mercoledì 3 gennaio 2018

La figlia Femmina di Anna Giurickovic Dato


La figlia Femmina di Anna Giurickovic Dato
recensione a cura di
 Maria Lucia Ferlisi


Maria è la figlia femmina di Giorgio e Silvia. Una famiglia rispettabile, elegante ed agiata che vive a Rabat, in una casa grande e sfarzosa messa disposizione del Consolato. La loro è una vita fatta di colore, profumi e storie in un clima arabesco. 

Tutto è perfetto. Una famiglia invidiabile. Nulla può intaccare la felicità di questa famiglia. Eppure qualcosa traspare, dai disegni di Maria, dal suo comportamento ambiguo a scuola. Ma è preferibile non vedere, non accorgersi, non porsi domande. Mai. 

Il suo disagio è evidente, meglio non cercare le cause. Potrebbero intaccare la perfezione. Toccherà alla piccola Maria mettere a posto le cose. Silvia perde il marito, Maria perde il padre. Rientrano a Roma. Silvia è ancora giovane e s'innamora ancora, per questo decide di presentare Antonio alla figlia. Ed ecco che Maria da tredicenne ribelle e problematica diventa una giovane Lolita. 
Perché? 
Cosa è successo a Rabat? 
Quella famiglia perfetta, era veramente tale? 
La madre non si è mai chiesta perché il marito restava così a lungo in camera con la bambina?

 Era davvero all'oscuro di tutto? 

Sarà Maria la piccola protagonista a mettere a nudo la realtà, anche contro la volontà di chi non vuole osservarla e riconoscerla. 

La giovane autrice con questo romanzo ci mostra una realtà dura e lacerante. Il ritmo   incalzante del romanzo è perfetto, e  mostra un'ampia maturità dell'autrice anche se giovanissima. Lo stile fluido ci conduce in quest'angolo del Marocco e di Roma con eleganza. 

Il  lettore rimane colpito dall'uso della scrittura che risulta essenziale, ma al tempo stesso nitida e capace di scavare nei meandri delle menti dei personaggi. 

Viene messa  a nudo la fragilità dell'essere umano nelle situazioni scabrose che preferisce fingere per non vedere, ed assumersi la responsabilità  degli eventi, poco importa se un'anima ne resterà lacerata per sempre.

Scheda Libro
Autore:  Anna Giurickovic Dato
Titolo: La figlia femmina
Casa Editrice: Fazi Editore
Pagine: 183



Sinossi

Sensuale come una moderna Lolita, ambiguo come un romanzo di Moravia, La figlia femmina è il duro e sorprendente romanzo d’esordio della giovane scrittrice Anna Giurickovic Dato. 

Ambientato tra Rabat e Roma, il libro racconta una perturbante storia familiare, in cui il rapporto tra il padre, Giorgio, e sua figlia Maria, nasconde un segreto inconfessabile. A narrare tutto in prima persona è però la moglie e madre Silvia, innamorata di Giorgio, ma incapace di riconoscere la malattia di cui l’uomo soffre. 

Mentre osserviamo Maria non prendere sonno la notte, rinunciare alla scuola e alle amicizie, rivoltarsi continuamente contro la madre, crescere dentro un’atmosfera di dolore e sospetto, scopriamo mano a mano la sottile trama psicologica della vicenda e comprendiamo la colpevole incapacità degli adulti di difendere le fragilità e le debolezze dei propri figli. 

Quando, dopo la morte misteriosa di Giorgio, madre e figlia si trasferiscono a Roma, Silvia finalmente si innamora di un altro uomo, Antonio. La cena organizzata dalla donna per far conoscere il nuovo compagno a sua figlia, risveglierà antichi drammi, farà sanguinare di nuovo la ferita rimasta aperta. Maria è davvero innocente, è veramente la vittima del rapporto con suo padre? Allora perché prova a sedurre per tutta la sera Antonio sotto gli occhi annichiliti della madre? E la stessa Silvia era davvero ignara di quello che Giorgio imponeva a sua figlia? 

La figlia femmina mette in discussione ogni nostra certezza: le vittime sono al contempo carnefici, gli innocenti sono pure colpevoli. È un romanzo forte, che tiene il lettore incollato alla pagina, proprio in virtù di quella abilità psicologica che ci rivela un’autrice tanto giovane quanto perfettamente consapevole del suo talento letterario.

mercoledì 27 dicembre 2017

Concorso letterario

Carissimi amici ed amiche 
per chi è in casa in ferie può approfittarne e mettersi ad elaborare una poesia, ma non solo, anche una foto o un brano musicale o un quadro...
Un concorso a largo raggio per voi. 

Pittori, fotografi e musicisti, non solo i poeti, possono partecipare a questo concorso che coniuga tutte le le arti e raggruppa gli artisti in un unico concorso. 

Se leggete il regolamento dell'Associazione Culturale Althedame, che ha indetto questo concorso, la cifra, necessaria per la partecipazione (5 euro), verrà devoluta; una parte andrà al canile"Val di Maso" di Merlara, l'altra parte andrà al restauro dell'Abbazia delle Carceri di Padova.  Il tema filo conduttore di tutte le espressioni dell'arte sarà la NATURA.... Vogliamo provarci? 

Direi di si, allora forza, prendiamo in mano pennelli e matite...

Sezione A
Poesia: Giovani (16-25 anni) / Adulti (dai 25 anni in poi) a tema imposto
Tema:
Natura maestra d’arte e di poesia
Copie:
una a mezzo Email
Lunghezza:
una sola cartella in formato A4 di trenta righe.
Opere ammesse:
una, inedita e mai premiata in altri concorsi
Sezione B
Musica
Tema:
Il brano, in lingua inglese o italiana, deve contenere la parola “natura”
Copie:
una a mezzo Email
Lunghezza:
un brano musicale di durata massima di 3.30 minuti, di qualsiasi genere musicale
Opere ammesse:
una, originale o cover
Sezione C
Pittura
Tema:
La natura nell’arte tra invenzione e realtà
Copie:
una a mezzo Email
Lunghezza:
Le dimensioni dell’opera richiesta saranno non inferiori a cm. 40×60 e non superiore a cm 50×70
Opere ammesse:
una, mai premiata in altri concorsi
Sezione D
Fotografia
Tema:
La natura nell’arte tra invenzione e realtà
Copie:
una a mezzo Email
Lunghezza:
immagine in formato digitale JPG con risoluzione minima 300dpi e dimensione massima del lato lungo di 2000 pixel
Opere ammesse:
una mai premiata in altri concorsi
Quote di partecipazione:
5 euro che l’Associazione Althedame devolverà per le Sezioni Poesia e Musica al Rifugio del Cane “Val di Maso” Merlara (PD) e per le sezioni Pittura e Fotografia per il restauro del chiostro dell’Abbazia di Carceri – PD
Premi:
Sezione Poesia: attestati, targhe, libri e possibile pubblicazione
Sezione Musica: attestati, targhe, esibizione del proprio brano musicale nella serata di premiazione
Sezione Pittura: attestati, targhe, mostra dei quadri finalisti e pubblicazione di tutte le foto dei quadri nel profilo facebook dell’Associazione
Sezione Fotografia: attestati, targhe, mostra delle foto finaliste e pubblicazione di tutte le foto nel profilo facebook dell’Associazione
Premiazione:
17 Marzo 2018

giovedì 21 dicembre 2017

Buon Natale

Carissimi amici ed amiche lettori e lettrici, scrittori e scrittrici, il Natale è già alle porte. 


Vi auguro un Natale di gioia e calore umano.
Un Natale vero senza stereotipi e regali.
 Un Natale in cui possiate stringere una mano o una zampa e con essa scaldarvi il cuore.
Un Natale sereno e tranquillo con il sorriso.
Un Natale d'amore.
Un Natale di affetti sinceri.

Buon Natale a tutti/e voi




A Natale non si fanno cattivi
pensieri ma chi è solo
lo vorrebbe saltare
questo giorno.
A tutti loro auguro di
vivere un Natale
in compagnia.
Un pensiero lo rivolgo a
tutti quelli che soffrono
per una malattia.
A coloro auguro un
Natale di speranza e di letizia.
Ma quelli che in questo giorno
hanno un posto privilegiato
nel mio cuore
sono i piccoli mocciosi
che vedono il Natale
attraverso le confezioni dei regali.

Agli adulti auguro di esaudire
tutte le loro aspettative.
Per i bambini poveri
che non vivono nel paese dei balocchi
auguro che il Natale
porti una famiglia che li adotti
per farli uscire dalla loro condizione
fatta di miseria e disperazione.
A tutti voi
auguro un Natale con pochi regali.

Alda Merini

mercoledì 20 dicembre 2017

L'Arminuta di Donatella Di Pietrantonio.


L'Arminuta
 di 
Donatella Di Pietrantonio.

recensione a cura di
Ferlisi Maria Lucia

L'Arminuta si presenta in una casa sconosciuta con i vestiti e scarpe in mano, le apre la porta una ragazzina Adriana, è sua sorella, ma ancora non sanno di esserlo.

La ragazzina da una famiglia agiata, dove vestiva e mangiava bene, si trova, in un freddo mattino, catapultata in un'altra realtà di stenti e miseria, dove si mangiano anche le briciole. La casa è fredda e umida, il letto si divide con una sorella che si fa ancora la pipì addosso, ma non importa, il freddo supera lo schifo e l'abbraccia forte.

Arminuta adesso ha due madri, due padri, due fratelli e due  sorelle. Tutto doppio, ma lei è sola, ed è una ragazzina che non comprende perché nessun adulto ha il coraggio di dirle la verità. Una madre che l'ha partorita, ed una madre che dopo averla accolta l'ha abbandonata. 

Due volte abbandonata.

Come si può accettare questa realtà? Come potrà amare le sorelle, i fratelli e la nuova madre? Quale è il legame che unisce questa figlia alla madre, e quale era il precedente filo che la legava alla madre adottiva? Il cuore di Arminuta è devastato, non sa più chi amare, ma non sa più chi è lei stessa. Il ventre materno è più forte dell'amore di chi ti ha cresciuta? Quale tra i due abbandoni è più doloroso per Arminuta? -Tutte domande che Arminuta si pone, a volte senza sapere la risposta, non le rimane che crearsi una nuova figura in cui cercare di essere almeno se stessa.
"Eppure in certe ore tristi mi sentivo dimenticata. Cadevo dai suoi pensieri. Non c'era più ragione di esistere al mondo. Ripetevo piano la parola mamma 100 volte, finché perdeva ogni senso ed era solo una ginnastica delle labbra. Restavo orfana di due madri viventi. Una mi ha ceduta con il suo latte ancora sulla lingua, l'altra mi aveva restituita a 13 anni. Ero figlia di separazioni false o taciute, distanti. Non sapevo da dove provenivo. In fondo non lo so neanche adesso."
Un racconto duro, spietato, ma schietto e vero, che mette di fronte due mondi, quello dell'adolescenza con quello degli adulti, quello dei benestanti con quello dei poveri, quello della realtà con quello dell'ipocrisia. Questi mondi che si scontrano e ci mostrano la realtà misera e dura dei sentimenti che devono cercare spazio in questi meandri difficili da accettare

Il linguaggio è duro come dure sono le vite della realtà di alcuni luoghi dimenticati da Dio, dove impera la miseria e i sentimenti si dimenticano sopraffatti dalla ricerca del quotidiano. 

Uno stile impeccabile per una storia amara L'autrice ci regala una storia dolorosa e dura. Un romanzo che riesce ad affrontare argomenti spinosi e delicati;  ed anche tu lettore ti porrai le stesse domande di Arminuta. Anche tu ti sentirai frastornato da questa giostra di sentimenti che non conoscevi. 

Può una madre abbandonare la propria figlia, e la seconda madre può farlo anche lei? Qual è allora l'amore che unisce e lega una madre alla figlia?  Una storia che analizza con rara sensibilità i sentimenti di una famiglia rurale in lotta perenne con le difficoltà più immediate del vivere. 

Un libro ben premiato. 

Un libro che difficilmente dimenticherete.

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Scheda libro
Autore:Donatella Di Pietrantonio
Titolo:L'Arminuta
Casa Editrice:Einaudi
Pagine: 162

Sinossi
Ero l'Arminuta, la ritornata. Parlavo un'altra lingua e non sapevo piú a chi appartenere. La parola mamma si era annidata nella mia gola come un rospo. Oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza».

- Ma la tua mamma qual è? - mi ha domandato scoraggiata. - Ne ho due. Una è tua madre.

Ci sono romanzi che toccano corde cosí profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. È quello che accade con L'Arminuta fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell'altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia cosí questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all'altro perde tutto - una casa confortevole, le amiche piú care, l'affetto incondizionato dei genitori. 

O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l'Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo. Ma c'è Adriana, che condivide il letto con lei. E c'è Vincenzo, che la guarda come fosse già una donna. E in quello sguardo irrequieto, smaliziato, lei può forse perdersi per cominciare a ritrovarsi. L'accettazione di un doppio abbandono è possibile solo tornando alla fonte a se stessi. Donatella Di Pietrantonio conosce le parole per dirlo, e affronta il tema della maternità, della responsabilità e della cura, da una prospettiva originale e con una rara intensità espressiva. Le basta dare ascolto alla sua terra, a quell'Abruzzo poco conosciuto, ruvido e aspro, che improvvisamente si accende col riflesso del mare.



PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE «DONNA» XXXVI Edizione

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.