martedì 10 agosto 2021

Premio Letterario Nazionale Streghe Vampiri & Co. XI Edizione

 Carissimi

ecco un concorso per chi tra voi ama scrivere  romanzi o racconti sulle streghe, vampiri, licantropi o altre creature simili.

Il concorso termina il 15 ottobre, avete tutto il tempo per scrivere il vostro romanzo con protagonista una creatura spettrale, fate largo alla vostra fantasia e un grande in bocca alla penna a voi.


       Premio Letterario Nazionale 
Streghe Vampiri & Co.
XI Edizione

BANDO

 Art. 1: Il Premio è rivolto agli scrittori e ai poeti che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età alla data di apertura delle iscrizioni ovvero al 23/06/2021, italiani e non, purché l’opera presentata a concorso sia redatta in lingua italiana; 

Art. 2: Sono ammesse in concorso opere inedite (cioè mai pubblicate da regolare casa editrice ovvero sprovviste di codice ISBN) redatte in lingua italiana; le opere devono avere come tema streghe, vampiri, creature fantastiche (tra cui a titolo esemplificativo ma non esaustivo: maghi, licantropi, zombie, elfi, gnomi, etc.) e restare inedite per tutta la durata del concorso fino alla sua naturale conclusione ovvero la proclamazione dei vincitori;

 Art. 3: Il Premio si articola in tre sezioni secondo queste modalità: A. romanzo inedito: fino a 500.000 caratteri, spazi inclusi; B. racconto inedito: fino a 22.000 caratteri, spazi inclusi; C. poesia inedita: da 1 a 3 liriche; 

Art. 4: Gli elaborati devono essere inviati entro la mezzanotte del 15 ottobre 2021 esclusivamente via mail all’indirizzo info@premiostreghevampiri.it; poiché la lettura delle opere si avvierà a iscrizioni ancora aperte, si prega se possibile di non aspettare gli ultimi giorni utili per inviare gli elaborati;

 Art. 5: La quota di iscrizione è fissata in euro 20,00 per sezione da versare, indicando come causale “Partecipazione Premio Streghe Vampiri & Co. 2021”, in una delle seguenti modalità: • tramite bollettino postale sul c.c. postale n. 75686675 intestato a Giovane Holden Edizioni; • tramite bonifico su c/c postale IBAN IT56Z0760113700000075686675 intestato a Giovane Holden Edizioni; È possibile partecipare a tutte e tre le sezioni (una sola iscrizione per sezione, pagando la relativa quota); 

Art. 6: Materiale da inviare via mail all’indirizzo info@premiostreghevampiri.it: • file digitale dell’opera presentata a concorso (in formato Word); • nota contenente le proprie generalità complete (Nome, Cognome, Indirizzo Postale, E-mail, Telefono); • ricevuta di pagamento della quota di partecipazione. La segreteria del Premio invierà una mail di conferma della registrazione al concorso; l’organizzazione del Premio non è responsabile per il materiale eventualmente non conforme; 

Art. 7: La Direzione Culturale del Premio è curata dalla casa editrice Giovane Holden Edizioni (www.giovaneholden.it), organizzatrice e titolare del Premio che regolerà, a titolo esecutivo, i rapporti con gli autori. L’organizzazione non sarà responsabile di eventuali disguidi di qualsiasi genere;

 Art. 8: Il giudizio della Giuria è insindacabile. La Giuria è presieduta da Enrica Giannelli, poetessa e pedagogista clinica analitica, e composta da: Chiara Chiozzi, scrittrice e illustratrice fantasy; Francesco Grassi Niccolai, editor e cultural promoter. La Giuria selezionerà, tra tutti i lavori pervenuti, un minimo di dieci opere per ogni sezione. I finalisti verranno avvisati tramite mail;

 Art. 9: Consistenza dei Premi € 15.000, così declinata: o 1° Premio: Targa personalizzata e pubblicazione ad personam dell’opera vincitrice di ogni sezione (in particolare per la sezione A una silloge di poesia e per la sezione B una raccolta di racconti) in una delle collane della casa editrice Giovane Holden Edizioni, con regolare contratto di edizione, entro il 31/12/2022; o 2° Premio: Targa personalizzata e stampa artistica avente per soggetto l’opera premiata a cura di Chiara Chiozzi; o 3° Premio: Targa personalizzata; o Premi Speciali: Coppa personalizzata; o Eventuali segnalazioni: Medaglia personalizzata; o A tutti i finalisti sarà consegnato un attestato di merito; 

Art. 10: Verrà realizzata un’Antologia letteraria dal titolo “Storie di immaginaria realtà - Vol. 8” contenente le opere finaliste delle sezioni Racconto e Poesia, edita da Giovane Holden Edizioni. Il volume potrà essere prenotato alla mail info@premiostreghevampiri.it; il volume sarà disponibile sia in versione cartacea che digitale (e-book). Gli autori finalisti restano proprietari del copyright delle opere presentate, ma concedono a titolo gratuito il consenso alla casa editrice Giovane Holden Edizioni a pubblicare l’opera nell’Antologia letteraria;

 Art. 11: La Giuria provvederà alla proclamazione dei vincitori di sezione durante la cerimonia di premiazione che si terrà sabato 4 dicembre 2021 c/o Hotel Residence Esplanade (www.hotelresidenceesplanade.it) a Viareggio (Lu). Attestati e premi dovranno essere ritirati personalmente all’atto della premiazione, in caso di impossibilità può essere data delega scritta ad altra persona. La mancata partecipazione fa decadere dal diritto di accesso al premio; 

Art. 12: La partecipazione al Premio Letterario Nazionale Streghe Vampiri & Co. implica l’automatica accettazione del presente bando. La mancanza di una delle condizioni che regolano la validità dell’iscrizione, determina l’esclusione dalla partecipazione al premio stesso. Informativa Ai sensi del D.lgs 196/2003, “Codice in materia di protezione dei dati personali” e in conformità del regolamento dell'Unione europea in materia di trattamento dei dati personali e di privacy n. 679 del 2016, con l’accettazione dell’art. 12 del presente bando di concorso, i partecipanti al Premio Letterario Nazionale Streghe Vampiri & Co. si impegnano all’osservanza di tutti gli articoli e autorizzano la casa editrice Giovane Holden Edizioni sas al trattamento dei dati personali per permettere il corretto svolgimento del premio. I risultati I risultati saranno tempestivamente pubblicati sul sito del Premio e comunicati alle testate giornalistiche regionali e nazionali. Segreteria Premio Streghe Vampiri & Co. c/o Giovane Holden Edizioni - Via Ottorino Ciabattini, 91/B - 55049 Viareggio (Lu) Per informazioni: info@premiostreghevampiri.it - Tel.: 0584/963517

lunedì 9 agosto 2021

Segnalazione: A Taste ok Death di Daniele Ossola

  A Taste ok Death 

di

 Daniele Ossola


Sinossi

Questo romanzo ha avuto origine da un casuale contatto con un signore dall’aspetto giovanile, bello, distinto, sempre accompagnato da un cane. Entrati in confidenza, mi raccontò di essere francese, da ragazzino mandato al riformatorio dove subì violenze sessuali da parte di un istruttore il che lo portò a odiare l’essere umano e ad amare in modo ossessivo gli animali.

Ho scritto il romanzo partendo da specifici riferimenti psicologici e neuro-chirurgici. Ho trasformato questo mio contatto in un professore che cerca persone super ricche disponibili a sperimentare, in attività, le forti sensazioni che possono scaturire da una morte violenta. Studia come estrarre tessuti da cadaveri legati a diverse tipologie di decessi traumatici trapiantandoli su persone vive. L’obiettivo è certificare e verificare, in modo che si possano poi raccontare le sensazioni e le emozioni provate in occasione di queste morti simulate. Chi è rimasto ucciso a causa un trauma violento, non è mai riuscito a svelare gli ultimi secondi della sua sofferenza.
Le storie “distopiche” sono sicuramente scomode se aiutano a riflettere perché ci spingono a uscire dalla nostra comfort zone.

Scheda libro
Autore: Daniele Ossola
Titolo: Assaggio di morte
Casa editrice: Elison publishing
Pagine: 103

giovedì 5 agosto 2021

BREVE DIARIO DI FRONTIERA DI GAZMEND KAPLLANI

BREVE DIARIO DI FRONTIERA
DI 
GAZMEND KAPLLANI

Recensione di Maria Lucia Ferlisi

Una storia breve e amara in cui ogni parola è pervasa dalla sofferenza dell'autore che si è rifugiato in Grecia per allontanarsi da un regime sempre più restrittivo, sognando la libertà di movimento e di parola. Ma la libertà sognata non corrisponde alla realtà, adesso sei in terra straniera e tutti ti guardano, ti osservano, sanno che sei straniero ancor prima che tu apra bocca, il detto tipico, stessa faccia  stessa razza, scompare, per lasciare posto ai pregiudizi, alla chiusura, al razzismo, si perché bisogna usare le parole chiare e corrette. 

Tutto il libro è pervaso da questo mostro che divora le persone: il razzismo, il non riconoscere che l'altro è una persona. Tutti noi non sappiamo la nostra origine, nessuno di noi ha il sangue di un solo colore, siamo il frutto dei nostri avi, delle migrazioni di milleni fa, siamo il risultato di lente trasformazioni, quando ancora non si leggeva negli occhi il disprezzo per l'altro. 

Adesso ogni nazione ha degli aggettivi e ogni persona lo rappresenta, gli albanesi sono ladri e assassini, questo pensano i greci per ogni albanese che arriva, ma non sono solo loro ad avere una visone chiusa del mondo. Ed ecco che il migrante soffre due volte, una per l'abbandono della terra natia, del taglio doloroso delle proprie radici, la seconda volta soffre nella nuova terra, ha perso la propria identità, è solo in una terra nuova che non conosce.

Allora ecco che cerca di avere successo, di diventare "qualcuno", così vedranno che sono una brava persona, come loro. Il migrante si sforza, e pensa:  forse se imparo bene la lingua mi accetteranno, forse se divento invisibile e non mi faccio notare divento uno di loro, forse, ma dentro al suo cuore sa che una volta che recidi il passato, non avrai altre radici in nessun altro posto, rimarrai sempre un migrante e ogni volta ti domanderanno "ma tu da dove vieni?", ma senza il desiderio di conoscerti, no, la domanda è posta solo per farti notare che tu non sei come loro.

Un romanzo amaro, questo scritto da Gazmend  Kapllani, in alcuni tratti ironico, ma attraverso la doppia scrittura dai due punti di vista di chi sogna e di chi lotta per avere una nuova vita, ci mostra quanto la visione di razza permane, il diverso non è accolto come risorsa, no, e non lo sarà mai. 

Siamo in un epoca in cui gli uomini pur essendo immersi nella multiculturalità, molti sembrano voler trattenere a tutti i costi la propria identità , dimenticando che il nostro dna è intriso di altre identità.

Una storia che definisco "specchio", perché mi rivedo in ogni frase, in ogni chiusura, in questa mancanza di radici...l'autore sarà sempre un albanese, ed io sarò sempre una meridionale.

Questa storia la consiglio a tutti coloro che soffrono per questa mancanza di radici. A me ha fatto bene, la condivisione di questa nostra sofferenza comune, ti fa sentire meno sola.

Buona lettura a tutti voi

Scheda Libro

Autore: Gazmend Kapllani

Titolo: Breve Diario di Frontiera

Pagine: 186

Casa Editrice: Del Vecchio Editore

Sinossi

In questo "diario minimo" Gazmend Kapllani ci restituisce tutta la sofferenza degli albanesi che hanno attraversato il confine con la Grecia negli anni Novanta. Con mano leggera lascia che ci scorra sotto gli occhi la surreale volontà di dare un senso all'abbandono della terra natia, che in questo specifico caso è la fuga, il passaggio attraverso la cortina di ferro. In ogni capitolo, il doppio punto di vista - di chi è in Albania e di chi, esule, se ne allontana - mette in evidenza con sarcasmo, e senza fare sconti, la kafkiana condizione dell'Albania sotto il regime comunista: spie che controllano i programmi televisivi dei vicini, statue monumentali di Enver Hoxha, un dittatore troppo dittatore anche per i dittatori, e i bunker sulla spiaggia pronti per resistere a nemici che però non si presentano mai. Accurate, asciutte, intrise di humour nero, le descrizioni dell'assurdità e della rivolta alla tirannia compongono un quadro ironico e partecipe della condizione dell'esule, in cui il particolare dialoga con l'insieme e si fa narrazione universale, come in un dipinto di Bruegel. La "sindrome delle frontiere" inizia con l'abbandono del Paese e si sviluppa nella "nevrosi del successo", un successo che conferisce il diritto a restare nella nuova terra, per giungere a un'amara riflessione sui migranti di seconda generazione, condannati ad amare e odiare contemporaneamente il loro Paese.
 

sabato 31 luglio 2021

Streghe e medichesse - Lavanda-

 

Streghe e medichesse

Alle donne è sempre stato assegnato un ruolo subalterno nella storia, sin dai tempi antichi. Mentre l'uomo cacciava lei raccoglieva erbe e frutti, accudiva ai figlia aiutava le altre donne nel parto, per citare alcuni esempi.

Tuttavia l'abilità delle donne ha fatto si che si appropriassero di alcune chiamiamole specialità nel mondo antico e si non specializzate in ciò che era loro consentito fare, molte sono diventate levatrici e curatrici. 

Quelle erbe che raccoglievano sono state usate per ricavarne principi attivi, decotti infusi per alleviare dolori, per stimolare l'eros sia femminile che maschile, per curare infezioni o da usare in cucina per esaltare i sapori. Le donne con le erbe erano in grado anche di guarire alcune malattie, era un sapere tramandato dalle madri, dalle nonne, da altre donne, era un sapere orale che si divulgava e tramandava nei secoli. 

La loro conoscenza  era sempre contrastata e ritenuta "ciarliera". Eppure quando le persone si rivolgevano a queste donne guaritrici, dopo stavano bene, i loro rimedi funzionavano, le loro erbe erano efficaci.

 Era un sapere che si tramandava sin dai primordi dell'essere umano, quando la natura era ritenuta una forza soprannaturale e si scopriva che le erbe avevano diverse proprietà potevano guarire ma anche uccidere, ecco perché si è associato alle erbe un potere magico. Dove ritroviamo tutte queste "ricette"  sin dai primi tempi in cui la parola si è trasformata in scrittura ed ecco la Mandragola che fa diventare fertile Rachele nella Bibbia, passiamo per Medea che intrise il vestito nuziale di un potente veleno a Glauce in sposa a Giasone, ma ancor prima aveva ucciso il padre con il vello d'oro, anche questo intriso nel veleno.

Come dimenticare Circe che riesce a trasformare gli uomini in proci come descritto da Omero nell'Odissea.

Ricordiamo anche Alcina, una delle tre fate dell'Orlando Furioso, in grado di trasformarsi da brutta e sdentata a una donna affascinante e maliziosa e ingannevole.

Le streghe le  ritroviamo nei dipinti delle case di Pompei, o nei geroglifici egiziani e in tanti altri libri. La conoscenza delle donne era per lo più orale anche se in alcune città diventò "una scuola" , mi riferiscono a Salerno che intorno all'anno mille divenne un luogo dove le Medichesse curavano, preparavano unguenti, profumi a prodotti di bellezza.

Anche se le loro attività non erano tenute in grande rilievo, loro proseguivano in silenzio, attente e imperterrite, non venivano citate nei libri, ma resistevano e si propagavano non solo nei campi contadini.

Nel medioevo tutto cambia, la Chiesa Cattolica, giudica negativamente la loro attività, perché si contrappone al potere di guarigione delle preghiere. Improvvisamente le medichesse assumono agli occhi del potere cattolico il volto del diavolo, vengono definite streghe con disprezzo e lo loro attività sono giudicate parte di un lavoro effettuato in combutta con il diavolo.

Il loro sapere in un attimo è distrutto e inizia la triste caccia alle streghe che nel periodo nefasto tra il 1450 e il 1750 si stima che siano state uccise in Europa circa quarantamila persone accusate di stregoneria, alcune fonti citano nove milioni di donne portate al rogo, ma non è attendibile. Donne bruciate vive, donne innocenti che, con le sevizie e le torture loro inflitte, hanno confessato crimini e pratiche dettate dai loro inquisitori per poi essere bruciate in piazza davanti al popolo che guardava smarrito. 


 Poi venne Firenze nel Rinascimento e con Caterina de Medici la sua corte divenne un luogo di profumi e mistero, di morte e d'amore.

Infine dall'ottocento le erbe diventano sempre meno magiche e si allarga l'uso, entrano nelle cucine  e utilizzate sempre maggiormente.

Con il finire dell'ottocento la medicina supera il potere delle erbe, Si laureano anche donne in Italia mi piace ricordare una medichessa, come amava farsi chiamare, Amalia Moretti Foggia, che usò per almeno 30 anni un pseudonimo maschile  sul Corriere della sera per avere maggior credibilità.

Nella letteratura le streghe ammaliatrici, in grado di raggirare gli uomini tornano con la saga Avalon, 1983, da Marion Zimmer Bradley, di cui è nata anche una saga televisiva, ma ancor prima Il maestro e Margherìta di M. Bulgakov che affascina ancora oggi con questo magico e satanico romanzo.

Le streghe sono belle o orrende, sono ammaliatrici o incutono paura e l'arte si è appropriate di entrambe  le due facce, ma rimane sempre il senso negativo, ammaliatrici o assassine, non godono di nessuna simpatia, devono nascondersi, non devono manifestare le loro capacità.

Le donne streghe, o sciamane, le considero figlie della Dea Madre, della Dea della Natura ed è grazie a loro che le donne continuano a a medicare, possiedono quel duende che dalla terra rinasce con loro, un fluido che parte dai piedi e si intreccia con il sangue  nelle donne, alcune lasciano spazio a loro essere e  sprigionano le loro arti, altre sono in grado di ascoltare e interpretarlo, altre ignorano le loro capacità. 

Tutte noi dovremmo fermarci e ascoltare il battito delle parole che sono dentro di noi per essere ciò che siamo state, siamo e saremo.

Donne, Dee madri, figlie di un ancestrale passato che ci regala echi e magie lontane.

Maria Lucia Ferlisi

Colgo l'occasione della data in cui pubblico questo mio pensiero per parlarvi della

LAVANDA

si dice che il periodo migliore per raccoglierla sia l'ultima settimana di luglio, e nel pomeriggio andrò nel mio piccolo giardino per tagliarla e farne dei mazzetti legati da nastrini verdi per regalarli alle amiche, altri li metterò nei sacchetti per profumare le maglie nei cassetti, altri ancora li userò per fare i biscotti.

Questo fiore profumatissimo e dal colore delicato non è mai mancato nel mio giardino, imprime serenità e infatti ho letto che è indicata per chi soffre di ansia e attacchi di panico, potrebbe essere una buona idea fare un piccolo cuscino con tanti semi di lavanda e metterlo nel letto sotto il nostro cuscino abituale, con il suo delicato profumo di certo ci sentiremo più rilassati.

La lavanda ha anche poteri di cicatrizzazione , anti settiche ed anti infiammatori, in farmacia o in erboristeria potete farvi consigliare l'olio essenziale delle marche migliori e i corretti  dosaggi.

Posso solo dirvi che l'olio essenziale della lavanda mi piace usarlo la sera prima di andare a dormire, mi verso due tre gocce nelle mani e mi passaggio le caviglie, una piccola coccola quotidiana che mi piace fare per rilassarmi.

Mi piace metterlo nei diffusori elettrici o nelle vaschette dei caloriferi, a volte lo uso nell'acqua calda per fare dei suffumigi per il mal di gola.

Ci sono tantissimi usi di questo splendido fiore, non ultimo in cucina ho mangiato un formaggio alla lavanda davvero squisito e personalmente l'utilizzo per fare dei biscotti con questo delicato profumo con un buon tè inglese diventa un momento di relax. 

Ho anche preparato un ottimo risotto con formaggio verde e lavanda.

Consigli da strega: 

  • tenete sempre un vaso di lavanda in casa, sul balcone o dove vi piace di più, l'armonia entrerà a profumare la vostra famiglia.
  • fate un bagno purificatore con la lavanda nella notte di luna piena, riempite la vasca, mettete una manciata di fiori nell'acqua e immergetevi con lentezza, restate una decina di minuti cercando di allontanare i pensieri negativi.
  • gli steli del fiore di lavanda possono essere utilizzati come l'incenso per purificare l'ambiente
  • tenete un rametto di fiori di lavanda fuori dalla porta fare entrare energie armoniche nella casa

Buona lettura
da Maria Lucia






 

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La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.