venerdì 29 gennaio 2016

Omicidio in Procura: prima parte


Omicidio in procura


Come al solito, ero in ritardo. Ormai l’orario era diventato un incubo, mai che riuscissi ad arrivare puntuale. Non sarebbe stato male se almeno quella mattina mi fossi sforzata di alzarmi al suono della sveglia. Arrivai trafelata all’ufficio, notai davanti alla procura uno stuolo d’auto: carabinieri, polizia, vigili, mancava l’esercito e poi eravamo a posto. Pensai: “ Forse avranno arrestato qualche boss mafioso.”.
Stavo per varcare la soglia della procura, quando un carabiniere, alto almeno 1,90, mi sbarrò la strada, dicendomi: “Guardi che lei non può passare!”
“Starà scherzando spero, io lavoro qui, poi sono una vigilessa, demandata per servizio a svolgere la mia attività in Procura”
Risposi con aria pomposa, neanche fossi stata il comandante dei vigili…
“Qui è stato commesso un delitto, nessuno può varcare la scena del crimine”.
Disse il carabiniere, con un eloquente sguardo che esprimeva un: “Ma chi se ne frega di chi sei”.
Lo fissai con un’aria sbalordita, quasi urlai:
“Cosa? Un delitto in Procura, com’è possibile?”
Il carramba smise di darmi delle risposte.
Mi guardai attorno, scorsi le facce delle mie colleghe, anche loro, con un’aria tra lo sbalordito e addolorato. Mi avvicinai a Maria Stella e le chiesi: “Sai qualcosa di più di questo delitto?”
“So solo che hanno ucciso una di noi”, rispose.
“Noooo? Chi? Come?” ripetei in successione. Orianna rispose: "sembra che sia stata assassinata Selene”.

Rimasi impassibile.

Ripensai alla collega con cui avevo parlato e riso, fino al giorno prima. Era addetta alla posta, rossa, con gli occhi verdi ed un sorriso aperto, dal carattere esuberante ed infantile. Separata da alcuni anni, sapevamo solo che viveva da sola, le più maligne spettegolavano, riferendo che mieteva conquiste, in quanto si concedeva facilmente.
Dopo un po’, si avvicinò un cancelliere, il quale c’informò che Selene era stata pugnalata, con un coltello da cucina, quelli che di solito si usano per tagliare la carne, lungo almeno venti centimetri; le era stato inferto un colpo netto, preciso, che le aveva reciso la giugulare, il corpo era stato trovato in un lago di sangue, interruppi la descrizione dell’uccisione, perché cominciai a sentire un rimescolio nella pancia, ed un conato di vomito che, per fortuna, si bloccò nella gola.
FLM

mercoledì 27 gennaio 2016

Auschwitz : per non dimenticare

Alcuni anni fa sono andata a visitare il campo di concentramento di Auschwitz. Quando varchi i cancelli senti i brividi che ti percorrono la schiena, con quella scritta: "Il lavoro rende liberi".... liberi di morire. Ho percorso le strade che portano ai campi, ai forni crematori, in completo silenzio, come un silente omaggio a tutte le vittime che hanno perso la vita in questo luogo macabro. In alcuni angoli si erano formati gruppi di preghiera autonomi, mi sono aggregata ed ho pregato con loro, non ho capito la loro lingua, ma sentivo il bisogno di farlo. Ciò che mi ha sconvolto di più in questa visita di memoria, non sono stati i forni crematori ne le migliaia di foto appese lungo i corridoi, ma le enormi vetrine dove erano esposti gli oggetti personali di tutte le persone che sono state trucidate all'interno del campo.
La teca delle valigie, di tutte le dimensioni grandi e piccole, con i loro nomi scritti su un pezzo di cartone e incollati sopra, la grande vetrina con tutti gli oggetti da barba, quella con gli occhiali, un'altra con le scarpe, quella con tutti i pettini e infine quella con tutti i capelli tagliati ai detenuti del campo. Sono rimasta in quella enorme stanza per molto tempo, ho cercato di leggere tutti i nomi incollati nelle valigie di cartone, ho guardato infine tutti i capelli, trecce lunghe che erano appartenute a donne, ma vi erano anche piccole treccine di bambine. Tutta la quotidinità dei prionieri che erano passati per quei campi era racchiusa in quelle vetrine, la loro vita, parte di se stessi di cui venivano spogliati.
Quanta tristezza, quanto dolore.
La banalità del male, come ha scritto sapientemente Anna Arendt nel suo saggio filosofico, è racchiusa tutta in quei campi e noi abbiamo il triste compito di ricordarlo sempre affinchè la storia non si ripeta.
Qualche giorno dopo a casa ho scritto queste brevi righe. Non ho scattato foto mi sembrava di violare quelle anime.
(Le foto le ho prese dal web)










Auschwitz

Una piccola valigia di cartone marrone, logora, incollato, in fondo sul lato destro, un pezzo di carta ingiallito, con scritto a mano, in bella grafia, con inchiostro nero, nome, cognome ed anno di nascita: Helen Berger 1937.

Cerco di immaginarti Helen, bambina dalle trecce scure, dagli occhi castani e le efelidi sul naso. Giochi nel cortile della tua casa con la corda. Dalla finestra la tua mamma ti guarda e ti saluta con un cenno di mano. Ricambi il saluto con un sorriso e continui a saltellare felice.
Spensierata nella tua ignara infanzia.
Indossi una gonna grigia a pieghe che svolazza ad ogni saltello, una camicia bianca ed una giacca di lana cotta grigia bordata di nero. Sul petto la tua mamma ti ha cucito una stella a cinque punte, ne sei orgogliosa, ti fa sentire grande , tutti la indossano, anche te.

Qualcuno ha rubato la tua fanciullezza. Non diventerai una bella signorina che si affaccia sorridente alla finestra per salutare il fidanzato. Non indosserai il velo da sposa. Non urlerai dal dolore partorendo tuo figlio.

Sei  una valigia con un nome.
Sei una treccia tagliata in mezzo a tante.
Sei un vestito raccolto e buttato nel mucchio.

Sei  cenere al vento.



FLM

martedì 26 gennaio 2016

Autrice esordiente: Brunella Giovannini

La scorsa settimana ho postato sulla pagina di FB del gruppo Letteratura al Femminile una richiesta di suggerimenti per avere qualche titolo di autori esordienti, risultato: centinaia di titoli. Intanto ne ho scelto alcuni e ieri ho cominciato al leggere il primo, "Un volo di Farfalle", edito dalla casa editrice Leucotea, una sorta di tributo visto che in primavera uscirà il mio romanzo edito proprio da questa casa editrice..

L'autrice è BRUNELLA GIOVANNINI una simpatica donna bionda con un bel sorriso che scrive poesie. Anche lei come penso tantissimi di noi è rimasta turbata dal naufragio di un'imbarcazione di migranti avvenuta a Lampedusa il 3 ottobre del 2013, morirono quasi 400 migranti, molte vittime erano bambini.
Una strage.
Sull'onda della commozione per quell'evento la nostra scrittrice ha scritto una poesia, che ritroviamo anche nel libro: Un fiore per Nadir
Ma nel cuore di Brunella era rimasta ancora la commozione per quelle vittime, soprattutto per tutti quei bambini che erano stati inghiottiti dalle onde del mare gelido del mediterraneo.
E' così che è nata la stesura del suo libro: Un volo di farfalle.
Ho chiesto a Brunella se avesse conosciuto davvero una famiglia siriana perché descrive così bene le loro emozioni e aspettative per quel viaggio di speranza verso un paese che li liberi dalle violenze quotidiane e dalle sparatorie che il racconto sembra il frutto di una narrazione con persone reali. Invece no, sono le sue emozioni che emergono durante tutto il racconto immergendoci nel clima familiare di paura e di speranza di questa famiglia che il mare purtroppo dividerà. Il libro parla di un incontro casuale nell'ospedale di Agrigento tra tre bambine: Aisha siriana, Anna Paola siciliana e Grace figlia di un militare americano. Si forma un trio affiato anche tra rispettivi genitori. Nella trama si aggiunge un pizzico di mistero e di cabala, tutto era scritto nel loro destino, loro dovevano incontrarsi perché i loro antenati si erano conosciuti e adesso avevano la possibilità di ricongiungersi il tutto attraverso la ricerca un manoscritto di un loro antenato comune...
Non aggiungo altro, non voglio togliervi il piacere di leggere questo libro dandovi troppe informazioni.
Il libro è scritto in modo scorrevole e da un inizio tragico via via si alleggerisce per regalarci la speranza che anche nelle situazioni più tragiche ci può essere un raggio di sole. Quel che più mi è piaciuto in questo libro è il messaggio di Solidarietà Femminile, due mamme ed una zia che si aiutano in un momento di disperazione, dove tutto sembra possa trasformarsi in una tragedia personale ancora più grande....
E' un libro che dovete per forza leggere!
Brunella è già all'opera con altre idee per il suo prossimo libro, non posso che augurarle un grande in bocca al lupo.
FLM

lunedì 25 gennaio 2016

Sono solo pensieri e parole


Questa mattina avevo per la mente soltanto Radio 105 e l'inno di Mameli, pertanto ho dimenticato di guardare il sito di "Accade Oggi", dove ricapitola tutti gli avvenimenti importanti e chi è nato/morto nel passato di oggi. Male si, perché proprio oggi nasceva una grande scrittrice tanto amata: Virginia Woolf il 25 gennaio del 1891 a Londra, morì all'età di 59 anni. Fu scrittrice,ma anche saggista, milito' nei gruppi delle Suffragette; con i suoi romanzi e saggi scardinò i limiti del pensiero prettamente maschile della letteratura vittoriana.
Il primo libro che ho letto di questa grande donna, è stato parecchio tempo fa, "Una stanza tutta per se'" un saggio, testo ancora attuale sulla discriminazione della donna, se lo rileggiamo la verità contenuta non è poi molto distante dalla situazione attuale, i muri di cristallo sono sempre difficili da abbattere, anche dopo tante lotte per ottenere i diritti. Cito una frase ormai famosa che troverete sul web nelle pagine dedicate agli aforismi:
«Una donna deve avere denaro, cibo adeguato e una stanza tutta per sé se vuole scrivere romanzi.»
Soprattutto nel campo della letteratura dove le donne non erano ritenute all'altezza dell'uomo nella stesura dei testi, essere autonome era vitale.
Provate a riflettere se una donna vuole la sua autonomia ha bisogno di soldi, di una stanza e del cibo null'altro, senza questi importantissimi e basilari elementi non le è concesso di essere libera, di vivere come piace a lei, ma deve essere sempre assoggettata al potere o paterno o maritale. Ieri come oggi. Questo ti rende prigioniera e soffoca la tua libertà di essere te stessa.

Questa estate in libreria in compagnia della mia amica Ivana ho comprato un libro di V. Woolf : Diari 1925-1930 (nella quarta di copertina riporta un'abitudine della scrittrice, al mattino scriveva i saggi o i romanzi, al pomeriggio dopo il tè il Diario). Purtroppo ho la pessima abitudine di comprare più libri di quanto riesca a leggerne per cui non l'ho ancora iniziato. Male, ma chi è affetta come me di acquisti-compulsivi-di-libri, mi capisce, un pò come lo shopping per la protagonista del libro di Sophie Kinsella.
Ho divagato, ne sono consapevole. Quando ho aperto questo blog, non volevo certo annoiarvi con lunghi saggi sui vari autori, ma darvi soltanto un input per provare a leggere a riflettere.

Sono solo pensieri e parole.
FLM

Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey di Mary Ann Shaffer e Annie Barrows

  Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey  di  Mary Ann Shaffer e Annie Barrows IMPRESSIONI DI MARIA LUCIA FERLISI Si...

Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.