lunedì 9 settembre 2019

Selva oscura di Nicole Krauss


La Selva oscura di 
Nicole Krauss

recensione di
Maria Lucia Ferlisi


Jules, ormai anziano, avvocato ricchissimo, stanco di una vita immersa nella continua ricerca di cumulare soldi, decide di sparire nel nulla, senza un preciso perché dall'oggi al domani decide di fuggire da quel mondo e fa perdere ogni traccia.
I tre figli anche se non molto entusiasti decidono di mettersi alla ricerca di quel padre avido e litigioso, più per dovere che per affetto. Le ultime notizie riferiscono che forse si trova all'hotel Hilton di Tel Aviv, luogo da dove inizieranno le ricerche. 

Contemporaneamente una scrittrice americana in piena crisi non solo coniugale ma anche personale, abbandona la famiglia, marito e figli e scappa, fugge via per cercare di concentrarsi sulla sua crisi, lontana dagli affetti per capire e capirsi. Anche lei si rifugia a Tel Aviv, sempre nell'hotel Hilton. Per entrambi Tel Aviv ha un significato molto alto, per l'avvocato newyorkese è il ricongiungimento con le sue origini ebraiche, dove cerca di ristabilire un equilibrio nella sua vita che non accetta più. Per la scrittrice la città è un ritorno all'infanzia felice e la ricerca di ricongiungere quel filo all'attuale vita che la vede infelice e disorientata.


La scrittura di Nicole Krauss è elegante, ci narra questo intreccio con una lentezza dolce e leggera, la vita non è facile, per nessuno, non sono i soldi che fanno la felicità e la felicità non è nella famiglia, perché la vita è una selva oscura e non sai mai dove ti porta. 

Devi sempre essere guardinga, attenta e non perdere quel filo che lega l'infanzia e il rapporto con i genitori nel diventare adulti. La trama avvincente ci porta nell'intreccio di queste due vite, diverse, ma accomunate dalla ricerca di se stessi.

Il romanzo è anche un piacevole omaggio a Kafka e a Dante, in questo risveglio e senso di estraneità dei due protagonisti, nelle loro storie parallele,  che si perdono nella selva oscura e adesso devono districarsi, per cercare di vivere tranquillamente.

SCHEDA LIBRO
Autore: Nicole Krauss
Titolo: Selva Oscura
Casa Editrice: Guanda
Pagine: 323

SINOSSI

Vive a New York. Ha lavorato per la radio e ha pubblicato racconti su diverse riviste americane, tra cui "The New Yorker" e "Esquire". Nel 2002 pubblica il suo primo romanzo, Man walks into a room (Un uomo sulla soglia, Guanda 2006). Nel 2004 pubblica sul New Yorker un estratto di The history of love (La storia dell'amore, Guanda 2005) suo primo grande successo internazionale opzionato da Warner Brothers per essere diretto da Alfonso Cuarón. La grande casa (The Great House) pubblicato in Italia sempre da Guanda (2011) è stato finalista al National Book Award 2010. Nicole Krauss è stata segnalata dal New Yorker tra i venti migliori scrittori americani under 40.È la moglie dello scrittore Jonathan Safran Foer.

venerdì 6 settembre 2019

Però, quante ne ho passate! di Gianluigi Redaelli



 Però, quante ne ho passate!
di
Gianluigi Redaelli








Sono un ragazzo del ‘43, molto schifato dell’attualità politica e sociale, Gianluigi Redaelli
per cui mi sono rifugiato nel mio passato, così ho scritto un libro della mia vita, che è stata ricca di esperienze, attingendo a una sorta di diario, che ho sempre tenuto, con particolare attenzione agli anni 60-70, contestualizzando con i fatti generali.
Chissà che non riporti ricordi alla memoria degli anta, e che non possa dire qualcosa di nuovo ai millennials.
Interessante esempio di romanzo autobiografico, a tratti poetico, con innesti sotto forma di diario: Però, quante ne ho passate! si configura come ottimo prodotto letterario, assemblato con cura dei dettagli, con stile puntuale, chiaro e immediato, con la volontà di pescare dal passato occasioni di riflessione per il presente o il futuro, con abilità nel rendere vivide le immagini evocate, tanto da far vivere empaticamente al lettore le esperienze narrate.

Il modus scribendi di Redaelli denota una buona conoscenza della nostra lingua, il ritmo risulta mediamente elevato, l’ironia che viene usata in certi passaggi e la veridicità che si respira leggendo, sono ulteriori valori aggiunti di un’opera che può risultare interessante sia per il lettore giovane, che cerca storie dalle tinte vivaci, sia per quello più maturo, che aspira a profondità di narrazione.
Insomma, una gran bella “storia”, da ascoltare, da apprezzare in tutte le sue sfumature. Un uomo che si mette a nudo, che racconta quello che adesso è passato è di moda: lottare per un ideale, crederci, fino all’inverosimile.
Infatti, benché molto personale, ci sembra in grado di raccontare, in maniera appunto originale, un ampio scorcio della nostra storia recente.



Però, quante ne ho passate!
Vita di Gian ovvero l’evoluzione attraverso 50 anni di esperienze di un uomo, quasi, qualunque, da tagliato fuori a figlio del 68 e militante impegnato.
L’inizio, dalla venuta al mondo 1943 al 1964- Infanzia adolescenza, antichi ricordi, fatti curiosi e tragici- La naja gioie e dolori della vita da recluta- Quella volta che diventai enigmista- Tentativi di farla finita, un profondo mutamento, mondo beat, uscita di casa, i Quindici, prima auto, amicizie importanti, esperienze psichedeliche, vita da abbaino e profondi casini, innamoramenti a getto continuo- Militanza anarchica, primi viaggi, congresso di Carrara, movimento, manifestazioni, fermato e manganellato, coabitazioni drammatiche con femmine- Cronache dall’abbaino, con le femmine sempre imbranato, fiera campionaria con bombe, Calabresi- nuovo gruppo amici, auto arancione, altra coabitazione drammatica, infine sverginamento e liberazione- Viaggio in autostop, fatti d’Amsterdam, esperienze varie in Svizzera- Visita al fratello militare ribelle, primo ricovero, Living Theatre, Piazza Fontana, nuova amicizia, nuovi interessi- Trip, ancora strascichi d’incasinamento sentimentale, secondo ricovero, nuova abitazione molto frequentata, Max Capa, grande amore, felicità- Viaggio in Pakistan, cronaca puntuale di un mese eccezionale e più di 17.000 km.- Giornale erotico OS, Cardella, yin e yang, macrobiotica, vegetariano, lavoro notturno per le poste, l’Età dell’Acquario - matrimonio civile, scontro con famiglia sposa, vita in campagna solo, nuove atmosfere, braccio di ferro con sposa, infine convivenza felice a Zinasco, nuovi amici, viaggio a Napoli, cagnetta Pinella, pulmino, lavoro volantini e panettoni- vita al Guado, esperienze varie di cooperazione e amore, canzoniere cubano, crisi matrimoniale, primo viaggio in Sicilia, Danilo Dolci e Lorenzo Barbera- striscione Cresm, Sicilia Belice Gibellina, Ocml lavoro politico- Attività per referendum divorzio, Partanna, baracca Martin Luther King, Lavoro e attività politica in cantiere e sindacato edili. Il tutto raffrontato con gli avvenimenti del mondo.



Estratto
Ero sui settant’anni quando un giorno, di prima mattina, guardandomi allo specchio prima di farmi la barba, mi scoprii improvvisamente un po’ raggrinzito, insomma vecchio.

Dapprima cercai di distrarmi col giochino che ogni tanto mi veniva di fare, cioè farmi la barba da una parte sola del viso, lasciando l’altra piena e scura, come per interpretare un personaggio alla Dr Jekyll e Mr Hyde, quasi per illudermi di poter diventare un altro. (Ma quando capitava che così a metà, mi mostrassi alla mia cara metà, finiva regolarmente in una specie di derisione, senza alcuna comprensione).
Quel giorno non mi mostrai, e pensieroso ritornai all’impressione che mi aveva fatto quel libro appena letto, era una specie di romanzo-diario e narrava proprio del mio periodo, e avevo trovato molti punti di condivisione emotiva.
Ma perché, non ne ho passate tante, anch’io? Mi dicevo, quasi con stizza, e allora non potrei scrivermela pure io la mia vita? Cominciai a pensarci, ricordando anche le parole di quell’illustre critico dichiarare in tv che solo un grande scrittore aveva diritto alla propria biografia, a raccontare agli altri la propria storia. In un primo momento gli avevo quasi dato ragione, nel senso che non ci avevo riflettuto molto. Poi, dopo quel sogno incredibile, in cui venivo strapazzato da illustri scrittori, tanto amati, tra i quali il Kerouac di Sulla strada che mi aveva cambiato la vita, e addirittura da un Charles Bukowski che mi gridava in faccia che il tutto era una fottutissima stronzata, fu allora che cominciai a chiedermi se quella non fosse stata proprio una dichiarazione stronza, anzi stronzissima.
Perché mai quella limitazione aprioristica? In base a quale legge, a quale logica? Così, tanto per il piacere di escludere, di stabilire degli steccati, di creare dei privilegi. Chiunque, mi dicevo, deve essere libero, se vuole, di poter scrivere la propria biografia, di raccontare la propria vita, qualunque essa sia, se ne ha voglia, e la capacità, ovviamente.
Altro discorso è se poi questo racconto autobiografico interessi a qualcuno, se l’ipotetico libro sarà mai venduto, soprattutto, mi dicevo con un ghigno, se detto libro vedrà mai la luce. Sono nessuno, solo un illustre sconosciuto, come tanti altri; non sono figlio d’arte, non ho genitori importanti, amici influenti, protettori politici. Sono nessuno e mi sta bene così. Ma sono qualcuno comunque, e ho tanto da raccontare. Guardandomi indietro un po’ di cose le ho fatte, vicissitudini che attraversano cinquant’anni della storia di questo paese, quindi si può considerare questo il diario di un uomo qualunque che ha navigato per mezzo secolo nelle acque turbinose italiane, senza affondare, e da piccolo protagonista, non solo da spettatore.
Il desiderio di scrivere questo mio libro epocale- non perché possa fare epoca ma semplicemente perché descrive un’epoca, la mia, anzi la nostra- è anche il tentativo di ritrovare, lanciando dei messaggi, tutti quei vecchi amici e compagni di strada di cui ho perso le tracce.
Argomentai così per un po’ finché con questa definitiva ponderata valutazione, presi la decisione: Chissenefrega, io ci provo, tanto che cos’ho da perdere? Intanto il titolo: Però, quante ne ho fatte! Dopo attenta riflessione mi sembrò pericoloso, a rischio di false interpretazioni, equivocabili, tipo fatte cosa? Marachelle, schifezze, cagate, porcherie? No, meglio un termine più chiaro. Però, quante me ne sono successe, mi son capitate, o ne ho passate, ecco sì questo va bene. Et voilà il titolo: Però, quante ne ho passate! Ma ora cominciamo, se poi funzionerà, chissà…


mercoledì 4 settembre 2019

Il viaggio di Cloe di Lella Dellea







Il viaggio di Cloe
di
Lella Dellea










SCHEDA LIBRO

AUTORE: Lella Dellea
TITOLO: Il viaggio di Cloe
EDITORE: Self
 GENERE: Raccolta di poesie
 USCITA: 19 Agosto 2019
 PREZZO: e-book € 0,99 cartaceo € 4,68
 PAGINE: 58
Cloe, la protagonista del romanzo “Con l’Africa … nel cuore” ha annotato, sottoforma di poesie, emozioni, sensazioni e eventi significativi su un piccolo quaderno.
Almeno così ha immaginato l’autrice.
“Il viaggio di Cloe” non è altro che la trasposizione su carta stampata di questi versi.

BIOGRAFIA AUTORE
Lella Dellea, nata e cresciuta sulle sponde del lago maggiore, vive in provincia di Varese.
Sposata, madre di due figli e dipendente di una nota azienda di valigeria, ama leggere e scrivere.
Ha partecipato ad alcuni concorsi letterari per testi narrativi e poesie nel corso degli anni.
Si occupa del blog www.ourfreetime.it
Nel 2018 ha pubblicato il suo primo romanzo “Con l’Africa… nel cuore” con Aletheia Editore.
Della stessa autrice è disponibile anche il racconto breve tra Fantasy e Fiaba “Il paese di Sei Lanterne”.



lunedì 2 settembre 2019

Le acque del sonno eterno di Maria Cristina Pizzuto



Le acque del sonno eterno 

di 

Maria Cristina Pizzuto


Titolo: Le acque del sonno eterno
Autore: Maria Cristina Pizzuto
Genere: Narrativa
Editore: Policromia (PubMe)
101 pagine
Prezzo edizione digitale: 2,99 euro
Prezzo edizione cartacea: 14,00 euro
Data di uscita: 17 luglio
ISBN: 978-8833663067


SINOSSI
Sara è una giovane donna che ha perso tutto, a partire dai genitori. Si ritrova sola in un fosco castello, in balia dell’altero zio Alberto che tutto è a parte una persona sensibile e capace di darle quell’amore cui tanto agogna. Ma Sara è anche forte, caparbia; ha uno spirito indomito e riuscirà a sopravvivere a questa mancanza di affetto e sensazione di estraneità, riscoprendo piano piano se stessa e tornando a vivere la sua vita.

Una storia, quindi, innanzitutto di fuga e riconquista del proprio Io, del proprio essere se stessi, attraverso un viaggio non solo reale, per le vie della cittadina di Pomlete, per i corridoi del castello e per i boschi e i prati che circondano la vallata, ma anche attraverso la propria anima.
È stato solo grazie a lei che si è salvato e le sarà sempre riconoscente, perché gli ha dato l’opportunità di continuare a vivere, di farsi una famiglia e di raccontare ai suoi nipoti la stupenda storia di una ragazza che gli ha portato la felicità nel cuore e l’opportunità di una nuova vita.
La scelta di trattare un tema forte come quello dell’uomo che si crede Dio e vuole soggiogare la natura è un plus, o forse è il plus, del romanzo.
“Le acque del sonno eterno”, infatti, è liberamente ispirato alla tragedia del Vajont, e ci racconta come un bellissimo elemento qual è l’acqua sia in realtà qualcosa di oscuro, malevolo, strasbordante nella sua fatalità.
L’acqua è l’elemento trainante del romanzo, com’è successo anche per i due precedenti libri della Pizzuto. L’acqua dà vita, perché Sara è nata dall’acqua, e l’acqua può reclamare questa vita quando vuole, ergendosi come giudice ultimo dell’esistenza degli esseri umani.

Quando, dopo parecchio tempo, le acque si calmarono e i suoi occhi cercarono all’orizzonte il corpo di Sara, non vide niente. Sembrava essere stata inghiottita dalla furia dell’acqua.

Un romanzo di amore e di speranza, di forza e di destino. Un inno alla vita ma anche un avviso a non spingersi troppo oltre. Una storia dell’uomo, sull’uomo e per l’uomo.


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Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.