Solo una canzone di Roberto Livi



Solo una canzone 

di

 Roberto Livi





                                                                                                                                                                                                                         Impressioni di Maria Lucia Ferlisi

Lui è un cameriere, stanco e distrutto dal mal di piedi  per le ore passate a gestire e servire in quel piccolo ristorante ereditato dai genitori. Loro  erano stati bravi a gestirlo, il padre ogni sera suonava il sassofono e intratteneva il pubblico con un complessino a suon di polche e mazurche. Un tempo il locale era sempre pieno adesso con la madre che preparava tutto a mano e con prodotti genuini,  lui serve prodotti surgelati per evitare sprechi e di conseguenza colleziona recensioni negative.

Ma lui è sempre lì, in piedi a servire con il sorriso stereotipato sul viso .

Sorride e riflette sulla sua vita, sul matrimonio con una donna noiosa chiusa nel suo mondo di paleontologia. Riflette sulla vita, sulla sua inutilità, vorrebbe emergere e comporre una canzone che gli frulla nella testa da quando era ragazzino, gli manca solo il ritornello, quello che lo renderebbe famoso, lo farebbe per uscire dal grigiore della vita e anche per Agnese, una bellissima barista,  a cui far venire "la pelle cappone" e forse lui potrebbe togliere quegli abiti neri che intristiscono maggiormente la sua esistenza e vivere!

L'autore ci pone di fronte a una domanda esistenziale a cui è difficile dare una risposta, viviamo in un mondo in cui l'essere normali non è accettato, allora nasce la necessità di uscire da quell'anonimato, diventare qualcuno, magari l'autore di una canzone famosa e riacquistare un posto dignitoso in questa società che non accoglie le persone che si accontentano di vivere nella tranquillità, di persone che non svolgono un lavoro che li ponga all'attenzione della società in cui vivono.

Una riflessione amara sull'inseguimento di un sogno che non sfocia in nulla e sull'incapacità di vivere nel presente e convogliare le proprie energie su quello che si ha. 

Una vita inutile, tesa solo a rimuginare il passato e immaginare un futuro impossibile, il presente è duro, difficile, meglio fuggire da esso e rifugiarsi in posti solitari dove dare libero sfogo alle elucubrazioni personali.

Una narrazione coinvolgente ben diretta dall'autore Roberto Livi, una storia che ti lascia mille domande al termine della lettura cercando spiegazioni e risposte su questa società che vive di momenti di gloria e dove tutto scivola senza lasciare traccia.

Un romanzo che con ironia affronta temi esistenziali, regalando ai lettori un romanzo prezioso di riflessioni e spunti di attenta valutazione della società in cui viviamo.

Buona lettura da Maria Lucia

Scheda libro

Autore: Roberto Livi

Titolo: Solo una canzone

Casa editrice: Marcos y Marcos

Pagine: 239

Trama

Padrone di una trattoria a un passo dalla chiusura, lui cucina-serve-intrattiene durissimo: ma la rovina incombe. La moglie Ave lo guarda storto, le recensioni online sono implacabili. Nel cassetto, da sempre c'è un sogno: comporre una canzone. Ne ha "quasi pronta" una. Ma nemmeno i suggerimenti geniali del maestro di canto lo aiutano a continuare. Sul più brutto sbuca un possibile riscatto, magari un amore: Agnese e sua figlia. Sbuca una inattesa solidarietà del vicinato, che lo fa sentire meno solo. Forse, sbuca persino la Canzone che sbandiera da una vita, che non si è mai sognato di cantare e tutti gli chiedono a gran voce. Una tragicommedia all'italiana ― ambientata nelle Marche ― che più italiana non si può. Un film fatto e finito. Nel frattempo: un romanzo per tutti.

Biografia

Roberto Livi

Roberto Livi nasce a Pesaro nel 1967. Frequenta le scuole elementari dall’età di sei anni, ma, a causa di un disturbo da deficit di attenzione e dislessia, impara a leggere le prime parole soltanto all’età di sette anni. Terminate con fatica le scuole dell’obbligo, entra come apprendista in una falegnameria dove, tra una lavorazione e l’altra, ha l’occasione di suonare qualche nota su una fisarmonica di proprietà del falegname capo. Durante una di queste sue improvvisazioni, viene notato da un anziano maestro di musica il quale, certo di trovarsi di fronte un genio della tastiera, lo convince a lasciare il lavoro per intraprendere lo studio della musica. Dopo quattro anni di studi sotto la guida del maestro (piano, fisarmonica, organo, armonia e contrappunto), il maestro stesso ammetterà d’essersi sbagliato. Dal 1997 riprende il lavoro di falegname dedicandosi alla costruzione di strumenti musica

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