Le rondini di Kabul di Yasmina Khadra, pseudonimo di Mohamed Moulessehoul,

 


Rileggere Le rondini di Kabul dopo vent'anni riempie il cuore di tristezza, speravo che le rondini fossero tornare a fare festa, invece ancora una volta sono state costrette ad allontanarsi, a scappare da quella città dove il sole si è piegato  e regna il buio della mente.

Il romanzo diventa ancora una volta attuale e sembra scritto dopo qualche mese dalla consegna  di Kabul ai talebani e al ritorno dell'oscurantismo.

Ancora una volta le donne tornato ad eliminare i loro sorrisi e le loro speranze per scomparire dentro un burqa che le rende tutte uguali e sottomesse al volere degli uomini, non hanno un volto né un corpo, non hanno voce ne sorrisi. 

Anche la vita degli uomini è cambiata, non si ride in pubblico, non si può avere una propria opinione e una parola può essere trasformata nella tua prigionia, devi solo pregare e uniformarti al pensiero dei talebani che controllano ogni tuo passo,  pronti a consegnarti alla prigione se non osservi le loro regole.

L'autore sotto un pseudonimo femminile ci fa comprendere questo soffocamento dei diritti, dell'umanità, della libertà di pensiero e di essere attraverso le storie di due famiglie: Mohsen e Zunaira, una famiglia benestante che che sognava, quando Kabul era una città libera, lui d'intraprendere la carriera diplomatica, lei quella della magistratura, adesso sono due due relitti di quello che erano, ridotti in povertà, solo Zunaira continua a sperare...

L'altra coppia è composta da Atiq e Mussarat, lui relegato nel ruolo di carceriere e la moglie afflitta da un male incurabile, l'uomo di fronte ai quotidiani massacri avverte un cambiamento che può essere rischioso, parla da solo ed è sempre più insofferente a queste atrocità. 
Attraverso le parole dei personaggi avvertiamo tutto il dolore di questa città dove le persone vengono annullate, dove regna il dolore e la paura, dove la miseria e la brutalità convivono con il fanatismo religioso e consegnano la città, un tempo libera e moderna, all'oscurantismo più bieco.

Le storie dei quattro personaggi s'intrecciano in un crescendo di paura e ti senti soffocare mentre assisti alla lapidazione di una donna, colpevole di aver tradito il marito.

Una storia drammatica e maledettamente attuale, un romanzo che avresti voluto non leggere, una testimonianza che ti rende impotente, come loro, di fronte all'orrore e rischi di rimanerne invischiato come Moshen.

Una storia che vi farà comprendere cosa significa vivere in Afghanistan, dal punto di vista di chi vive ogni giorno questi soprusi. Ma la speranza non può abbandonare chi ancora crede che ci si può rialzare e sognare che le rondini possano fare ritorno a Kabul.

Scheda libro

Autore: Yasmina Khadra

Titolo: Le rondini di Kabul

Casa Editrice: Sellerio

Pagine: 248

Sinossi

«Dopo vent’anni – è il rimpianto di Yasmina Khadra –, in cui il semplice ritorno alle cose naturali della vita ci sembrava una specie di miracolo, ma noi ci avevamo creduto, ecco che tutto è sparito in una voluta di fumo, eccoci rispediti alla casella di partenza».
Questo romanzo dello scrittore algerino Mohamed Moulessehoul, che ha cominciato a scrivere con lo pseudonimo femminile di Yasmina Khadra – e dopo il successo ottenuto, lo ha mantenuto –, è stato pubblicato nel 2002, poco dopo l’intervento americano in Afghanistan. Attraverso le storie dei protagonisti, parla della vita quotidiana a Kabul sotto i talebani trionfanti, come sono trionfanti oggi vent’anni dopo. Il quadro di un’agghiacciante realtà pubblica, attraverso le scene private di due matrimoni. Mohsen e Zunaira, una coppia borghese ridotta in povertà: «Si erano conosciuti all’università. Lui studiava scienze politiche e aspirava alla carriera diplomatica; lei ambiva a diventare magistrato»; e Atiq e Mussarat, lui un carceriere, quindi un personaggio di un certo privilegio in mezzo a un popolo di prigionieri, lei una malata terminale, quindi ancor più emarginata nella sua condizione inferiore di donna. Tra queste due unioni, vive una colpa immensa e da nascondere assolutamente: l’amore. La bella Zunaira è per Mohsen l’amore di gioventù; Atiq è legato alla sofferente Mussarat di devozione e gratitudine per quello che lei aveva fatto anni prima. Che ne farà di loro «la città dannata», dove «la gioia viene annoverata fra i peccati capitali», e «le esecuzioni pubbliche tendono a diventare routine»? Oggi, «dopo vent’anni di guerra e di speranza», Kabul è ritornata la stessa città dannata.
Nel libro c’è una frase che è un’espressione di ottimismo: «I talebani hanno approfittato di un attimo di confusione – dice Mohsen a Zunaira – per assestare un colpo terribile ai vinti. Ma non è il colpo di grazia». Rileggere questo romanzo e confrontarlo con quanto è successo significa prendere atto del colpo di grazia. «Le rondini di Kabul non torneranno ad annunciare la primavera» scrive Khadra nell’Introduzione.

Biografia

Yasmina Khadra, pseudonimo di Mohamed Moulessehoul, è uno scrittore stimato e apprezzato nel mondo intero. Nato in Algeria nel 1956, reclutato alla scuola dei cadetti a nove anni, è stato ufficiale dell’esercito algerino. Dopo aver suscitato la disapprovazione dei superiori con i suoi primi libri, ha continuato usando come pseudonimo il nome della moglie. Nel 1999 ha lasciato l’esercito svelando così la sua vera identità e ha scelto di vivere in Francia. In Italia sono pubblicati molti dei suoi romanzi, tra cui i due noir Morituri (1998) e Doppio bianco (1999), e Quel che il giorno deve alla notte (2009), miglior libro del 2008 per la rivista letteraria «Lire» (adattato a film nel 2012). Con Sellerio: Gli angeli muoiono delle nostre ferite (2014), Cosa aspettano le scimmie a diventare uomini (2015), L'ultima notte del Rais (2015), L'attentato (2016), dal quale è stato tratto il film di Ziad Doueirie, Khalil (2018), L'affronto (2021) e Le rondini di Kabul (2021). 

Commenti

Post più popolari