domenica 30 aprile 2017

4 Billie di Alessandra Dilor

Oggi vi presento Alessandra Di Lorenzo, autrice emergente, giunta alla pubblicazione del suo secondo romanzo: 4 Billie.

Alessandra Di Lorenzo è nata a Venafro in provincia di Isernia, e vive divisa fra quest’ultima città e Pescara, dove studia per conseguire la laurea in architettura.
Ama da sempre disegnare e dipingere, ha frequentato infatti il Liceo Artistico.
Svolge lavori come graphic designer e modellista presso alcune imprese e associazioni. 


Nel suo ultimo libro l'autrice ha  fuso insieme una buona dose di giallo, sentimentalismo e un pizzico di eros, si augura che questo romanzo possa emozionarvi…

4 Billie è una storia che parla di Jesse, un uomo che dopo aver subito l’amputazione delle gambe a causa del diabete di tipo 2, si costringe su una sedia a rotelle, rifiuta l’uso delle protesi e si trincera nel guscio soffocante della propria impotenza (anch’essa provocata dalla patologia).
Il rapporto che il protagonista ha con sua madre è conflittuale e tuttavia indissolubile, importante al fine della trama e della risoluzione del personaggio.

Sulla sua strada alcune importanti circostanze lo mettono faccia a faccia con Billie, una intraprendente ragazza di ventiquattro anni che ha appena perso sua madre in circostanze tragiche e incerte.
Jesse nota subito che Billie ha la mania del ritocco estetico. È infatti già ricorsa a una rinoplastica e a ha “pompato” visibilmente le labbra. Perché lo fa? E a quale altra operazione pensa di sottoporsi? Questi e altri sono gli interrogativi che ruotano attorno alla stravagante figura di Billie, ai quali ben presto Jesse vorrà trovare risposta.
Tale intento costringe i due caratteri spinosi a un avvicinamento: prima dettato dalle circostanze e caratterizzato da una buona dose di attrito e scaramucce. Poi sempre più voluto, intrigante e intenso.
4 Billie svela misteri, personaggi, sentimenti puri, veicola messaggi potenti e lo fa pian piano… Beh, per chi decide di scivolare in questa lettura, non posso che augurare qualche ora piacevole in compagnia di Billie e Jesse. 


“ Quando dico che le lavate di testa e gli scontri non le fregano niente, intendo esattamente questo. 
È repressa in modo imbarazzante e allo stesso tempo pare proprio che faccia tutto quello che le va di fare senza essere schiava neanche del suo stesso orgoglio.
E questo mi piace. Dio, ma come cazzo ho fatto a lasciarmi coinvolgere così tanto da lei? ”

Scheda libro:

TITOLO: 4 Billie
AUTORE: Alessandra Dilor
EDITORE: Self
GENERE: Romantic suspense
PAGINE: 344





SINOSSI

Quando Jesse Maxwell, trentenne scurrile e intrattabile è costretto a lasciare Austin per provvedere agli affari dell’impresa familiare, (rischio il licenziamento) non immagina di arrivare a toccare il fondo… Non si aspetta di dover curare gli interessi economici della Maxwell Corporation scontrandosi con Billie Jacox e la misteriosa scomparsa di sua madre. Soprattutto non immagina che l’attrazione può sorprenderlo nel luogo più impensabile, attraverso una ragazza completamente fuori dal comune.
Non sa che la vita può di nuovo apparirgli bella e che il suo cuore rischia di tornare a battere.

“ Io non sono una di quelle che cambia spesso le tende in cucina o il copridivano in salotto o il profumo che metto. A dire il vero neanche i fiori sulla lapide di mia madre. 
Però c’è un momento della giornata, nel quale mi va di cambiare tutto quello che vedo: ogni mattina quando sono allo specchio e mi osservo. È questo il momento in cui desidero cambiare.”

“ Benedico il fatto che la mia ira spesso passi attraverso il mio corpo e non riesca a venire fuori al momento. Come corrente che rimane dentro di me e non scarica a terra, perché io non tocco mai terra.”









Crash di Barbara Poscolieri

Barbara Poscolieri ritorna nelle librerie con la sua ultima fatica:  "Crash" (Dunwich Edizione), vincitore del concorso letterario Dunwichlife e liberamente ispirato all'incidente di cui è rimasto vittima Alex Zanardi durante un gara automobilistica.
Eccovi una breve sinossi del romanzo.

 Alessandro Alari è un giovane pilota romano della scuderia Speed-Y, in corsa per il titolo perde entrambe le gambe. Il mondo dei motori è sconvolto, così come tutte le persone vicine al pilota. Solo Alessandro crede che un ritorno alle gare sia ancora possibile, con o senza gambe.

 Inizia quindi un percorso di accettazione e di riabilitazione, supportato dalla fidanzata Federica, dai genitori e dagli amici, con l’obiettivo di riguadagnarsi il posto che  merita nella vita e in pista. Ma nel frattempo la Speed-Y ha trovato un nuovo pilota e sembra non credere nel suo recupero. 

La fiducia di Alessandro vacilla e anche il rapporto con Federica ne risente. Si rifugia quindi nel suo piccolo paese d’origine, dove ritrova la serenità in una vita semplice. Ma il Grand Race invoca il suo nome e, per quanto Alessandro cerchi di ignorarne il richiamo, le corse restano parte di lui

Ha accettato volentieri di rispondere a qualche domanda e devo dire che si è dimostra da subito una ragazza davvero simpatica.


      1)Dimmi chi è Barbara Poscolieri, presentati ai lettori del blog . 
  Prima di presentarmi li saluto! Ciao a tutti, sono felice di fare la vostra conoscenza! Sono una… si dice “ragazza” dopo aver passato i trenta? Io sono per il sì, quindi diciamo pure che sono una ragazza che tiene un piede nella realtà e uno nel fantastico. Lo faccio nella scrittura, scrivendo storie sia di genere fantastico sia di narrativa generale, ma lo faccio anche nella vita: unisco infatti una visione del mondo estremamente pragmatica e realistica all’abitudine, comune tra gli inventori di storie, di stare con la testa tra le nuvole e cercare sempre qualcosa oltre il visibile. Non credo sia un caso che abbia un lavoro molto “concreto” (sono un medico), ma tutte le mie passioni mi portino “altrove”: la scrittura, la lettura, i viaggi, lo sport… sono tutti mondi dentro al mondo.

2) Perché e quando hai cominciato a scrivere. 
     Credo ci sia da fare una distinzione tra quando ho iniziato a inventare storie e quando ho effettivamente preso a scriverle. Alla prima non so rispondere: non ho ricordi del momento esatto in cui mi sono detta “ora faccio fare questo e quello al tal personaggio”, ma immagino che occorra risalire all’infanzia. In fondo, tutti i bambini inventano storie con i loro pupazzi. Voi non lo facevate? Quanto allo scriverle, quello è stato un passo che ho compiuto molto più tardi. Se per “scrivere” intendiamo l’atto volontario di mettere in forma di prosa decente le storie ideate, dando loro un inizio, uno svolgimento e una fine, allora dobbiamo escludere un bel po’ di tentativi abortiti e arrivare agli ultimi anni del liceo. È stata allora che la passione è esplosa.
Del perché non ne ho idea, e in tutta onestà non mi interessa averne: scrivere fa talmente parte di me, della mia quotidianità, che sarebbe come chiedermi perché esco a fare una passeggiata o perché bevo il caffè dopo pranzo. Piacere, abitudine, necessità, desiderio, penso sia tutto questo e molto altro.

3) Quando scrivi un libro hai già tutto chiaro nella mente?
Una visione generale. Ho in mente di cosa voglio parlare, ossia la tematica, e l’ossatura grossolana della trama. Spesso ho piuttosto definiti anche i protagonisti, ma tutto il resto si aggiunge in un secondo momento: gli altri personaggi, i rapporti tra loro, l’ambientazione e tutti i dettagli che rendono tale un romanzo. Molti di questi si possono chiarire anche a scrittura già avanzata, per questo un romanzo non è “pronto” quando scrivi l’ultima parola e va visto e rivisto per dare la forma definitiva alla storia.

4) Scrivi a penna o utilizzi il computer? 
  Scrivo con qualunque cosa. Quando sono a casa uso più spesso il computer, ma mi capita anche di scrivere quando sono fuori (come vi dicevo, è un’attività quotidiana e non posso limitarla al poco tempo che passo seduta al tavolo del soggiorno) e allora va benissimo carta e penna, tablet, cellulare… Datemi qualcosa con cui scrivere e io scrivo, sicuro.

5) Un autore o libro che ami e quello che invece proprio non riesci a leggere
      Sono affettivamente legata a Tolkien e Brooks: il mio primo amore letterario è stato il fantasy e loro sono gli autori che me lo hanno fatto conoscere. Più di recente ho scoperto una vera e propria passione per King. Ma forse il libro che per me è stato più significativo è “Lettera a un bambino mai nato” di Oriana Fallaci: è uno di quei libri che un po’ ti cambiano.
Quelli che invece non riesco proprio ad apprezzare sono i gialli: è un genere ostico per me e finisco sempre per annoiarmi.

   6) Vuoi parlarci del tuo romanzo appena uscito nelle librerie?

    Certo! “Crash” (pubblicato da poco con Dunwich Edizioni) è una delle cose che ho scritto che mi è rimasta più nel cuore!
L’evento da cui ho tratto ispirazione è stato il tragico incidente che ha coinvolto Alex Zanardi nel 2001 al Lausitzring, durante una corsa automobilistica: quel giorno Zanardi ha rischiato la vita e ha perso entrambe le gambe. In molti si sarebbero arresi, ma lui non l’ha fatto ed è riuscito a dare non solo un nuovo corso alla sua vita, ma anche alla sua carriera di sportivo. È infatti prima tornato ai motori e poi è diventato campione olimpico di handbike.
In una risposta precedente ho detto che, quando scrivo, la tematica mi è chiara fin dall’inizio e in “Crash” volevo parlare di forza di volontà, di rivincita, della capacità di rialzarsi dopo che la vita ti ha messo a terra. Ma non avrei mai osato parlare della storia vera di Alex Zanardi, perché quella è la sua storia (raccontata, peraltro, in due interessanti autobiografie che consiglio a tutti). Così ho creato Alessandro Alari, il protagonista di “Crash”, giovane pilota romano che gareggia in un campionato automobilistico anch’esso di fantasia: il Grand Race. Proprio nella gara di Roma, la sua città, Alari ha un incidente simile a quello di Zanardi, purtroppo con le stesse conseguenze. Il ragazzo si ritrova allora a dover affrontare la vita senza le gambe e a dover capire se le corse possano ancora farne parte. Supportato dalla fidanzata Federica, dai genitori e dal gruppo di amici dentro e fuori il mondo dei motori, Alessandro inizia un percorso che lo vede mettersi in discussione prima come uomo e poi come pilota.
Ovviamente non vi dico qui dove lo porterà questo percorso e cosa scoprirà alla fine di esso, vi dico solo che le macchine e lo sport fanno solo da sfondo a una storia che vuole parlare più che altro di vita quotidiana.

7) Meglio una casa editrice piccola o il self-publishing?
      Non credo ci sia una risposta giusta in senso assoluto e per tutti. Sono due scelte ugualmente valide, che possono soddisfare sia i lettori sia gli autori, purché il lavoro sia ben svolto. In entrambi i casi questo vuol dire un editing accurato fatto da professionisti, attenzione per ogni dettaglio del libro, una distribuzione che non costringa i lettori a fare la caccia al tesoro per reperire il titolo e una buona promozione. Che di questo se ne occupi una casa editrice o direttamente l’autore, fa poca differenza se viene fatto bene.

8) Un consiglio che daresti agli esordienti?
 Veramente i consigli dovrei riceverli, non darli! Ricollegandomi alla domanda precedente, mi sento solo di consigliare di non scegliere mai e poi mai di pubblicare con case editrici a pagamento. Pubblicate con piccole realtà editoriali che fanno dignitosamente il loro lavoro, affidatevi al self publishing appoggiandovi a editor e grafici esperti, mandate i vostri manoscritti alle big sperando nel miracolo (vi auguro tanta fortuna!), ma non pagate una casa editrice per farvi pubblicare.

9) Fatti una domanda con relativa risposta
     Che farai dopo aver risposto a queste domande? Leggerò un buon libro, mi pare ovvio!

venerdì 28 aprile 2017

UNa più del diavolo di Lorenzo Vargas




Carissimi amici ed amiche del blog
oggi ho il piacere d'intervistare Lorenzo Vargas un simpatico ed eccentrico ragazzo romano di origine, ma che vive nelle Marche. Ha esordito nel mondo della scrittura con “Pierre non esiste” (Bompiani, 2015), è appena uscito nelle librerie “Una più del Diavolo” pubblicato con la casa editrice Las Vegas.
E' iscritto anche a giurisprudenza, ma preferisce impegnare il suo tempo a scrivere, romanzi o fumetti e curare il suo blog. Alla fine studiare è soltanto il suo piano B. Lui sa cosa vuol fare da grande: lo scrittore!






Ciao Lorenzo vuoi raccontare ai lettori del mio blog di come hai iniziato a scrivere?
Ciao Maria Lucia,
non voglio raccontarti di come abbia iniziato a scrivere. È una storia che ha a che fare con i Pokèmon, la noia ed il sequestro di un Gameboy Advance. Nulla di interessante.
Non ho nemmeno intenzione di raccontarti perché, nonostante il costante rinforzo negativo, abbia perseverato. Siccome qualcosa, però, devo dirla, mi limiterò ad indicarti 
alcune opere, senza le quali sarei un essere umano del tutto diverso. Starà poi a te tirare le somme e fraintendermi nel modo più fantasioso possibile, che a ben pensarci è sempre meglio che raccontare a tutti la stessa storia su una lezione di matematica e un attentato terroristico.


Vedo che conduci tu l'intervista, ma non dovresti limitarti a rispondere alle mie domande? Allora visto che vuoi parlarci dei romanzi che hanno influenzato la tua vocazione letteraria, prego parla pure!

Cominciamo con 
Sandmanuna graphic novel di Neil Gaiman. Tocca vette inarrivabili sia artistiche che letterarie e detiene l'incomprensibile primato di non essere insegnato a scuola nonostante la sua netta superiorità ad un buon 80% delle opere che vi si studiano.

Segue 
The Dresden Dollsil mio album preferito di sempre. Un pianoforte, una batteria, cerone e nevrosi. Forse hai già sentito Coin-Operated Boy in una pubblicità della Seven di alcuni anni fa. Sta di fatto che la cantante del gruppo, Amanda Palmer è un dono all'umanità.

Quale libri consiglieresti ai tuoi lettori?
Consigliare letture è una faccenda intima e delicata, adatta a porre fine a un matrimonio, ma siccome non vi devo sposare, sapete che c'è? Leggetevi Lo Strappacuore di Boris Vian, perché è bello, disperato e senza redenzione. Oppure potete leggere il mio, così vi fate due risate. Lo so, lo so, non sembro un allegrone, ma magari è solo la serata.

Grazie Lorenzo per questa mini intervista, alla prossima.


Grazie a te Maria Lucia, un saluto a tutti i lettori.


Come avrete intuito, Lorenzo non ama molto essere intervistato, ha troppe cose da fare e poco tempo per tutto ciò che vorrebbe fare, esami compresi. Allora lo lascio libero, ma con l'accordo di terminare l'intervista con il prossimo libro.



Autore: Lorenzo Vargas
Titolo: Una più del diavolo
Casa editrice: Las Vegas
Pagine: 288


Sinossi
Nessuno in cielo o in terra ha la più pallida idea di dove sia e questa è cosa più grave di quanto possa sembrare. Perché il Diavolo è il contrappeso di una bilancia, senza il quale il Buon Dio™ potrebbe trovare eccessiva difficoltà a rimanere Buono ancora a lungo. Così Raziel, l’angelo dei segreti, determinato a risolvere la cosa da solo, dovrà rivolgersi all’unico eroe che l’umanità paia mettere a disposizione: Giovanni Archei, oscuro musicista, mai del tutto cresciuto.
Insomma, l’umanità ha visto giorni migliori.







mercoledì 26 aprile 2017

Manoscritto

Carissimi lettori ed amici scrittori
oggi vi comunico che la casa editrice Felix Krull apre le porte della sua casa editrice per accogliere nuovi autori ed autrici.
Chi ha già pronto il suo manoscritto può inviarlo e sperare nella pubblicazione. 
Attenzione, accettano solo  testi di qualità ..quindi una super visione prima di inviarlo è una sicurezza in più per essere accettati, da questa piccola casa editrice che vanta già la presenza di due romanzi nella fatidica lista degli aspiranti al Premio Strega!

http://www.felixkrulleditore.de/impressum_italiano.htm






Tracy Chevalier : Strane creature

  Strane creature di Tracy Chevalier Impressioni di Maria Lucia Ferlisi La piccola città marina di Lyme nel Sussex, vede l’arrivo delle sore...

Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.