mercoledì 19 ottobre 2022

il cielo sbagliato di Silvia Truzzi

 


                        IL CIELO SBAGLIATO

                                        DI

                             SILVIA TRUZZI





Impressioni di Maria Lucia Ferlisi

Siamo alla fine della lunga e sanguinosa prima guerra mondiale, a Mantova nascono due bambine, una tra i vicoli della povertà mantovana, l'altra in una delle famiglie più ricche della città: i marchesi Cavriani.

Il loro destino sembra già segnato dalla nascita, Dora, bellissima bambina, orfana della madre, morta di parto e del padre morto nella guerra, dunque destinata alla miseria, alla povertà più dura e vivrà di elemosina.

Irene, una bambina smunta, magra, vestita elegantemente, piena di compassione e caritatevole, attratta da quella bambina che chiede la carità, mal vestita e sporca, a cui regala un soldo ogni domenica uscendo dalla Messa, sul sagrato della chiesa di Sant'Andrea.

Ancora non lo sanno ma i loro destini si uniranno e tutto ciò che è stato potrebbe cambiare.....

Non aggiungo altro per non privarvi degli avvenimenti che caratterizzano questo romanzo definito  storico.

Mi sono approcciata al romanzo curiosa di leggere una storia sulla città di Mantova, da questo punto di vista devo dire che ha soddisfatto tutte le mie aspettative, i luoghi di Mantova sono ben descritti.

Il romanzo di Silvia Truzzi, mantovana, è ben scritto, la scrittura scivola bene, e ci regala un romanzo che definirei più rosa che storico, in quanto prevalgono di più i personaggi che le descrizioni storiche che servono di più per una collocazione della trama all'interno di un periodo ben preciso. La trama non presenta situazioni particolarmente originali, tuttavia procede con un buon ritmo narrativo. 

Il personaggio di Dora non è ben chiaro è una donna che vuole riscattarsi dalla povertà e cercare una propria emancipazione? Forse è soltanto un'arrivista, avida di soldi e titoli nobiliari? Forse si chiarirà nel preannunciato seguito del romanzo.

 Ho preferito il personaggio di Irene, la scrittrice ha reso meglio la sua natura e il suo carattere, la sua vita ci arriva di più al cuore e scatena più emozioni di empatia verso il personaggio.

Un romanzo consigliato per chi ama le storie rosa ben articolate e ben scritte.

Scheda lettura

Autore: Silvia Truzzi

Titolo: Il cielo sbagliato

Casa editrice: Longanesi

Pagine 382

Trama

Nel giorno dell'armistizio della Grande Guerra due bambine vengono al mondo a poche ore di distanza. Dora in una poverissima casa vicino al lungolago, già orfana perché sua madre muore di parto e suo padre è un soldato disperso. Qualche ora dopo nasce Irene, l'ultimogenita dei marchesi Cavriani, famiglia dell'antica nobiltà cittadina. 

Le due bambine crescono - una tra la fame e la miseria dei vicoli, l'altra negli agi del palazzo che porta il nome della sua famiglia - e si incontrano ogni domenica sul sagrato di Sant'Andrea. Dora chiede l'elemosina e nella sua mano la piccola Irene deposita un soldo e un sorriso di solidarietà e compassione. Gli anni passano e mentre il Fascismo si fa regime, e insanguina le strade della città, due vite destinate a rimanere separate da un'insormontabile differenza di classe si incrociano di nuovo. La sorte che ha portato Dora nella casa borghese della famiglia Benedini, dove è stata accolta e ha ricevuto un'istruzione, le ha fatto dono di una bellezza fuori del comune che fa girare la testa agli uomini. 

Tra loro c'è anche il timido Eugenio, figlio dei ricchissimi Arrivabene e cognato di Irene. Sfidando l'ostilità delle famiglie, Dora si fidanza in segreto con Eugenio ma il bel mondo che comincia a spalancarsi davanti ai suoi occhi ha in serbo per lei molte sorprese: in una girandola di splendidi vestiti, ricevimenti e intrighi, Dora dovrà difendere tutto ciò che ha conquistato con tanta fatica. Con il ritmo narrativo di un romanzo storico, "Il cielo sbagliato" è un affresco sul desiderio di emancipazione. E sul prezzo da pagare per varcare la porta di un mondo che una bimba con i vestiti strappati non avrebbe mai immaginato di sfiorare.

mercoledì 12 ottobre 2022

Fame blu di Viola Di Grado




Fame blu di Viola Di Grado 

Impressioni di Maria Lucia Ferlisi




La gemella ha perso la sua metà, quella più amata dai suoi genitori, il figlio perfetto che sa quello che vuole per essere adulto, ha sogni e progetti, lei ancora non lo sa. Con la perdita del fratello cerca di ristabilire un contatto ancora con lui e abbandona Roma per rifugiarsi a Shanghai, dove lui sognava di gestire un riustorante. 

La città l'investe subito nel suo caos di persone e veicoli e l'ammalia con le sue luci blu, con i sapori e gli odori titpici di una città multiculturale, dove la vita è come una piovra che ti afferra e ti trascina a viverla e non a sopravvivere. I tentatoli  di questa colorata città arrivano e la costringono a scavare su sé stessa, mille domande, dolore e angoscia si mescolano con il profumo del cibo che serpeggia lungo la città.

Poi incontra lei: XU. Una ragazza perfetta, dal viso di porcellana e il fisico di un'adolescente, anche lei è in fuga, dalla sua famiglia dove regna la violenza del padre assecondata dal silenzio materno, la sua colpa è quella di non essere nata maschio. 

L'incontro  tra la protagonista e Xu è un avvicinamentoi tra due solitudini, diverse,  ma che si attraggono, si accolgono, si dividono, provano dolore e l'unico rimedio che sembra placare questo vuoto, a entrambe,  è la fame, vorace, antica, viscerale che in quella città si colora di blu come le mille luci che avvolgono la moltitudine di persone che affollano Shanghai.

Nasce l'amore tra le due ragazze,  sono felici e spaventate allo stesso tempo perchè non è facile vivere una storia d'amore quando alle spalle ci sono pesanti fardelli,  difficili da condividere con l'altra....

 L'autrice Viola Di Grado ci regala un romanzo dalla scrittura perfetta, vivace e brillante che si amalgama con la storia, le sue parole sono lucide prive di mielismi e affronta il tema della solitudine con modernità, in grado di arrivare ai lettori giovani con immediatezza e immedesimazione.

La scelta di Shanghai come ambientazione  è oggettivamente realistica e appropriata, una città caotica, moderna, surreale, colorata, oscura, erotica in grado di esaltare ogni emozione e passione.

Un romanzo che consiglio vivamente soprattutto ai giovani, la scrittura dell'autrice è perfetta per le nuove generazioni e la trama pure.

Scheda libro:

Autore: Viola Di Grado

Titolo: Fame Blu

Casa Editrice: La nave di Teseo

Pagine162

Trama

 Dopo aver perso il fratello gemello, un’italiana solitaria lascia Roma e si trasferisce a Shanghai, la città dove lui sognava di vivere e aprire un ristorante. Lì, mentre insegna italiano ai cinesi, incontra una ragazza enigmatica: Xu. Anche Xu è in fuga da un passato turbolento: un padre violento, una madre evanescente, una famiglia numerosa che la voleva maschio. Accomunate da una solitudine che somiglia a una fame implacabile, le due ragazze si avvicinano sempre più l’una all’altra, divise tra il bisogno di affetto e la tentazione oscura di superare il limite oltre il quale il linguaggio si disgrega e l’eros diventa divoramento. Tra fabbriche tessili abbandonate e mattatoi degli anni Trenta scoprono una dimensione estrema in cui mordersi, appropriarsi dell’altra, è parte essenziale del rito amoroso.

In una Shanghai tentacolare e aliena che contiene ogni altra città e ogni altra storia, in cui le culture e i simboli dell’Asia si mescolano all’Europa, la ricerca dell’amore diventa un percorso vertiginoso in se stessi che annienta ogni tabù, ricordandoci i nostri sogni più bizzarri e potenti.

sabato 8 ottobre 2022

Nina sull'argine di Veronica Galletta





.            Impressioni di Maria Lucia Ferlisi 
 

Nina

vive in una città del Nord, proviene dalla Sicilia è ingegnere, le viene conferito l'incarico delle costruzione dell'argine di Spina ed è la responsabile dei lavori.

Per la prima volta deve affrontare un lavoro importante e deve scontrarsi con tutti gli altri colleghi e operai, tutti uomini che cercano di ostacolarla per dimostrare come una donna non è la persona giusta per affrontare questo lavoro "da uomo", non ha le competenze per farlo. 

Nina oltre che donna è anche giovane, inesperta e con il cuore a pezzi, è stata lasciata da Pietro, marito, amico e compagno da quando erano a scuola, adesso deve ricostruire la sua vita da single e contemporaneamente deve costruire questo argine.

 Le due costruzioni si muovono di pari passo perché l'una è la metafora dell'altra.

La vita della protagonista è come un fiume in piena, la sua anima è colma di dolore, di solitudine, di mancanza di equilibrio senza più l'appoggio del suo compagno di vita, dovrà reinventarsi nuovi equilibri, nuovi modi di esistere, dovrà arginare la propria vita. Anche nel lavoro dovrà arginare le ostilità dei colleghi degli ambientalisti e degli abitanti....

Un romanzo che si destreggia bene anche se tratta alcuni periodi con tanti termini e modi lavorativi propri del lavoro di ingegnere, ma la scrittura corre in parallelo e non scivola mai nel noioso. Il risvolto emotivo della protagonista è trattato con delicatezza e en esalta il duro lavoro che Caterina deve affrontare. 

La vita è come un fiume ma non possiamo lasciarla scorrere senza un percorso ben definito bisogna fissare dei limiti affinché non si sbandi, non ci si lasci andare a conclusioni errate come abbandonare il lavoro alle prime difficoltà o lasciarsi andare solo perché è terminato un legame. Nina è forte sa come lavorare su se stessa e nella costruzione dell'argine.

La scrittura dell'autrice Veronica Galletta si muove con destrezza e leggerezza tra termini tecnici, splendidi paesaggi lacustri e descrizione della determinatezza della protagonista.

Il suo stile, preciso e equilibrato, arriva al lettore e gli regala una storia di forza e resilienza di una donna forte e coraggiosa in grado di ricostruire la propria vita, donando speranza ed esempio a chi legge il suo romanzo.

SCHEDA LIBRO

autore: Veronica Galletta

Titolo: Nina sull'argine

Casa Editrice: Minimum fax

Pagine: 224

TRAMA

Caterina è al suo primo incarico importante: ingegnere responsabile dei lavori per la costruzione dell'argine di Spina, piccolo insediamento dell'alta pianura padana. Giovane, in un ambiente di soli uomini, si confronta con difficoltà di ogni sorta: ostacoli tecnici, proteste degli ambientalisti, responsabilità per la sicurezza degli operai. Giorno dopo giorno, tutto diventa cantiere: la sua vita sentimentale, il rapporto con la Sicilia terra d'origine, il suo ruolo all'interno dell'ufficio. 

A volte si sente svanire nella nebbia, come se anche il tempo diventasse scivoloso e non si potesse opporre nulla alla forza del fiume in piena. Alla ricerca di un posto dove stare, la prima ad avere bisogno di un argine è lei stessa.

 È tentata di abbandonare, dorme poco e male. Ma, piano piano, l'anonima umanità che la circonda – geometri, assessori, gruisti, vedove di operai – acquista un volto. Così l'argine viene realizzato, in un movimento continuo di stagioni e paesaggi, fino al giorno del collaudo, quando Caterina, dopo una notte in cui fa i conti con tutti i suoi fantasmi, si congeda da quel mondo.

lunedì 3 ottobre 2022

La mia Babele di Marcello Fois

 


La mia Babele

 di 

Marcello Fois

Impressioni di

Maria Lucia Ferlisi



                   La mia Babele di Marcello Fois è una riflessione sul mondo della letteratura e sulla ricerca della "Parola Giusta", non è quindi un romanzo, non è nemmeno una sua biografia, è un intreccio di vita personale di origini, tradizioni e di parole, parole giuste.

Scorrono alcune immagini della sua vita privata, sulla storia locale ma sono un aggancio per le successive riflessioni e sulla nascita di un romanzo, di come uno scrittore inizia a scrivere e sulla ricerca della perfezione del linguaggio, sulla buona scrittura.

 Riflette anche sui traduttori e sull'incapacità a volte di tradurre in un'altra lingua alcune espressioni e lo scrittore la vede come un tradimento dello scritto iniziale, ma il romanzo deve avere una vita simile al paese in cui viene tradotto e a volte si devono accettare compromessi linguistici.

Nel romanzo troviamo la personalità dell'autore, le sue emozioni, i suoi ricordi, i suoi principi, i suoi valori, una storia che mostra come uno scrittore deve lottare per scrivere, come deve cedere su alcuni tratti e come può effettuare la scelta di dire NO a una grande casa editrice per difendere la sua scrittura e il suo pensiero. Perché la scrittura deve essere libera senza compromessi e deve rispecchiare le emozioni e le idee di chi scrivere.

Marcello Fois non  accetta il tradimento con il lettore, con in suoi romanzi si pone per quello che lui è, è stato e sarà, un tacito contratto di onestà intellettuale con il suo pubblico di lettori.

Un romanzo che consiglio a chi scrive per meditare e riflettere sui propri scritti e sull'uso della parola scritta.

Scheda Libro

Autore: Marcello Fois

Titolo: La mia Babele

Casa Editrice: Solferino

Pagine: 144

Trama

Una nascita rocambolesca, un battesimo in articulo mortis che gli regala almeno tre nomi, un’infanzia da predestinato alla gloria in quanto figlio unico, un difficile apprendistato da «sardoparlante» (per di più con gli occhiali) nella scuola di lingua italiana, una precoce lettura del Conte di Montecristo senza sapere cosa fosse un abate... 

La storia del protagonista di questo libro, che forse ne è anche l’autore, è segnata da un’incessante lotta con l’angelo, e l’angelo è il linguaggio. Inutile stupirsi se, dopo un breve e infelice passaggio a Medicina, la scelta sarà laurearsi in Italianistica, in una Bologna illuminata dalla predicazione laica di Ezio Raimondi, per poi diventare scrittore, per di più tradotto all’estero.

Si aprono così le porte di una Babele popolata di esseri strani, i traduttori, il cui compito preciso sembra essere travisare ciò che scrivi, ma nel modo giusto: perché tradurre significa tradire, per far vivere il testo non solo in un’altra lingua ma in un’altra cultura. E il testo, si suppone, ringrazia; ma l’autore? La vita diventa letteratura, che a sua volta innerva la vita: accade nelle pagine di questo memoir letterario in cui si rincorrono ricordi d’infanzia e storia sociale, incontri e autoanalisi, avventure in terra italiana e straniera e riflessioni attraverso le lingue, non solo d’Europa. 

In un racconto che per esser vero non è tuttavia meno apocrifo, Marcello Fois conduce il lettore all’appuntamento più importante, quello con la parola giusta, capace di illuminare una pagina come una vita.

Anima di Wajdi Mouawad

  Anima di Wajdi Mouawad Impressioni di Maria Lucia Ferlisi Parlare di questo romanzo non è facile, durante la lettura molte volte sono stat...

Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.