venerdì 15 gennaio 2021

BANDO DI CONCORSO DELLA XV EDIZIONE DEL PREMIO DI NARRATIVA “ANNA VERTUA GENTILE”

 BANDO DI CONCORSO DELLA XV EDIZIONE DEL PREMIO DI NARRATIVA 

“ANNA VERTUA GENTILE” 

Direttore Artistico Gianluigi Berselli 

La Civica Biblioteca “Popolare – L.Ricca” indice la quindicesima edizione 

del concorso letterario intitolato alla scrittrice Anna Vertua Gentile (1845 – 1926) 



REGOLAMENTO 

1. Al concorso, gratuito ed aperto a tutti, si partecipa con opere di narrativa a tema libero inedite, non pubblicate in alcuna forma neppure sul web in modalità protetta da copyright e non presentate, neppure in parte, in precedenti edizioni del concorso. I racconti premiati potranno essere pubblicati a cura dell’autore solo decorso un mese dalla data della premiazione.

 2. La partecipazione può avvenire a titolo individuale, per gruppo o per classe con un’unica opera.

 3. Non saranno accettate opere diverse dal testo narrativo. 

4. I migliori racconti, individuati secondo la valutazione di una giuria qualificata composta da esponenti del mondo della scuola e della cultura locale, saranno premiati in una cerimonia pubblica prevista entro il mese di giugno 2021. I vincitori potranno ritirare il premio personalmente ovvero delegare altri a questo scopo. 

5. Sarà fatta una menzione speciale ad uno tra i racconti presentati che si distinguerà nell’ambito del tema sulle Pari Opportunità.

6. I premi consisteranno in buoni acquisto libri da utilizzarsi entro il termine del 31 dicembre 2021, nonché targhe ricordo. I premi decadranno automaticamente in caso venga verificato il mancato rispetto dell’articolo 1. 

7. Tutti i lavori inviati rimarranno di proprietà del Comune di Codogno, che potrà riprodurli e riutilizzarli in propri atti, documenti, edizioni ovvero materiali pubblicitari senza alcun preavviso, salvo citazione dell’autore. L’organizzazione si riserva il diritto di pubblicare in un’antologia le opere pervenute. 

8. La graduatoria finale verrà pubblicata sul sito internet ufficiale www.comune.codogno.lo.it e rimarrà visibile per un mese a partire dal giorno successivo alla premiazione. 

MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE L’opera andrà presentata secondo le caratteristiche di impaginazione di seguito descritte, a pena di esclusione automatica senza preavviso all’autore. Il testo dovrà essere presentato in formato elettronico, con il titolo in carattere maiuscolo, e non dovrà superare le 5 cartelle (per cartella si intende foglio formato A4). Ciascuna cartella dovrà essere redatta con le seguenti caratteristiche di stampa: margini superiore ed inferiore: cm 2,5 margini destro e sinistro: cm 2,0 interlinea: 1 tipo carattere: solo ed esclusivamente Times New Roman; dimensione carattere: 12 pt. Sul file non dovrà essere indicato né l’autore né alcun altro segno identificativo. Lo stesso testo non potrà contenere esplicite allusioni che rendano evidente chi ne sia l’autore né dediche sotto qualsiasi forma, a pena di esclusione. 

Il lavoro dovrà pervenire alla Segreteria del Concorso – entro e non oltre la data del 22 febbraio 2021 (la data di scadenza è tassativa) alla posta certificata comunale (protocollo@pec.comune.codogno.lo.it). 

L’invio mediante posta elettronica "ordinaria" e non PEC non garantisce all'utente l'avvenuta consegna, pertanto il Comune di Codogno declina sin d’ora ogni responsabilità in merito. Il file allegato dovrà essere inviato sia in formato PDF che Word (servono per preparare l’antologia dei vincitori), e di una dimensione complessivamente non superiore a 3 Mbytes. L’opera dovrà essere accompagnata dalla scheda di iscrizione allegata al presente bando, compilata in ogni sua parte e firmata, nonché da copia del documento di identità. Non potranno essere accettate iscrizioni qualora la scheda manchi della compilazione in qualche sua parte fondamentale per l’individuazione del partecipante, della firma, ovvero non sia accompagnata da un documento di identità. Per i minori di anni 18 la scheda dovrà essere controfirmata anche da un genitore o da chi ne faccia le veci; per i gruppi classe è necessaria la firma dell’insegnante: anche in questi casi va allegata copia del documento di chi firma l’iscrizione. L’opera che non sia accompagnata dalla scheda di iscrizione non potrà essere accettata. L’Assessore alla Cultura 

mercoledì 13 gennaio 2021

Voci del verbo andare di Jenny Erpenbeck

 

Voci del verbo andare

di

Jenny Erpenbeck

Recensione di

Maria Lucia Ferlisi


Berlino 2013

Richard è un anziano vedovo in pensione, ha dedicato la sua vita agli studi di filologia classica e si ritrova da solo ad affrontare una vita scandita da poche relazioni,  pochi gesti, ammira il lago, parla con il vicino di casa, fa la spesa.

Per caso, durante una passeggiata, assiste a una manifestazione di richiedenti asilo. Si ferma ad ascoltarli e s'insidia nella sua mente un'irragionevole bisogno di conoscere chi sono e perché manifestano. S'inventa una ricerca e in qualità di professore emerito ottiene il permesso di entrare in quel campo. 

Sono 400 stranieri arrivati nel 2013 da Lampedusa, quasi tutti nigeriani e ghanesi. Inizia la loro conoscenza con domande semplici e si meraviglia di non conoscere le capitali dei vari territori africani. Ignorava quanto fossero vasti questi luoghi pensati e immaginati come deserti. 

Scopre chi sono queste persone, come vivono, chi erano i loro genitori, come sono arrivati fino in Germania. Sono chiusi in quel campo in attesa di sapere la loro sorte, dove verranno inviati, al momento si accontentano di avere da mangiare e da dormire. In questa lunga attesa, passata senza fare nulla, in stanze vuote, dove a malapena c'è una brandina per dormire, chiedono di ottenere almeno il permesso per apprendere la lingua tedesca.

Ogni giorno Richard va da loro per ascoltarli e loro narrano le loro vite con dignità, narrano dei genitori morti nei vari conflitti in cui sono dilaniate le loro terre. Parlano delle botte ricevute, dei loro cammini che durano settimane intere. Rufu, Osarobo, Karon, Rashid, Moussa, .... non sono più dei migranti ma persone che hanno dei sogni e cercano un futuro. 

Una storia vecchia che si rinnova sempre, siamo stati tutti migranti, ma oggi guardiamo con diffidenza questi volti che sembrano tutti uguali,  ci alziamo dal posto in metropolitana se si siedono vicino a noi, ne sentiamo la puzza, osserviamo che possiedono un cellulare, ma ad ogni giudizio c'è una spiegazione e Richard  conosce le risposte adesso. 

Oggi non vogliamo sapere, ci limitiamo a disprezzare e allontanare. eppure basterebbe poco: ascoltare le loro storie.

L'autrice Jenny Erpenbeck con questo romanzo ci pone di fronte al solito quesito di fronte alla emigrazione, Chi è l'altro? Chi è questo sconosciuto che è arrivato pieno di sudore e con le scarpe rotte, ma oggi non interessa, nemmeno nella moderna Berlino.

 La parola straniero è sinonimo di ladro, di usurpatore, di nemico, nessuno si chiede chi è lo straniero. L'autrice tedesca si ferma e ci mette di fronte alle loro vite, alle loro scelte, non sempre volute, ci mostra il loro passato e i loro sogni. Sono uomini che vivono come in un'altra dimensione, quasi surreale, vengono nutriti quando loro vorrebbero solo essere accolti come nel ventre di una madre da una nazione che dia loro dignità attraverso il lavoro. 

Sono uomini sospesi, in questa realtà di odio verso il nemico. Sono uomini che attendono per giorni e per mesi delle risposte che non arrivano, eppure è semplice, desiderano un lavoro, per restituire loro la realtà per farli scendere da quello spazio e fargli toccare con i piedi la terra in cui adesso non sono nulla, non hanno nome, non hanno carta d'identità, non hanno parenti. Un gesto semplice ma inascoltato.

Un romanzo che non è un romanzo, ma un saggio sui migranti, una denuncia sociale.

 Jenny Erpenbeck lancia un urlo contro la società e la mette di fronte alla realtà. Io ho visto, vi ho mostrato chi sono, adesso tocca voi componenti di questa società essere come Richard e imparare a guardare con occhi diversi lo straniero e iniziare ad ascoltare il migrante con spirito d'accoglienza.

Scheda Libro

Autore: Jenny Erpenbeck 

Titolo: Voce del verbo andare

Casa Editrice: Sellerio

Pagine: 349

Link per l'acquisto:

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Sinossi

Richard è un filologo classico in pensione, quasi per caso entra in contatto con un gruppo di africani alloggiati in un campo profughi di Berlino. È un uomo solo, vedovo e senza figli, e ha molto tempo a disposizione; in quel luogo si scoprirà capace di ascoltare le vite degli altri, le peripezie e le vicissitudini di chi viene dal Ghana, dal Ciad, dalla Nigeria, storie di lutto, fame, guerra, coraggio e difficoltà. Nel dialogo con gli esuli Richard scorge un’umanità a tratti capace di essere innocente e integra. La sua cultura classica funge da elemento rivelatore, lo aiuta a immergersi in un mondo e in una diversa visione del mondo, a confrontare valori a volte contrapposti. L’antichità e la modernità, l’universalismo e l’interesse individuale, il difficile bilanciamento tra gli ideali e la sopravvivenza.
Gli uomini a cui pone le sue domande sono riusciti ad arrivare a Berlino nell’autunno del 2013, dopo essere sbarcati a Lampedusa. Sono quattrocento stranieri in terra straniera, e tutto per loro è diverso, difficile, alieno. Prima si accampano in una piazza del quartiere Kreuzberg per chiedere aiuto e lavoro, ma la polizia non perde tempo, li sgombera e li ricovera nella zona orientale della capitale. Vitto e alloggio, una prima conquista, e poi un corso per apprendere la nuova lingua. Ma per loro, come per quasi tutti quelli che sono scappati dai paesi di origine per approdare in Europa in cerca di un rifugio e di una casa, la normalità è una conquista difficile. Prima di tornare a vivere si annuncia un’attesa di anni.
Jenny Erpenbeck, tra le più interessanti e innovative scrittrici tedesche contemporanee, non teme l’ambizione dell’analisi politica, della denuncia sociale, e riflette con un romanzo completamente immerso nel presente, quasi al limite della cronaca, del reportage letterario, sui contrasti paradossali della nostra epoca, l’opposizione tra ricchezza e indigenza, libertà e asservimento, tra la cancellazione delle culture e il disegno di una nuova identità.

Premi

Premio Strega Europeo 2017;

Libro d’Oro dell’anno

Premio Internazionale di letteratura Città di Como 2017

Autore

Jenny Erpenbeck è nata a Berlino Est nel 1967 da padre di origini russe e madre polacca. Il suo esordio letterario, Storia della bambina che volle fermare il tempo (1999, Zandonai 2013) l’ha consacrata come astro nascente della letteratura tedesca contemporanea. Con E non è subito sera (2012) ha vinto il prestigioso Hans Fallada Prize. Con questa casa editrice ha pubblicato Voci del verbo andare (2016), finalista al Deutscher Buchpreis, tra i libri più venduti nella classifica dello «Spiegel», Premio Strega Europeo 2017, Libro d’Oro dell’anno - Premio Internazionale di letteratura Città di Como 2017, Di passaggio (2019) e Storia della bambina che volle fermare il tempo (2020).

sabato 9 gennaio 2021

Ninfa Dormiente di Ilaria Tuti

Ninfa Dormiente
di 
Ilaria Tuti
recensione di 
Maria Lucia Ferlisi


 Al commissario  Teresa Battaglia  è stato affidato un’indagine importante e al tempo stesso misteriosa, con lei c’è  l’ispettore Massimo Marini, coppia ormai consolidata ed esperta.

Devono capire se dietro a un quadro, ritrovato misteriosamente dopo 70 anni,  di un pittore famoso: Alessio Marian, si è compiuto un omicidio efferato.

 Il quadro è di rara bellezza, raffigura il viso di una donna i cui tratti ammaliano chi lo guarda, è stato dipinto usando il colore rosso, ma non usando una matita, la tempera o il  gessetto, no, è stato usato sangue, sangue umano di un cuore umano, e le dita,  usate per definire i tratti di quel viso, sono state  intinte nel sangue, ancora caldo, del cuore  di una  donna.


Teresa Battaglia deve risolvere due enigmi, chi è la vittima e chi è l’assassino.

 Il caso è stato affidato a lei in quanto la più esperta nella sezione omicidi. Lei deve affidarsi all’intuizione, perché la sua mente si sta lentamente sgretolando, dimentica le parole, a volte è confusa, il diabete e l’alzheimer precoce la consumano, sa che questo potrebbe essere il suo ultimo caso ma deve aiutare la vittima, quella donna sconosciuta che l’osserva muta, chiede giustizia e lei non può esimersi dal portare alla soluzione la richiesta della vittima. Teresa  ha sempre un diario in cui annota minuziosamente tutto, per non dimenticare. Sa che la sua squadra l’aiuta ed è solidale con lei anche se ha un brutto carattere, sgraziato come il suo corpo, ma è sincera e diretta.


 Le indagini iniziano,  subito scopre l’autore del dipinto, ritenuto dalla stampa il colpevole di questo strano omicidio, lui non si difende,  non parla dal 20 aprile del 1945,e  nessuno ne conosce il motivo nemmeno il nipote che lo cura con tenerezza. Le indagini  conducono il commissario  prima nel bosco dove il fatto è accaduto e poi in Val di Resia, una piccola comunità slava, chiusa e omertosa, attaccata alle radici e alle antiche tradizioni. Scopre  il nome della donna , le indagini adesso possono correre più velocemente per arrivare alla verità e dare pace al pittore e a quella donna bella e misteriosa. Si aggiungono altri omicidi per coprire un segreto che grava su quella piccola comunità che vive di vita propria, il resto tocca a voi lettore scoprirlo.

 Ilaria Tuti è un’abile tessitrice di storie, il suo è un lavoro magistrale che conduce il lettore nei meandri più difficili dell’essere umano la contrapposizione tra bene e male. Il lettore s’incammina tra boschi e sentieri impervi e nascosti, continua il percorso con accanto il commissario e l’ispettore e s’immergono un una comunità divisa tra sciamanesimo e riti satanici. La verità fatica a venire a galla, ma permette di scavare negli animi dei personaggi,  anche dello stesso ispettore Marini e di Teresa questa investigatrice che amerete per la ruvidezza, per i suoi malesseri, perché la sentite vera e vicina al mondo reale. 

Dietro al romanzo c'è un grande lavoro storico, la seconda guerra mondiale, i luoghi della Val di Resia, le loro tradizioni, nulla è lasciato al caso e il lettore lo percepisce, sa che ciò che è descritto è stato reale e la trama s'inserisce così bene nel contesto narrativo che tutto sembra reale e realmente accaduto.

 Ilaria Tuti scrive bene con un linguaggio immediato, scorrevole e forbito,  ha la capacità di descrivere i personaggi alla perfezione, le ambientazioni  precise. Il ritmo regge fino all'ultima riga con quella giusta calma che ti fa apprezzare non solo il lato investigativo della trama, ma tutto ciò che lo circonda. L’autrice  lavora ad ampio raggio per creare uno stile personale, ritmo, linguaggio,  personaggi, ambiente, usanze,  tradizioni, il bene, il male, il tutto servito al lettore come un ottimo cocktail da gustare in tranquillità seduti sul divano con una bella copertina vista la stagione.

Buona lettura amici e amiche del blog.

 Scheda Libro

Autore: Ilaria Tuti

Titolo: Ninfa dormiente

Casa Editrice: Longanesi

Pagine: 478

Link per l'acquisto:  <iframe style="width:120px;height:240px;" marginwidth="0" marginheight="0" scrolling="no" frameborder="0" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=lalettridicar-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS2=1&asins=883045155X&linkId=d5f23decbc3ef9b097515f428b15d1bb&bc1=000000&amp;lt1=_blank&fc1=333333&lc1=0066c0&bg1=faf2fa&f=ifr"> </iframe>

Sinossi

“Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne. Violenze sepolte dal tempo e che d'improvviso riaffiorano, con la crudele perentorietà di un enigma. Ma ciò che ho di fronte è qualcosa di più cupo e più complicato di quanto mi aspettavo. Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno. Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l'inferno, ogni giorno l'inferno mi abita e mi divora. Perché c'è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l'ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa”.


mercoledì 6 gennaio 2021

La botteguccia dei libri


Carissimi amici e amiche,

 mi è giunta notizia di una piccola libreria appena aperta nel cuore della mia città d'origine: Marsala.

Anche il nome rispecchia la scelta effettuata da questa coraggiosa ragazza di nome Michela che crede nella magia dei libri: La Botteguccia dei libri.

Aprire una libreria è un atto di coraggio e può farlo solo chi crede nella lettura e ama questo mondo di parole e d'inchiostro. Ha fatto una scelta particolare, i libri sono in inglese e sono dedicati al mondo dei bambini, dell'infanzia,  quando prenderli per mano  e raccontar loro una storia ha il potere d'incantarli e magari anche fare stare buoni e calmi. 

"Mi chiamo Michela e ho scelto di affidare il mio sogno nel cassetto ad Usborne, la casa editrice britannica che da oltre quarant’anni pubblica libri in inglese per bimbi e ragazzi.
Sono una Indipentent Organiser, significa che offro la mia consulenza per consigliarTi e suggerirTi il libro giusto per Te, per i Tuoi bambini, per i Tuoi alunni.
Credo fortemente che la lingua inglese sia indispensabile oggi e sono convinta che impararla sin da piccoli, divertendosi, porti grandi vantaggi. "

Vi consiglio di guardare la sua pagine Facebook e magari perché no...farvi consigliare sulla scelta del libro più adatto per i vostri bambini. 

https://www.facebook.com/labottegucciadeilibri/



Scrittrici dimenticate: Luisa Amalia Paladini

Luisa Amalia Paladini   Luisa Amalia Paladini nacque a Milano il  24 febbraio 1810, il padre Francesco era un funzionario del Ministero dell...

Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.