marito, e che la sua vita fosse concepita solo per prendere
cura del corpo e per compiacere al marito o nella società.
" Se si fortificasse la mente delle donne ampliandola, verrebbe meno la cieca obbedienza; ma poiché la cieca obbedienza serve al potere, i tiranni e i sensualisti sono le giusto quando si sforzano di tenere le donne nelle tenebre, perché i primi le voglio schiave e i secondi le vogliono giocattoli. I sensualisti sono più pericolosi dei tiranni, e le donne sono ingannate dai loro amanti, come i principi dai ministri, giacché si illudono di regnare su di loro."
Il
suo sogno era quello di educare le donne a prendere cura delle
proprie facoltà intellettive, lottò fino alla fine affinché anche
le donne potessero avere il diritto all'istruzione.
Incitò le donne
a
"elevarsi al rango di creature pensanti e risvegliarsi dal torpore a cui sono state costrette".
"È giunta l'ora di dare inizio a una rivoluzione nei costumi delle donne e far sì che esse si adoperino per riformare se stesse e per riformare il mondo"
Contrastò
il filosofo Rousseau e combatté ogni forma di tirannia. Chiese
anche una rappresentanza femminile al governo. Possiamo ritenerla davvero la madre del femminismo e delle lotte per l'autodeterminazione della donna.
Maria Lucia Ferlisi
SINOSSI
Scritta nel 1792, la "Rivendicazione dei diritti della donna" è uno dei primi documenti di filosofia femminista ed è opera della scrittrice e intellettuale londinese Mary Wollstonecraft (1759 - 1797), donna dalla vita intensa e breve, nonché madre di Mary Shelley, l'autrice di Frankenstein. Nella Rivendicazione, della quale riproponiamo qui l'introduzione, la pensatrice affronta la questione dell'educazione e dell'istruzione negata alle donne, pone al centro il riscatto sociale femminile, rifiutando la debolezza a cui è costretto il corpo della donna, e riflette sulla sua condizione con grande ironia e lucidità, ma soprattutto con una modernità che spazza via i due secoli che ci separano da lei.
https://marialuciaferlisi.blogspot.it/2016/03/mary-shelley.html
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