Pastor
che a notte ombrosa nel bosco si perdé...
di
Lodovica San Guedoro.
Recensione
a cura di
Maria
Lucia Ferlisi
L'autrice
Lodovica San Guedoro con questo romanzo ha varcato l'agognata
selezione del Premio Strega, rientrando tra i fatidici 27,
purtroppo non è andata avanti, ma Lodovica non demorde, visto che
non è la prima volta che si ritrova tra i selezionati, ci riproverà
il prossimo anno con il nuovo tanto atteso romanzo.
L'amore
tra Kasim e Lodovica è nato in una malinconica giornata d'autunno,
quasi come un presagio.
Sono
attimi in cui tutto avviene e a cui nessuna forza può sottrarsi, e è
questo ciò che accade tra loro. Lei è una scrittrice matura, dalla bellezza emotiva, tipicamente siciliana, lui un giovane ragazzo
bosniaco.
Nulla li accomuna, lei è una donna colta, lui no,
lei è atea, lui è musulmano, lei crede nell'amore sublime, lui in
quello carnale.
Due
personaggi completamente diversi, le cui anime, inesorabilmente, si
attraggono, forse proprio per la totale differenza tra le loro menti.
L'amore non ha preconcetti, l'amore quello vero supera qualsiasi
barriera per esplodere nei cuori dei due amanti. ed è quello che
succede a Kasim e Lodovica.
Un
amore che porta scompiglio nella vita di Lodovica che scorreva
tranquilla, con un marito, Hans, al suo fianco, le letture e la
scrittura.
Ma
la vita è imprevedibile e riesce a regalarci momenti di tenerezza,
dolcezza quando meno te lo aspetti, proprio nel momento in cui la
vita letteraria ti regala qualche goccia di amara incomprensione da
parte dei critici.
L'autrice,
voce narrante del romanzo, ricostruisce attimo dopo attimo, con
minuziosa dovizia di particolari, la storia di questo innamoramento
anomalo, diverso da ogni stereotipo, eppure cosi vivo, sincero e
reale.
"-Fu quello il momento in cui sentii accrescere, con un caldo fiotto, il suo fascino ai miei occhi."
"16 volte, 6 a casa mia"
Eppure
il legame è forte, nonostante Lodovica cercasse un rapporto più
spirituale, più sentimentale, ma lui proviene da una nazione che non
è ancora abituata all'emancipazione della donna; lui è un maschio
e deve dimostrare la sua potenza attraverso l'atto fisico, come vero
completamento dell'amore.
"Pensi sempre alla stessa cosa... è insano."
"Tanta volgarità, indecenza e bassezza maschilista eccedevano di molto le mie capacità di sopportazione."
Ma
Lodovica lo ama, e sa che anche lui, a modo suo, l'ama. Lei lo
desidera lo vuole, ma vuole anche cambiarlo, modificarlo perché così
possa avvicinarsi di più al suo stile di vita.
"Vi avevo intuito l'allusione a un vissuto che non conoscevo e che, malgrado non lo conoscessi, accresceva ai miei occhi il suo spessore umano".
Lodovica
è una donna matura e sa riconoscere le qualità di Kasim, e vorrebbe
poterle fare riaffiorare, affinché lui possa trasformarsi, crescere è
diventare l'uomo perfetto da amare totalmente.
"Perché mi ami? Per la tua bellezza, per il tuo corpo...Hai davvero un bel seno...Anche perché la tua compagnia è piacevole."
Lui
l'ama per il suo corpo, perché così gli è stato insegnato, con
Lodovica, adesso deve scoprire che esiste un altro modo d'amarsi che
val al di là del corpo, l'amore della mente, dove i pensieri si
toccano e il corpo sa rispondere in maniera ancor più esplosiva,
perché totale.
Lei
lo ama.
"Per la trasfigurazione del suo viso, il luminoso fluido dello sguardo splendente, il fervore dei suoi gesti, l'allegria, la gioia, la felicità spensierata e struggente del tornare bambino."
Ma
questo amore rimane pur sempre clandestino, non può vivere
spensierato, sono entrambi sposati e lui ha anche un bambino piccolo.
E come tutti gli amori clandestini è destinato a finire, sepolto dai
sensi di colpa e del dovere verso quel bimbo.
Il loro amore era in un "saldo cerchio di solitudine", solo loro due avvolti nel "sortilegio" del loro amore.
Il loro amore era in un "saldo cerchio di solitudine", solo loro due avvolti nel "sortilegio" del loro amore.
Ma
alla fine "il dolce fauno è tornato nella selva."
L'autrice
in questo romanzo riesce a coniugare, con eleganza, il romanzo con la
propria storia autobiografica, con toni delicati da sembrare in
alcuni punti una favola.
Viviseziona
questo amore folle e selvaggio, arrivato all'improvviso, che le riempie
la vita.
Lo analizza, lo vive, lo sogna e infine lo ricorda.
Lo analizza, lo vive, lo sogna e infine lo ricorda.
Lo
stile è impeccabile, riesce a passare da forme stilistiche
aristocratiche a forme più reali.
La
sincerità della narrazione si fonde con la poeticità in molti
punti.
La
narrazione procede leggera e veloce ed insieme con lei procediamo ad
analizzare questo amore così diverso, così maschio, così anomalo
in maniera quasi chirurgica.
Ma
l'amore, quello sublime, non vede differenze, l'amore vero è
l'incontro tra due anime e poco importa se una delle due non è colta o emancipata.
Forse
è il tentativo di mutarlo che la fa ritrovare con le "ossa
rotte e l'anima frollata".
In
questa analisi, forse, l'autrice ne percepisce, insieme con noi, lo
sbaglio. Non puoi modificare un "fauno" lo devi amare così
com'è e farti amare nel modo che lui sa.
Scheda
libro:
AUTORE:
Lodovica San Guedoro
CASA
EDITRICE: FElix Krull
PAGINE:
522
Sinossi
"Pastor
che a notte ombrosa nel bosco si perdé..." racconta con un tono
sommesso, delicato e poetico, di sorprendente sincerità, una storia
d'amore del tutto non convenzionale, nata in autunno tra una
scrittrice non più giovane e sposata e un conducente della U-Bahn,
ancora giovane e sposato, fuggito, ragazzo, dalla Bosnia in guerra.
Lei è atea, lui maomettano, lei è colta, lui non lo è, lei è
emancipata, lui in bilico tra retaggio e modernità... Per quanto li
accomunino freschezza di spirito, giocosità e trasgressività
vitalistica, per quanto siano fortemente attratti l'una dall'altro,
arrivare a una fusione delle anime, che consenta loro di raggiungere
un'unione fisica, si rivela perciò un'avventura molto intricata,
un'impresa piena di peripezie, di equivoci, di dolori, di felicità e
di colpi di scena.
https://www.amazon.it/Pastor-notte-ombrosa-bosco-perd%C3%A9/dp/3939901202
"Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé …" è una testimonianza meticolosa, intima e potente di un sentimento d’amore finalmente vissuto in modo non convenzionale. L’Autrice dà voce ad una sensibilità, senza sesso e senza età, poco esplorata dalla letteratura, specialmente da quella contemporanea, che privilegia forme stereotipate di relazione amorosa: dinamiche più riconoscibili, certo, nelle quali è però sempre più arduo riconoscersi. Una sensibilità che io stessa, giovane lettrice e giovane donna, ho sempre avvertita e rinnegata, pur di corrispondere all’ideale di sensualità femminile che vedevo spopolare e al quale ho davvero creduto di dovermi adeguare. Questo libro ha rappresentato per me una sorta di rivoluzione, la liberazione da un peso, il dissolvimento del timore d’esser sola, estranea alla sessualità per com'essa ci è raccontata: una favola pornografica, peraltro poco incantevole. Non dev’essere stato facile, per l’Autrice, mettersi a nudo e parlare d’amore, in un mondo che d’amore non vuol sentir parlare. E la sua denuncia suona per questo ancora più grave. La sofferenza, qui, è come cenere: dice di un sentimento divorante e di aspettative tradite. Stordisce, avvolge il cuore come un sudario di polvere, ne ovatta l’eco di dolore. Ma quella sensibilità non può che rinascervi, moltiplicarsi nel petto di lettrici e lettori, e lacerare sempre di nuovo il velo dell’incomprensione.
RispondiEliminaChiara Melandri