Intervista a Paolo Bertulessi


INTERVISTA

a

Paolo Bertulessi


Con l'autore Paolo Bertulessi si è stabilito un rapporto di stima dall'inizio della pubblicazione dei suoi due romanzi. Poi c'è stata la svolta poetica e devo dire che l'ho apprezzato maggiormente; nei versi ha modo di liberare le emozioni, piccole gocce poetiche che mostrano le debolezze umane in questo grande alveare che è il mondo.
Siamo echi dispersi nel cemento delle grandi città, dispersi vaghiamo in un  percorso difficile, irto di pietre che ci pongono ogni giorno di fronte a questo cammino insidioso e scopriamo... la nudità dei sassi...

Di seguito l'intervista che mostra ai lettori chi è Paolo Bertulessi, narratore, poeta, padre e uomo.
Buona lettura

Ciao Paolo, vorresti presentarti al pubblico del blog La lettrice di Carta? 

- Salve a tutti. Desidero intanto ringraziare questo blog letterario per avermi gentilmente ospitato.

Per presentarmi ai lettori, inizio con il dire di essere nato a Bergamo ma cresciuto a Padova, la città dove ho studiato per poi conseguire la Maturità Classica; provengo da una famiglia geograficamente eterogenea, con padre bergamasco (docente di Matematica e Fisica), madre novarese, nonno materno barese (viceprefetto a Padova) e una prozia austriaca, nella quale sono cresciuto tra libri e quadri: la passione per la lettura e la cultura in generale ha sempre accomunato tutti noi, oltre all’interesse per la pittura esaltato dalle qualità artistiche di mia madre, pittrice di nudi femminili e fenomenale ritrattista… diciamo che, sotto questo punto di vista, ho avuto un’infanzia e un’adolescenza privilegiate, circondato come sono stato da un’atmosfera pregna di cultura e di visioni di corpi femminili in posa per le tele dipinte da mia madre.

Purtroppo, entrambi i miei genitori sono mancati prematuramente quando avevo soltanto venticinque anni, lasciandomi però un piccolo patrimonio formativo del quale ho fatto da subito tesoro.

Oltre ad aver lavorato nella grande distribuzione come direttore di filiale, sono stato per oltre vent’anni istruttore sportivo e, dal 2005, sono titolare di un’enoteca sita a Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova.

Quando, come e perché hai sentito l'esigenza di scrivere?

Partiamo dal fatto che io ho sempre amato leggere tanto quanto scrivere: durante il periodo scolastico, i temi in classe erano per me un lieto evento dove sfogavo la mia ispirata pulsione riempiendo di parole numerose pagine, a tal punto da essere definito “prolisso” da un professore; i miei temi, comunque, ottennero regolarmente voti molto alti.

Confesso anche di aver operato, in diverse occasioni, nelle vesti di “ghostwriter”: in pratica, ho scritto per altri aspiranti ed emergenti autori in crisi d’ispirazione o privi di un vero talento letterario. Ho sempre amato definirmi un autore “incontinente” dotato di un estro inesauribile.

Ciò che mi ha spinto a pubblicare con il mio nome in copertina, è stata la grave malattia che ha colpito il mio unigenito figlio Gianmaria: la mia opera prima, il romanzo d’esordio “ESISTENZE PROIBITE”, è stata scritta tra sale d’aspetto e camere d’ospedale durante le numerose terapie e operazioni da lui subite; posso dire che, in questo caso, la scrittura mi ha sorretto quando mi sentivo crollare.

Tutto ebbe inizio lì, ma mio figlio, dopo aver lottato tre anni come un indomito guerriero, nel 2020 ha perso una battaglia contro un male più grande di lui: mi piace pensare che ora sia al mio fianco mentre scrivo: credo di non esagerare affermando che la scrittura sia per me vitale.

Che emozioni hai provato quando è stato pubblicato il tuo primo romanzo?

L’emozione che ho provato quando ho avuto tra le mani la prima copia cartacea del mio romanzo d’esordio è stata immensa: dopo averne persino annusato il profumo unico e avere udito il discreto fruscio della carta, mi resi conto che in quelle pagine era contenuta una parte importante di me e della mia sofferenza; non a caso, nell’opera è presente un capitolo estremamente toccante e commovente che, ancora adesso, non riuscirei mai a leggere in pubblico.

Considero ogni mia opera una creatura che potrà essere eterna, perché “scripta manent”, gli scritti restano.

Dal romanzo sei passato alla poesia, puoi spiegarci come sei giunto a questa scelta che vedo prevalere nelle tue ultime pubblicazioni?

Posso sicuramente affermare che, per me, la poesia viaggia in un binario parallelo a quello della scrittura, sempre e comunque; non ho fatto scelte, scrivo d’impulso e in base a ciò che provo: un romanzo e una silloge poetica mi appartengono allo stesso modo e con la stessa intensità, l’essere romanziere e poeta rappresenta al meglio il mio bipolarismo letterario.

Di norma mi accade di scrivere poesie come intervallo mentre sono impegnato nella stesura di un romanzo, cosa che a volte mi impone di scegliere se inserire una determinata frase in prosa nel romanzo o trasporla in versi nella silloge.

Ultimamente hanno prevalso le pubblicazioni di due sillogi poetiche, “COME SPUTI NELLA SABBIA”, edita dalla PAV Edizioni, e “LA NUDITÀ DEI SASSI”, edita da Edizioni Bette: questo perché hanno dominato in me gli intensi versi che caratterizzano queste mie opere. Considero poi “LA NUDITÀ DEI SASSI” l’apoteosi della mia poesia introspettiva.

Ho anche fatto la bellissima esperienza di scrivere un romanzo a quattro mani e in perfetta sintonia con il mio caro amico, autore di romanzi storici, Alberto Tacca: “IN VIAGGIO PER LEI”, edito da PAV Edizioni, è un’opera sui generis dedicata alle donne vittime di molestie nei social.

Vi faccio una confidenza: ho un nuovo romanzo pronto per la pubblicazione e sarà un’opera importante… sono convinto che lascerà il segno in chi lo leggerà.

In fase di ultimazione vi è anche una nuova silloge poetica. Vi terrò aggiornati.

Che cos'è per te la poesia?

Cos’è per me la Poesia? Amo definirla “una spremuta di me”. Godo di una catarsi che mi porta a concepire versi, con tensione emotiva e parole che possono diventare affilate come coltelli: mentre in un romanzo il mio Io autore affida ai suoi personaggi l’intera recita narrativa, il mio Io poeta si denuda quando scrive… ecco, un poeta mostra tutta la sua interiorità senza schemi e schermi, si sveste per rivestirsi di liriche che svelano la sua reale anima. Non a caso, la mia pagina autore in Facebook è intitolata “Paolo Bertulessi, quando l’anima scrive”.

Quando scrivi, parti da esperienze personali o dalla tua fantasia?

Guardi, quando scrivo, molto e spesso, è perché forse tutto mi ispira; la quotidianità, con dialoghi anche semplicemente captati tra la gente, l’attualità, le banalità verbali che da sempre odio, uno scenario urbano apparentemente grigio e sterile, i suoni di città e le melodie della natura che altri non colgono. Ritengo che un autore debba essere un ottimo ascoltatore, ma questo non toglie il fatto che la mia fantasia sia sempre altamente prolifica e che le mie esperienze di vita possano essere delle formidabili Muse ispiratrici.

Quale messaggio vuoi trasmettere al pubblico con le tue pubblicazioni.

Il messaggio che vorrei trasmettere al mio pubblico di lettori con le mie pubblicazioni è chiaro e netto: provare forti e profonde emozioni. Quando scrivo sono il primo a emozionarmi, anche quando mi rileggo: vedete, io non sono una persona particolarmente socievole, per questo con le mie opere sento di comunicare molto più di quello che potrei fare verbalmente e lasciare una traccia di me.

Emozionatevi, in qualsiasi modo possibile, perché una vita senza emozioni non vale nulla.

Vuoi parlarci delle tue esperienze da scrittore, quali difficoltà hai incontrato nel tuo percorso da emergente?

Devo dire che non ho incontrato particolari difficoltà durante il mio percorso di autore, da esordiente a emergente: a partire dal mio romanzo d’esordio e con tutte le altre mie opere, ho sempre avuto diverse case editrici interessate alla pubblicazione dei miei manoscritti. Se proprio devo dirla tutta, con “ESISTENZE PROIBITE” ci sono state alcune incomprensioni con la casa editrice, ma questo può succedere quando ti muovi per la prima volta nella realtà editoriale, ci mancherebbe.

Un consiglio che mi sento di dare a tutti gli autori esordienti è di non pagare mai nulla per vedere pubblicata la propria opera, io non l’ho mai fatto: quando una casa editrice vi chiede soldi e contributi per la pubblicazione, altro non è che una semplice tipografia che pubblicherebbe qualsiasi cosa; una casa editrice seria deve essere professionale, selettiva e credere e investire nel vostro lavoro.

Non apprezzo nemmeno il cosiddetto self publishing: come può sapere un autore che si autopubblica se realmente i suoi scritti sono meritevoli senza passare una selezione? In questo modo il panorama letterario si riempie di libri mediocri che screditano poi l’intero settore.

Quali autori hanno influenzato la tua scrittura?

Ci sono state alcune recensioni che hanno accostato stilisticamente “ESISTENZE PROIBITE” a “BELLI E DANNATI” di Francis Scott Fitzgerald e “AURUM INFERNO OPERAIO”, il mio secondo romanzo noir che ha partecipato al Premio Campiello 2019, a qualche opera di Fred Vargas: in realtà non considero la mia scrittura influenzata da qualche determinato autore, bensì sento di avere attinto quanto più possibile lo scibile dalla lettura delle opere di grandi maestri quali Luigi Pirandello, Gabriele D’Annunzio, Italo Calvino, Primo Levi, Oriana Fallaci, Umberto Saba, Alda Merini, Jack Kerouac, Vladimir Nabokov, John Steinbeck, Henry Miller, Charles Bukowski, solo per citarne alcuni. Credo di avere uno stile tutto mio, anche perché ho classificato come “Psiconoir” i miei romanzi.

Qual è il tuo romanzo preferito che consiglieresti di leggere?


Il mio romanzo preferito, quello che consiglierei di leggere a tutti, è “SULLA STRADA” di Jack Kerouak. Poi, in modo un po’ vanesio, consiglierei anche di leggere i miei.

Il tuo ultimo libro , una splendida raccolta di poesie, "La nudità dei sassi" , è un viaggio dentro sè stessi, parli d'intimità dell'anima e del dolore, vuoi aggiungere altro per presentarlo ai lettori dell'intervista?

La mia ultima silloge poetica “LA NUDITÀ DEI SASSI”, edita da Edizioni Bette di Padova, è un intenso viaggio introspettivo dentro me stesso: ho la convinzione che in molti si potranno riconoscere in determinati stati d’animo riportati nei versi. Naufragare tra queste pagine può essere salvifico e costruttivo, un aiuto per conoscersi meglio: il dolore in molteplici forme si miscela a momenti di estasi visionaria per colpire al cuore il lettore. Trattasi di un’opera che vuole scuotere l’anima.

Colgo l’occasione per ringraziare Jessica Lusa, curatrice della Collana Poesia di Edizioni Bette, e Teresa Anania, bookblogger del blog letterario “Il mondo incantato dei libri”, per le due preziose prefazioni contenute nell’opera, nonché Elisabetta Nalon, titolare della casa editrice, ed Elisabetta Negroni, responsabile della Collana Narrativa, per aver creduto in me.


Quali versi vuoi regalare al tuo pubblico?

Al mio pubblico vorrei donare i versi riportati in quarta di copertina, una scelta fatta proprio perchè riassumono al meglio l’essenza dell’opera:

EREDITÀ

Trascino, affondo

e dispiego i miei passi,

affinchè altri

incantati viandanti

possano nutrirsi

delle mie terrene impronte,

intrise di scorie,

che saranno sassi.”

Arrivederci a tutti e buona lettura. Un grazie di cuore a Maria Lucia Ferlisi per la sua disponibilità e professionalità.

Sinossi

Siamo echi di assilli che implodono nella mente, dispersi in giorni muti e plumbei, lungo un cammino pietroso che pietrifica. Siamo fili di serica materia avviluppati alla carne, che carezzano e tessono laceranti abbandoni. Nel tumulto interiore che ci abita, siamo nudi come sassi: in balia del fluire della corrente, levigati dall’acqua che è la vita – naufraghiamo; per ritrovarci, calmi, a brillare in una notte che non dirama fulmini, con meteore prese al volo e verdi golfi di sogni. 

“La nudità dei sassi” denota questo viaggio impetuoso tra le ombre e le lumeggiature dell’anima: è un cammino introspettivo che si affaccia su un mondo di versi avvolti da una sonorità che richiama quella delle sirene odisseiche. Naufragando tra queste pagine, si verrà piacevolmente scossi da metafore evocative di una solitudine ricercata, che permettono di guardare dentro di sé con occhi nuovi.

Biografia autore

Paolo Bertulessi, scrittore e poeta nato a Bergamo ma padovano d’adozione, sin da adolescente si appassiona alla letteratura e consegue la maturità classica.

È stato istruttore sportivo ed è attualmente titolare di un’enoteca a Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova, punto nevralgico delle sue ispirazioni narrative e poetiche.

L’autore dedica molto del suo tempo alla scrittura di romanzi e sillogi poetiche, prediligendo il genere noir da lui ridefinito “psiconoir”.

Nel 2018 pubblica il suo romanzo d’esordio “Esistenze proibite”, edito dalla casa editrice “Le Mezzelane”, seguito da “Aurum inferno operaio”, edito dalla “PAV Edizioni” e opera accolta al Premio Campiello nel 2019.

In questo stesso anno esce la sua prima silloge poetica, intitolata “Nuotando nel mio assenzio”, opera inserita nell’antologia “Guido Zucchi 2019”.

Nel 2020 vengono pubblicati la raccolta di poesie “Come sputi nella sabbia”, sempre da “PAV Edizioni”, e il romanzo “In viaggio per lei”, scritto a quattro mani con l’amico scrittore Alberto Tacca e dedicato alle donne vittime di stalking nei social.

Nel 2021 vede la luce la sua nuova opera poetica “La nudità dei sassi”, silloge in concorso al Premio Internazionale di letteratura “Città di Como” ed edita dalla Casa Editrice “Bette Edizioni”.






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