Biblioterapia:1° consiglio

Salve amiche ed amici 
come promesso, ecco il primo appuntamento con i consigli di cura attraverso i libri.
Comincio con il suggerimento di un'autrice che amo molto, che probabilmente citerò ancora, in quanto, nell'attuale panorama della letteratura, è sicuramente quella che riesce a scandagliare l'animo umano meglio di altri.

Si tratta di Annie Ernaux, l'autrice usa un linguaggio preciso e attento, ogni sua parola è soppesata e scelta con accuratezza, nei suoi racconti, autobiografici, analizza con precisione chirurgica i suoi stati d'animo. Le sue parole sono spietate, ma questa è la vita, quella vera, non romanzesca, i suoi libri sono tutti VERI, le sue parole sono taglienti, ma sono le uniche da usare s vogliamo capirci.



Il romanzo scelto è UNA PASSIONE SEMPLICE.

L'ho scelto perché ho una cara amica che sta vivendo una storia clandestina, forte, ma che annulla la sua vita. Non riesce a vedere la realtà, o non vuole vederla.
Naturalmente il messaggio del romanzo è rivolto a tutte quelle storie che non hanno un futuro, quegli amori tossici che ti tolgono la giusta ragionevolezza, ma talmente forti che non riesci a fare a meno di viverle

Mi chiedo se l'amore totale e forte, può annullare ogni nostro pensiero. Trovate giusto che l'amore sia così totale da non lasciarti scelta, o abbiamo il dovere di lasciare una porta aperta per capire chi siamo, che restiamo sempre noi stesse.

Il romanzo, intimo e doloroso,  analizza il rapporto quando è già terminato, ripercorre tutti gli stati d'animo che hanno caratterizzato questo annullamento totale, per vivere una storia di cui dentro di sé quando siamo consapevoli che non può avere un futuro. 

Non so quante di voi vivano una storia così totale, clandestina o no, ma ponetevi la domanda:

"è giusto annullare se stessi per amore?".

Annie Ernaux punta il dito contro quell'attesa, che sfinisce il corpo e la mente di una donna, si passano ore, giorni, mesi ad aspettare un uomo. Un'attesa snervante. Un'attesa descritta nei minimi particolari. Un'attesa che alla fine distrugge qualsiasi amore, clandestino o no. 

Una storia d'amore che provoca dolore è amore?

L'amore dovrebbe provocare gioia, condivisioni, spensieratezza...che tipo di amore può essere allora?

Vale la pena di vivere una storia d'amore che sappiamo che è un amore tossico?
Dobbiamo rinunciare da subito a vivere questo amore?

Siete riuscite a mettervi nei panni della protagonista, quali emozioni avete provato?
Vi siete riconosciute in alcuni suoi atteggiamenti prima e dopo gli incontri d'amore?

Come vi siete comportate voi in situazioni analoghe?


Adesso vi invito a leggerlo, e se vi farà piacere, potete commentarlo su questo post.
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Ferlisi92@gmail.com




Sinossi

Una donna e un uomo condividono un'intensa relazione clandestina. Lui, straniero, è sposato e inaccessibile. La avvisa con una telefonata ogni volta che gli si presenta l'occasione di passare del tempo insieme. Gli incontri che seguono sono brevi, con l'amore che si consuma in amplessi tormentati dal presentimento del distacco. Poi lei lo osserva rivestirsi e andare via e allora riprende - lì da dove si era interrotta - quell'attesa ossessiva: di lui, di una chiamata, del prossimo intreccio di corpi e desideri. Quando la storia finisce, l'uomo e la donna smettono del tutto di sentirsi o vedersi. Restano, come marchi impressi nella carne, i segni del sesso, dell'amore, dell'attesa. Indizi di una passione semplice.

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