lunedì 29 luglio 2024

Il cognome delle donne di Aurora Tamigio

Il cognome delle donne 
di
 Aurora Tamigio

Impressioni di Maria Lucia Ferlisi

 La saga famigliare inizia con Rosa che dopo un adolescenza passata a prenderle dal padre fugge con un ragazzo incontrato ad una fiera e con lui inizia l'attività di ristoratrice in un paesino arroccato nelle montagne siciliane. 

Sebastiano Quaranta è diverso dal padre, non la picchia e non la tiene chiusa in casa, per lei questo è un motivo di grande devozione verso quest'uomo che non conosce la violenza. 

Dall'unione nascono tre figli: Donato, Fernando e Selma. arriva la guerra e di quell'uomo non rimane nulla, un corpo straziato, mutilato che lei non vuole riconoscere. Per lei Sebastiano Quaranta è morto e da lassù veglia su di lei.

Ferdinando non si forma nessuna famiglia, Donato diventa prete e Selma sposa un bellimbusto, Santi Meraviglia che la farà soffrire e ruberà i soldi che Rosa aveva accumulato negli anni per dare un futuro alla figlia. 

Selma avrà tre figlie femmine Patrizia, Lavinia e Marinella. Patrizia, dopo la morte della madre ed essere stata buttata fuori casa dal padre che si è risposato, diventa il capo famiglia e guida le sorelle ad affrontare la vita.

L'ennesima saga famigliare dove si vuole dare una veste di "forza alle donne" per accattivare il lettore.

Aurora Tamigio da una buona prova di scrittura, ha appena terminato il corso di scrittura creativa alla scuola delle narrazioni di Giulio Mozzi, il romanzo è scritto bene, manca però il ritmo che risulta lento e noioso, soprattutto nella parte delle tre sorelle.  

Una storia esaltata per la forza delle donne ma non trovo che sia espressa, poi lo spirito di Sebastiano Quaranta è sempre presente per trasmettere la forza per andare avanti: UN UOMO.

A parte il padre di Rosa  e Santi Meraviglia, le figure degli uomini non sono meschine o malvagie, Donato, Ferdinando, Cosimo, Peppino....sono uomini normali che rimangono vicine alle loro nipoti, fidanzate o amiche...

La vita di queste donne non ha nulla di esaltante e le due righe sul cognome delle donne non possono trasformare il romanzo in una espressione così coraggiosa. 

Tuttavia la storia è una bella prova di costume sociale, dove vengono rievocati momenti particolari della vita  italiana Il romanzo è ambientato in Sicilia ma di "siciliano" ha ben poco, non mi è arrivato il respiro delle ambientazioni siciliane, qualche parola dialettale non è sufficiente per repirare il profumo dell'isola. 

Vale la pena sottolineare che questa mancanza da al romanzo un respiro più ampio e la storia di costume si allarga a tutto il paese.

Il romanzo è stato, secondo me, sopravvalutato ma rimane pur sempre una bella saga da leggere.

Valutazione: 💛💛💛

SCHEDA LIBRO

AUTORE: AURORA TAMIGIO

TITOLO: IL COGNOME DELLE DONNE

CASA EDITRICE: FELTRINELLI

PAGINE: 416

TRAMA

All’origine c’è Rosa. Nata nella Sicilia di inizio Novecento, cresciuta in un paesino arroccato sulle montagne, rivela sin da bambina di essere fatta della materia del suo nome, ossia di fiori che rispuntano sempre, di frutti buoni contro i malanni, di legno resistente e spinoso. 

Al padre e ai fratelli, che possono tutto, non si piega mai sino in fondo. Finché nel 1925 incontra Sebastiano Quaranta, che “non aveva padre, madre o sorelle, perciò Rosa aveva trovato l’unico uomo al mondo che non sapeva come suonarle”. È un amore a prima vista, dove la vista però non inganna. Rosa scappa con lui, si sposano e insieme aprono un’osteria, che diventa un punto di riferimento per la gente dei quattro paesi tutt’intorno. A breve distanza nascono il bel Fernando, Donato, che andrà in seminario, e infine Selma, dalle mani delicate come i ricami di cui sarà maestra
.
 Semplice e mite, Selma si fa incantare da Santi Maraviglia, detto Santidivetro per la pelle diafana, sposandolo contro il parere materno. È quando lui diventa legalmente il capofamiglia che cominciano i guai, e un’eredità che era stata coltivata con cura viene sottratta. A farne le spese saranno le figlie di Selma e Santi: Patrizia, delle tre sorelle la più battagliera, Lavinia, attraente come Virna Lisi, e Marinella, la preferita dal padre, che si fa ragazza negli anni ottanta e sogna di studiare all’estero. 

Su tutte loro veglia lo spirito di Sebastiano Quaranta, che torna a visitarle nei momenti più duri.

BIOGRAFIA

Aurora Tamigio è nata a Palermo nel 1988 e cresciuta a Milano. Successivamente alla laurea in storia dell’arte contemporanea, ha studiato sceneggiatura cinematografica. Dopo aver lavorato come autrice freelance per il cinema, oggi è copywriter e scrive per aziende del mondo della tecnologia e del design. 

È caporedattrice del magazine di informazione cinematografica Silenzioinsala e scrive cortometraggi (L’incontro, Homefish, Signorina Forsepotevo). Alcuni dei suoi racconti sono pubblicati su “La Balena Bianca”, “Crack Rivista” e “Il rifugio dell’Ircocervo”. Il cognome delle donne è il suo primo romanzo.

3 commenti:

  1. Ciao Maria Lucia,
    vita difficile per i blog, quelli tipo il tuo e come il mio (stessa piattaforma). Pochi commenti e poche possibilità di scambio di opinioni. Ma non noto molta differenza con i gruppi di altri social, molto più numerosi, ma dove poco cambia rispetto ai blog tradizionali.
    Sono un membro, da non molto e ancora per poco, del tuo gruppo di Facebook, dove ho provato a proporre qualche spunto, ma con zero risultati. Nemmeno il tempo di inserire o leggere un post, che altri hanno già sommerso i precedenti, nei quali spuntano, a volte, alcuni like e rari commenti. Insomma, alla fine, la sensazione di sentirsi quasi soli equivale a quella che provo con il mio blog. E li continuerò a stare, tornando, ogni tanto a farti visita.
    Un caro saluto.

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    1. Ciao, purtroppo è così, non si riesce a creare uno scambio di opinioni. Spesso nemmeno un grazie o un commento da parte di chiede visibilità sul blog, infatti ormai non recensisco più autori esordienti. Sto cercando di dare un taglio diverso al blog sperando di incontrare maggiori riscontri dai lettori e lettrici, ma non è facile, ci vuole anche molto tempo. Ti ringrazio per la visita e il tuo prezioso commento.

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    2. Ciao.
      Grazie per la risposta e per la... visita.
      Ultimamente mi sono ripromesso di scrivere le mie impressioni riguardo ai libri che leggo. Più per ricordare quello che leggo, perché, non so se capita anche a te, tendo a dimenticare, anche senza volerlo. E non per l'età, ma perché dimentico proprio quello che leggo, dopo un po'. Magari alcune cose le interiorizzo e, senza rendermene conto, le assimilo, ma la trama... quella svanisce.
      La pila della vergogna (come definisce mia figlia quella dei libri comprati ma ancora da leggere) si sta abbassando.
      Attualmente sto alternando libri di narrativa a libri dal contenuto teologico, visto che da alcuni anni sono stato conquistato da questi studi. Parlare di questi ultimi è ancora più difficile.
      Attualmente sto leggendo Le otto montagne di Paolo Cognetti, e lo sto trovando molto, molto interessante.
      Tornando ai gruppi (mi riferisco a Facebook, in questo caso), non fanno per me. Come avrai notato, ho tentato anch'io di far conoscere ad altri che scrivo romanzi, ma è una cosa che mi imbarazza moltissimo e che, in ogni caso, rimane senza esito. E quando ho proposto dei quesiti...
      Adesso sto ultimando di ridare vita ai miei romanzi cartacei, trasformandoli in ebook.
      Dal punto di vista delle vendite non arriverò a niente, intendiamoci, credo che il tabellino delle vendite rimarrà vicino allo ZERO, ma non è questo il motivo per cui lo faccio.
      Me ne manca uno, che a giorni sarà pronto, poi scriverò le motivazioni sul mio blog.
      Grazie, Lettrice di carta, per l'ospitalità.
      Adesso vado a risponderti sul Rifugio.
      Un caro saluto.

      Elimina

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.