Maria Luisa Spaziani - una poetessa dimenticata

 Maria Luisa Spaziani nasce a Torino il 7/12/1922 in  una ricca famiglia, il padre aveva una azienda chimica. Morì a Roma nel 2014.

Fu la più giovane direttrice di una rivista, a soli 19 anni fondò, con altri intellettuali torinesi,  una piccola rivista: IL GIRASOLE a cui cambiò nome subito dopo con Il dado. vi collaborarono grandi nomi della letteratura italiana come U. Saba e V. Pratolini e la grande Virginia Woolf che le mandò i complimenti per la rivista chiamandola "la piccola editrice". 

Si laureò in Lingue discutendo una tesi su M. Proust. La sua amicizia affettuosa con Montale, fu la sua allieva prediletta,  la spronò a pubblicare le prime poesie: Le Acque del sabato nel 1954, e il poeta stesso dedicò a lei diversi madrigali, chiamandola volpe, 1956: La bufera.

Nel 1955 la sua vita agiata cambiò a causa del fallimento dell'azienda paterna. Iniziò a insegnare lingua e letteratura francese a Treviglio prima e successivamente a Messina. 

Conobbe Elèmire Zolla, scrittore e filosofo, ebbe con lui un a tormentata storia d'amore non solo sentimentale ma anche di grande cultura, a cui pose fine nel 1960 con la separazione. 

Poetessa di elevata cultura che si rifletteva nei versi sublimi da lei scritti  pubblicò diversi libri e vinse numerosi premi con le sue pubblicazioni,  fu per ben tre volte candidata al Premio Nobel nel 1990/1992 e 1997.  

Le sue parole erano precise, nitide, chiare e riflettevano l'universalità delle emozioni, la sua produzione non fu solo poetica scrisse saggi, romanzi e opere teatrali, riscuotendo sempre successo di critica e pubblico.

La sua opera più famosa rimane Giovanna D'Arco, pubblicata nel 1990, in cui ripropone la vita della Santa in un a lunga epopea poetica, una sorta di favola che riscosse non pochi consensi 

La sua produzione letteraria a largo raggio non le ha certo guadagnato un ricordo nei libri di scuola, eppure fu una stimata poetessa in primis, una donna di cultura smisurata ma non fino al punto di essere ricordata ai giovani studenti di oggi, tramandiamo le poesie di Saba, Montale, Ungaretti...ma i versi della Spaziani  rimangono nel cuore di pochi studiosi.


Le sue opere in versi

  • Primavera a Parigi, Milano, All'insegna del pesce d'oro, 1954
  • Le acque del sabato, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1954
  • Luna lombarda, Venezia, N. Pozza, 1959
  • Il gong , Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1962
  • Utilità della memoria, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1966
  • L'occhio del ciclone, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1970
  • Ultrasuoni, Samedan, Munt press, 1976
  • Transito con catene, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1977
  • Poesie, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1979 - introduzione di Luigi Baldacci
  • Geometria del disordine, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1981 - Premio Viareggio[3]
  • La stella del libero arbitrio, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1986
  • Giovanna D'Arco , romanzo popolare in sei canti in ottave e un epilogo, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1990; nuova ed. con testi di Gesualdo Bufalino, Novara, Interlinea, 2011
  • Torri di vedetta, Milano, Crocetti, 1992
  • I fasti dell'ortica, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1996 Premio Dessì per la poesia[4] Premio Brancati,[5]
  • La radice del mare, Napoli, Tullio Pironti editore, 1999, Premio Nazionale Rhegium Julii[6]
  • La traversata dell'oasi, poesie d'amore 1998-2001, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2002
  • La luna è già alta, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2006
  • L'incrocio delle mediane, Genova, San Marco dei Giustiniani, 2008
  • Tutte le poesie, a cura di Paolo Lagazzi e Giancarlo Pontiggia, Milano, Mondadori, 2012
  • Pallottoliere celeste, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2019 [raccolta di poesie postuma]

Alcune sue poesie

Voce

Natale è un flauto d’alba, un fervore di radici
che in nome tuo sprigionano acuti ultrasuono.
Anche le stelle ascoltano, gli azzurrognoli soli
in eterno ubriachi di pura solitudine.
Perché questo Tu sei, piccolo Dio che nasci
e muori e poi rinasci sul cielo delle foglie:
una voce che smuove e turba anche il cristallo,
il mare, il sasso, il nulla inconsapevole.

                                                          Non sa, la barca, risalire il fiume

  Non sa, la barca, risalire il fiume.
Nessun vento contrasta la rapida.
Felicità, gonfiavi le mie vele.
Ora smorte ricadono in lamenti.

Ma sarebbero ancora le parole
l’essenziale energia. Quel silenzio
che sempre è il limo fertile del verso,
ora è puro veleno.

L’indifferenza

L’indifferenza è inferno senza fiamme,
ricordalo scegliendo fra mille tinte
il tuo fatale grigio.

Se il mondo è senza senso
tua solo è la colpa:
aspetta la tua impronta
questa palla di cera.
Grazie a https://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Luisa_Spaziani

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