giovedì 9 febbraio 2017

Musica ribelle

Tutti scrivono, sono migliaia gli scrittori che si affacciano nel mondo dell'editoria, tra scrittori affermati ed emergenti.
Tra questi anche i cantanti si sono presentati sugli scaffali delle librerie a dettare consigli ed illustrare la loro vita. A volte mi chiedo cosa avranno da raccontare autori che dopo due canzonette, scrivono per decantare le loro gesta. I loro libri campeggiano in prima fila, accanto a nomi di autori illustri, ma cosa hanno apportato nella società? Ormai la musica si è scostata dalle battaglie umanitarie, la musica non è più "Ribelle", non scuote gli animi, non fa riflettere. 
Prima le "canzonette" scuotevano la società, contribuivano a sostenere dei pensieri, erano provocatorie, si schieravano. 
Adesso più nulla.
Allora ditemi perché devo interessarmi alla vita di persone normalissime che hanno cantato canzoni dove amore fa sempre rima con cuore?
Un caro saluto a chi mi legge.
Maria Lucia

lunedì 6 febbraio 2017

Federica Pannocchia esordisce con un libro dedicato all'Olocausto.


Quando dal cielo cadevano le stelle, un romanzo storico, la cui protagonista é Lia, un’adolescente che s’affaccia alla vita, ai sogni, alla gioia, ai primi amori, ma la sua vita è diversa da quella di tutte le altre coetanee.
Lia ha già trascorso tre anni della sua giovane esistenza in una cantina, dove non c’è luce, dove i giorni trascorrono tutti uguali, dove non c’è vita, ma solo sopravvivenza.
La ragazzina vive con i genitori, Daniele il padre, Giuditta la madre e i due fratelli Alberto il maggiore e Piero il minore che non conosce il giorno e la notte, non sa come sia il sole, la luna o le stelle, con loro anche Miriam la nonna anziana e malata.
Quando dal cielo cadevano le stelle narra la vita di una famiglia ebrea, nascosta grazie alla generosità ed al coraggio di una famiglia cristiana che li accoglie e li rifugia nella loro cantina.
Una famiglia come tante altre che riesce a trovare un rifugio, ma fino a quando?
Nulla è certo in questa cantina, se non la voglia di resistere, di continuare a credere ed a sognare come fa la giovane protagonista del racconto “Quando dal cielo cadevano le stelle” di Federica Pannocchia.
In tutta la storia traspare questo inno alla vita, Lia, una ragazzina, sa incitare gli adulti ad assaporare ogni attimo che la vita ci regala. La vita va vissuta anche nei momenti più tristi, perchè la vita è sempre BELLA.
I giorni trascorrono uguali e monotoni in quei spazi ristretti, senza intimità e senza luce, ma Lia ha dentro di se tutti i ricordi della vita precedente, quando essere ebrea non era né una colpa né una vergogna, ed è la sua ancora di salvezza in questo piccolo mondo sotterraneo.
Accanto a Lia c’è la sapienza e la saggezza della nonna, scampata alla prima guerra mondiale, e può aiutarla a donare speranza a quella nipotina che vuole ad ogni costo credere che un giorno potrà ritornare ad ammirare le stelle. La vita scorre in quella stanza, ma la vita non può essere racchiusa lì, quella non è vita. Ma la speranza non muore, ed l'ancora di salvezza per i protagonisti del romanzo. LIa è la voce di questo desiderio di vita che non si assopisce MAI.
 Riuscirà solo la fiducia e la speranza a far sopravvivere i protagonisti della storia.
Cosa può farci continuare a immaginare che un giorno tutto questo avrà fine, quando fino ad oggi abbiamo solo visto l’aspetto più atroce di questa guerra che annienta i più deboli, come i disabili, le donne, gli zingari e gli ebrei.
Quali colpe hanno commesso per subire tutte queste ingiustizie e per terminare le loro esistenze nei modi più atroci che la storia ci ha trasmesso con i racconti e con le immagini dei sopravvissuti quando si sono aperti i cancelli di Auschwitz?
Lia e i suoi famigliari sanno che gli ebrei vengono deportati, sanno che fuori da quella botola c’è la caccia agli ebrei. C’è la morte. Riusciranno a sopravvivere? Saranno deportati? Lia riuscirà a respirare la tanto sperata libertà?
Allora vale la pena sognare immaginare che fuori possa esserci la libertà? O "sogrnare è una perdita di tempo"?
Forse, ma non possiamo NON farlo, sarebbe come cedere di fronte al nemico, può toglierci tutto, i nostri averi, le nostre case, i vestiti, la dignità, ma non i sogni e e la speranza, anche perché "IL cielo tornerà ad essere quello di sempre. Limpido e sereno. Puro come la pace.
L’autrice Federica Pannocchia con il romanzo “Quando dal cielo cadevano le stelle” ha saputo condurci per mano dentro le angosce, le paure di questa famiglia la cui unica colpa è di appartenere ad un’altra religione.
Viviamo anche noi all’interno della cantina e sentiamo con forza il senso claustrofobico che pervade ogni angolo, avvertiamo la paura. Sentiamo anche la speranza, quella fresca della giovane ragazzina che persevererà anche nei momenti più angosciosi, quando la vita sembra dover finire.
Il racconto è scritto con garbo, con delicatezza, l’abile penna dell’autrice entra piano, piano nell’intimità di questa famiglia e rendendoci partecipi del dolore delle tante famiglie ebree.
Il romanzo è ben documentato, con riferimenti storici precisi, ben inseriti nel contesto della trama, senza appesantirla, ma rendendola ancora più vera.
Anche questo racconto/testimonianza ben descrive La banalità del male, e come sempre non riusciamo a comprendere le logiche che hanno portato all’olocausto, le motivazioni esulano dalla normale comprensione umana.
L’istituzione dei campi di concentramento rimarrà sempre incomprensibile.
L’antisemitismo, alla fine, è stato solo un pretesto per sperimentare il dominio totale dell’uomo, privandolo della libertà, separandolo dal resto del mondo e distruggendone l’individualità al fine di avere uomini privi di ogni pulsione, pensiero o idee, tanti cani ubbidienti.
Non è riuscito a distruggere la speranza che nutre l’animo degli uomini rendendoli forti, ed è per questo che molti sono sopravvissuti.
Scheda libro
Libro: Quando dal cielo cadevano le stelle
Autore: Federica Pannocchia
Casa editrice: Eden Edizioni
Pagine: 66


lunedì 30 gennaio 2017

Concorso letterario Nazionale 88.88

Salve cari lettori e aspiranti scrittori, ho scelto per voi, direttamente dal sito dei concorsi letterari, un concorso che si presenta davvero simpatico. Tutto è presentato in base al numero 8, scade l'8 febbraio, 8 euro la tassa d'iscrizione, 8.888 battute come lunghezza del racconto. Come poteva chiamarsi questo concorso? 88.88 naturalmente! Allora pronti/e? In bocca al lupOTTO. 



Sezione A
Racconti brevi
Tema:Il tema è libero
Copie:Una copia
Lunghezza:La lunghezza massima del racconto è 8.888 battute spazi compresi. Vengono comunque ammessi racconti fino a 10.000 battute spazi compresi. Nel conteggio delle battute, spazi compresi, sono inclusi il titolo, l’eventuale sottotitolo e l’epigrafe o dedica.
Opere ammesse:Ogni partecipante può inviare un solo racconto, edito oppure inedito, in lingua italiana.
Quote di partecipazione:
La quota di partecipazione al concorso è pari a 8,00 euro da far pervenire tramite bonifico bancario o bonifico postale a:
Yowras Young Writers & Storytellers Associazione culturale
iban IT09T0838230750000210100705
indicando nella causale: l’indirizzo e-mail dell’autore – il nome e il cognome dell’autore – il titolo del racconto.
Non sono ammesse altre modalità di pagamento della quota di partecipazione.

12. I partecipanti dovranno inviare il racconto in formato word oppure odt (non in pdf in quanto vi è la necessità del controllo del numero delle battute) entro e non oltre il giorno 8 febbraio 2017all’indirizzo e-mail yowras.page@gmail.com- indicando all'interno della mail nome, cognome, età, indirizzo completo, recapito telefonico;- allegando alla mail la scansione della ricevuta di pagamento della quota di partecipazione;- allegando inoltre eventuali autorizzazioni per i minori oppure relative ai diritti del racconto.

Premiazione:
15 Maggio 2017
La premiazione è prevista nel mese di maggio 2017 a Torino. Durante la premiazione verranno consegnati ai vincitori i premi in denaro e i premi messi a disposizione da Aurora. Verranno inoltre consegnati gli eventuali attestati di menzione speciale.

venerdì 27 gennaio 2017

Intervista a Federica Pannocchia

Oggi vi presento l'intervista ad una giovane autrice che ha scelto di esordire con un libro dedicato all'olocausto, una storia forte, dolorosa ma anche pervasa di speranza ed inno alla vita.

Sofia Domino (pseudonimo da scrittrice di Federica Pannocchia) è nata a Livorno il 15 ottobre 1987. Ha cominciato a scrivere all’età di sette anni riempiendo prima quaderni e passando poi alla macchina da scrivere e infine al computer. Solitamente scrive per se stessa, per la gioia di farlo. Ama viaggiare e vivere nuove esperienze. Ha vissuto un anno a Londra e vari mesi negli Stati Uniti, ma sono numerosi i viaggi che vuole ancora fare. Nel 2015 ha fondato l’Associazione di volontariato Un ponte per Anne Frank con lo scopo di tenere viva la memoria e di lottare per un mondo privo di discriminazioni, persecuzioni, guerre e ingiustizie. Numerosi i programmi dedicati anche ai bambini e all’importanza dei diritti umani.

       1. Chi è Federica e chi è Sofia, perché hai usato uno pseudonimo?


Federica è il mio primo nome, mentre Sofia è il secondo nome di mia madre e anche lo pseudonimo che, due anni fa, scelsi come scrittrice. Un nome al quale comunque tengo molto. La prima volta che pubblicai Quando dal cielo cadevano le stelle lo feci attraverso il self-publishing e non mi aspettavo alcun riscontro. Adesso invece che con gli anni ho anche fondato l’Associazione di volontariato Un ponte per Anne Frank (naturalmente con il mio nome di battesimo) e ho avuto la grande occasione di ri-pubblicare Quando dal cielo cadevano le stelle con una casa editrice, naturalmente ho deciso di non “nascondermi” dietro uno pseudonimo ma di ringraziare “personalmente” tutti i miei amici, lettori, blogger e naturalmente sostenitori della mia Associazione che sin dall’inizio hanno supportato i nostri programmi e Quando dal cielo cadevano le stelle.

       2. Quando hai cominciato a interessarti al tema della Shoah? 

Sin da bambina. Ricordo che ero molto piccola quando lessi per la prima volta Il Diario di Anne Frank e ne rimasi molto colpita. Diciamo che è “grazie” ad Anne se mi sono avvicinata a questa tematica, proprio perché ho riscontrato in lei molti miei lati e,  inoltre, condividiamo la passione per la scrittura. Però non riuscivo a capire come le persone potessero essere costrette a nascondersi, la persecuzione, la deportazione… Era un qualcosa che non riuscivo a comprendere e ancora oggi le domande che mi tartassano la mente sono molte. Troppe.
       
        3.Perché hai creato un’Associazione dedicata ad Anna Frank?

Penso che i profondi messaggi di Anne legati al perdono del prossimo e alla tolleranza siano molto importanti. Inoltre Anne Frank è un volto noto, rappresenta tutti quei bambini che persero la vita durante il periodo del nazionalsocialismo, ma non solo. Rappresenta anche tutti quei bambini, quelle persone, che ancora oggi stanno soffrendo e sono vittime di persecuzioni e discriminazioni. Inoltre nel 2014 sono entrata in contatto con Buddy Elias – cugino di Anne Frank – e gli espressi il mio sogno, il mio bisogno, di aprire anche in Italia un’Associazione che con onore avrebbe portato il nome di Anne Frank e sapere di aver ricevuto subito il suo supporto è un grande onore. Oggi lavoriamo a livello nazionale con scolaresche, Associazioni e privati. Non solo tramandiamo la storia della famiglia Frank, preserviamo la Memoria e ci occupiamo di bambini attualmente bisognosi, ma lavoriamo anche per incoraggiare a divenire cittadini attivi e responsabili, a prendere le nostre scelte. Per una società migliore.

         4. Parlaci del tuo libro in poche righe.  

Quando dal cielo cadevano le stelle racconta la storia di Lia, ragazzina italiana di 13 anni. Lia è ebrea e all’arrivo delle leggi razziali non capisce come lei e la sua famiglia, che non hanno mai fatto del male a nessuno, siano d’improvviso additati come il nemico. Seguiamo la storia di Lia, quando è costretta a lasciare la scuola, a nascondersi, il momento in cui si innamora per la prima volta… sino al fatidico 16 ottobre 1943, giorno in cui la Comunità Ebraica di Roma fu rastrellata. Vediamo Lia dietro il filo spinato dei lager nazisti e sino alla fine lotterà per tornare a casa, nella sua amata Roma. Per riacquistare la sua libertà, identità, dignità. Fino a quando…
Non posso aggiungere altro, posso però dire che nonostante il dolore e i luoghi di morte presenti nel mio libro, Quando dal cielo cadevano le stelle è una celebrazione alla vita, a ogni singolo istante che abbiamo. Perché tutto questo è davvero prezioso.

           5. Quale messaggio vuoi far arrivare a chi ti legge?

Vorrei che i lettori potessero non solo approfondire le loro conoscenze sul dramma della Shoah ma anche rendersi conto  che non tutto è solo bianco o nero. Che ci sono anche delle sfumature in ogni situazione. Auschwitz – Birkenau è un luogo fatto da uomini per altri uomini. Hitler prima di essere un dittatore era un uomo, Mussolini lo era. Le SS lo erano, gli ebrei, zingari, oppositori politici… erano per prima cosa persone. Ed è difficile rispondere alla domanda: le SS erano tutte vittime o carnefici? Le persone internate nei lager nazisti erano tutte quante vittime, o anche carnefici? Questo perché si tratta di situazioni complicate, piene di sfumature. Dunque, non dobbiamo far vincere il pregiudizio, ma dobbiamo imparare a ragionare con la nostra testa.
E, come accennato, spero tanto che i lettori possano rendersi conto di quanto sia importante amare la vita, questo dono immenso che ci è stato fatto!

         6. Quali autori hanno influenzato la tua scrittura? 

Leggo per la gioia di farlo e anche perché penso che leggendo si possa imparare molto sulla scrittura. Non ho un autore preferito e neanche qualcuno che mi abbia influenzato nella scrittura. Ricordo però che da bambina adoravo i libri di Bianca Pitzorno, con protagoniste un po’ particolari ma sempre forti e determinate e diciamo che il suo stile mi è rimasto un po’ nel cuore. 

         7. Un autore che proprio non ti piace? 

Non mi piacciono quegli autori che scrivono per la fama. Che pubblicano libri vantandosi e cercando solo di dimostrarsi belli e bravi. Secondo me, però, non sono neanche scrittori ma persone che approfittano della scrittura e della possibilità di pubblicare con grandi CE per sperare di vendere best – seller.

         8. Un autore che al contrario ti piace moltissimo?

. Anne Frank. Bianca Pitzorno.

         9. Fatti una domanda. 

Vediamo… Come ti vedi fra dieci anni?

          10. Datti una risposta.

Be’, tra dieci anni mi vedo sempre a scrivere, e a continuare i programmi della nostra Associazione di volontariato Un ponte per Anne Frank, magari lavorando con ancora più giovani, per essere sempre più d’impatto, e avere così la possibilità di raggiungere e aiutare sempre più persone. E poi spero tanto di poter aprire un grande Centro Un ponte per Anne Frank a Firenze… Ci sto lavorando e vedremo che cosa ne uscirà!



PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE «DONNA» XXXVI Edizione

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.