Il volo del Cormorano
di
Pier Bruno Cosso
Impressioni di Maria Lucia Ferlisi
Il verde turchese del mare della spiaggia Ezzi Mannu, nella splendida Sardegna, è un luogo magico, la limpidezza dell'acqua salata lenisce la tristezza e il dissapore per la fine di un amore e ne attenua le ferite, ti indica nuove vie dove tutto può accadere, come nelle fiabe e i sogni si trasformano in realtà.
Il mare fa annegare l'amarezza di un amore finito, come quello con Cinzia, che lo lascia per non fargli più male, parole ipocrite che rimbombano nella testa di Stefano. Ma la trasparenza cristallina del mare è presagio di nuova vita, ecco... arriva un cormorano, lo sfiora e gli mostra che all'orizzonte del mare ci sono altri mondi e si può rinascere, sempre.
Stefano comprende che deve cambiare vita, allontanarsi per ritrovare se stesso, ed ecco che senza pensarci segue l'istinto di librarsi come il volo del cormorano, deve volare via, lasciare il lavoro banale e noioso della banca e cercare una vita nuova, poi se sul tuo conto ti ritrovi la cifra pazzesca di diciotto milioni di euro comprendi che il cielo ti ha inviato un messaggio chiaro. Da dove sono arrivati quei soldi, che importa saperlo, questa volta non farà il diligente cittadino che va in questura a denunciare questo enorme introito, assolutamente no, quei soldi gli appartengono, sono arrivati da un volo planare e lui si divertirà a fare il milionario.
Prima cosa da fare: prendere una lunga aspettativa.
Seconda cosa: andarsene, dove? a Bergamo e poi sarà il fato a indicargli la via.
Se poi in aeroporto incontri una bionda, stangona danese....il percorso è stabilito e ha decisamente preso una piega da favola. Non è un sogno, è tutto reale e la biondona lo abborda. Da non crederci, lui che ha già qualche filo grigio tra i capelli e una squallida storia di tradimento con il suo direttore per giunta.
Soldi donne e amore in una sola giornata, un film? No è la seconda chance che ti viene concessa, quella che tante volte ciascuno di noi sogna. Stefano non sta sognando.
Come inebriato segue la scia del fascino di Karen. La segue nella sua città: Copenaghen, per lui qualsiasi città va bene, basta allontanarsi da quella quotidianità monotona e intristita dalla fine della sua relazione.
Stefano sognava una vita diversa da milionario, ma tranquilla, invece si ritrova nel vortice di una storia tra lo spy story, mafia russa e il poliziesco con inseguimenti, travestimenti, nascondigli, spari, polizia...troppo, decisamente, ma il fascino ambiguo di Karen lo avvolge come una spirale tra sesso e amore, certo devi guardarti le spalle, continuamente, ma il suo respiro le sue labbra, meritano di rischiare la vita e affrontare il suo inseguitore : Luca Lo Squalo.
Stefano è nel mezzo di una maxi operazione finanziaria sommersa, di antiriciclaggio e deve combattere per Karen e per la sua stessa vita.
Tutto gli appare surreale, pazzesco, ma non è un sogno: è la realtà.
Poi la direzione nuova di Stefano subisce un'altra deviazione e incontra una dolce e affascinante cantante: Isola. Ma è solo una cantante o una poliziotta in incognita?
Ancora una volta Stefano si ritrova catapultato in una nuova avventura che sa di mare e del verde turchese della sua spiaggia ma anche di progetti e idee. cosa succederà ancora e chi è Isola, questa donna dal nome insolito e ancora premonitore di nuovi cammini...
A voi lettori il compito di leggere questo accattivante romanzo.
La penna di Pier Bruno Cosso scorre brillantemente in questo nuovo e movimentato romanzo, il ritmo è vertiginoso, le azioni si susseguono tenendo alta la curiosità del lettore, lo stile fluido e frizzante danno una nota in più a questa avvincente e affascinate storia dal profumo di mare e da voli forieri.
Buona lettura
Estratto:
So che si chiama Karen ed è danese perché lo diceva al
poliziotto che la controllava ai cancelli di sicurezza. Ha un
qualcosa di angelico e un qualcosa di sfrontato nel suo viso
squadrato, incorniciato da un caschetto di capelli biondo naturale. Poco più alta di me e un sorriso affilato come un
fioretto; e poi quegli occhi chiari, azzurro profondo, con
dentro lampi di tempesta.
Noto tutto questo, e anche di più, mentre la fisso forse
troppo, e ricambia dandomi anche un sorriso di resto. Forse
ho fatto colpo: lo so che i miei capelli tendenti al grigio molto
precocemente mi fanno apparire affidabile, e nascondono i
miei demoni.
L’aeroporto di Alghero stasera è piuttosto affollato, e dopo
i controlli di polizia la perdo di vista nel fiume di passeggeri
che si accalca per l’imbarco. Ma subito il suo casco biondo
spunta sopra le altre teste. Non so cosa di lei mi affascini profondamente, forse solo il mio sentirmi libero, e, dopo stamattina,
sentirmi libero per scampato pericolo. Il mio cuore è ancora
più ferito, ma è come se respirasse aria pura ogni volta che ne
incrocio lo sguardo.
Poi sparisce di nuovo, pazienza. Comunque è stata una
discesa a perdifiato che mi rilancia nella vita.
«Scusa, tu non hai bagaglio a mano?» Alla mia destra una
parlata fluida in italiano perfetto con quell’accento duro di
tante consonanti che si scontrano, tipico dei popoli di molti
paralleli più su.
Prima di rispondere mi volto, e perdo la pedalata delle
parole stentando un assenso a filo di voce: «Cioè, sì, nel senso di no, che non ho bagaglio a mano…». Mirino verso l’alto per
entrare nei suoi occhi che sorridono già. Se le piacciono quelli
impacciati, sono stato grande.
Faccio un passo avanti scartando una persona, per entrare
nella sua bolla d’aria: «Ho una valigia sola che ho già consegnato,
e adesso vedi: mani libere».
Vicinissimi, il suo profumo è aria di neve.
«Allora, scusa se approfitto, ma se non ti secca potresti
prendere una delle mie? Che con due mi bloccano e mi fanno
pagare un supplemento superiore al costo del biglietto.»
«Ma certo, dai pure a me», mi fermo un attimo per cercare
di andare inutilmente in profondità nel blu del suo sguardo,
«ma prima giurami che dentro non c’è una bomba o una mitragliatrice».
«Ah, mi hai scoperto! Trasporto materiale esplosivo: diversi
completini di mutandine e reggiseno in pizzo… uno rosso
acceso; e anche tre paia di scarpe tacco dodici luccicanti… Ma
silenzio, non lo diciamo in giro.»
«Ma sei matta? Cosa ci fai col tacco dodici: devi cambiare
le lampadine dei lampioni? Sei già abbastanza… mi pare.»
E scoppia a ridere poggiandomi una mano sul braccio. Liquido, ritorno al mare verde smeraldo di stamattina, la stessa
identica sensazione liquida.
Prendo la borsa che mi porge sfiorando la sua mano.
Questa volta penso all’abbraccio del sole caldo quando
ero disteso sulla spiaggia: «Dai, dai a me. Ho già capito che
con te sto rischiando. Speriamo solo che non mi facciano
aprire la valigia, altrimenti mi arrestano per feticismo internazionale».
«Hai capito bene: con me rischi, e tanto.»
SCHEDA LIBRO
Autore: Pier Bruno Cosso
Titolo: Il volo del Cormorano
Casa Editrice: Marlin Editore
Pagine: 240
TRAMA
Prendi i soldi e scappa, il titolo di un grande film di Woody Allen, sembra ispirare Stefano, il protagonista di questo romanzo, che, dopo un misterioso accredito di diciotto milioni, sogna una nuova vita da ricco, ma si ritrova catapultato tra delitti, spari, e ragazze belle e incantatrici – dalla danese Karen alla sarda Isola – che forse lo vogliono solo imbrogliare. Da cassiere frustrato di una piccola banca si deve reinventare eroe per sfuggire alla mafia russa, alla polizia, e a un assassino che lo insegue fino alla fine. La storia parte da una bellissima spiaggia della Sardegna dove Stefano s’incanta davanti a un cormorano che lo sfiora in volo. Da lì l’idea di mollare lavoro e compagna infedele per un lungo viaggio senza meta. Con solo l’idea di fuggire. Ma lo scossone più grosso, appena prima della partenza, glielo dà il suo conto corrente improvvisamente cresciuto di più di diciotto milioni di euro, così, come un mistero senza tracce. Da Cagliari a Bergamo, da Copenaghen a Salerno tra colpi di scena, effetti a sorpresa e fughe rocambolesche e senza sosta, finché tutto trova una sua spiegazione, che ha a che fare con il perverso mondo dei social e della sua potente influenza sull’opinione pubblica e la politica.