venerdì 13 dicembre 2024

Premio letterario “Carlo Ulcigrai” XXVI edizione 2025

 

Premio letterario “Carlo Ulcigrai” 

 XXVI edizione 2025

scade il 28/02/2025

Regolamento/

1. Il GENERALI – Circolo Aziendale – TRIESTE (di seguito Circolo), in collaborazione con l’Associazione Seniores d’Azienda del Gruppo Generali – Trieste, bandisce la ventiseiesima edizione del premio letterario “Carlo Ulcigrai”.

2. Il concorso prevede due sezioni per opere inedite in lingua italiana:

· primo premio di 600 euro, secondo di 400 euro e terzo di 300 euro per racconti da 6 a 20 cartelle editoriali;

· primo premio di 300 euro e secondo premio di 200 euro per racconti fino a 5 cartelle editoriali.

(Cartella editoriale: foglio di 1800 caratteri circa, per 30 righe di 60 battute ciascuna).

I suddetti premi non possono essere assegnati a chi nelle cinque precedenti edizioni si sia classificato al primo posto nella medesima sezione.

Altri racconti significativi potranno ottenere una menzione speciale.

Agli autori dei racconti premiati ed eventualmente segnalati verrà assegnata una targa-ricordo e le rispettive opere saranno pubblicate in un volume edito dal Circolo.

3. Il Consiglio Direttivo del Circolo nominerà una commissione giudicatrice di cinque membri, così composta:

· tre rappresentanti del mondo delle lettere;

· due soci del Circolo designati dal Consiglio Direttivo.

La commissione designerà tra i suoi membri il presidente.

Le decisioni della commissione sono inappellabili.

4. Gli elaborati potranno essere inviati:

· via mail, indicando su un foglio a parte le generalità del partecipante e la sezione scelta a:

premioulcigrai@generali.com

· per posta, in formato cartaceo, con le stesse modalità, a:

GENERALI – Circolo Aziendale – TRIESTE

Premio Letterario “Carlo Ulcigrai”

Via Machiavelli 4 – 34132 TRIESTE

Il termine ultimo per la presentazione dei lavori sarà il 28 febbraio 2025.

I lavori presentati non verranno restituiti.

5. La Giuria sceglierà i racconti vincenti entro il 30 aprile 2025, informandone gli autori e pubblicando i risultati sul sito del Circolo: www.circologeneralitrieste.com.

Tempi e modi della premiazione saranno comunicati in seguito.

6. Per ulteriori informazioni gli interessati possono rivolgersi alla segreteria del Circolo all’indirizzo e-mail:

CONSULENTI.Miot@Consulenti.GeneraliGroup.com


lunedì 9 dicembre 2024

Una scrittrice dimenticata: MARISE FERRO

MARISE FERRO

                                    Maria Luisa Ferro  nacque a Ventimiglia il  21 giugno 1905, morì a Sestri Levante, 2 ottobre 1991, il padre Giovanni Battista  era un colonello dell’esercito piemontese, mentre la madre Vilna Viale, era figlia di un armatore di origini francese. 

Come scrittrice scelse lo pseudonimo Marise Ferrò, francesizzando il suo,   è stata anche  giornalista, saggista e traduttrice di autori francesi come George Simenon, Honoré de Blazac, Vicotr Hugo e Colette  .

Si sposò due volte, il primo matrimonio nel 1934 fu con Guido Piovene, con lui iniziò la sua carriera giornalistica a Londra. Il secondo matrimonio fu con Carlo Bo, famoso storico della letteratura italiana.

Nella sua vita fu testimone delle due guerre mondiali, del periodo fascista e visse in prima persona le problematiche delle donne negli anni Sessanta.

I suoi scritti riflettevano il suo vissuto, riusciva ad entrare nelle tematiche con occhio attento, indagatore e oggettivo. Le tematiche dell’adolescenza hanno sempre attirato la sua attenzione e le aveva trasferite nei suoi romanzi.

Era in grado di entrare con delicatezze nelle sue eroine, sempre ribelli che cercavano di attirare le attenzioni su di sé, all’interno di famiglie piccolo borghese che non avevano tempo per fermarsi ad ascoltare i propri figli.

Fondò nel 1946 il settimanale Foemina, insieme con lei in questa audace pubblicazione due nomi forte della letteratura: alba de Cespedes e Sibilla Aleramo, un settimanale che oltre alla moda e alla cucina vuole parlare alle donne di attualità e emancipazione in modo qualificato e preciso, contrapponendosi al noto settimanale Noi Donne. Dopo due anni è costretta a chiudere l’uscita del settimanale, in quanto il suo impegno culturale non riscontra il favore del pubblico.

Dopo anche lei finisce nell’oblio, insieme con tante altre validi scrittrici e donne della cultura italiana. Si limiterà a scrivere solo qualche romanzo.

Nel 1978 il suo ultimo romanzo, La sconosciuta, ha vinto il Premio Stresa di Narrativa.

Morì a Sestri Levante nel 1991.

 

Opere

Romanzi

    Disordine, 1932.

    Barbara, 1934.

    Trent'anni, 1940.

    Lume di luna, 1943.

    Memorie di Irene, 1944.

    Stagioni, 1946.

    La guerra è stupida, 1949.

    La violenza, 1967.

    Una lunga confessione, 1972.

    Irene muore, 1974.

    La ragazza in giardino, 1976.

    La sconosciuta, 1978.

 

Saggi

    Le romantiche, 1958.

    La donna dal sesso debole all'unisex, 1970.

 

Ferlisi Maria Lucia

Grazie a

Enciclopedia Treccani

Elle

 


venerdì 29 novembre 2024

Terra Alta di Javier Cercas

 Terra Alta

 di

 Javier Cercas

IMPRESSIONI  DI MARIA LUCIA FERLISI

Melchor ha solo 25 anni ma come poliziotto è considerato un eroe in quanto ha sventato e  un attentato terroristico e per proteggere la sua incolumità è stato mandato a Terra Alta nella Catalogna della Spagna, vicino a Barcellona. In questo paese rurale e dimenticato conosce una donna matura e si innamora, la sposa e hanno una figlia che chiameranno Cosetta, personaggio dei Miserabili di Victor Hugo.
Questo romanzo è come un libro guida per lui, in carcere gli ha aperto la porta della redenzione e ha trovato la risposta a mille domande come se il romanzo fosse stato scritto per lui. Il suo è un passato pesante da drogato, teppista, delinquente, con una madre prostituta e una vita povera. Adesso è un poliziotto e il passato cancellato insieme con la morte della madre.
La vita a Terra Alta scorre tranquilla e sonnecchiante, fino al giorno in cui nella casa più in vista del paese vengono trucidati due ricchi anziani. La scena che si presenta agli occhi dell'investigatori è aberrante: 

“Due ammassi insanguinati di carne rossa e violacea sono uno di fronte all’altro, su un divano e una poltrona zuppi di un liquido grumoso – misto di sangue, viscere, cartilagini, pelle – che è schizzato anche sulle pareti, sul pavimento e persino sulla cappa del camino

Inizia l'indagine che procede a fatica, il lavoro è stato eseguito alla perfezione da dei sicari professionisti, nessuna traccia, nessun testimone dell'efferato delitto, in quanto sono stati uccisi anche le cameriere. L'indagine viene chiusa, ma non per lui che continua a scavare nel passato dei coniugi uccisi e nelle vite dei familiari, genero in primis.

Alla fine riesce a trovare una linea e la persegue fino a......

Javier Cercas si approccia ai gialli con questo romanzo che non si può definire solo come tale, dentro la trama c'è anche la storia del territorio dove è ambientato, infatti la città è stata protagonista di una battaglia feroce della guardia civile80 anni prima.

 Non solo ma è anche un momento di riflessione tra la giustizia e la vendetta a cui spesso si cede il posto. È anche un viaggio introspettivo del protagonista che deve sviscerare tutti i fantasmi del passato e in quella terra dimenticata da Dio, riesce a comprendere molti aspetti della sua vita.

L'autore è riuscito a miscelare tutti gli elementi per confezionare un  buon romanzo con una buona dose di tensione e curiosità verso questo ispettore con un passato che non si combina con il lavoro che svolge.

Ma in questo giallo quello che prevale e la vita dei suoi protagonisti e riesce a catturare l'attenzione del lettore malgrado gli elementi da giallo siano scontati e già letti. La scrittura impeccabile dimostra che un buon libro sostenuto da un ritmo appassionante riesce a captare l'attenzione del lettore.

Valutazione:💛💛💛

Scheda libro

Autore:  Javer Cercas

titolo: Terra Alta

Casa Editrice: Guanda

Pagine :384

TRAMA

Un thriller di alta tensione psicologica e morale:


Un crimine spaventoso sconvolge una quieta cittadina nel Sud della Catalogna: i proprietari dell’azienda più impor­tante della zona, le Gráficas Adell, vengo­no trovati morti, con segni evidenti di feroci torture. Il caso è asse­gnato a Melchor Marín, giovane poliziotto e appassionato lettore, alle spalle un passato oscuro e un atto di eroismo quasi involontario, che lo ha fatto diventare la leggenda del corpo e lo ha costretto a lasciare Barcellona. Stabilitosi in questa piccola regione dal nome evocativo di Terra Alta, crede di aver seppellito l’odio e la voglia di riscatto sotto una vita felice, grazie all’amore di Olga, la bibliotecaria del paese, dalla quale ha avuto una figlia, Cosette. Lo stesso nome della figlia di Jean Valjean, il protagonista dei Miserabili, il suo romanzo prefe­rito. L’indagine si dipana a ritmo serrato, coinvolgendo temi come il conflitto tra giusti­zia formale e giustizia sostanziale, tra rispetto della legge e legittimità della vendetta. Ma soprattutto Javier Cercas, l’autore di libri memo­rabili come Soldati di Salamina, Anatomia di un istante, L’impostore, racconta l’epopea di un uomo solo che cerca il suo posto nel mondo, e per questo dovrà lottare e mettere a rischio tutto: i valori, gli affetti, la famiglia, la vita. Una narrazione di alta tensione psicologica e morale, che diventa romanzo totale.
Una storia avvincente, che cattura il lettore dalle prime pagine, e allo stesso tempo scuote profondamente le coscienze.» El Cultural
«Un intrigo poliziesco che parla di vita e di letteratura, e di come la letteratura, se è coraggiosa e sincera, può cambiare la vita. Un thriller teso dall’inizio alla fine.» La Vanguardia
«Il ritratto di un uomo che diventa eroe suo malgrado.» ABC

«Un giallo impeccabile. Cercas gestisce in modo sapiente emozioni e sentimenti… Il protagonista appartiene alla schiera dei suoi eroi imperfetti.» El Periódicorama




L'ultimo arrivato di Marco Balzano

 L'ultimo arrivato

di

Marco balzano


Impressioni di Maria Lucia Ferlisi

Ninetto vive al sud in un paese dove gli ultimi non hanno scampo, non c'è un futuro per loro e tutto ciò che ti circonda sembra rigettarti, allontanarti e mandarti via.

 "non è che un picciriddu piglia e parte in quattro e quattr'otto. Prima mi hanno fatto venire a schifo tutte cose, ho collezionato litigate, digiuni, giornate di nervi impizzati, e solo dopo me ne sono andato via."

E Ninetto va via, a soli nove anni prende il treno per andare a Milano e sperare in una vita migliore, porta solo cn sé un quaderno e il ricordo del maestro di scuola che gli leggeva le poesie.

 Insieme  con lui in questo viaggio,  un amico di paese Giuva' a cui il padre lo ha affidato. Già all'arrivo in quella grande città comprende che il suo sogno non è così roseo come pensava, ore e ore a macinare strade per trovare un lavoro ma nessuno vuole un ragazzetto "napule'".

 Anche gli amici del suo amico non lo trattano bene, costretto a mangiare tutti i giorni le acciughe che si è portato da casa con un pezzo di pane, dormire in un materasso buttato a terra  e a versare quasi tutti i soldi che guadagna dopo aver trovato lavoro in una lavanderia.

La vita è dura e se poi scopre che il padre ha dato dei soldi al suo amico per mantenerlo nei mesi di difficoltà comprende di essere stato derubato della dignità.

Scappa da quella casa, girovagando per le strade di Milano trova una persona che ha conosciuto in treno e per lui il destino sembra portarlo in una strada sempre  di povertà ma dignitosa e piena di rispetto.

Si ritrova in età adulta con  una vita normale, una famiglia, una figlia , un lavoro in fabbrica, ma la  rabbia, l'ira sono dentro di lui. Non si può avere pace quando sei stato sradicato dalle tue certezze, dal tuo paese e dai tuoi amici, tutto ciò che si costruisce sa di sudore misto a  rabbia...e la rabbia prima o poi ti prende la vita....

Un romanzo straordinario e potente di Marco Balzano.

L'autore mette in risalto le difficoltà degli emigranti ,  ci descrive che non sono stati momenti d'oro,  ognuno di loro ha dovuto lottare per trovare lo spazio in questa grande città dalle grandi opportunità, nulla è stato regalato, ogni cosa è stata ottenuta con sofferenza e sacrifici.

Tuti i personaggi descritti sono ben inseriti nel contesto della storia e alcuni rimangono nel cuore come in quello di Ninetto.

Una scrittura scorrevole, una trama commovente e reale che ti regala una storia emozionante e vibrante, difficile da dimenticare.

Valutazione: 💛💛💛💛💛


Scheda libro

Autore: Marco Balzano

Casa editrice: Sellerio

Pagine: 205

Trama

Negli anni Cinquanta a spostarsi dal Meridione al Nord in cerca di lavoro non erano solo uomini e donne pronti all'esperienza e alla vita, ma anche bambini a volte più piccoli di dieci anni che mai si erano allontanati da casa. Il fenomeno dell'emigrazione infantile coinvolge migliaia di ragazzini che dicevano addio ai genitori, ai fratelli, e si trasferivano spesso per sempre nelle lontane metropoli. 

Questo romanzo è la storia di uno di loro, di un piccolo emigrante, Ninetto detto pelleossa, che abbandona la Sicilia e si reca a Milano. Come racconta lui stesso, "non è che un picciriddu piglia e parte in quattro e quattr'otto. Prima mi hanno fatto venire a schifo tutte cose, ho collezionato litigate, digiuni, giornate di nervi impizzati, e solo dopo me ne sono andato via.

 Era la fine del '59, avevo nove anni e uno a quell'età preferirebbe sempre il suo paese, anche se è un cesso di paese e niente affatto quello dei balocchi". Ninetto parte e fugge, lascia dietro di sé una madre ridotta al silenzio e un padre che preferisce saperlo lontano ma con almeno un cenno di futuro.

Quando arriva a destinazione, davanti agli occhi di un bambino che non capisce più se è "picciriddu" o adulto si spalanca il nuovo mondo, la scoperta della vita e di sé. Ad aiutarlo c'è poco o nulla, forse solo la memoria di lezioni scolastiche di qualche anno di Elementari. Ninetto si getta in quella città sconosciuta con foga, cammina senza fermarsi, cerca, chiede, ottiene un lavoro. E tutto gli accade come per la prima volta...






Il tenero narratore di Olga Tokarczuk

Il tenero narratore  di Olga Tokarczuk Impressioni di Maria Lucia La prima lettura di quest'anno è stata questo meraviglioso e tenero sa...

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.