lunedì 5 novembre 2018

Piccole Storie della Grande Mantova di Antonio Maurizio Cirigliano

Piccole Storie della Grande Mantova 
di 
Antonio Maurizio Cirigliano

recensione di Maria Lucia Ferlisi

Antonio Maurizio Cirigliano è un poeta e scrittore, ama passeggiare per la città di Mantova, città d'arte, e città che l'ha accolto in questo piccolo microcosmo di provincia.

Antonio ama Mantova, e da quando è arrivato, ha avuto la voglia di conoscere questa città non solo come luogo dei Gonzaga, ma come luogo di persone e storie.

Nelle sue passeggiate quotidiane, in compagnia di Alba, la splendida bestiola salvata dal randagismo,   ha osservato, chiesto e domandato avviando conversazioni con persone qualunque che vivono la città come lui.

Antonio ascolta le storie e le fa sue, e le storie diventano piccole gocce di vita quotidiana nel suo libro dedicato ai Mantovani.

Mantova si trasforma in un piccolo cuore pulsante di gioia, di dolore, di saggezza, di estrosità, ma soprattutto di vita QUOTIDIANA.

Aziz con la sua storia dolorosa d'immigrazione e di terra araba bruciante e forte.

Aurora giovanissima con tanta voglia di sentire la libertà tra i capelli e la ruota del luna park a cui s'aggrappa come se fosse il suo lasciapassare per  la felicità.

Mara che ama gli animali e salva i randagi per accudirli e dargli calore e affetto familiare insieme con Antonio Maurizio.

Carla che ama i gatti.

Vito che arriva dal sud.

Luciano barbiere di Porto Catena...

Piccole gocce di vita cittadina con persone conosciute e sconosciute che pulsano all'unisono tra loro nella città dei Gonzaga.

Antonio Maurizio Cirigliano con un taglio giornalistico ha raccolto nel suo romanzo breve storie di vita vissute, ricche di emozioni e vita, quella vera.

Il romanzo, corredato da splendide foto, è racchiuso in una splendida copertina con pagine ben curate  dalla piccola casa editrice mantovana il Cartiglio di Monica Bianchi e rende il contenuto del romanzo ancora più prezioso.
Sinossi
 I racconti di Antonio Maurizio Cirigliano appaiono come Ritratti, spaccati di vita in cui il taglio giornalistico rimanda quasi al Verismo e al Naturalismo francese di metà Ottocento. Per gli scrittori naturalisti la letteratura deve fotografare oggettivamente la realtà sociale e umana, rappresentandone rigorosamente le classi, comprese quelle più umili, in ogni aspetto anche sgradevole; gli autori devono comportarsi come gli scienziati analizzando gli aspetti concreti della vita. Nei veristi convive il desiderio di far conoscere al lettore il proprio punto di vista, pur non svelando opinioni personali nella scrittura. In Piccole storie della Grande Mantova i ritratti sono vere e proprie fotografie in cui traspare in ogni caso la capacità di Cirigliano entrare in contatto empatico con ciò che descrive. Tratta, infatti, storie di gente normale che caratterizzano Mantova (ma potrebbero essere ambientate in altre città dei nostri giorni) alternando storie drammatiche a storie più leggere e solari. Per la sottile vena intimista ha inserito, alcune sue immagini in bianco e nero – senza intrusione del colore – proprio per sottolinearne l’aspetto verista. E in bianco e nero, su fondo blu è pure la foglia in copertina che appare un po’ secca e imperfetta. Come le Vite descritte nel volume.

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.