venerdì 6 aprile 2018

Bed&book

Carissimi lettori e lettrici

quanti di noi hanno sognato di dormire all'interno di una libreria o di una biblioteca? 

Addormentarsi tra il profumo delle pagine dei libri. 
Dormire accarezzati dalle pagine dei vostri autori preferiti.

 Sognare che i protagonisti delle storie racchiuse all'interno dei libri, deposti nei vari scaffali, possano uscire dai libri e parlare con noi, condividere  le loro emozioni con noi lettori.

Un sogno semplicemente un sogno...

Fino a ieri cari lettori e lettrici, da oggi si può.  Il nostro sogno è diventato realtà. Se già lo era in altri stati, oggi lo è anche in Italia.

 Non dobbiamo prendere un volo per recarci  In Inghilterra e prenotare una stanza al GLANDSTONE'S LIBRARY, albergo che possiede circa 250 mila volumi tutti a disposizione dei clienti.

 Possiamo anche fare a meno di andare a New York al LIBRARY HOTEL, dove la direzione ha messo a disposizione ben sei mila libri. 


Fra qualche settimana si potrà dormire tra i libri anche in Italia , a Napoli nella zona del Vomero, è stata inaugurata: Mooks Mondadori Bookstore. 


La libreria-hotel è stata progettata sullo stile di quella di Tokyo, ed offrirà comodi letti tra gli scaffali della libreria. Ed ecco che il sogno di noi lettori italiani si potrà avverare. Un piccolo paradiso per dormire tra il profumo dei libri, non è una meravigliosa biblioterapia?
Allora chi viene con me?

mercoledì 4 aprile 2018

Ultime uscite nelle librerie

Buongiorno amiche ed amici del blog
le festività Pasquali si sono allontanate, restano ancora i chili accumulati, ma alla fine sono soltanto delle piacevoli maniglie sui fianchi che dimostrano il nostro amore per la cucina e per la vita.
Se a questo aggiungiamo che alla corsetta, spazzatrice delle calorie, preferiamo sederci e gustarci un buon libro...

Niente lacrime allora, godiamoci la nostra sedentarietà, ed andiamo ad esplorare le nuove uscite per il mese di aprile in alcune case editrici.

In casa Mondadori  segnalo: Sempre d'amore si tratta di Susanna Casciani.

Sempre d'amore si tratta racconta la storia di Livia, dall'infanzia all'età adulta. E lo fa attraverso lo sguardo delle tante persone che, in momenti diversi, ne incrociano la strada, anche solo per poche preziose ore. Tante istantanee capaci di tratteggiare con precisione l'esistenza di una singola persona ma al contempo di raccontare anche un po' di tutti noi, di quanto sia difficile accogliere l'amore nella nostra vita, prendercene cura, proteggerlo e quanto sia spesso più facile, piuttosto, fuggirlo, maltrattarlo o convincersi di poterne fare a meno.

In casa Newton Compton segnalo il triller Missione vendetta di James Swallow

In casa Sellerio mi intriga molto la lettura di: L'estate del "78 di Roberto Alajmo

È la storia di un addio di cui il ragazzo non aveva avuto sentore, la ricerca di un senso per il commiato improvviso di una madre dal marito, dai figli, dalla vita stessa. Il ritratto di una donna che voleva afferrare il mondo, e il mondo le scappava dalle dita. Un dramma di disagio domestico come forse se ne consumavano tanti, in quegli anni, nel chiuso segreto degli appartamenti della borghesia italiana. È un racconto di grande originalità letteraria, attraversato da una suspense che a tratti toglie il respiro, da un’emozione attenta a trasformarsi in pensiero e parola, da un umorismo necessario ed elegante.
Mai il lettore ha la sensazione di spiare dal buco della serratura il dolore altrui. E questo accade nonostante l’autore accompagni il testo con le foto di una famiglia come le altre, almeno all’apparenza. Alajmo condivide la sua indagine con noi, ci esorta ad appropriarci del suo passato, ad affrontare con lui il mistero del susseguirsi delle generazioni umane. «Statemi a sentire», sembra dirci. E non c’è altro che possiamo fare.

Nella  casa editrice Rizzoli segnalo: Uccidete il comandante bianco di Giampaolo Pansa

La storia del comandante della Cichero mi ha confermato una verità: a tanti decenni di distanza, esistono ancora molti aspetti della nostra guerra civile avvolti nel mistero. Qualcuno dovrà pur svelare certi enigmi. È un compito che non può essere assolto da un autore anziano come me. Ma avverto che non sarà un’impresa facile per nessuno. La storia della Resistenza sbandierata dai vincitori nasconde troppe menzogne. È una narrazione in gran parte falsa e va riscritta quasi per intero. Il tanto demonizzato revisionismo è un obbligo morale per chi non accetta che la propria nazione si regga su un racconto di se stessa viziato da troppe fake news, per usare un’immagine di moda. Soltanto alla fine di questo percorso lungo si potrà davvero ottenere la storia condivisa sempre invocata. G.P.
Infine dalla casa editrice Parallelo45 vi segnalo: Il Labirinto del cuore di Stefano Alberti.

Quattro donne straordinarie. Quattro relazioni parallele in cui l'affascinante playboy Vittorio si ritrova a essere contemporaneamente coinvolto al di là di ogni immaginazione. Una se- ducente amica d'infanzia che il protagonista ha da sempre idealizzato come il grande amore della sua vita lo indurrà in un gioco pericoloso.....
 
Buone letture amiche ed amici.

martedì 3 aprile 2018

Helen Macdonald: Io e Mabel ovvero l'arte della falconeria


Io e Mabel ovvero l'arte della falconeria
Helen Macdonald
recensione di
Maria Lucia Ferlisi

Il padre di Helen, celebre fotografo del National Geographic, è morto, improvvisamente, d'infarto. È un duro colpo. La morte è sempre difficile d'accettare ma la mancanza di un padre è destabilizzante. Helen, autrice e protagonista del romanzo non sa come affrontare il lutto, ha un lavoro instabile, non ha una relazione, nulla e nessuno che possa aiutarla a superare questo triste momento si rifugia anche in una breve storia d'amore, ma è solo un piccolo tamponamento ad una vita che ha perso senso. Si allontana da tutto e da tutti. Si allontana da Lo0ndra, dalla madre e dal fratello.
" Dopo la morte di mio padre Londra mi sembrava un posto spettrale, esangue e corrosivo, oppresso da valanghe di nubi."
Si allontana dalla vita cittadina e si rifugia nei boschi, immersa nella natura, negli alberi e nel silenzio.
"Non esiste dolore in terra che la terra non possa guarire"
Decide di comprare un rapace ed addestrarlo, compra un astore, rapace predatore sanguinario, che chiamerà Mabel.
Si rifugia in casa con lei e vive per mesi rinchiusa per addestrarla al meglio. I suoi pensieri si concentrano sull'addestramento del rapace, ma questo la porta ad addentrarsi ancora di più nella solitudine. Una depressione che prende una direzione derivante, la relazione ossessiva con il rapace la esclude da ogni rapporto umano. Ci sono solo le e Mabel. Nessun 'altro.
"Ed è allora, seduta al bar davanti ad un caffè ormai freddo, che per la prima volta penso seriamente a ciò che sto facendo. A ciò che intendo fare con l'Astore. Uccidere cose . Produrre morte."

Nella figura del rapace cerca la figura del padre come quando era piccola e suo padre la portava nei boschi.
" Con quell'astore volevo andare in cerca di mio padre, volevo andare a cercarlo e riportarlo a casa."

Passa mesi immersa nella natura selvaggia cercando di far riaffiorare i ricordi di quando con suo padre andava per boschi, in mezzo alla natura, Ma riemergono solo ricordi, il padre non ritorna. Lei è sola, sola con Mabel.
"La natura con i suoi boschi verdi e tranquilli allevia e guarisce ogni afflizione".

Il suo rapporto con Mabel la stacca da tutti gli amici, vive con il rapace una perfetta simbiosi, vive nello sporco, non ha più cura del suo corpo, il suo unico obiettivo è insegnare a cacciare al suo Astore.
" Cacciare con l'Astore mi portò al limite della mia umanità."

La sua vita è ormai al limite, ma durante la celebrazione della commemorazione del padre, ad un anno dalla morte, scopre l'affetto degli ex colleghi verso il padre, la rincuora e mette in subbuglio il suo cuore.

L'autrice in questo romanzo affronta il tema della rielaborazione del lutto, lo fa attraverso al sua storia personale, ma non aspettatevi un romanzo autobiografico.
Descrive il dolore e le varie fasi dell'autodistruzione e della rinascita in modo particolareggiato e corale. Il suo dolore è il dolore di ognuno di noi quando ha subito una perdita importante.

 Per Helen suo padre era il suo mondo, il suo genitore, il suo amico, il suo professore. Condividevano le stesse passioni e per questo la perdita è ancora più dolorosa. Il rapporto ossessivo è descritto nei minimi dettagli, con una scrittura perfetta, analitica che ti sembra di essere lacerata mentre leggi le sue parole.

 L'istruzione del rapace è descritta in modo particolareggiata ed anche se non si ama la falconeria, ne rimane stregato. Nell'istruzione di Mabel l'autrice si avvale di un testo " The goshawk" di T. H. White che sarà fondamentale nell'addestramento di Mabel. Un libro il cui autore è simile ad Helen , anche lui amante del vivere selvatico ed isolato. Un libro nel libro.

Sa condurre la narrazione Helen, sa come affascinare il lettore.
Lo incanta con questa antica arte, tradizione dei secoli scorsi. 

Lo incanta quando descrive i boschi e la natura selvaggia che circonda i luoghi dove vive in assoluto silenzio con Mabel.

Lo incanta con questa sublimazione ossessiva del suo rapporto con Mabel, una quasi fusione tra i due esserei, una vita in simbiosi. 

Lo incanta per la bravura con cui sa trasmettere la perdita, il dolore, la depressione e infine la rinascita con il raggiungimento di nuove certezze e consapevolezze. 

Un libro di dolore ma anche di speranza.

Un romanzo che si avvale della bellezza della natura anglosassone e del verde dei sottoboschi.

L'autrice ha una scrittura potente, forte, che cattura ed incanta. Una storia autobiografia la cui forza narrativa porta alla coralità dei sentimenti che lei ha provato.

La sua scrittura, nitida, chiara, cruda, rende il dramma della rielaborazione del lutto autenticamente e dolorosamente  angosciante. 

Un libro che sa regalare emozione anche attraverso un linguaggio ed immagini dure. Un romanzo che sconvolge per la particolareggiata scrittura di tutti gli stati d'animo.

Un romanzo che sa essere universale.


Sinossi

Nelle prime pagine del libro Helen Macdonald riceve una telefonata: il padre, celebre fotoreporter, è morto all'improvviso d'infarto. Priva di legami e di un lavoro stabile (è ricercatrice associata part-time all'università di Cambridge), Helen si accorge bruscamente di non avere nulla che possa distrarla dal lutto e sprofonda in una violenta depressione. Passano i mesi: instaura una relazione sentimentale e poi la sabota, legge testi sul lutto, si isola, si trascina. 
Poi, d'improvviso, un sogno ricorrente sui falchi fa scattare in lei una sorta di epifania: per uscire dal gorgo che la soffoca addestrerà un falco, ma non un falco qualsiasi, piuttosto un astore, uno dei piú grossi e feroci rapaci che esistano, un animale del sottobosco, sanguinario e predatore. Cosí entra in scena Mabel, «un rettile. Un angelo caduto. Un grifone uscito dalle pagine miniate di un bestiario». 
Helen si ritira dalla comunità per dedicarsi esclusivamente all'addestramento dell'animale, in un isolamento ossessivo. Il racconto dell'addestramento, dell'osservazione del comportamento della giovane Mabel, della paura, della fascinazione e della strana tenerezza che prova per l'animale, s'intreccia con la rilettura del libro The Goshawk di T. H. White e quindi con la rievocazione della biografia di questo scrittore, autore tra le altre cose di un libro su Artú poi ripreso dalla Disney inLa spada nella roccia.
 Mentre segue il suo astore che caccia, Helen si accorge con sgomento della propria metamorfosi in puro istinto, della propria trasformazione progressiva in qualcosa di selvatico. Scopre, a mano a mano, la natura selvaggia del lutto stesso e del fatto di esservi immersa al punto da perdere la propria identità umana nel tentativo di diventare distaccata e invulnerabile come il suo astore. La sua identificazione con il rapace che uccide fagiani e conigli, ma anche con le vittime di quella ferinità, rappresenta una contraddizione talmente faticosa che rompe in qualche modo il sortilegio perverso che si era tirata addosso. 
A poco a poco Helen comprende che «le mani umane sono fatte per tenere altre mani», non solo per indossare un guantone e portare un falco. Capisce il suo bisogno di comunità, l'idiozia dell'isolamento esasperato e in qualche modo comincia a rientrare nella società, anche accettando di curare la sua depressione. Cosí Mabel smette di essere forzatamente un simbolo e il suo falconiere può finalmente permettersi di guardare (e rispettare) l'animale per quello che è. E tornare alla vita.
Scheda Libro
Autore: Helen Macdonald
Titolo: Io e Mabel: ovvero l'arte della falconeria
Casa Editrice: Einaudi
Pagine: 292




















domenica 1 aprile 2018

Buona Pasqua 2018

Carissimi lettori e lettrici che seguite il blog
vi auguro di trascorrere una Pasqua serena e tranquilla in pace e armonia con voi stessi/e e con tutto ciò che vi circonda.


A festoni la grigia parietaria
come una bimba gracile s’affaccia
ai muri della casa centenaria.
Il ciel di pioggia è tutto una minaccia
sul bosco triste, ché lo intrica il rovo
spietatamente, con tenaci braccia.
Quand’ecco dai pollai sereno e nuovo
il richiamo di Pasqua empie la terra
con l’antica pia favola de
ll’ovo.
(Guido Gozzano)


Buona Pasqua

Scrittrici dimenticate: Luisa Amalia Paladini

Luisa Amalia Paladini   Luisa Amalia Paladini nacque a Milano il  24 febbraio 1810, il padre Francesco era un funzionario del Ministero dell...

Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.