lunedì 19 settembre 2016

Anna Maria Mozzoni



Anna Maria Mozzoni la madre del femminismo italiano.
Una donna italiana promotrice dei diritti delle donne nell'Italia Risorgimentale.

Anna Maria Mozzoni ha tradotto il testo "Vindication of the Rights of Woman" di Mary Wollstonecraft.

Nel 1864, a soli 27 anni, scrisse la sua opera più importante: "La donna e i suoi rapporti sociali". Anna Maria Mozzoni considerava l'istruzione e l'educazione molto importanti , poichè la donna esclusa dal sapere rimaneva esclusa anche dal potere.
Anna Maria ebbe una visione particolarmente avanzata del lavoro femminile per l'epoca in cui scrisse il suo libro, poiché non solo rivendicava il diritto al lavoro, ma anche il diritto a una giusta retribuzione e sostenne diverse lotte per il raggiungimento della parità salariali anche con Anna Kuliscioff.
La donna dovrebbe essere libera di scegliersi il lavoro più adatto alle sue attitudini individuali, svolgerlo in condizione di parità, essere protetta dai ricatti dei datori il lavoro, associarsi e organizzarsi per difendere i propri diritti.
La scrittrice si chiese perché l'Italia non aprisse alle donne gli uffici postali e ferroviari, l'insegnamento, l'attività presso i Ministeri. 
Nel 1881 fondò a Milano la Lega promotrice degli interessi femminili e si battè per sostenere il diritto di voto alle donne, presentò anche diverse mozioni al parlamento sia nel 1877 che nel 1906. Nel 1878 rappresento le donne italiane emancipate al congresso Internazionale dei Diritti delle Donne a Parigi.
Morì' a 83 anni nel 1920.






mercoledì 14 settembre 2016

Come sopravvivere al festivaletteratura (consigli per il prossimo festival)

La xx edizione del festivaletteratura svolto a Mantova è appena terminata. Il bilancio è stato più alto degli anni precedenti, grazie anche alla maggior presenza di turisti attratti da Mantova nominata città della cultura.
Adoro questo evento perché da una botta di vita a questa splendida città, dove pur offrendo dei notevoli tesori d'arte langue come offerta culturale. Con il festival le vie di Mantova si riempiono di turisti con in mano l'opuscolo del programma con tutti gli eventi; li riconosci subito, si guardano attorno e ammirano i palazzi antichi di Mantova, gli esercizi commerciali storici del centro e i vari monumenti che la città offre ai cittadini che percorrono le sue vie.
Nei luoghi degli eventi si formano file interminabili di persone, accaldate, che sbuffano, già tutti gli anni è la solita storia, gli autori arrivano sempre all'ultimo minuto, la prova dei microfoni...e tu povero utente, nonostante abbia già fatto la fila prima per acquistare il biglietto dell'evento, adesso devi sorbirne un'altra...


Dopo vent'anni di festival ho imparato molte cose :





  1. Non inseguo il personaggio o scrittore famoso, le file sono più lunghe e poi hai sempre le riviste che ti informano sui suoi pensieri e scritti.
  2. Non scelgo eventi negli orari più caldi, dopo varie esperienze di file sotto il sole cocente di mezzogiorno, li evito decisamente.
  3. Alcuni autori famosi li puoi ascoltare anche gratuitamente, basta leggere il programma e negli eventi del tendone di piazza Sordello, ho potuto ascoltare Augias e Lucarelli senza fare fila!
  4. Controllate bene il programma vi sono altri eventi ad ingresso libero in luoghi splendidi di questo piccolo gioiello di città, come la Chiesa della Madonna della Vittoria.
  5. Leggete gli eventi collaterali, la città, durante il festival offre diverse manifestazioni, per cui anche qui una vasta scelta, dall'atelier d'arte al dibattito sulla violenza contro le donne, dalle scuole di degustazione di caffè  agli autori emergenti e a veramente tanto altro ancora.
  6. Personalmente nel programma cerco di spulciare gli autori che non conosco e magari trovare un autore che possa affascinarmi, come conoscenza personale e poi..miracolo le file sono decisamente accettabili.
  7. A volte è piacevolissimo soltanto passeggiare lungo le vie cittadine, solo per respirare quest'aria che sa del profumo di libri, senza correre, lentamente, guardando tutti gli angoli della città.
  8. Di solito seguo gli eventi condotti da Simonetta Bitasi, la donna che divora i libri, la chiamo , lei è la guida per i libri da leggere in biblioteca nei vari gruppi di lettura, un guru dei libri. Quest'anno non era presente, peccato, ma di solito le sue interviste agli autori sono eccellenti.
  9. Negli eventi ve ne sono alcuni dedicati sempre ai giardini e alle colture, ebbene sono degli eventi deliziosi e scelti in luoghi incantevoli, come quest'anno, svolto all'interno di un piccolo giardino di una casa mantovana messa a disposizione per l'evento.


Potrei continuare con altri consigli ma non voglio annoiarvi, ma un'ultima pillola sul festival ve la dico, non tutti coloro che sono in fila per gli eventi, anche di autori famosi, lo conoscono, ma sono abilissimi nel far finta di sapere chi è.
Sono stupende queste persone, giocare a far finta di essere degli intellettuali è quasi da film di Totò, persone che vogliono soltanto far credere di essere ciò che non sono.

Vi racconto due battute durante l'incontro con Guillame Musso; aspettiamo l'autore che ancora non arriva, passa un bel signor e si sofferma nella sala, dietro di me una signora accenna il battito della mani, si ferma subito in quanto non seguita dalla platea. Aveva scambiato un bel signore alto, grigio, con un'aria francese, per l'autore, peccato che aveva il corriere della sera in mano!
La stessa signora non contenta, ha voluto fare sfoggio del suo francese perfetto, ed ad una frase dell'autore ha riso di gusto, peccato che la traduttrice ha riferito una frase di un certo peso che non invitata all'ilarità, ma sarebbe bastato ascoltare il tono di voce di Musso per capirlo.

Ebbene anche questo è festival...cultura e tanta finta cultura.

Ferlisi Maria Lucia


lunedì 12 settembre 2016

Chi ha vinto il Premio Campiello?




             Il Premio Campiello di quest'anno è stato vinto, dopo ben sei anni, da una donna: Simona Vinci con La prima verità edito da Einaudi.


Simona Vinci è nata a Buddrio un piccolo paese della provincia di Bologna.
Il suo esordio letterario è stato nel 1997 con "Dei bambini non si sa niente" ed ha subito ricevuto un riconoscimento, il premio Elsa Morante. Non è la prima volta che entra nella cinquina del premio Campiello, altri due sue libri sono entrati in questa cinquina: In tutti i sensi come l'amore e Come prima delle madri.



Allora proviamo a leggerlo e verifichiamo se conquista anche noi lettori!









http://www.repubblica.it/cultura/2016/09/11/news/premio_campiello_a_simona_vinci-147538209/


martedì 6 settembre 2016

La donna dal taccuino rosso


     A volte sentiamo il bisogno di fare delle letture piacevoli, senza però cadere in letture di storie vuote e banali. Lo so non è facile, non c'è una via di mezzo o letture sofisticate o letture banali.
Bene, non sempre è così vi sono dei libri che ci regalano storie eleganti, semplici, lievi, trasmettendo un pò di serenità e gioia al lettore.
Con LA DONNA DAL TACCUINO ROSSO, di Antoine Laurain andate tranquilli, vi assicurerete un paio d'ore di autentico relax e quando sfoglierete l'ultima pagina del libro vi ritroverete a sospirare immersi in una nuvoletta di autentico e dolce romanticismo. Un libro che vi consiglio.

Laurent ritrova una borsa cerca di restituirla, ma al posto di polizia non hanno tempo, gli dicono di ritornare l'indomani.
Laurent torna a casa, un pò indispettito per gli sguardi della gente per quella borsa da donna . Arrivato a casa non resiste, cerca di sapere a chi appartiene la borsetta, la svuota e ne esamina il contenuto, un rossetto, un profumo delle chiavi, una collana rotta, un taccuino, dei sassi... 
Ma il taccuino dalla copertina rossa presente all'interno attira la sua attenzione, vi sono delle scritte, una serie di mi piace e non mi piace che ne svelano a poco a poco la personalità e di cui Laurent rimane affascinato.
Vuole ritrovare la ragazza per restituirle la borsetta, per cui con l'aiuto della figlia, di uno scrittore, il nobel Modiano, e di un egittologo, riesce a risalire al nome ed al cognome della ragazza e di conseguenza anche dell'indirizzo.
Spinto da una curiosità che rasenta l'innamoramento, arriva a casa della donna, e scopre che è stata vittima di una rapina, ha subito un forte trauma e si trova ricoverata in ospedale, il suo collega di lavoro immaginando che lui sia il fidanzato gli affida le chiavi dell'appartamento ed il gatto da curare. Laurent finalmente vede il volto di Laura in una foto e tutte le sere si porta nell'appartamento a respirare il profumo di lei in quella casa. Laura finalmente esce dal coma e rientra a casa, scopre che uno sconosciuto si è insinuato nel suo appartamento e.....

Un libro che ti fa sognare, romantico, ma senza essere sdolcinato, l'autore riesce ad intrigarci da subito in questa ricerca sottile della ragazza e riesce ad entrare in punta di piedi nella sua vita, attraverso gli oggetti e le sue brevi frasi scritte in un taccuino che Laure non aveva mai fatto leggere a nessuno.
Bellissimi i riferimenti letterari e l'introduzione di un personaggio vero come Modiano che entra nella trama in modo elegante e rafforza dando una parvenza di realtà alla storia fantastica. 
Laure si svela lentamente a Laurent, quasi con delicatezza e non può che innamorarsene ancor prima dell'incontro reale. Attorno a loro due vi sono altri personaggi che ne delineano e rafforzano la figura, il carattere e il modo di vivere di Laure e non possiamo che restarne incantati anche noi, per il suo dolore, la solitudine, il lavoro estroso...
Un libro che si legge con tenerezza e grazia, ci regala momenti di romanticismo reale, vero e possibile.

Antoine Laurain

è nato a Parigi nei primi anni 70, cineasta e scrittore, ha scritto altri libri prima di questo best-seller che è stato tradotto in 15 lingue, ricordiamo Il CAPPELLO DI MITTERAND E e ALTROVE.



LA PAROLA ALLE DONNE Una fiaba moderna in un borgo antico - XIV Edizione Concorso Letterario

  LA PAROLA ALLE DONNE Una fiaba moderna  in un borgo antico   XIV Edizione Concorso Letterario LA PAROLA ALLE DONNE: Racconti di non violen...

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.