lunedì 15 luglio 2019

LA DONNA CAPOVOLTA DI TITTI MARRONE


LA DONNA CAPOVOLTA
DI
TITTI MARRONE
recensione di
Maria Lucia Ferlisi


Eleonora ed Alina due donne diverse per etnia e e per strato sociale, entrambe però devo affrontare il dramma della vita dura che colpisce in modo diverso le loro vite.

Eleonora proviene da un ceto sociale medio alto, immersa nella vita culturale, affronta le tematiche di genere con la triste consapevolezza di non aver alcun legame con le nuove generazioni femminile.

 Il marito è un avvocato che ha creato il proprio successo e lavora fino a notte fonda con il nuovo assistente neo laureato greco. Ha una figlia Laura che studia in Francia a cui stanno spianando una vita di successo.

Ha anche una madre, una donna colta e autorevole che si è avvizzita nella sua triste vecchiaia in preda ai deliri della sua malattia che la priva dell'identità e dei ricordi. 

Non può seguirla, lei deve ritrovare se stessa deve riacciuffare la vita che le sfugge alle soglie dei sessant'anni: non vuole guardare in faccia la vecchiaia che non è quella serena e gioiosa della reclamè.

Alina, una donna moldava, in cerca di soldi da inviare al figli che studia in Spagna al marito che si ritrova senza lavoro, il padre e una nipote rimasta orfana. Quello che guadagna lo manda a loro, soprattutto al figlio per creargli un futuro. Prima o poi ritornerà, ma sono già passati 10 anni.

Un romanzo in cui queste donne s'incontrano e le loro vite si scontrano in un susseguirsi di emozioni e realtà che ancora una volta le mette in ginocchio. Entrambe.

L'autrice Titti Marrone con eleganza affronta i tanti temi reali di queste due vite, li racconta in modo reale e concreto sbattendoci in faccia la realtà di queste badanti che in ogni loro passaggio nelle case altrui devono affrontare ogni sorta di umiliazioni.

Uno specchio sugli anziani, sulle loro gestione negli ultimi anni della loro vita, piccole miserie raccontate con una sottile ironia e amarezza.

Un romanzo che sentiamo "vero" che fa riflettere e magari possiamo riuscire a guadare con occhi diversi, n modo meno severo e con maggior cordialità e comprensione Alina e le tante altre badanti

Una storia amara e spietata, una lotta tra due donne colpite dalla durezza della vita.



SCHEDA LIBRO
TITOLO: La donna capovolta
AUTORE: Titti Marrone
CASA EDITRICE: Icaobelli editore
PAGINE: 175

Sinossi
Eleonora è una filosofa, insegna studi di genere, frequenta amici intellettuali e progressisti, ha un marito narciso e una figlia all'estero. Tutto bene? No, non proprio, perché - complice l'età che avanza - Eleonora si trova in preda a una sorta di spaesamento interiore. Forse perché ha un'anziana madre demente da accudire.

 Alina è una efficientissima badante moldava ingaggiata per alleviare Eleonora dalle incombenze di cura della madre. Il confronto tra le due donne - che fanne entrambe perno sulla terza, la vecchia madre - è come una deflagrazione: si specchiano l'una nell'altra e si detestano per questo. 

Pensano di essere diversissime e invece sono legate da una reciproca dipendenza che non riescono a tollerare. Entrambe si trovano d'un tratto, a essere tradite, deluse dove meno se l'aspettavano. E nel romanzo di Titti Marrone ciascuna racconta la sua esistenza direttamente, per la sua parte, in brevi, spietati e a volte ironici lampi di coscienza contrapposti: un susseguirsi di personaggi e d'involontaria feroce comicità sulla vecchiaia, la malattia, i piccoli trucchi per fuggire dalle responsabilità.

venerdì 12 luglio 2019

Meghan, la duchessa ribelle di Cristina Penco

Meghan, la duchessa ribelle
di 
Cristina Penco


Era un'attrice affermata, ha mollato la recitazione per vivere il sogno: sposare il principe Harry. Ma a corte non è tutto semplice: l'etichetta, la tradizione millenaria, l'attenzione – a volte eccessiva – delle cronache rosa possono essere soffocanti. Meghan, però, non si lascia schiacciare, il suo obiettivo è quello di cambiare, col suo comportamento spontaneo, certe regole vetuste. Il libro “Meghan Markle, la duchessa ribelle”, scritto da Cristina Penco, edito da Diarkos, racconta le vicissitudini della nuova duchessa di Sussex .


“Anche le donne adulte sognano il principe e vivono nella fantasia delle fiabe come da bambine”. Sono le parole di Meghan Markle, scritte sul suo blog in occasione del matrimonio di William e Kate, quando la giovane attrice non immaginava nemmeno che sarebbe diventata la moglie di Harry. Invece a volte le strade delle vita si incrociano in maniera inaspettata, trasformando in realtà quello che nemmeno si osava sperare.
Ma se il matrimonio con Harry ha cambiato la vita a Meghan, anche lei ha mutato diverse dinamiche in casa Windsor. A raccontare la 'rivoluzione' portata dall'attrice americana nell'ingessata monarchia britannica è la giornalista Cristina Penco, col libro “Meghan Markle, la duchessa ribelle”, edito da Diarkos.

Quella di Harry e Meghan è prima di tutto una storia d'amore.
Lui è considerato lo scavezzacollo della famiglia reale britannica, finito su riviste e rotocalchi per i suoi eccessi, ma amato dal popolo e ritenuto il rampollo di sangue blu più desiderato d'Europa.
Lei è un'attrice già nota a Hollywood, con una carriera ben istradata davanti, femminista, determinata e 'multietnica' col padre caucasico e la madre afroamericana.
Non è certo la descrizione della perfetta duchessa britannica, invece l'amore colma ogni distanza: Harry decide di sistemarsi e al sua fianco vuole Meghan, non per qualche accordo dinastico – come era stato per sua madre Diana e suo padre Carlo – ma per amore, solo per amore.

Certo Meghan non sa quanto l'etichetta di corte possa essere rigida per una ragazza 'ribelle' come lei.
Il libro di Cristina Penco spiega come Meghan abbia cercato di adattarsi alle regole della Royal House, ma come le abbia anche infrante, suscitando contemporaneamente reazioni di dissenso e di consenso tra la gente. Emblematici sono il suo ingresso da sola in chiesa, il giorno delle nozze, oppure la presentazione del Royal baby, tenuto in braccio, per la prima volta in casa Windsor, dal padre Harry. Sebbene dirompente, Meghan, però, risulta di grande aiuto all'ammodernamento dell'immagine della corona britannica: il suo femminismo, le sue origini etniche e borghesi mostrano un'apertura della monarchia nei confronti dei tempi che avanzano. Non una rivoluzionaria, quindi, ma certamente una ribelle.

Cristina Penco, nata nel 1980 a Genova, si è laureata in Scienze della Comunicazione all’Università di Bologna. Dal 2006 vive a Milano. Giornalista professionista dal 2009, attualmente collabora come freelance con testate nazionali come «Lei Style» e «Vero», spaziando dal mondo delle celebrities all’intrattenimento, fino a costume e società. Ha lavorato nella redazione televisiva di Detto Fatto di Raidue. Si è occupata anche di imprenditoria, management e leadership. Negli ultimi anni si è appassionata sempre di più alla storia e alle vicende delle famiglie reali europee, in particolare a quella inglese.


lunedì 8 luglio 2019

LE PROFESSORESSE MECCANICHE di Alfonso Lentini

 LE PROFESSORESSE MECCANICHE 
E altre storie di scuola
di 
Alfonso Lentini

 Tre “professoresse meccaniche” vengono fabbricate in fretta e furia per sostituire quelle in carne e ossa uccise nei bombardamenti di una guerra che imperversa da secoli. 

Un professore, smarritosi nei corridoi del suo istituto, compie una sconclusionata “discesa agli inferi” che lo porta a scoperte sconvolgenti. E poi ancora: scuole poste in una valle priva di onde sonore.

 Professori di improbabili materie come Lucore Lunare, Canto Inverecondo, Lingua Lillipuziana. Avvenenti bidelle che si levano in volo, ma anche professoresse volanti che viaggiano in stormi con la borsa a tracolla. 

Una scrittura arguta e surreale, un mondo dove tutto può accadere.  Eppure in questo territorio assurdo e strampalato balena un retrogusto di realtà. Perché nel mondo scolastico, anche in quello vero, il paradosso te lo puoi sempre trovare dietro l’angolo.
 Alfonso Lentini è nato in Sicilia, a Favara (AG) nel 1951. Laureato in filosofia, si è formato nel clima delle neoavanguardie del secondo Novecento.
Dalla fine degli anni Settanta vive alle falde delle Dolomiti, a Belluno, città natale di Dino Buzzati

Fra i suoi libri: L’arrivo dello spirito (con Carola Susani, Perap 1991), La chiave dell’incanto, (postfazione di Alesssandro Fo, Pungitopo 1997), Mio minimo oceano di croci (Anterem, 2000, opera finalista alla IX edizione del premio Montano), Piccolo inventario degli specchi (prefazione di Antonio Castronuovo, Stampa Alternativa 2003), Un bellunese di Patagonia (Stampa Alternativa, 2004), Cento madri (vincitore del premio “Città di Forlì”, postfazione di Paolo Ruffilli, Foschi, 2009), Luminosa signora (postfazione di Antonio Pane, Pagliai 2011), Illegali vene (prefazione di Eugenio Lucrezi, Eureka Edizioni, 2015), Tre lune in attesa (vincitore del premio Formebrevi, Formebrevi Edizioni, 2018).

 Si interessa anche di Art brut ed ha svolto esperienze artistiche e di scrittura collaborando con Centri di Salute Mentale.
Nelle sue numerose mostre e installazioni tenute in Italia e all’estero propone “poesie oggettuali”, poesie visive, libri oggetto e in generale opere basate sulla presenza della parola.
Sue opere fanno parte di Archivi e Collezioni fra cui Imago Mundi (Luciano Benetton Collection – Fondazione Sarenco), Fondazione Bonotto (Molvena), Archimuseo Accattino (Ivrea,) Museo Candiani (Venezia-Mestre), Museum di Ezio Pagano (Bagheria), Collezione Carlo Palli (Prato), Archivio Libri d’Artista (San Cataldo, CL), Collezione Ibridi Fogli di Salerno, Galleria Il Gabbiano (La Spezia), Galleria Gennai (Pisa) Archivio dell’Associazione Villa Buzzati (Belluno).







domenica 7 luglio 2019

I morti siete voi di Luca Cangianti



I morti siete voi
di 
Luca Cangianti



Eventi  storici e fantascienza, battaglie attuali e del passato. Sono gli ingredienti di “I morti siete voi”, di Luca Cangianti, edito da Diarkos, (scheda in allegato): si tratta di un romanzo sorprendente, capace di attualizzare la storia e rileggerla con un tocco fantasy che la impreziosisce di significati ulteriori.

Siamo a Roma, dopo l’Armistizio, quando le truppe italiane sono allo sbando e le speranze che la guerra sia finita vanno presto a cozzare contro l’amara realtà, fatta di bombe, morti e miseria. Ma siamo anche a Genova, alla vigilia della manifestazione contro il G8, tra i gruppi di ragazzi che parteciperanno, seguendo le loro idee, i loro timori, la voglia di cambiare il mondo. E proprio la volontà di ‘combattere’ per ottenere un mondo migliore è alla base del romanzo I morti siete voi, scritto da Luca Cangianti, edito da Diarkos. 

Il romanzo racconta la storia di un gruppo di partigiani - formato da operai, donne, ladruncoli alla Robin Hood - che, nel quartiere della Garbatella a Roma, compiono diverse missioni per indebolire il nazifascismo e aiutare la popolazione. Ma si verificano morti misteriose e, durante le loro azioni, vengono a conoscenza di un’arma segreta in mano ai nemici, che sarà utilizzata per sconfiggere gli Alleati. Si tratta di mostri che si cibano di carne umana e contagiano le persone che aggrediscono, trasformandoli in mostri come loro. 
Un’azione segreta di un ristretto gruppo di partigiani permetterà di sconfiggere i mostri e consentire agli Alleati di entrare a Roma. Ma l'epilogo non è così scontato.

Parallelamente, il flusso della vicenda ambientata negli anni Quaranta si interrompe per lasciare posto a scorci sull’organizzazione del G8 di Genova, agli ideali e ai timori che animano i ragazzi che si apprestano a parteciparvi. I due filoni che viaggiano su binari paralleli troveranno una loro riunificazione suggestiva alla fine del libro, che si conclude in modo tutt'altro che scontato, ribaltando inaspettatamente gli scenari iniziali.
Mischiando fantascienza, attualità e storia, Luca Cangianti ha realizzato un romanzo in grado di creare suggestioni narrative che offrono all’autore la possibilità di riflettere su temi importanti, come l’impegno sociale del singolo, la sua effettiva possibilità di influire negli eventi storici, le spaccature interne che rendono meno efficace, se non inutile o controproducente, la ‘battaglia’ che si vuole portare avanti per riuscire a realizzare un mondo migliore.


Le otto vite di una centenaria senza nome di Mirinae Lee

 Le otto vite di una centenaria senza nome  di  Mirinae Lee Impressioni di Maria Lucia Ferlisi Un impiegata di un istituto di riposo decide ...

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.