lunedì 31 ottobre 2016

Hallowen racconto


Artigli di sangue



Emilia sferrò un calcio all’auto che si era fermata in una strada deserta, proprio di notte. S’incamminò in strada in cerca d’aiuto, scorse un viale che portava all’ingresso di una villa circondata da statue dalla figura spettrale.
Erano dodici statue di donne dalle sembianze sinistre, disposte a cerchio. Provò paura, pensò di tornare indietro, ma ormai era lì, decise di procedere lentamente.
Al centro del cerchio delle statue vide un piedistallo vuoto. Si avvicinò incuriosita, due braccia l’afferrarono immobilizzandola sul piedistallo.
Le statue si animarono, trasformandosi in streghe dai capelli lunghi, le mani ad artigli, gli occhi rosso fuoco. Le arpie sghignazzavano, ridevano stridulamente, emettendo un suono gracchiante come i corvi. Cercò di allontanarsi, ma i suoi piedi erano come incollati al piedistallo, le membra simili al marmo.
Urlò, ma nessuno poteva sentirla.
Comprese che le streghe invocavano qualcuno, ripetendo frasi incomprensibili, il presentimento si trasformò in realtà: davanti a lei apparve una creatura orribile.
Gocce di sudore le imperlavano la fronte, l’urina le bagnò le gambe.
L’essere mostruoso aveva un aspetto animalesco, le mani ed i piedi con artigli, il corpo ricoperto da folta peluria.
Si accostò, con gli artigli la denudò, procurandole delle lacerazioni sul corpo. La leccò con la lingua biforcuta, come i rettili.
Emilia gridò di dolore e raccapriccio.
Capì d’essere l’offerta che le streghe anelavano immolare alla loro divinità.

Sentì gli artigli conficcarsi vicino al cuore, la vita scivolarle via.
Non voleva morire.
Fu l’ultimo pensiero.
Divenne il macabro pasto delle streghe e della loro divinità.
Le streghe sottrassero la vita ad Emilia per riprendere la loro.
Le statue del giardino scomparvero, solo i piedistalli rimasero nel viale.
Qualcuno giura di sentire urla agghiaccianti quando passa vicino alla villa.
Le urla strazianti d’Emilia.


venerdì 28 ottobre 2016

HALLOWEN E LIBRI


La festa di Hallowen trae origini dalle usanze celtiche, irlandesi,  la festa di Samhauni, ovvero festa di fine estate. 
Si narra che il 31 ottobre i morti uscissero dalle loro tombe e vagassero in cerca di un corpo nuovo, per difendersi dai morti ai contadini irlandesi non restava che travestirsi anche loro da esseri orribili, per non creare attrattive tra i morti ed evitare che si impossessassero del corpo. 
Questa festa è stata poi importata in America dagli emigranti irlandesi ed ha assunto un'importanza tale che ha trascinato anche l'Europa nelle celebrazioni di questa festa tutta pagana. Ormai tutti gli anni le zucche e "dolcetti e scherzetti" percorrono le strade e le case non solo americane, ma ormai possiamo definirla una ricorrenza "mondiale".
Per chi vuole approfondire le conoscenze su questa festa consiglio:
  • La Religione degli antichi Celti di J.A. MacCulloch
  • La notte delle zucche  di P. Gulisano e B. O’Neil.

Naturalmente anche la letteratura si è adeguata a questa festa che è strettamente legata alla produzione letteraria di libri horror. 
Visto che mancano pochi giorni ad allestire le nostre case di zucche intagliate, streghe, vampiri, scheletri e pipistrelli, ne approfittiamo per leggere qualche libro legato al tema.
Naturalmente la produzione è vastissima, vi suggerisco quindi alcuni classici, che ho letto da ragazzina e che sono rimasti nel mio cuore:


  1. Il pozzo ed il pendolo di E.A. Poe
  2. Il ritratto di Dorian Gray di O. Wilde
  3. La strage degli innocenti di A. Christie , con il grande Poirot
  4. Lo strano caso del dottor Jekill e del signor Hyde di Stenvenson
  5. Frankstein di M. Shelley
  6. Dracula di B. Stoker





Ma anche autori più recenti come:


  •  S. King ed alcuni suoi titoli: IT, SHINNING, LE NOTTI DI   SALEM...
  • D. Brown: INFERNO
  • A. Rice: INTERVISTA COL VAMPIRO.




La lista è davvero lunga l'interrompo per lasciare lo spazio a voi per qualche suggerimento.
MLF


martedì 25 ottobre 2016

Ketty

All'inizio i miei racconti brevi erano incentrati sul genere horror, rileggendoli sorrido...
Buona lettura, ma solo per chi ha lo stomaco forte!!!




KETTY



Ketty amava definirsi creatura della notte. Era vestita di stracci. Non aveva paura. Viveva nelle fogne di una grande città come Londra.
Era stata abbandonata da piccola da una famiglia povera, con troppe bocche da sfamare.
Aveva imparato a difendersi dai tanti derelitti come lei, e sputare addosso a quanti la guardavano con una smorfia di disgusto per il suo aspetto ripugnante.
Il suo aspetto oltre che ripugnante era sinistro.
Viveva in una baracca fatta di cartoni, dove i suoi migliori compagni erano i topi e gli scarafaggi.

Campava di elemosina, che gli veniva concessa facilmente, proprio per allontanare dai negozi una simile creatura del diavolo.

Ben presto capì che la vera natura del suo animo era di una ferocia inaudita, l’aveva sperimentata con i topi che infestavano la sua baracca.


Con naturale sadismo infilzava gli occhi dei topi, dopo averli appesi vivi ad un asse di legno, che faceva le funzioni di porta, quindi si divertiva a piantare dei chiodi in parti non vitali per assistere alla loro lenta agonia.

I puzzolenti cadaveri dei topi tappezzavano la sua fatiscente porta.

La sua sadica ferocia si estese a tutti gli animali.
Ma ancora non era sazia del sangue che inutilmente versava dei poveri animali. La sua sete assassi9na era appena sbocciata.
Fu così che decise di provare con le persone, odiava con tutte le sue forze il genere umano, soprattutto le donne; ne odiava la bellezza, l’eleganza, i modi gentili.
Le uniche persone che accettava erano i derelitti e i delinquenti come lei.
Tutto il resto del mondo per lei era solo spazzatura, indegna di esistere.

La sua prima vittima fu una donna, la colpii l’eleganza dei lunghi vestiti, i capelli lunghi raccolti con delle spille, ma soprattutto i lineamenti dolci.

Complice la nebbia della città con un coltello puntato sul fianco la trascinò fino alla sua baracca. Le fece togliere gli eleganti vestiti, quindi la legò ad un palo. Le infilò due lunghe asticelle negli occhi: a nulla valsero le suppliche della povera donna, anzi la divertivano, più la supplicava più rideva. Poi la ferì in più parti del corpo e ammirò estasiata il sangue caldo e rosso sgorgare dalle ferite che scivolava a terra formando un piccolo lago di sangue.
L’agonia della donna durò ore, le urla di dolore diventarono sempre più deboli fino ad esalare l’ultimo respiro.

Ne uccise molte altre, sempre ammirando estasiata come la vita lentamente abbandona il corpo.

Avrebbe continuato ad uccidere senza pietà alcuna.

L’ultima vittima, però, si era difesa.
Le aveva dato un morso, nel tentativo di difendersi, che le aveva quasi spolpato un braccio.
Riuscì anche a raccogliere un pezzo di legno appuntito e con tutta la forza della disperazione lo conficcò in un fianco della sua carnefice, provocando uno squarcio da cui il sangue fluiva a fiotti.

Ketty riuscì ugualmente a completare la sua opera.

Solo che stavolta anche la sua vittima poteva godere nel vedere esalare l’ultimo fiato alla sua seviziatrice.
MLF




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Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.