lunedì 29 luglio 2024

Il cognome delle donne di Aurora Tamigio

Il cognome delle donne 
di
 Aurora Tamigio

Impressioni di Maria Lucia Ferlisi

 La saga famigliare inizia con Rosa che dopo un adolescenza passata a prenderle dal padre fugge con un ragazzo incontrato ad una fiera e con lui inizia l'attività di ristoratrice in un paesino arroccato nelle montagne siciliane. 

Sebastiano Quaranta è diverso dal padre, non la picchia e non la tiene chiusa in casa, per lei questo è un motivo di grande devozione verso quest'uomo che non conosce la violenza. 

Dall'unione nascono tre figli: Donato, Fernando e Selma. arriva la guerra e di quell'uomo non rimane nulla, un corpo straziato, mutilato che lei non vuole riconoscere. Per lei Sebastiano Quaranta è morto e da lassù veglia su di lei.

Ferdinando non si forma nessuna famiglia, Donato diventa prete e Selma sposa un bellimbusto, Santi Meraviglia che la farà soffrire e ruberà i soldi che Rosa aveva accumulato negli anni per dare un futuro alla figlia. 

Selma avrà tre figlie femmine Patrizia, Lavinia e Marinella. Patrizia, dopo la morte della madre ed essere stata buttata fuori casa dal padre che si è risposato, diventa il capo famiglia e guida le sorelle ad affrontare la vita.

L'ennesima saga famigliare dove si vuole dare una veste di "forza alle donne" per accattivare il lettore.

Aurora Tamigio da una buona prova di scrittura, ha appena terminato il corso di scrittura creativa alla scuola delle narrazioni di Giulio Mozzi, il romanzo è scritto bene, manca però il ritmo che risulta lento e noioso, soprattutto nella parte delle tre sorelle.  

Una storia esaltata per la forza delle donne ma non trovo che sia espressa, poi lo spirito di Sebastiano Quaranta è sempre presente per trasmettere la forza per andare avanti: UN UOMO.

A parte il padre di Rosa  e Santi Meraviglia, le figure degli uomini non sono meschine o malvagie, Donato, Ferdinando, Cosimo, Peppino....sono uomini normali che rimangono vicine alle loro nipoti, fidanzate o amiche...

La vita di queste donne non ha nulla di esaltante e le due righe sul cognome delle donne non possono trasformare il romanzo in una espressione così coraggiosa. 

Tuttavia la storia è una bella prova di costume sociale, dove vengono rievocati momenti particolari della vita  italiana Il romanzo è ambientato in Sicilia ma di "siciliano" ha ben poco, non mi è arrivato il respiro delle ambientazioni siciliane, qualche parola dialettale non è sufficiente per repirare il profumo dell'isola. 

Vale la pena sottolineare che questa mancanza da al romanzo un respiro più ampio e la storia di costume si allarga a tutto il paese.

Il romanzo è stato, secondo me, sopravvalutato ma rimane pur sempre una bella saga da leggere.

Valutazione: 💛💛💛

SCHEDA LIBRO

AUTORE: AURORA TAMIGIO

TITOLO: IL COGNOME DELLE DONNE

CASA EDITRICE: FELTRINELLI

PAGINE: 416

TRAMA

All’origine c’è Rosa. Nata nella Sicilia di inizio Novecento, cresciuta in un paesino arroccato sulle montagne, rivela sin da bambina di essere fatta della materia del suo nome, ossia di fiori che rispuntano sempre, di frutti buoni contro i malanni, di legno resistente e spinoso. 

Al padre e ai fratelli, che possono tutto, non si piega mai sino in fondo. Finché nel 1925 incontra Sebastiano Quaranta, che “non aveva padre, madre o sorelle, perciò Rosa aveva trovato l’unico uomo al mondo che non sapeva come suonarle”. È un amore a prima vista, dove la vista però non inganna. Rosa scappa con lui, si sposano e insieme aprono un’osteria, che diventa un punto di riferimento per la gente dei quattro paesi tutt’intorno. A breve distanza nascono il bel Fernando, Donato, che andrà in seminario, e infine Selma, dalle mani delicate come i ricami di cui sarà maestra
.
 Semplice e mite, Selma si fa incantare da Santi Maraviglia, detto Santidivetro per la pelle diafana, sposandolo contro il parere materno. È quando lui diventa legalmente il capofamiglia che cominciano i guai, e un’eredità che era stata coltivata con cura viene sottratta. A farne le spese saranno le figlie di Selma e Santi: Patrizia, delle tre sorelle la più battagliera, Lavinia, attraente come Virna Lisi, e Marinella, la preferita dal padre, che si fa ragazza negli anni ottanta e sogna di studiare all’estero. 

Su tutte loro veglia lo spirito di Sebastiano Quaranta, che torna a visitarle nei momenti più duri.

BIOGRAFIA

Aurora Tamigio è nata a Palermo nel 1988 e cresciuta a Milano. Successivamente alla laurea in storia dell’arte contemporanea, ha studiato sceneggiatura cinematografica. Dopo aver lavorato come autrice freelance per il cinema, oggi è copywriter e scrive per aziende del mondo della tecnologia e del design. 

È caporedattrice del magazine di informazione cinematografica Silenzioinsala e scrive cortometraggi (L’incontro, Homefish, Signorina Forsepotevo). Alcuni dei suoi racconti sono pubblicati su “La Balena Bianca”, “Crack Rivista” e “Il rifugio dell’Ircocervo”. Il cognome delle donne è il suo primo romanzo.

venerdì 26 luglio 2024

Una scrittrice dimenticata: Giovanna Zangrandi

 Giovanna Zangrandi

Nacque il 13 giugno a Gallierae morì il20 gennaio del 1988 a Pieve di Cadore.

Il vero nome era Alma Bevilacqua, ma nella sua vita letteraria preferì usare sempre pseudonimi diversi, alla fine scelse Giovanna Zangrandi.

Nel 1921 la famiglia si trasferì a Desenzano del Garda per la salute precaria del padre. Nel 1923 il padre si suicidò e insieme con la madre si trasferirono a Bologna; nel 1929 conseguì la maturità classica e  nel 1933 conseguì la laurea in Chimica. Nello stesse anno fece una vacanza a Cortina e s'innamorò della montagna, delle lunghe camminate, delle scalate, anche pericolose. Quando la madre nel 1937 morì si stabilì definitivamente in montagna. 

Prese la tessera fascista per essere autonoma e poter insegnare a Cortina in un Liceo.  Iniziò anche a collaborare con diversi giornali locali parlando delle sue montagne.

Per lei il mondo della montagna è magico, attratta dalla sua rudezza e dalla tenacia degli abitanti, un luogo che mette a dura prova chi è estraneo ad esso, ne ama il silenzio, i segreti e la chiusura, e si sente fiera di essere stata accolta da questa gente che l'ha amata e accolta dopo un cambiamento radicale della sua vita.

I suoi romanzi  testimoniano la vita rude dei monti alla quale fonde con equilibrio e maturità stilistica le storie inventate e la fantasia letteraria.

 I suoi primi libri sono: Leggende delle dolomiti nel 1951, I Brusaz, 1954, Orsola nelle stagioni, 1957.

       

La sua partecipazione alla resistenza, come staffetta, con il nome in codice Anna, la consegnò a un libro molti anni dopo, nel 1963: I giorni veri, una raccolta di eventi precisi vissuti da lei in un momento di forte tensione nel paese. Le sue parole mostrano la capacità di essere stati attivi  senza mai perdere di vista l'umanità. 

Nel 1966 pubblicò Anni con Attila, altro romanzo frutto della sua attività di partigiana dove la scrittura mette ancora in mostra la capacità di delineare i personaggi soprattutto femminili..

Come dice Antonia Arslan  nel suo libro sulla scrittura femminile italiana fra '800 e '900, l'autrice  affida alle figure femminili dei suoi libri   "il messaggio morale della continuità atemporale, la custodia delle tradizioni e dei valori umani fondamentali nel contesto di un ambiente del tutto particolare, l'onestà di fronte alla morte, di cui la vita di montagna educa a non avere paura: ed è proprio nella dimensione di una narrazione epica "al femminile" che la sua scrittura da i risultati migliori..."

Le donne che descrive nei suoi libri sanno curare, amare ma anche lottare, e senza tanti problemi sostituirsi all'uomo nei lavori manuali. sono donne forti, vere, foggiate dalla natura rude della montagna che lei ha sempre amato.

L'unico amore della sua vita che si conosce è stato per  un partigiano Severino Rizzardi comandante di una brigata il cui nome da partigiano era Tigre, morì pochi giorni prima della liberazione.

Vale la pena sottolineare che il suo ruolo da partigiana fu ad altro rischio, al pari degli uomini e mai si tirò indietro consapevole di ciò che faceva, come trasportare armi o diffondere messaggi clandestini, eseguì anche una mappa della montagna per minare i passaggi dei tedeschi e questo le valse la taglia di cinquanta mila lire!

Per suo volere, quando morì volle essere seppellita nel suo paese natale, Galliera. 

Per gli amanti della montagna suggerisco il rifugio da lei creato a Le Marmarole si trova a 1.796 metri, sulla selletta di Pradonego, tra la parete argentata dell’Antelao e gli Spalti di Toro. 




I suoi libri

  • Leggende delle Dolomiti, Milano: L’Eroica, 1951
  • I Brusaz, Milano: Mondadori «La Medusa degli Italiani», 1954
  • Orsola nelle stagioni, Milano: Mondadori, 1957
  • Il campo rosso (Cronaca di un’estate 1946), Milano: Ceschina, 1959
  • I giorni veri, 1943-1945, Milano: Mondadori, 1963
  • Anni con Attila, Milano: Mondadori, 1966
  • Borca di Cadore. Cenno storico e turistico, Belluno: Tipografia Piave, 1970
  • Il diario di Chiara, Milano: Mursia, 1972
  • Racconti partigiani, Belluno: Nuovi sentieri, 1975
  • Gente alla Palua. Racconti, Belluno: Nuovi sentieri, 1976
  • Racconti partigiani e no, Belluno: Tarantola libraio, 1981
  • Gli ingrassavo le scarpe, in Giovanni Falaschi (a cura di), La letteratura partigiana in Italia 1943-1945, prefazione di Natalia Ginzburg, Roma: Editori Riuniti, 1984
  • Racconti del Cadore, a cura di Myriam Trevisan, Milano: Officina Libraria, 2010
  • Silenzio sotto l’erba, a cura di Myriam Trevisan, Belluno: Nuovi sentieri, 2010

Fonte: Wikipedia - Antonia Arslan Dame, Galline e Regine

martedì 23 luglio 2024

Le farfalle di Sarajevo di Priscilla Morris

 Le farfalle di Sarajevo 

di 

Priscilla Morris
Impressioni di Maria Lucia Ferlisi

Sarajevo era la città simbolo della multietnicità, la capitale della multiculturalità dove persone di etnie diverse convivono "felici e contenti" come si direbbe in una favola. Musulmani, croati e bosniaci religioni diverse e cultura diverse convivevano tranquille.

Eppure improvvisamente qualcosa si rompe e se prima la convivenza era normale senza attriti qualcosa cambia e il vortice del cambiamento porta con se le radici dell'odio e del male. Ecco che la razza, parola che odio, prevale e distacca , allontana un popolo mentre il germe della violenza e della guerra prende sempre più spazio. 

Sarajevo non è più la stessa. 

Non è facile accettare questo cambiamento e Zora, protagonista della storia, fatica a comprendere il male che serpeggia nella città, parenti e amici divisi da una barriera che il giorno prima non esisteva.

Zora si muove nella città incredula, vede persone coperte da un passamontagna nero che portano via mobili, saccheggiano le case e lei si aggira per la città e il suo studio, non comprende come può una città trasformarsi. 

Perché? Parola a cui non riesce a dare una risposta. 

Chi può si allontana, come il marito e la madre malata che raggiungono la  figlia che vive In Inghilterra.

Lei no, lei rimane, non vuole abbandonare la casa che potrebbe essere occupata, non può lasciare le sue lezioni di pittura all'università, non può abbandonare il suo studio nel palazzo che ospita il municipio e la biblioteca. 

Lei è la pittrice dei ponti, deve restare, essere esempio per i ragazzi e continuare a dipingere e intrattenere i ragazzi, dare loro una speranza. 

Rimane nel palazzo in cui vive da quando si è sposata, ormai vuoto, ma alcuni sono rimasti e si sostengono e nutrono nel paese ormai invaso da soldati che perquisiscono ogni abitazione in cerca di armi.

Zora resiste, insieme con il libraio Misrad. Tutto durerà qualche settimana..passano mesi.. Tutto finirà presto...

Poi iniziano a sparare e i corpi rimangono a marcire nelle strade per paura dei cecchini. Poi iniziano le bombe e il cielo di Sarajevo si colore di fumo e di rosso. Poi la città rimane senza telefono, senza acqua, senza luce, senza cibo.

Infine colpiscono il cuore della città, la biblioteca e lunghe farfalle nere cadono su una Sarajevo spezzata.


L'autrice ci descrive l'assedio di Sarajevo attraverso le emozioni della pittrice Zora, che come tutti gli abitanti della città assiste incredula allo scempio che giorno dopo giorno si verifica.

 Lo stile è asciutto, le parole scorrono misurate, il ritmo della storia è pacato, sereno quasi come una carezza verso questa città che lentamente cade e le case e gli alberi spariscono, rimangono solo corpi e edifici crivellati dai colpi di mitragliatrice. 

La città può ospitare solo serbi, tutti gli amici e parenti di prima adesso sono nemici, da uccidere, per dare a Sarajevo una nuova vita senza "stranieri".

Un romanzo toccante  raccontato senza odio o recriminazioni. L'incredulità della protagonista è anche quella di tutto il resto del mondo che assiste a questa guerra. fratricida. Ma l'umanità delle persone non si recide con una taglio alla storia. L'umanità rimane  e con la solidarietà mostra che non tutto è perduto. le guerre distruggono case, uccidono persone, incendiano il passato di un popolo, ma i sentimenti delle persone non vengono estirpati. La speranza non può essere distrutta. 

Una storia che non deve mancare nelle vostre letture.

Valutazione: 💛💛💛💛💛+++

Scheda Libro

Autore:

Titolo:

Casa Editrice:

Pagine:

Trama

Sarajevo, 1992. Ogni notte bande di ultranazionalisti con la faccia coperta da calze nere trascinano in strada i mobili presi dalle case abbandonate ed erigono barricate che tagliano la città in enclave etniche. Ogni mattina, gli abitanti – musulmani, croati, serbi – rimuovono quelle barriere e affrontano la giornata fingendo di non vedere ciò che si addensa all’orizzonte. Tuttavia, inevitabilmente, arriva il giorno in cui la tragedia che incombe sulla città non può più essere ignorata, e Zora Kočović, pittrice e insegnante, decide che è giunto il momento di mandare suo marito e l’anziana madre fuori dal paese, al sicuro. Lei, invece, non lascerà Sarajevo, il suo studio sotto i tetti della Vijećnica, i ragazzi che si aggrappano ai suoi corsi di arte come all’ultimo brandello di normalità, i suoi quadri che raffigurano i tanti ponti, simbolo della città della convivenza. Le ostilità non potranno durare più di qualche settimana, la tempesta passerà. Ma la tempesta non passa e l’assedio chiude Sarajevo in una morsa. I suoi abitanti rimangono senza comunicazioni, senza luce, senz’acqua, senza medicine: dalle colline attorno la città viene bombardata, spazzata dai cecchini, martoriata. Muoiono a migliaia; le lapidi, bianche, sottili, riempiono ogni angolo, prato, cortile. Spariscono giorno dopo giorno gli alberi e gli uccelli. Nel palazzo squarciato dalle esplosioni in cui Zora vive ormai sola, si è formata una vera e propria comunità di fratelli e sorelle d’anima che si appoggiano gli uni agli altri, affrontano insieme il loro mondo che si sta disintegrando, si reinventano di nuovo e poi ancora, nel tentativo di non perdere la propria umanità. Tutto ciò che Zora e i suoi amici hanno di più caro viene distrutto, esposto allo scempio dalla crescente violenza degli assalitori: al posto delle rondini nel cielo di Sarajevo volteggia la cenere, uno sciame di farfalle nere. Eppure, dopo che si è perso tutto, lì, può esserci ancora straordinaria bellezza.

sabato 20 luglio 2024

La vita altrove di Guadalupe Nettel

 La vita Altrove di Guadalupe Nettel

Impressioni di Maria Lucia

Nel libro di Guadalupe Nettel sono racchiusi otto racconti. Otto storie il cui filo comune è la ricerca del perché le relazioni affettive e emotive nascono e/o finiscono. l'autrice messicana si muove come una vagabonda in questa ricerca e spera che in qualche storia possa ritrovare quell'altrove che cerca, la speranza di trovare una spiegazione e un'alternativa possibile.

Sono storie tutte diverse che ci conducono a segreti familiari e emozioni tenute nascoste e represse, inutilmente, perché alla fine tutto viene a galla e la verità può essere devastante, come nel primo racconto che introduce il libro.

La scrittura della Nettel è precisa, asciutta,  attenta e non sbaglia, cerca di  mostrare, senza edulcorazioni, le dinamiche famigliari, senza sconti a nessuno.

Le sue storie ordinarie, attraverso la sua fine ed elegante penna, diventano straordinarie e ci regalano momenti di lettura entusiasmante.

Magia e realtà si mescolano nella narrazione e i racconti assurgono a piccoli gioielli di lettura tesi alla ricerca di mondi possibili come un albatros che sorvola il cielo e dall'alto osserva nei dettagli le emozioni buone e cattive di chi vive nella terra.

Una bella lettura anche se il suo romanzo La figlia unica è sicuramente una prova letteraria di maggior riguardo.

Scheda Libro

Autore: Guadalupe Nettel

Titolo: La vita altrove

Casa editrice: Nuova Frontiera

Pagine: 192

Trama

All’improvviso, quando meno se lo aspettano, i protagonisti di questo libro si ritrovano scacciati dalle loro vite. A volte è per ragioni di cuore, altre di lavoro o familiari, spesso semplicemente per caso: la realtà viene drasticamente sovvertita e sono costretti ad adattarsi a circostanze inaspettate, a navigare senza bussola in acque sconosciute.

 Una ragazza incontra in ospedale un parente misteriosamente bandito dalla famiglia; un attore, in piena crisi professionale, si insinua nella vita di un rinomato collega; una donna vive in un mondo in agonia, dove l’unica consolazione è rifugiarsi nel sonno; un uomo crede di scoprire la soluzione al suo logoro matrimonio in una stradina solitaria.

 Anche la famiglia, con le sue logiche spesso sfuggenti, i suoi piccoli e grandi tradimenti, i suoi segreti e le aspettative è una costante di questi otto racconti. Come pure il mondo animale e il mondo vegetale che, in un continuo dialogo, fanno da contraltare a quello degli umani. Con la precisione e l’estro di un funambolo, 

Nettel si muove tra reale e fantastico, riuscendo ancora una volta a rivelare la natura strana e inquietante della realtà che ci circonda.


mercoledì 17 luglio 2024

SCRITTRICI DIMENTICATE: BONTA' WANDA

 BONTA', WANDA (1902 - 1986)

NACQUE A MILANO IL 25 GIUGNO DEL 1902, RIMASE ORFANA DA RAGAZZINA E FU AFFIDATA A DIVERSI ISTITUTI RELIGIOSI E SI DIPLOMO' MAESTRA. 

CONSEGUITO IL DIPLOMA ESEGUì  MOLTEPLICI LAVORI, MA LA SCRITTURA ERA IL SUO OBIETTIVO E E IL SUO SOGNO  INIZIO SUBITò A SRIVERE E IL SUO PRIMO ROMANZO EBBE UN NOTEVOLE SUCCESSO, FU PUBBLICATO NEL1928: LA FATICA DI VIVERE.

FINO AL DOPOGUERRA LA SUA SCRITTURA FU PROLIFICA E SCRISSE MOLTI ROMANZI. 

LE PROTAGONISTE DEI SUOI ROMANZI SI DISCOSTAVANO DAL MODELLO FEMMINILE DI DONNA DEL REGIME FASCISTA.

LE SUE "SIGNORINETTE" ERANO IN CERCA DI LIBERTà E INDIPENDIENZA, CERCAVANO DI ESPRIMERSì NEL LAVORO E NELLA VITA SENZA IL SUPPORTO DI UNA FAMIGLIA CON MARITO E FIGLI COME IMPONEVA L'IDEALE MUSSOLINIANO.


NEL 1937 SI ISCRISSE ALL'ORDINE DEI GIORNALISTI E INIZIò LA COLLABORAZIONE  CON DIVERSI GIORNALI, TRA CUI GRAND HOTEL E INTIMITA'.

IL SUO ROMANZO PIù FAMOSO FU "SIGNORINETTE" CHE RIUSCì A VNDERE BEN CINQUANTAMILA COPIE IN UN SOLOANNO! 

UN ROMANZO CHE FECE SOGNARE MOLTE RAGAZZE E RAGAZZINE DEL TEMPO.

MORì IL 5 MARZO DEL 1986 A MILANO.


ELENCO DEI LIBRI SCRITTI DALL'AUTRICE


Signorinette (Edizioni Mani di Fata, 1938, ill. Carlo Alberto Michelini)
Signorinette nella vita, Edizioni Mani di Fata,1942, ill. E. Marisaldi)

La fatica di vivere (Milano, Libr. Edit. Milanese, 1928)
Una corsa in paradiso (Milano, Vallardi, 1934)
Paura di amare (Milano, Sonzogno, 1941)
Vivere in due (primo diario di Clementina) (Milano, Sonzogno, 1941)
L'ombra sul fiore (Milano, Sonzogno, 1942)
L'ora dell'amore (Milano, Rizzoli, 1942)
I cagnolini di Perlarosa: racconto allegro per i piccoli (Milano, Genio, 1944, ill. di Baldo)
Lontano da te (Milano, Sonzogno, 1944)
Viaggio nell'azzurro (Milano, Cremona, E. L. I., 1944)
Lucciola (Milano, A. Tarantola, 1945)
Una moglie sola (secondo diario di Clementina) (Milano, Sonzogno, 1945)
Temporale sull'orto (Milano, Mani di fata, 1945)
Sei mesi d'amore (Milano, Mani di Fata, 1946)
Una notte d'agosto (Milano, Rizzoli, 1946)
Lo strano cuore di Nelly (Milano, Sonzogno, 1947)
Via degli oleandri (Milano, Sonzogno, 1949)
Occhi d'ombra (Milano, G. Valsecchi, 1950)
Il segreto di Marta Bergen (Milano, Sonzogno, 1950)
Amore nemico (Milano, G. Valsecchi, 1951)
Amanti (Milano, G. Valsecchi, 1953)

SE VOLETE SAPERNE DI PIù

  • M. Gastaldi, Donne luce d'Italia, Milano, 1936
  • M. Bandini Buti, Poetesse e scrittrici, Roma, 1941-42
  • G. Carcano, Panorama biografico degli Italiani, Roma, 1956
  • M. Gastaldi e C. Scano, Dizionario delle scrittrici italiane contemporanee, Milano, 1957
  • Rachele Farina, Dizionario biografico delle donne lombarde: 568-1968, Baldini Castoldi Dalai, 1995

TRATTO DA

lunedì 15 luglio 2024

BANDO DI CONCORSO NAZIONALE sezione POESIA INEDITA 2024 - XLVIII EDIZIONE -

Un concorso poetico senza pagamento di quota, tema Marco Polo!

Scade il 31 agosto...affrettatevi a inviare le vs poesie!!!!

BANDO DI CONCORSO NAZIONALE  sezione POESIA INEDITA 2024 -  XLVIII EDIZIONE -



L Assessorato Cultura indicono la XLVII edizione del Premio Letterario Nazionale INSULA ROMANA 2024. In occasione del centenario della morte di Marco Polo, il motivo di ispirazione e riflessione poetica per gli autori sarà: XLVII Edizione BANDO DI CONCORSO NAZIONALE sezione POESIA INEDITA 2024 Italo Calvino, Le città invisibili, II [1972]


“Tutto perché Marco Polo potesse spiegare […] che quello che lui cercava era sempre qualcosa davanti a sé, e anche se si trattava del passato era un passato che cambiava man mano egli avanzava nel suo viaggio, perché il passato del viaggiatore cambia a seconda dell’itinerario compiuto, non diciamo il passato prossimo cui ogni giorno che passa aggiunge un giorno, ma il passato più remoto”

Oispirati al tema indicato nel Bando su supporto cartaceo in sei copie ciascuno a mezzo raccomandata. Le sei copie di ogni elaborato dovranno essere spedite in un unico plico, nel quale dovrà essere altresì inclusa una nota in busta chiusa contenente le generalità dell'autore (nome e cognome, luogo e data di nascita), l'indirizzo completo, il numero di telefono, l'eventuale e-mail. Non è richiesta alcuna quota di partecipazione. Gli elaborati lirici dovranno essere spediti entro e non oltre il 31/08/2024 (farà fede la data del timbro postale) al seguente indirizzo: Ass. Pro Loco Bastia Umbra - Piazza Mazzini 71 - 06083 Bastia Umbra PG.

Una prima selezione sarà effettuata da una Giuria di esperti di stimata e nota professionalità che sceglieranno i migliori elaborati da presentare alla Giuria Popolare composta da circa 100 membri di varie categorie sociali che nomineranno il vincitore nella serata programmata per il giorno giovedì 17 ottobre 2024 alle ore 21,00 presso la Sala Espositiva delle Monache benedettine di Bastia Umbra. La scelta della giuria è insindacabile. I testi poetici potranno essere scritti in qualunque lingua o dialetto, purché abbiano a fianco il testo italiano.

La cerimonia di premiazione avrà luogo domenica 17 novembre 2024, alle ore 17.00 presso la Sala Congressi del Centro Fieristico L. Maschiella a Bastia Umbra. Ai soli premiati e segnalati sarà inviata comunicazione entro il giorno 31 ottobre 2024. I risultati saranno resi noti tramite mezzi di comunicazione dopo la cerimonia di premiazione. Gli elaborati non saranno restituiti. Si ricorda che chi presenta delle opere partecipanti al concorso non può contemporaneamente far parte della Giuria Popolare. La partecipazione al Premio INSULA ROMANA presuppone l'accettazione del presente regolamento. I dati anagrafici trasmessi verranno trattati, ai sensi del D.Lgs. 196/2003 in materia di privacy e del Regolamento europeo 679/2016 – GDPR, esclusivamente per attività inerenti al concorso di poesia in parola e non verranno trasferiti a soggetti terzi. L'autore 1° classificato riceverà un premio consistente in € 600,00; il secondo € 300,00 e il terzo € 200,00. I premiati riceveranno una pregevole ceramica umbra. La Giuria tecnica si riserva, inoltre, la facoltà di assegnare un premio speciale intitolato alla memoria della professoressa Oretta Guidi (ex presidente giuria tecnica) al poeta ritenuto meritevole di menzione .

 Gli autori vincitori dovranno personalmente presiedere alla cerimonia di premiazione al fine di ritirare il Premio assegnato, altrimenti il premio rimarrà a disposizione dell’Ente organizzatore. È previsto che gli autori vincitori invitati alla cerimonia di premiazione siano ospiti in struttura alberghiera a carico dell'Ente organizzatore. Una prima selezione sarà effettuata da una Giuria di esperti di stimata e nota professionalità che sceglieranno i migliori elaborati da presentare alla Giuria Popolare composta da circa 100 membri di varie categorie sociali che nomineranno il vincitore nella serata programmata per il giorno giovedì 17 ottobre 2024 alle ore 21,00 presso la Sala Espositiva delle Monache benedettine di Bastia Umbra. La scelta della giuria è insindacabile. 

I testi poetici potranno essere scritti in qualunque lingua o dialetto, purché abbiano a fianco il testo italiano. gni concorrente potrà inviare fino a tre componimenti anonimi Oispirati al tema indicato nel Bando su supporto cartaceo in sei copie ciascuno a mezzo raccomandata. 

Le sei copie di ogni elaborato dovranno essere spedite in un unico plico, nel quale dovrà essere altresì inclusa una nota in busta chiusa contenente le generalità dell'autore (nome e cognome, luogo e data di nascita), l'indirizzo completo, il numero di telefono, l'eventuale e-mail. 

Non è richiesta alcuna quota di partecipazione. 

Gli elaborati lirici dovranno essere spediti entro e non oltre il 31/08/2024 (farà fede la data del timbro postale) al seguente indirizzo:

Ass. Pro Loco Bastia Umbra - Piazza Mazzini 71 - 06083 Bastia Umbra PG. 


 LA GIURIAÈ FORMATADA: Jacopo Manna (Coordinatore della Sezione Poesia Inedita); Jane Rebecca Oliensis (Presidente Humanities Spring); Valter Papa (Medico); Marinella Amico (Insegnante in pensione); Aurora Panzolini (Universitaria)

venerdì 5 luglio 2024

Scrittrici dimenticate: FAUSTA CIALENTE

Fausta Cialente

Fausta Cialente è stata una grande voce delle letteratura italiana, essendo donna è stata dimenticata e trascurata dalle antologie degli scrittori, eppure ha vinto anche l'ambitissimo Premio Strega nel 1976. 

Fausta nasce a Cagliari, il padre è un ufficiale di fanteria e per questo motivo continua a cambiare luoghi dove vivere. Nutre fin da piccola l'amore per la scrittura che coltiva e continua anche dopo il matrimonio con Enrico Terni, compositore ebreo, dal quale avrà una figlia.

Dall'anno del matrimonio 1921 fino al 1947 vivrà a Alessandria d'Egitto e al Cairo dopo. Nelle terre d'Egitto avvierà le sue prime opere che come ambientazione avranno proprio l'Egitto, come: Cortile a Cleopatra, Pamela e la bella estate, Natalia, Marianna.

Le protagoniste delle sue opere sono all'avanguardia, lottano per affermarsi, cercano di essere fuori dagli stereotipi del tempo, affronterà anche il tema dell'amore tra due donne in Natalia, romanzo che sparì subito dalla circolazione editoriale in quanto era ancora un tema scabroso da affrontare.

Ebbe una bellissima amicizia con Sibilla Aleramo che l'aiuto introducendola in alcuni importanti salotti letterari che spinsero Fausta a intensificare la sua scrittura, della loro amicizia rimane uno splendido carteggio epistolare e si trova a Roma presso la fondazione A. Gramsci..

Lontana dall'Italia avvia anche un intensa attività antifascista e conduce programmi radiofonici da Radio Cairo. allaccia anche amicizia con Palmiro Togliatti e avvia un sodalizio con il partito comunista.

Ritornata in Italia nel 1947 continua  a scrivere per giornali e riveste, la sua produzione letteraria riprende nel  961 con Ballata Levantina  classificandosi seconda,  al Premio Strega. 

Nel 1966 pubblica Un inverno freddissimo dal quale la Rai produrrà uno splendido sceneggiato con la regia di Sandro Bolchi.

Nel 1972 pubblica Il vento sulla sabbia e nel 1976 riceve il Premio Strega on Le quattro ragazze Wieselberger.




Negli ultimi anni della sua vita si trasferisce in Gran Bretagna dove si occuperà solo di traduzioni e nelle terre britanniche morirà il 12 marzo 1994, aveva 96 anni.







grazie a Wikipedia:

Fausta Cialente - Wikipedia



 .




lunedì 1 luglio 2024

L'invenzione di noi due di Matteo Bussola

L'invenzione di noi due
 di 
Matteo Bussola

Impressioni di Maria Lucia Ferlisi


 Milo e Nadia si sono conosciuti al liceo tramite tanti messaggi senza mai arrivare alla conoscenza fisica, si sono amati in questo modo con le proiezioni delle parole che hanno messo a nudo le loro anime.

Poi dopo la maturità si sono persi di vista, hanno avuto le loro storie, si ritrovano dopo dieci anni ad una festa e tra loro scatta l'amore, quello sognato e accarezzato per tanto tempo. Sono diversi ma l'amore sana le mancanze.

Passano 15 anni e del loro amore puro non rimane più nulla se non l'ostinazione di Milo che continua a amare Nadia con lo stesso sentimento e desiderio di quando si sono conosciuto e osserva smarrito la fine di quel sogno che vorrebbe fare rinascere a qualunque costo.

Un romanzo scritto bene con toni sempre pacati, ritmo scorrevole e dialoghi ben costruito.

Un analisi della fine di un amore maniacale ne osserva e riporta in luce tutte le pieghe positive e no . analizza passo dopo passo le manie e nevrosi del rapporto. Scruta ogni anfratto, osserva ogni movimento. Non tralascia nulla dei comportamenti sbagliati. I rimpianti rincorrono i ricordi, cerca nella memoria, con la foga di un investigatore,  quando il rapporto ha avuto i primi cedimenti.

Sbagli, mancanze, noncuranze...si sommano...

Come in  un vaso di fiori la mancanza dell'acqua ha fatto appassire il fiore, anche il loro amore si è indebolito, mancanza dopo mancanza ha perso vigore, dopo tante parole non dette l'amore si è sciupato, dopo tanti silenzi l'amore si è sbrindellato.

Una piacevole lettura👩

VALUTAZIONE 💛💛💛💛

Scheda Libro

Autore: Matteo bussola

Titolo: L'invenzione di noi due 

Casa editrice: Einaudi

Pagine: 216

Trama

Cominciai a scrivere a mia moglie dopo che aveva del tutto smesso di amarmi». Così si apre questo romanzo, in cui Milo, sposato con Nadia da quindici anni, si è accorto che lei non lo desidera più: non lo guarda, non lo ascolta, non condivide quasi nulla di sé. Sembra essersi spenta. Come a volte capita nelle coppie, resta con lui per inerzia, per dipendenza, o per paura. Quanti si arrendono all'idea che il matrimonio non possa diventare che questo? Milo no, non si arrende. Continua ad amare perdutamente sua moglie, e non sopporta di non ritrovare più nei suoi occhi la ragazza che aveva conosciuto. Vorrebbe che fosse ancora innamorata, curiosa, vitale, semplicemente perché lei se lo merita. Ecco perché un giorno le scrive fingendosi un altro. Inaspettatamente, lei gli risponde, dando inizio a una corrispondenza segreta. In quelle lettere, sempre più fitte e intense, entrambi si rivelano come mai prima. Pian piano Milo vede Nadia riaccendersi, ed è felice, ma anche geloso. Capisce di essere in trappola. Come può salvarsi, se si è trasformato nel suo stesso avversario? Matteo Bussola racconta un amore. Forte, sciupato, ambiguo, indispensabile. Come ogni relazione capace di cambiarci la vita.

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Informazioni personali

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.