venerdì 12 luglio 2019

Meghan, la duchessa ribelle di Cristina Penco

Meghan, la duchessa ribelle
di 
Cristina Penco


Era un'attrice affermata, ha mollato la recitazione per vivere il sogno: sposare il principe Harry. Ma a corte non è tutto semplice: l'etichetta, la tradizione millenaria, l'attenzione – a volte eccessiva – delle cronache rosa possono essere soffocanti. Meghan, però, non si lascia schiacciare, il suo obiettivo è quello di cambiare, col suo comportamento spontaneo, certe regole vetuste. Il libro “Meghan Markle, la duchessa ribelle”, scritto da Cristina Penco, edito da Diarkos, racconta le vicissitudini della nuova duchessa di Sussex .


“Anche le donne adulte sognano il principe e vivono nella fantasia delle fiabe come da bambine”. Sono le parole di Meghan Markle, scritte sul suo blog in occasione del matrimonio di William e Kate, quando la giovane attrice non immaginava nemmeno che sarebbe diventata la moglie di Harry. Invece a volte le strade delle vita si incrociano in maniera inaspettata, trasformando in realtà quello che nemmeno si osava sperare.
Ma se il matrimonio con Harry ha cambiato la vita a Meghan, anche lei ha mutato diverse dinamiche in casa Windsor. A raccontare la 'rivoluzione' portata dall'attrice americana nell'ingessata monarchia britannica è la giornalista Cristina Penco, col libro “Meghan Markle, la duchessa ribelle”, edito da Diarkos.

Quella di Harry e Meghan è prima di tutto una storia d'amore.
Lui è considerato lo scavezzacollo della famiglia reale britannica, finito su riviste e rotocalchi per i suoi eccessi, ma amato dal popolo e ritenuto il rampollo di sangue blu più desiderato d'Europa.
Lei è un'attrice già nota a Hollywood, con una carriera ben istradata davanti, femminista, determinata e 'multietnica' col padre caucasico e la madre afroamericana.
Non è certo la descrizione della perfetta duchessa britannica, invece l'amore colma ogni distanza: Harry decide di sistemarsi e al sua fianco vuole Meghan, non per qualche accordo dinastico – come era stato per sua madre Diana e suo padre Carlo – ma per amore, solo per amore.

Certo Meghan non sa quanto l'etichetta di corte possa essere rigida per una ragazza 'ribelle' come lei.
Il libro di Cristina Penco spiega come Meghan abbia cercato di adattarsi alle regole della Royal House, ma come le abbia anche infrante, suscitando contemporaneamente reazioni di dissenso e di consenso tra la gente. Emblematici sono il suo ingresso da sola in chiesa, il giorno delle nozze, oppure la presentazione del Royal baby, tenuto in braccio, per la prima volta in casa Windsor, dal padre Harry. Sebbene dirompente, Meghan, però, risulta di grande aiuto all'ammodernamento dell'immagine della corona britannica: il suo femminismo, le sue origini etniche e borghesi mostrano un'apertura della monarchia nei confronti dei tempi che avanzano. Non una rivoluzionaria, quindi, ma certamente una ribelle.

Cristina Penco, nata nel 1980 a Genova, si è laureata in Scienze della Comunicazione all’Università di Bologna. Dal 2006 vive a Milano. Giornalista professionista dal 2009, attualmente collabora come freelance con testate nazionali come «Lei Style» e «Vero», spaziando dal mondo delle celebrities all’intrattenimento, fino a costume e società. Ha lavorato nella redazione televisiva di Detto Fatto di Raidue. Si è occupata anche di imprenditoria, management e leadership. Negli ultimi anni si è appassionata sempre di più alla storia e alle vicende delle famiglie reali europee, in particolare a quella inglese.


lunedì 8 luglio 2019

LE PROFESSORESSE MECCANICHE di Alfonso Lentini

 LE PROFESSORESSE MECCANICHE 
E altre storie di scuola
di 
Alfonso Lentini

 Tre “professoresse meccaniche” vengono fabbricate in fretta e furia per sostituire quelle in carne e ossa uccise nei bombardamenti di una guerra che imperversa da secoli. 

Un professore, smarritosi nei corridoi del suo istituto, compie una sconclusionata “discesa agli inferi” che lo porta a scoperte sconvolgenti. E poi ancora: scuole poste in una valle priva di onde sonore.

 Professori di improbabili materie come Lucore Lunare, Canto Inverecondo, Lingua Lillipuziana. Avvenenti bidelle che si levano in volo, ma anche professoresse volanti che viaggiano in stormi con la borsa a tracolla. 

Una scrittura arguta e surreale, un mondo dove tutto può accadere.  Eppure in questo territorio assurdo e strampalato balena un retrogusto di realtà. Perché nel mondo scolastico, anche in quello vero, il paradosso te lo puoi sempre trovare dietro l’angolo.
 Alfonso Lentini è nato in Sicilia, a Favara (AG) nel 1951. Laureato in filosofia, si è formato nel clima delle neoavanguardie del secondo Novecento.
Dalla fine degli anni Settanta vive alle falde delle Dolomiti, a Belluno, città natale di Dino Buzzati

Fra i suoi libri: L’arrivo dello spirito (con Carola Susani, Perap 1991), La chiave dell’incanto, (postfazione di Alesssandro Fo, Pungitopo 1997), Mio minimo oceano di croci (Anterem, 2000, opera finalista alla IX edizione del premio Montano), Piccolo inventario degli specchi (prefazione di Antonio Castronuovo, Stampa Alternativa 2003), Un bellunese di Patagonia (Stampa Alternativa, 2004), Cento madri (vincitore del premio “Città di Forlì”, postfazione di Paolo Ruffilli, Foschi, 2009), Luminosa signora (postfazione di Antonio Pane, Pagliai 2011), Illegali vene (prefazione di Eugenio Lucrezi, Eureka Edizioni, 2015), Tre lune in attesa (vincitore del premio Formebrevi, Formebrevi Edizioni, 2018).

 Si interessa anche di Art brut ed ha svolto esperienze artistiche e di scrittura collaborando con Centri di Salute Mentale.
Nelle sue numerose mostre e installazioni tenute in Italia e all’estero propone “poesie oggettuali”, poesie visive, libri oggetto e in generale opere basate sulla presenza della parola.
Sue opere fanno parte di Archivi e Collezioni fra cui Imago Mundi (Luciano Benetton Collection – Fondazione Sarenco), Fondazione Bonotto (Molvena), Archimuseo Accattino (Ivrea,) Museo Candiani (Venezia-Mestre), Museum di Ezio Pagano (Bagheria), Collezione Carlo Palli (Prato), Archivio Libri d’Artista (San Cataldo, CL), Collezione Ibridi Fogli di Salerno, Galleria Il Gabbiano (La Spezia), Galleria Gennai (Pisa) Archivio dell’Associazione Villa Buzzati (Belluno).







domenica 7 luglio 2019

I morti siete voi di Luca Cangianti



I morti siete voi
di 
Luca Cangianti



Eventi  storici e fantascienza, battaglie attuali e del passato. Sono gli ingredienti di “I morti siete voi”, di Luca Cangianti, edito da Diarkos, (scheda in allegato): si tratta di un romanzo sorprendente, capace di attualizzare la storia e rileggerla con un tocco fantasy che la impreziosisce di significati ulteriori.

Siamo a Roma, dopo l’Armistizio, quando le truppe italiane sono allo sbando e le speranze che la guerra sia finita vanno presto a cozzare contro l’amara realtà, fatta di bombe, morti e miseria. Ma siamo anche a Genova, alla vigilia della manifestazione contro il G8, tra i gruppi di ragazzi che parteciperanno, seguendo le loro idee, i loro timori, la voglia di cambiare il mondo. E proprio la volontà di ‘combattere’ per ottenere un mondo migliore è alla base del romanzo I morti siete voi, scritto da Luca Cangianti, edito da Diarkos. 

Il romanzo racconta la storia di un gruppo di partigiani - formato da operai, donne, ladruncoli alla Robin Hood - che, nel quartiere della Garbatella a Roma, compiono diverse missioni per indebolire il nazifascismo e aiutare la popolazione. Ma si verificano morti misteriose e, durante le loro azioni, vengono a conoscenza di un’arma segreta in mano ai nemici, che sarà utilizzata per sconfiggere gli Alleati. Si tratta di mostri che si cibano di carne umana e contagiano le persone che aggrediscono, trasformandoli in mostri come loro. 
Un’azione segreta di un ristretto gruppo di partigiani permetterà di sconfiggere i mostri e consentire agli Alleati di entrare a Roma. Ma l'epilogo non è così scontato.

Parallelamente, il flusso della vicenda ambientata negli anni Quaranta si interrompe per lasciare posto a scorci sull’organizzazione del G8 di Genova, agli ideali e ai timori che animano i ragazzi che si apprestano a parteciparvi. I due filoni che viaggiano su binari paralleli troveranno una loro riunificazione suggestiva alla fine del libro, che si conclude in modo tutt'altro che scontato, ribaltando inaspettatamente gli scenari iniziali.
Mischiando fantascienza, attualità e storia, Luca Cangianti ha realizzato un romanzo in grado di creare suggestioni narrative che offrono all’autore la possibilità di riflettere su temi importanti, come l’impegno sociale del singolo, la sua effettiva possibilità di influire negli eventi storici, le spaccature interne che rendono meno efficace, se non inutile o controproducente, la ‘battaglia’ che si vuole portare avanti per riuscire a realizzare un mondo migliore.


venerdì 5 luglio 2019

PREMIO STREGA 2019

Carissimi amici ed amiche 
ieri sera si è svolta la premiazione del Premio Strega 2019, il vincitore è stato Antonio Scurati con il suo M.Il figlio del secolo edito da Bompiani. L'autore ha stravinto con 228 voti e si è confermato il pronostico della sua vittoria con una votazione che non lascia dubbi.

Antonio Scurati ha già venduto 120 mila copie del libro, ed è già una vittoria ben chiara da parte del pubblico.
È arrivata seconda Benedetta Cibrario con Il rumore del mondo (Mondadori)con 127 voti;Marco Missiroli con Fedeltà(Einaudi)ha conquistato il terzo posto, 91 voti; quarta Claudia Durastanti con La straniera (La nave di Teseo), 63 voti; e infine Nadia Terranova con Addio fantasmi (Einaudi Stile libero), 47 voti. La giuria dei 660 aventi diritto era presieduta da Helena Janeczek, vincitrice della scorsa edizione con La ragazza con la Leica (Guanda).

L'autore visibilmente emozionato non ha fatto nessun commento al momento della vittoria, come riferiscono diverse testate giornalistiche, successivamente ha rilasciato la seguente dichiarazione:
«Dedico la vittoria ai nostri nonni e ai nostri padri, che furono prima sedotti e poi oppressi dal fascismo, soprattutto quelli che tra loro trovarono il coraggio di combatterlo armi alla mano. Vorrei dedicare il premio anche ai nostri figli, con l’auspicio che non debbano tornare a vivere quello che abbiamo vissuto cent’anni fa, in modo particolare a mia figlia Lucia».
Il romanzo storico narra in 800 pagine dell'ascesa al potere del fascismo da parte di Benito Mussolini, in una Italia stanca, povera e disillusa.

 Una realtà storica narrata come un romanzo e ti sbatte in faccia la realtà quella vera, documentata storica.

 Attraverso la narrazione ti mostra il lato subdolo di come si insinuano al potere le ideologie di odio, di discriminazioni e di privazione della libertà.
Un monito anche per l'attuale mondo politico.
SINOSSI
Lui è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta. E quel che fiuta è un'Italia sfinita, stanca della casta politica, della democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici. Allora lui si mette a capo degli irregolari, dei delinquenti, degli incendiari e anche dei "puri", i più fessi e i più feroci. Lui, invece, in un rapporto di Pubblica Sicurezza del 1919 è descritto come "intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale, emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie, ambiziosissimo, al fondo sentimentale".

 Lui è Benito Mussolini, ex leader socialista cacciato dal partito, agitatore politico indefesso, direttore di un piccolo giornale di opposizione. Sarebbe un personaggio da romanzo se non fosse l'uomo che più d'ogni altro ha marchiato a sangue il corpo dell'Italia. La saggistica ha dissezionato ogni aspetto della sua vita. Nessuno però aveva mai trattato la parabola di Mussolini e del fascismo come se si trattasse di un romanzo. Un romanzo - e questo è il punto cruciale - in cui d'inventato non c'è nulla.

 Non è inventato nulla del dramma di cui qui si compie il primo atto fatale, tra il 1919 e il 1925: nulla di ciò che Mussolini dice o pensa, nulla dei protagonisti - D'Annunzio, Margherita Sarfatti, un Matteotti stupefacente per il coraggio come per le ossessioni che lo divorano - né della pletora di squadristi, Arditi, socialisti, anarchici che sembrerebbero partoriti da uno sceneggiatore in stato di sovreccitazione creativa. Il risultato è un romanzo documentario impressionante non soltanto per la sterminata quantità di fonti a cui l'autore attinge, ma soprattutto per l'effetto che produce.

 Fatti dei quali credevamo di sapere tutto, una volta illuminati dal talento del romanziere, producono una storia che suona inaudita e un'opera senza precedenti nella letteratura italiana. Raccontando il fascismo come un romanzo, per la prima volta dall'interno e senza nessun filtro politico o ideologico, Scurati svela una realtà rimossa da decenni e di fatto rifonda il nostro antifascismo.

Scrittrici dimenticate: Luisa Amalia Paladini

Luisa Amalia Paladini   Luisa Amalia Paladini nacque a Milano il  24 febbraio 1810, il padre Francesco era un funzionario del Ministero dell...

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.