lunedì 12 agosto 2019

Finale del concorso letterario: LA QUARA


Carissimi amici ed amiche del blog

Vi metto a conoscenza della premiazione del concorso LA QUARA che si svolgerà il 24 agosto alle ore 18, presso l'incantevole cornice del Borgo Val di Taro, alle 18 in piazza.

Alla cerimonia finale sarà presente oltre alla  giuria, l'attrice Giulia Canali che leggerà i racconti. 

La serata sarà condotta dalla giornalista di TV Parma Francesca Strozzi, i 5 finalisti in gara sono:


 Angelo Basile (Milano),
 Davide Di Finizio (Napoli), 
Anna Di Giusto (Firenze) 
Sara Galeotti (Roma) 
Federica Storace (Genova).

L'evento inizia venerdì 23 agosto alle 17.30 con l'incontro con la giornalista e scrittrice Paola Brianti, intervistata dal presidente di giuria Antonio Ferrari, parlerà suo ultimo romanzo "Parmigianino, il mistero di un genio"(Albatros).
Sempre venerdì 23, alle 21, un incontro dedicato al noir in una sede all'altezza del tema, ovvero i sotterranei dell'antico palazzo Gasparini di Enore Manfredi, dove protagonista sarà un altro giurato del Premio, lo scrittore genovese Bruno Morchio, con le letture di Simona Caucia dal suo ultimo romanzo "Uno sporco lavoro" (Garzanti).
Sabato 24 alle 15.30 invece in Biblioteca Manara il pubblico potrà incontrare la scrittrice Emanuela Abbadessa, che parlerà del suo ultimo romanzo "E' da lì che viene la luce".

Un grande in bocca al lupo ai finalisti e vinca il migliore!!

giovedì 8 agosto 2019

LA RIVOLUZIONE di Roberto Fiorentini.

LA RIVOLUZIONE
 di 
Roberto Fiorentini.

(sequel di Le Chajim alla vita)


Ambientato nella Roma di fine Settecento vede ancora come protagonista l’ ebreo livornese  Avraham Mocada. Se nel primo libro era un ventenne ingenuo ora lo ritroviamo fervente giacobino inviato dalla Francia a Roma per svolgere una missione segreta.
 Deve scatenare una rivolta che obblighi Pio VI a lasciare la città perché si possa proclamare una Repubblica romana sotto il controllo del Direttorio. 
Avraham s'impegnerà a fondo trovandosi coinvolto in avventure ambigue e pericolose che vedono come protagonisti ufficiali francesi, ebrei del ghetto e donne dal fascino spregiudicato. 

Personaggi storici e altri di pura invenzione agiscono sullo sfondo della capitale in cui già era tragicamente emersa la questione ebraica, nel contesto di un radicale cambiamento dei costumi e della società.
Breve estratto: 
CAPITOLO I
ESTATE DEL 1797
La Storia non perdona gli sconfitti, nessuno si sarebbe ricordato di loro. Avevano perso. Il nuovo secolo che era alle porte non avrebbe più conosciuto rivoluzioni, la sorte degli oppressi era ormai segnata per sempre.
«Cittadino Mocada in piedi! Hai ascoltato le accuse? Non hai nulla da dire?»
Avraham ebbe un sussulto e uscì da quella specie di letargo in cui era caduto dall’inizio dell’udienza. Nella sala addobbata di vessilli e insegne cadde il silenzio, si alzò con lentezza dalla sedia e chiese con aria persa:
«Su cosa, cittadino Presidente?»
«Sui capi d’imputazione, è ovvio!», lo redarguì il giudice, irritato dal suo comportamento e dal gran caldo.
«No, non ho nulla da dire».
L’avvocato che lo affiancava, alzandosi in piedi, soggiunse precipitosamente:
«Il cittadino Mocada si dichiara colpevole di tutti i reati contestati e si appella alla clemenza della corte».
«Bene!», disse soddisfatto il magistrato, asciugandosi il sudore dalla fronte. «Questo ci semplifica il lavoro».
A quelle parole il livornese alzò lo sguardo, fino a quel momento assente, e fissò la bandiera tricolore alle spalle dei giudici: una volta quel simbolo lo emozionava, gli provocava i brividi. Ora più nulla.
«Che cosa fate ancora in piedi? Sedetevi cittadino!», intimò il magistrato dell’Alta Corte di Vendôme, che nel frattempo aveva iniziato a scrivere.
«Giù!», disse a voce bassa l’avvocato tirandolo per la giacca. Avraham si sedette e abbassò lo sguardo, mentre una guardia apriva le finestre per far circolare un po’ d’aria e rinfrescare la sala.
In cuor suo aveva deciso che se non fosse finito in mano al boia, quella sarebbe stata l’ultima volta che si faceva irretire dalle sirene della rivoluzione. Possibile che il Novantaquattro non gli avesse insegnato nulla? Arrestato, più volte picchiato e infine, un giorno di Termidoro[1] che neanche ricordava, era stato condannato a morte; sfuggito per miracolo alla ghigliottina, per più di un anno aveva percorso la Francia in lungo e in largo alla ricerca di un posto sicuro in cui nascondersi, sempre con la polizia del Direttorio[2] alle calcagna. Altre piccole scaramucce con il potere gli avevano dato la sensazione di contare ancora qualcosa; in realtà solo la fame, la paura e i rimpianti erano stati i suoi compagni di vita. Poi era bastato incontrare un amico, un fratello con cui aveva condiviso gli anni di Parigi, che gli proponesse una nuova avventura, gli prospettasse un’altra possibilità di cambiare il mondo ed ecco che, come un qualsiasi novellino, ci si era buttato a capofitto. I risultati? Neanche a dirlo, gli stessi di due anni prima: l’arresto, mesi di carcere e il processo. Se questa volta ne usciva vivo, sarebbe partito lasciando per sempre la Francia. Aveva deciso!
«Cittadino Avraham Mocada, visti i capi d’imputazione, ravvisando la tua piena responsabilità dei fatti contestati, considerando la tua ammissione di colpevolezza e l’attenuante del ruolo secondario svolto nella cospirazione, oggi, quarto giorno della seconda decade di Messidoro dell’anno quinto[3] della Rivoluzione, questo Tribunale ti condanna alla pena di vent’anni di carcere duro».
Ecco la sentenza. Sarebbe vissuto quindi. Non era più certo che fosse un bene: vent’anni di prigione erano un’eternità, altro che andarsene dalla Francia!
Due guardie lo presero per le braccia e, quasi sollevandolo, lo spinsero verso la porta laterale che conduceva alle celle mentre le poche persone presenti all’udienza – chi erano? Perché erano lì? Se l’era chiesto in un momento di lucidità cercando qualche faccia conosciuta – uscivano lentamente dal portone principale che dava nel grande atrio d’ingresso al tribunale. Un uomo in particolare aveva attirato la sua attenzione: era seduto da solo nell’ultima fila delle sedie riservate al pubblico, non aveva fatto altro che prendere appunti durante il processo e quando i loro sguardi si erano incrociati, gli aveva rivolto uno strano sorriso. Era vestito con un soprabito scuro, un panciotto marrone e pantaloni neri; sulla sedia accanto a lui erano poggiati un alto cilindro e un magnifico bastone da passeggio che, ne era certo, nascondeva al suo interno una pregiata anima d’acciaio di Sheffield, affilata e micidiale. Insomma, un modo di vestire che Avraham conosceva bene: per ben due anni era stato il suo stesso abbigliamento.
«Contento?», gli disse sottovoce una delle guardie che lo sospingeva. «Per un po’ avrai ancora la testa sul collo, ma non credo per molto… se ti ho capito bene sei uno che per natura i guai non li scansa, ne cerca sempre di nuovi!»
Gli rivolse un sorriso triste; forse quella semplice guardia lo aveva capito meglio di tanti giudici e compagni di lotta. Ma l’Avraham alla ricerca di avventure apparteneva al passato, ora desiderava solo starsene in disparte da tutto e da tutti. Pensò ancora ai vent’anni da trascorrere in galera e si sentì mancare il respiro e le gambe: una stanchezza infinita lo assalì e dovette appoggiarsi alle braccia delle guardie che lo sostennero. Percorsero il lungo corridoio che nei giorni del processo aveva attraversato più volte; giunti davanti alla cella gli tolsero i ferri e, dopo averlo spinto all’interno, chiusero la pesante porta con violenza. Udì le quattro mandate, il tempo per accasciarsi supino sul pagliericcio e chiudere gli occhi stremato. Avrebbe voluto dormire, ma non vi riuscì; si ripresentarono ancora una volta i pensieri e le domande che gli avevano occupato la mente durante la prigionia, prima del processo: cosa sarà successo agli altri? Dopo l’arresto non aveva incontrato nessuno e durante gli interrogatori i poliziotti non gli avevano chiesto quasi nulla: forse erano già in possesso di tutte le informazioni sui congiurati e non avevano voglia di perdere tempo. Non gli chiesero neanche di confessare quale fosse stato il suo ruolo nell’organizzazione: il suo nome compariva negli elenchi della Società degli Eguali e ciò bastava.
Già, la Società degli Eguali, quanto gli era piaciuto quel nome! Aveva aderito senza neanche leggere tutto il programma, gli erano bastate poche frasi che portava scolpite nella memoria:
La proprietà è la sorgente più importante di tutti i mali che pesano sulla società… Il sole brilla su tutti, e la terra non è di nessuno. Orsù, dunque amici miei, turbate, sconvolgete, buttate all’aria, questa società che non è per voi. Prendete, dove che sia, tutto ciò che vi abbisogna. Il superfluo appartiene di diritto a chi non possiede nulla. Sgozzate senza pietà i tiranni, i patrizi, il milione dorato, tutti gli esseri immorali che dovessero opporsi alla nostra felicità comune! La Repubblica degli Eguali, il grande asilo aperto a tutti gli esseri umani. Sono giunti i giorni della restituzione generale. Famiglie gementi, venite a sedervi alla tavola comune eretta dalla natura per tutti i suoi figli”.

Roberto Fiorentini, romano, già docente di storia e filosofia nei licei, si è dedicato alla storia dell'antisemitismo, della Shoah e di Israele. Ha pubblicato numerosi articoli e saggi di storia, tra cui L'economia del mondo antico: la villa romana (Roma 2001) e ha curato la consulenza storica del volume di Guido Crapanzano Amadeo Peter Giannini Il banchiere che investiva nel futuro (Graphofeel 2017). Nel 2014 ha pubblicato, sempre per Graphofeel, il suo primo romanzo: Le Chajim. Alla vita.

martedì 6 agosto 2019

Toni Morrison premio nobel della letteratura nel 1993


Toni Morrison


Nata nell'Ohio il 18 febbraio del 1931, deceduta in data odierna, proviene da una famiglia  della classe operaia originaria dell'Alabama, il suo vero nome è: Chloe Anthony Wofford .  
Compie gli studi alla Howard University, dove si laurea nel 1953 in Letteratura Inglese.
Ha lavorato come editor di una casa editrice americana e  redattrice presso una prestigiosa rivista letteraria. Si è specializzata in letteratura afroamericana. 
 Il suo primo romanzo s'intitola: L'occhio più azzurro.
Ohio, 1941. Pecola Breedlove, una ragazzina nera che i poverissimi e disgraziati genitori non sono più in grado di mantenere, viene affidata a una modesta ma dignitosa famiglia di colore e presto fa amicizia con le due bambine di casa, Frieda e Claudia, con le quali trascorre le sue giornate. Vittima continua di scherni e maltrattamenti, priva dell'affetto di chi dovrebbe crescerla, e invece abusa della sua innocenza, Pecola prega Dio perché le doni un paio di occhi azzurri. Un desiderio straziante, che l'accompagnerà fino a quando la sua giovane, povera esistenza volgerà alla svolta più drammatica, segnando irreversibilmente il suo destino.
Nel 1973 pubblica il suo secondo romanzo, Sula
Un romanzo straordinariamente intenso e vivo, in cui Toni Morrison racconta la storia di due ragazzine che diventano donne, due amiche che diventano nemiche. Nel e Sula vivono nella piccola cittadina di Medallion, in Ohio, nel cosiddetto Fondo, una sorta di mondo a parte, completamente separato da quello dei bianchi. Qui stringono un'amicizia indissolubile, un'amicizia che permetterà loro di sopportare il peso di un terribile segreto. Ma gli anni passano e, crescendo, Nel sceglie di condurre una vita normale, si sposa e ha dei bambini, mentre Sula accentua il proprio comportamento ribelle, diventando la paria della comunità. Finché un imperdonabile tradimento infrangerà la loro amicizia.

Nel 1974,  pubblica  The Black Book un'antologia di  documenti e testimonianza di 300 anni di Storia Afroamericana
Nel 1977 pubblica il Canto di Salomone
Un romanzo di formazione, in bilico tra il reale e il fantastico, in cui storia, sogni, desideri, mito e folklore si fondono in una grandiosa vicenda corale. Il protagonista è un giovane di colore del Midwest che si reca nel Sud alla ricerca delle proprie origini e di un presunto tesoro di famiglia. Ma presto il suo viaggio si trasforma in un percorso nel labirinto dell'anima, per trovare la propria, perduta, identità. Lungo il cammino, attorno a lui si materializzano fantasmi e ricordi, in un gioco in cui convivono passato e presente.
Nel 1981 pubblica L'isola delle illusioni) narra della perdita d'identità della cultura afro americana.
 Nel 1987 pubblica Amatissima,
 Un romanzo maestoso, di straordinaria intensità, che racconta la storia di Sethe, indomabile donna di colore che, negli anni precedenti alla Guerra Civile americana, si ribella al proprio destino e fugge al Nord, verso la libertà. Un percorso drammatico attraverso l'orrore della schiavitù, la forza dell'amore materno e il peso dì un indicibile segreto. Con un saggio di Alessandro Portelli.
Nel 1989 inizia ad insegnare Studi afroamericani e  Scrittura Creativa all'Università di Princeton
Nel 1992 pubblica Jazz, ambientata negli anni venti ad Harlem, tra violenza, odio e intolleranza razziale.

Ha pubblicato anche 

Nel 2014 pubblica A casa 
Reduce della guerra di Corea, Frank Money si trova, a ventiquattro anni, sperduto e solo in una patria fredda e ostile. Dal fronte, non ha riportato soltanto i segni fisici delle battaglie, ferite e immagini terribili: a segnarlo sono traumi ben più profondi, mentre il razzismo strisciante dell'America anni Cinquanta lo rende ancora più vulnerabile. La sua mente allora vacilla, la rabbia che si porta dentro rischia di spingerlo a compiere gesti irreparabili, e neanche l'assistenza dei premurosi medici che l'avevano curato nell'esercito sembra alleviare il dolore. Finché un giorno Frank riceve una richiesta d'aiuto dalla lontana Georgia, l'odiata terra d'origine, dove aveva giurato di non tornare mai più. A scrivergli è sua sorella, la piccola di casa, che lui ha sempre protetto e amato, da quando erano bambini. Quel richiamo lo scuote dall'apatia malata in cui si è trincerato e, vincendo i fantasmi del razzismo, dell'abbandono e della follia, Frank corre in soccorso della ragazza. Nella cittadina dove è cresciuto, affronta i ricordi dell'infanzia e quelli della guerra, che ha svuotato di senso la sua esistenza, e riscopre tutto il coraggio dei suoi vent'anni, quello che pensava di aver perso per sempre. Un romanzo toccante, la storia di un uomo apparentemente sconfitto che ritrova la propria dignità e la propria casa.
Nel 2016 ha pubblicato Prima i bambini, 
 Protagonista del nuovo romanzo di Toni Morrison - il primo ambientato in epoca contemporanea - è una giovane donna che si è scelta il nome di Bride, di bellezza straordinaria, anzitutto per la pelle di un nero lucente e assoluto, che l'ha resa unica e le ha dato successo. Famosa e richiestissima, Bride pare aver cancellato così l'insicurezza e la fragilità dell'infanzia, segnata da una madre fredda che non l'ha mai accettata proprio per quella pelle d'ebano tanto, troppo, più scura della sua. E le ha negato anche la più semplice delle forme d'amore. Ora, però, il passato torna per metterla alla prova, e per Bride arriva il momento di fare i conti davvero con la bambina che è stata, senza menzogne, né le proprie né quelle degli altri. Quelle di Booker, l'amante pieno di rabbia che è stato testimone della peggiore delle violenze. Quelle di Sweetness, la madre distante che l'ha respinta anche nel momento più difficile. Quelle della stessa Bride, disposta a tutto per una briciola d'affetto. I mali dell'infanzia non si dimenticano mai, è vero, ma si può scegliere di non restarne prigionieri e di essere liberi, per guardare al futuro con serenità.

Nel 2018 esce Il dono, 
 Stati Uniti, fine del Seicento. Figlia di una schiava, e forse del padrone, la piccola Florens vive in una piantagione del Maryland. Un giorno alla fattoria arriva Jacob, un commerciante con una proprietà nel Nord e con un debito da riscuotere: il padrone non ha denaro e gli offre in cambio una schiava. In un attimo, la madre di Florens — che ha colto negli occhi dell'uomo un lampo di bontà — convince Jacob a prendere con sé la figlia, certa che avrà un futuro migliore. Da quel giorno, per tutta la vita, Florens cercherà invano di colmare il vuoto dell'affetto materno, senza mai rendersi conto che quell'abbandono non è stato altro che un disperato gesto d'amore, l'unica speranza di salvezza. Il dono estremo e straziante di una madre.
Sempre nel 2018 esce un saggio la cui lettura  è un approfondimento sul tema della razza: 
L'origine degli altri
 Che cosa è la razza, e perché le diamo tanta importanza? Che cosa spinge gli esseri umani a costruire «un altro» da cui differenziarsi? Perché il colore della pelle ha avuto nella storia un peso così negativo? Perché la presenza dell'altro da noi ci fa così paura? Toni Morrison, in un testo che si impone come una vera e propria orazione civile, va in cerca delle risposte a queste domande parlando di sé, della sua opera, di letteratura, storia e politica, partendo dal XIX secolo e arrivando fino ai giorni nostri, e alle grandi migrazioni che caratterizzano il mondo globalizzato. "L'origine degli altri" è un libro di grande attualità, nel quale i temi che siamo abituati a vedere banalizzati e avviliti nel dibattito pubblico vengono affrontati con passione, acume e profondità dalla più importante scrittrice americana contemporanea. Prefazione di Ta-Nehisi Coates, introduzione all'edizione italiana di Roberto Saviano.
Nel 1993 ha ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura, la prima donna afro-americana ad aver ricevuto questo riconoscimento.

Nel 2012 ha ricevuto la MEDAL OF FREEDOM dal presidente Barack Obama. 

Romanzo consigliato:


Saggio consigliato:
Fonte: 

sabato 3 agosto 2019

Volevo guidare l'enterprise ma Kirk è arrivato prima di Matsuteia e Adele Ross





Volevo guidare l'enterprise ma Kirk è arrivato prima 
di
 Matsuteia e Adele Ross









Vi siete mai chiesti per quale motivo la serie originale di Star Trek, al contrario di ogni serie TV, vanta non uno ma ben due episodi pilota?  Oppure da dove è nata l'idea del teletrasporto?         O ancora cosa sono in gergo filmico “le maglie rosse”?       Avete mai avuto la curiosità di conoscere le trame dei dieci episodi di Star Trek che non sono              mai stati realizzati?

La risposta a queste e a tante altre domande sull'universo di Star Trek vi aspetta in questa raccolta scritta dal giovane youtuber Matsuteia e dalla scrittrice umoristica Adele Ross, per la prima volta insieme in queste pagine scritte a quattro mani(e otto occhi visto che entrambi necessitano di occhiali per non correre il rischio di andare a sbattere quando camminano).

 Essendo entrambi appassionati di notizie pressoché inutili per l'umanità hanno deciso di unire questa caratteristica comune con il solo scopo di divertirsi e divertire i lettori e, ovviamente, poter presentare la candidatura di Matsuteia per il posto di comandante dell'Enterprise quando la carica rimarrà nuovamente scoperta.


Le otto vite di una centenaria senza nome di Mirinae Lee

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La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.