Carissimi amici ed amiche del blog
oggi ho l'onore di presentarvi l'intervista ad una autrice di narrativa di tutto riguardo: Lodovica San Guedoro.
I suoi romanzi sono arrivati due volte alla finale del premio Strega e per ben tre volte al premio Viareggio. Prossimamente riuscirà a coronare il suo sogno?
Intanto leggetevi l'intervista e rimarrete subito colpiti dal temperamento..poi non vi resta che leggere i suoi romanzi!
STREGA 2017: UNA VIVACE INTERVISTA A LODOVICA SAN GUEDORO di MARIA LUCIA FERLISI
- Nata a Napoli, da genitori siciliani, vivi in Germania, una mescolanza di usi e costumi, di freddezza nordica e di calore del sud. Chi è Lodovica?
Ho un temperamento appassionato e impetuoso, per non dire vulcanico, essendo nata sul
Vesuvio e i miei genitori provenendo da quella terra in cui un solo vulcano è fatto di almeno
trecento vulcani, una fantasia sbrigliatissima, una sensualità adeguata, molto senso pittorico,
grande amore per il Bello in tutte le sue forme, e vivo in Germania, tra la gente più fredda del
mondo, tra i colori più pallidi, i profumi più deboli, in un paese con una patrimonio artistico
quasi annullato dalla guerra... Ma eccoci al punto: riesco a vivere meglio qui che in Italia.
Spero che non sia delusa. E’stato in questo paese dai lunghi inverni e dalle primavere piene di
pioggia che ho creato la maggior parte delle mie opere. Non mi lascio condizionare dagli usi e
costumi teutonici, continuo a vivere a modo mio. La loro freddezza a volte mi fa morire e,
per non morire, li provoco: quando parlo coi Tedeschi, per esempio, mi diverto a usare
iperboli e metafore, godo a scomporre l’ordine rigido della loro lingua... e li faccio scappare
atterriti... Sono molto paurosi del contatto umano, specie con gli stranieri, e vorrebbero
risolvere le conversazioni con frigide formule preconfezionate... A me questo non va e li
stuzzico. Così almeno c’è un po’ di gusto ad aprir bocca.
Chi è Lodovica? Non tocca a me dirlo. Potrei peccare di vanità e abbellirmi, oppure potrei
involontariamente alzare il tono per difendere la mia immagine... E poi dovrei parlare per
settimane intere e non esaurirei l’argomento. Perciò rinvio ai miei libri per conoscermi: sono
più attendibili di qualunque mia risposta. Perché la vera letteratura è ricerca della verità e,
anche quando è molto soggettiva e lirica, è sempre di una serena oggettività: è l’occhio di
Dio.
- I tuoi racconti sono quasi sempre autobiografici, vuoi spiegarci il perché di questa scelta?
Non è una scelta. Ho una vita d’artista, molto drammatica, intensa e ricca che s’impone da
sola nella scrittura, con naturalezza, con prepotenza... L’arte è la vita che si ripiega su se
stessa, che riflette su se stessa, che si trasfigura e si sublima. Senza Vita niente Arte, ma solo
chiacchiere.
- Con i tuoi romanzi hai sfiorato per due volte il premio Strega e per ben tre volte ilpremio Viareggio.
Ad essere esatti, sono stata candidata per due volte consecutive allo Strega e per tre
consecutive al Viareggio. Tra una decina di giorni saprò se sono stata ammessa nella rosa dei
finalisti del Viareggio 2017. Certo, è stupefacente, mi dovrebbero eleggere reginetta Strega e
Viareggio solo per le partecipazioni.
- Gioia e delusione, vuoi raccontarci le tue emozioni?
Sperare disperando e disperare sperando. Gioire di quando in quando. E infine al diavolo tutti
li mando.
- Sei stata duramente attaccata, proprio in questi giorni, in quanto non credono che tu sia "vera". Cosa ti senti di rispondere a chi ti ha attaccato?
Che è uno scemotto, che dovrebbe leggersi i miei libri e non cercare affannosamente le mie
foto in Internet, che potrei essere una strega o la Venere del Botticelli: cos’ha a che vedere la
mia faccia con la Letteratura?
- Con il tuo ultimo romanzo, "Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé...", sei stata presentata da due grandi nomi della letteratura femminile italiana: Dacia Maraini e Maria Rosa Cutrufelli; le hai sentite dopo l'esclusione dal premio Strega, ti hanno espresso solidarietà?
No, nessuna espressione di solidarietà mi è arrivata da loro... Niente, assolutamente niente.
Forse sono timide. Forse invece pensano che me la debba cavare da sola: se vivo, vivo; se
crepo, crepo.
- So che hai già in cantiere un nuovo romanzo, qualche piccola anticipazione?
Il mio prossimo romanzo sarà la continuazione di “Pastor che a notte ombrosa nel bosco si
perdé...” Perché, nella realtà, la storia non è finita... E lo farò candidare allo Strega e al
Viareggio 2018. Allora si potrà dire: candidata per tre volte consecutive allo Strega e per
quattro consecutive al Viareggio. Se questo non darà nell’occhio, vorrà dire che non ci sono
più occhi in testa. E non ci potrò fare nulla.