martedì 3 aprile 2018

Helen Macdonald: Io e Mabel ovvero l'arte della falconeria


Io e Mabel ovvero l'arte della falconeria
Helen Macdonald
recensione di
Maria Lucia Ferlisi

Il padre di Helen, celebre fotografo del National Geographic, è morto, improvvisamente, d'infarto. È un duro colpo. La morte è sempre difficile d'accettare ma la mancanza di un padre è destabilizzante. Helen, autrice e protagonista del romanzo non sa come affrontare il lutto, ha un lavoro instabile, non ha una relazione, nulla e nessuno che possa aiutarla a superare questo triste momento si rifugia anche in una breve storia d'amore, ma è solo un piccolo tamponamento ad una vita che ha perso senso. Si allontana da tutto e da tutti. Si allontana da Lo0ndra, dalla madre e dal fratello.
" Dopo la morte di mio padre Londra mi sembrava un posto spettrale, esangue e corrosivo, oppresso da valanghe di nubi."
Si allontana dalla vita cittadina e si rifugia nei boschi, immersa nella natura, negli alberi e nel silenzio.
"Non esiste dolore in terra che la terra non possa guarire"
Decide di comprare un rapace ed addestrarlo, compra un astore, rapace predatore sanguinario, che chiamerà Mabel.
Si rifugia in casa con lei e vive per mesi rinchiusa per addestrarla al meglio. I suoi pensieri si concentrano sull'addestramento del rapace, ma questo la porta ad addentrarsi ancora di più nella solitudine. Una depressione che prende una direzione derivante, la relazione ossessiva con il rapace la esclude da ogni rapporto umano. Ci sono solo le e Mabel. Nessun 'altro.
"Ed è allora, seduta al bar davanti ad un caffè ormai freddo, che per la prima volta penso seriamente a ciò che sto facendo. A ciò che intendo fare con l'Astore. Uccidere cose . Produrre morte."

Nella figura del rapace cerca la figura del padre come quando era piccola e suo padre la portava nei boschi.
" Con quell'astore volevo andare in cerca di mio padre, volevo andare a cercarlo e riportarlo a casa."

Passa mesi immersa nella natura selvaggia cercando di far riaffiorare i ricordi di quando con suo padre andava per boschi, in mezzo alla natura, Ma riemergono solo ricordi, il padre non ritorna. Lei è sola, sola con Mabel.
"La natura con i suoi boschi verdi e tranquilli allevia e guarisce ogni afflizione".

Il suo rapporto con Mabel la stacca da tutti gli amici, vive con il rapace una perfetta simbiosi, vive nello sporco, non ha più cura del suo corpo, il suo unico obiettivo è insegnare a cacciare al suo Astore.
" Cacciare con l'Astore mi portò al limite della mia umanità."

La sua vita è ormai al limite, ma durante la celebrazione della commemorazione del padre, ad un anno dalla morte, scopre l'affetto degli ex colleghi verso il padre, la rincuora e mette in subbuglio il suo cuore.

L'autrice in questo romanzo affronta il tema della rielaborazione del lutto, lo fa attraverso al sua storia personale, ma non aspettatevi un romanzo autobiografico.
Descrive il dolore e le varie fasi dell'autodistruzione e della rinascita in modo particolareggiato e corale. Il suo dolore è il dolore di ognuno di noi quando ha subito una perdita importante.

 Per Helen suo padre era il suo mondo, il suo genitore, il suo amico, il suo professore. Condividevano le stesse passioni e per questo la perdita è ancora più dolorosa. Il rapporto ossessivo è descritto nei minimi dettagli, con una scrittura perfetta, analitica che ti sembra di essere lacerata mentre leggi le sue parole.

 L'istruzione del rapace è descritta in modo particolareggiata ed anche se non si ama la falconeria, ne rimane stregato. Nell'istruzione di Mabel l'autrice si avvale di un testo " The goshawk" di T. H. White che sarà fondamentale nell'addestramento di Mabel. Un libro il cui autore è simile ad Helen , anche lui amante del vivere selvatico ed isolato. Un libro nel libro.

Sa condurre la narrazione Helen, sa come affascinare il lettore.
Lo incanta con questa antica arte, tradizione dei secoli scorsi. 

Lo incanta quando descrive i boschi e la natura selvaggia che circonda i luoghi dove vive in assoluto silenzio con Mabel.

Lo incanta con questa sublimazione ossessiva del suo rapporto con Mabel, una quasi fusione tra i due esserei, una vita in simbiosi. 

Lo incanta per la bravura con cui sa trasmettere la perdita, il dolore, la depressione e infine la rinascita con il raggiungimento di nuove certezze e consapevolezze. 

Un libro di dolore ma anche di speranza.

Un romanzo che si avvale della bellezza della natura anglosassone e del verde dei sottoboschi.

L'autrice ha una scrittura potente, forte, che cattura ed incanta. Una storia autobiografia la cui forza narrativa porta alla coralità dei sentimenti che lei ha provato.

La sua scrittura, nitida, chiara, cruda, rende il dramma della rielaborazione del lutto autenticamente e dolorosamente  angosciante. 

Un libro che sa regalare emozione anche attraverso un linguaggio ed immagini dure. Un romanzo che sconvolge per la particolareggiata scrittura di tutti gli stati d'animo.

Un romanzo che sa essere universale.


Sinossi

Nelle prime pagine del libro Helen Macdonald riceve una telefonata: il padre, celebre fotoreporter, è morto all'improvviso d'infarto. Priva di legami e di un lavoro stabile (è ricercatrice associata part-time all'università di Cambridge), Helen si accorge bruscamente di non avere nulla che possa distrarla dal lutto e sprofonda in una violenta depressione. Passano i mesi: instaura una relazione sentimentale e poi la sabota, legge testi sul lutto, si isola, si trascina. 
Poi, d'improvviso, un sogno ricorrente sui falchi fa scattare in lei una sorta di epifania: per uscire dal gorgo che la soffoca addestrerà un falco, ma non un falco qualsiasi, piuttosto un astore, uno dei piú grossi e feroci rapaci che esistano, un animale del sottobosco, sanguinario e predatore. Cosí entra in scena Mabel, «un rettile. Un angelo caduto. Un grifone uscito dalle pagine miniate di un bestiario». 
Helen si ritira dalla comunità per dedicarsi esclusivamente all'addestramento dell'animale, in un isolamento ossessivo. Il racconto dell'addestramento, dell'osservazione del comportamento della giovane Mabel, della paura, della fascinazione e della strana tenerezza che prova per l'animale, s'intreccia con la rilettura del libro The Goshawk di T. H. White e quindi con la rievocazione della biografia di questo scrittore, autore tra le altre cose di un libro su Artú poi ripreso dalla Disney inLa spada nella roccia.
 Mentre segue il suo astore che caccia, Helen si accorge con sgomento della propria metamorfosi in puro istinto, della propria trasformazione progressiva in qualcosa di selvatico. Scopre, a mano a mano, la natura selvaggia del lutto stesso e del fatto di esservi immersa al punto da perdere la propria identità umana nel tentativo di diventare distaccata e invulnerabile come il suo astore. La sua identificazione con il rapace che uccide fagiani e conigli, ma anche con le vittime di quella ferinità, rappresenta una contraddizione talmente faticosa che rompe in qualche modo il sortilegio perverso che si era tirata addosso. 
A poco a poco Helen comprende che «le mani umane sono fatte per tenere altre mani», non solo per indossare un guantone e portare un falco. Capisce il suo bisogno di comunità, l'idiozia dell'isolamento esasperato e in qualche modo comincia a rientrare nella società, anche accettando di curare la sua depressione. Cosí Mabel smette di essere forzatamente un simbolo e il suo falconiere può finalmente permettersi di guardare (e rispettare) l'animale per quello che è. E tornare alla vita.
Scheda Libro
Autore: Helen Macdonald
Titolo: Io e Mabel: ovvero l'arte della falconeria
Casa Editrice: Einaudi
Pagine: 292




















domenica 1 aprile 2018

Buona Pasqua 2018

Carissimi lettori e lettrici che seguite il blog
vi auguro di trascorrere una Pasqua serena e tranquilla in pace e armonia con voi stessi/e e con tutto ciò che vi circonda.


A festoni la grigia parietaria
come una bimba gracile s’affaccia
ai muri della casa centenaria.
Il ciel di pioggia è tutto una minaccia
sul bosco triste, ché lo intrica il rovo
spietatamente, con tenaci braccia.
Quand’ecco dai pollai sereno e nuovo
il richiamo di Pasqua empie la terra
con l’antica pia favola de
ll’ovo.
(Guido Gozzano)


Buona Pasqua

venerdì 30 marzo 2018

concorso letterario per "RACCONTO IN ROSA"

Carissimi scrittori e scrittrici amate il colore rosa o la rosa intesa come fiore?

Ebbene ho il concorso adatto per voi, dovrete scrivere un racconto o una favola ispirato al fiore o al colore.

Il tema è allettante, il premio pure: buoni libro. 
Allora rimbocchiamoci le maniche e iniziamo a scrivere avete tempo fino al 28 aprile.
Come al solito: in bocca alla penna



Concorso per scritti brevi Racconto in Rosa
VI Edizione

Indetto dal Comune e dalla Pro Loco Induno Olona

Scadenza iscrizione: 28 Aprile 2018



Sezione A
Racconto in prosa
Tema:
la rosa, intesa come fiore o come colore
Copie:
5 (cinque) copie anonime, inedite, e dattiloscritte allegare una busta chiusa contenente copia firmata in calce e scheda con dati anagrafici, indirizzo, telefono, e-mail, dichiarazione di paternità dell’opera e fotocopia carta di identità
Lunghezza:
massimo quattro cartelle cioè 7200 caratteri spazi inclusi
Opere ammesse:
in lingua italiana, inedite – Possono partecipare anche gruppi di classe. In tal caso, è necessaria la firma dell’insegnante e del Dirigente Scolastico
Sezione B
Favola per bambini
Tema:
la rosa, intesa come fiore o come colore
Copie:
5 (cinque) copie anonime, inedite, e dattiloscritte allegare una busta chiusa contenente copia firmata in calce e scheda con dati anagrafici, indirizzo, telefono, e-mail, dichiarazione di paternità dell’opera e fotocopia carta di identità
Lunghezza:
massimo quattro cartelle cioè 7200 caratteri spazi inclusi
Opere ammesse:
in lingua italiana, inedite – Possono partecipare anche gruppi di classe. In tal caso, è necessaria la firma dell’insegnante e del Dirigente Scolastico
Quote di partecipazione:
nessuna
Premi:
Sezione A: Buoni libro €200
Sezione B: Buoni libro €200
Premiazione:
27 Maggio 2018
La premiazione avverrà in luogo e data che saranno successivamente comunicati.


https://www.concorsiletterari.it/concorso,8007,Concorso%20per%20scritti%20brevi%20Racconto%20in%20Rosa


mercoledì 28 marzo 2018

La meccanica del cuore di Mathias Malzieu


La meccanica del cuore di Mathias Malzieu
recensione di
Maria Lucia Ferlisi

Il 16 aprile del 1874 ad Ediburgo, nella notte più fredda che un essere umano ricordi è nato Jack, il protagonista del romanzo. Una notte piena di neve e ghiaccio. È stato fatto nascere dalla dottoressa Madeleine, la levatrice delle puttane, forse lo era anche sua madre, o forse era soltanto una donna senza mezzi che ha rinunciato al suo bambino, un piccolo "fiocco di neve ", "un uccello bianco con i piedoni".

 La madre non lo guarda nemmeno,  lo lascia alla levatrice che gli procurerà una famiglia. Ma il cuore di Jack smette di battere, si è ghiacciato per il troppo freddo,  Madeleine non vuole lasciarlo morire, gli cuce addosso un nuovo cuore, un cuore particolare: un orologio a cucù.
"Tic, tac fa l'orologio. Bu-um, risponde il cuore, e e le arterie si colorano di rosso. Pococ a poco il tic-tac eil bu-um accelerano. Tic tac. Bu-um. Il cuore batte ad una velocità normale."

Il bambino cresce, diventa un fanciullo, nessuno ha voluto adottarlo, è rimasto con colei che l'ha fatto nascere. Lei lo ama come un figlio, quello che non ha avuto. Gli insegna tutto, ma soprattutto a stare attento al suo cuore, alle lancette. 
Non deve toccare le lancette, non deve mai arrabbiarsi, e non deve assolutamente innamorarsi. Perché ogni forte emozione rischia di spezzare quel cuore fragile che gli è stato cucito addosso.
E poi quel grande campanile che rintocca con un cuore dieci volte più grande del mio.
"È mio padre quello' "No, no, non è tuo padre...È la grande campana dell'una, suona solo una volta al giorno"
La prima volta che Jack  va in città, vede una bambina come lui, ed il suo cuore impazzisce, comincia a battere forte, sempre più forte. Si è innamorato di quella bambina andalusa, dalla voce soave e melodiosa. 

Quel sentimento che doveva nascondere è sfuggito alla razionalità ed ha vibrato forte,
fortissimo. Perché questo è l'amore ed al cuore non si comanda.
All'improvviso il mio cuore a cucù inizia a suonare, fortissimo, molto più forte di quando ho le mie crisi. Sento gli ingranaggi girare vorticosamente come se avessi ingoiato un elicottero. Il carillon mi rompe i timpani, mi turo le orecchie e ovviamente è perfino peggio. Le lancette mi taglieranno la gola.

Va a scuola per rivederla, ma lei non c'è più. Adesso che è uscito allo scoperto deve scontrarsi con gli altri ragazzi, i bulli odierni, lui è diverso, e tutti lo deridono, compreso Joe, anche lui innamorato di Miss Acacia. Per lei sfida Joe, e scappa in cerca di lei fino in Granada.
Il mio cuore fugge dal suo involucro-prigione. Vola attraverso le arterie, si sistema dentro il cranio per diventare cervello. In ogni muscolo e fino alla punta delle dita, il cuore!

E finalmente il suo cuore esploderà d'amore sfidando le dinamiche della meccanica del cuore.
Questa notte balzerò sulla luna, mi sistemerò nella falce come se fosse un'amaca e non avrò alcun bisogno di dormire per sognare.

L'autore in questo romanzo passa da pagine di una bellezza surreale a pagine più drasticamente realistiche e ci regala una storia che ha il sapore di una fiaba.

Un romanzo che parla di un amore puro, sublime, intenso, privo di qualsivoglia interferenza, non a caso nasce quando sono ancora dei bambini si sviluppa, cresce, e comincia a provare sentimenti contaminati, tipiche di età più adulte, come la gelosia, il tormento, la mancanza di fiducia. 

L'amore puro perde la sua fragilità e si trasforma, ma non è più lo stesso. Diventando adulti ogni purezza si dissolve per lasciare immancabilmente posto a sentimenti più "volgari".

Un romanzo che pone i suoi pilastri su due punti l'amore e la diversità. Due temi che si intrecciano con una scrittura leggera, limpida, in alcuni punti ironicamente amara. 

 Una stupenda metafora sull'amore dai primi ed innocenti palpiti del cuore, ai vari sentimenti che ne susseguono, come un ventaglio che si apre e ci mostra tutta la verità su questo sentimento sublime, innocente, ma  anche fragile, come l'orologio del protagonista, e bisogna stare molto attenti nell'averne cura, è un sentimento delicato, ogni sbaglio piccolo o grave può turbarlo e anche distruggerlo. 

La meccanica del cuore è solo apparentemente facile, basta girare la chiave del cuore e l'amore va... L'autore, come nelle favole per i bambini, ci spiega come deve essere curato per farlo crescere e diventare saldo, ma non sempre è così, gli ingranaggi sono delicati e possono rompersi o essere strappati via...

Nel romanzo ci sono alcune imprecisioni temporali come "Ho le rughe alla "Charles Bronson" o "ha il viso dei dipinti di Modigliani", che nell'ambientazione di fine ottocento sono sbagliati, ma non toglie nessuna bellezza a questo romanzo  e alla straordinaria fantasia surreale del nostro autore.


Scheda libro
Autore: Mathias Malzieu
Titolo: La meccanica del cuore
Casa Editrice: Feltrinelli
Pagine: 147

Sinossi
Nella notte più fredda del mondo possono verificarsi strani fenomeni. È il 1874 e in una vecchia casa in cima alla collina più alta di Edimburgo il piccolo Jack nasce con il cuore completamente ghiacciato.

 La bizzarra levatrice Madeleine, dai più considerata una strega, salverà il neonato applicando al suo cuore difettoso un orologio a cucù. La protesi è tanto ingegnosa quanto fragile e i sentimenti estremi potrebbero risultare fatali. Ma non si può vivere al riparo dalle emozioni e, il giorno del decimo compleanno di Jack, la voce ammaliante di una piccola cantante andalusa fa vibrare il suo cuore come non mai.

 L'impavido eroe, ormai innamorato, è disposto a tutto per lei. Non lo spaventa la fuga né la violenza, nemmeno un viaggio attraverso mezza Europa fino a Granada alla ricerca dell'incantevole creatura, in compagnia dell'estroso illusionista Georges Méliès. E finalmente, due figure delicate, fuori degli schemi, si incontrano di nuovo e si amano. 

L'amore è dolce scoperta, ma anche tormento e dolore, e Jack lo sperimenterà ben presto. Intriso di atmosfere che ricordano il miglior cinema di Tim Burton, ritmato da avventure di sapore cavalleresco, una favola e un romanzo di formazione, in cui l'autore, con scrittura lieve ed evocativa, punteggiata di ironia, traccia un'indimenticabile metafora sul sentimento amoroso, ineluttabile nella sua misteriosa complessità.









Anima di Wajdi Mouawad

  Anima di Wajdi Mouawad Impressioni di Maria Lucia Ferlisi Parlare di questo romanzo non è facile, durante la lettura molte volte sono stat...

Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.