Angelica, in un momento molto difficile della propria vita, decide di fare un pellegrinaggio a Santiago di Compostela, durante il quale l’apparizione di una donna misteriosa in una tormenta di vento, che le restituisce il diario smarrito di una sua antenata, la convince a ripercorrere il vissuto della sua famiglia: i Marchese.Decisa a dare seguito ai segni che sembrano spingerla ad approfondire le sue origini, una volta tornata dalla Spagna, Angelica, si reca a Catania a trovare il barone Zappalà, che agli inizi del Novecento aveva dato in affitto alcuni locali dello storico palazzo di via Crociferi a Francesco Marchese, detto don Ciccio, che andò ad abitarvi con la moglie e tredici figli.Don Ciccio era un uomo severo e collerico, temuto in famiglia e famoso nel quartiere per le sue spettacolari sfuriate.Amori e segreti, intrighi e passioni, amicizia e ironia, nonché il delizioso profumo dei piatti di Ninetta, attraversano ogni vicenda e ogni anima di questa storia.Un romanzo, che celebra una terra e una città, Catania, che viene qui evocata e ripercorsa com’era all’inizio del Novecento, il periodo della Belle Époque, con la protagonista sempre attenta ai cambiamenti sociali e alle trasformazioni che riguardarono Catania e l’Italia intera.
Non poteva mancare il consiglio di un romanzo che metta in luce la straordinaria vita di una donna, forte, potente, istruita e in lotta per detenere il suo potere nel 197 d.c., Iulia, storia di un'imperatrice di Santiago Posteguillo, edito dalla casa editrice Piemme
Sinossi
197 d.C. È notte fonda quando Elio Galeno, medico personale della famiglia imperiale, decide di scrivere una pagina importante del suo diario. I segreti che conosce, le cose che ha visto, le battaglie cui ha assistito in anni e anni di vicinanza con le persone più potenti dell'impero: tutto viene registrato nel suo diario. Ma c'è una persona in particolare la cui storia Galeno vuole scrivere: Iulia Domna. La donna che passò, in soli dieci anni, dall'essere una sconosciuta adolescente nelle sconfinate province orientali a diventare augusta imperatrice, in un cursus honorum che nessuna donna ha mai potuto vantare nella storia dell'impero. Educata nel modo più raffinato, amante della poesia e della filosofia, sposa di Settimio Severoimperator, madre di Caracalla, fu mater senatus et patriæ(un titolo che non fu concesso neppure a Livia, moglie di Augusto), a consacrazione del suo posto speciale nelle gerarchie del potere imperiale. Ma non solo: Iulia, l'imperatrice filosofa, ebbe anche molti nemici, e dovette lottare sempre per proteggere se stessa e la sua famiglia. Molto più che semplicemente «la prima first lady della storia», Iulia Domna è la grande figura al centro di questo romanzo speciale, che non solo ci immerge nel mondo romano che abbiamo imparato ad amare nelle pagine di Santiago Posteguillo, ma ci dà anche qualcosa di nuovo: un personaggio femminile incredibilmente forte, universale e potente. La storia romana non è mai stata così vicina.
Breve storia del mio silenzio di Giuseppe Lupo è il mio ultimo consiglio per gli acquisti, edito dalla casa editrice Marsilio. Un romanzo che narra degli anni sessanta, di infanzia e ricordi, di vita e sogni.
Sinossi
'infanzia, più che un tempo, è uno spazio. E infatti dall'infanzia si esce e, quando si è fortunati, ci si torna. Così avviene al protagonista di questo libro: un bimbo che a quattro anni perde l'uso del linguaggio, da un giorno all'altro, alla nascita della sorella. Da quel momento il suo destino cambia, le parole si fanno nemiche, anche se poi, con il passare degli anni, diventeranno i mattoni con cui costruirà la propria identità. "Breve storia del mio silenzio" è il romanzo di un'infanzia vissuta tra giocattoli e macchine da scrivere, di una giovinezza scandita da fughe e ritorni nel luogo dove si è nati, sempre all'insegna di quel controverso rapporto tra rifiuto e desiderio di dire che accompagna la vita del protagonista. Natalia Ginzburg confessava di essersi spesso riproposta di scrivere un libro che racchiudesse il suo passato, e di "Lessico famigliare diceva: «Questo è, in parte, quel libro: ma solo in parte, perché la memoria è labile, e perché i libri tratti dalla realtà non sono spesso che esili barlumi di quanto abbiamo visto e udito». Così Giuseppe Lupo - proseguendo, dopo "Gli anni del nostro incanto", nell'"invenzione del vero" della propria storia intrecciata a quella del boom economico e culturale italiano - racconta, sempre ironico e sempre affettuoso, dei genitori maestri elementari e di un paese aperto a poeti e artisti, di una Basilicata che da rurale si trasforma in borghese, di una Milano fatta di luci e di libri, di un'Italia che si allontana dagli anni Sessanta e si avvia verso l'epilogo di un Novecento dominato dalla confusione mediatica. E soprattutto racconta, con amore ed esattezza, come un trauma infantile possa trasformarsi in vocazione e quanto le parole siano state la sua casa, anche quando non c'erano.
Spero di esservi stata d'aiuto nella non facile ricerca del libro giusto da regalare!
Buona lettura e Buone feste!