La santuzza è una rosa di Giuseppina Torregrossa

 La santuzza è una rosa

 di 

Giuseppina Torregrossa

Impressioni di Maria Lucia Ferlisi

Dopo Sant'Agata nel romanzo IL CUNTO DELL EMINNE, l'autrice Giuseppina Torregrossa ci   narra la storia di Santa Rosalia e di come sia diventata la Patrona di Palermo, e lo fa con la sua solita eleganza e il suo sottile sorriso.

Parte da una trama vera e tesse una storia verosimile che si intreccia attorno a personaggio storici realmente esistiti e riportati con abilità. ci troviamo a Palermo attorno al seicento, momento storico particolare e la peste che incombe nera e malefica sulla città.

La figura di Viciuzza si fa strada nel racconto ed è amica della Santa, l'aiuta sempre e quando dopo una violenza, rimane incinta, le offre la possibilità di entrare nella casa di Sofonisba come dama di compagnia e poter crescere la figlia. 

Viciuzza conosce anche il pittore Van Dick e ama parlare con lui.
A Van Dick è stata commissionato di dipingere la Santa, la dipinge, ma delude tutti...ha forse dipinto Viciuzza, detta anche la babbasuna?

Un piacevole  romanzo storico  intrecciato ad eventi di  fantasia con intelligenza e strategia, l'esperta penna di Giuseppina Torregrossa ci regala ancora una volta una storia ben costruita, scorrevole, credibile e di piacevole lettura.
Valutazione: 💛💛💛💛
Scheda libro

TITOLO: La Santuzza è una rosa

AUTORE: Giuseppina Torregrossa

EDITORE: Feltrinelli

PAGINE: 240

Trama

Viciuzza e Rosalia si conoscono nei vicoli di Palermo eppure, nonostante la miseria che le circonda, quando scherzano e si confidano si spande attorno a loro un profumo intenso di rosa. Perché Rosalia non è solo una coetanea di Viciuzza, una ragazzina povera quanto lei, ma è la Santuzza che il popolo invoca nel bisogno. Viciuzza non ha una madre che le voglia bene e se sul suo piatto arriva qualche fava da farci una purea è grazia ricevuta, ma ha un candore che le privazioni non possono intaccare e che le vale il soprannome di “Babbasuna”. 

L’incontro con santa Rosalia nel 1614 intreccia un’amicizia che durerà tutta una vita. Intanto il gesuita padre Cascini, ignaro di questo legame speciale, è impegnato nell’“ideuzza” di dotare santa Rosalia di una genealogia illustre che la faccia discendere da Carlo Magno, per renderla accetta alla nobiltà e all’alto clero. E scomoda per la sua iconografia nientemeno che il fiammingo van Dyck. Fra spie vaticane e le ombre della Riforma protestante, è proprio questo gesuita malandato ma tenace a salvare Viciuzza dalla strada, con l’aiuto delle sue impareggiabili aiutanti, le suore Mano destra e Mano sinistra, e a trovarle sistemazione presso la grande pittrice Sofonisba Anguissola.

Nel 1624, quando sopra Palermo si abbatte la peste con il suo fetore insopportabile, di santi – anzi, di sante patrone – ce ne sono ben quattro, ma nessuna sembra godere della fiducia del popolo. Solo la Santuzza può compiere il miracolo più grande e mettere in salvo la città e i suoi abitanti. Ed ecco che l’“ideuzza” di padre Cascini finalmente prende forma, con l’aiuto di una Viciuzza ormai più matura e consapevole. Giuseppina Torregrossa scrive un romanzo vivacissimo e pieno di ironia, dove Palermo è il centro di macchinazioni ordite da Nord a Sud, da Anversa a Roma, fra spiritualità, amicizie, arte e potere.

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