martedì 2 luglio 2019

Il male oscuro di Giuseppe Berto

Il male oscuro
di
Giuseppe Berto

recensione a cura di 
Maria Lucia Ferlisi


il padre di Giuseppe Berto è gravemente ammalato è in procinto di entrare in sala operatoria per capire ben le origini del suo male, probabilmente un tumore. Il figlio parla con il primario, un noto luminare, per chiedergli di risparmiargli ulteriori dolori, vista anche l'età.

L'autore non è arrivato da solo, è in compagnia di una vedova, francese, e con lei dorme in una stanza d'albergo. Questo suscita ulteriore dolore alle sorelle ed alla madre, oltre alle lacrime versate per il marito le tocca aggiungerne altre per la spudoratezza con cui lui, unico figlio maschio, li mette in una posizione di vergogna per una convivenza senza matrimonio.

Nascono in lui ulteriori dubbi e tormenti.

Si pente della richiesta fatta al medico, e lo prega, in un altro colloquio, di donargli ancora ulteriori anni di vita. 

Affronta anche un viaggio a Venezia, in giornata, con la vedova francese, fatica a sopportarne la presenza, e se all'inizio trovava piacevole il  sesso disinibito con lei, la sua presenza l'infastidisce. 

Dopo  Venezia, riprendono i tormenti dell'anima il padre potrebbe morire, e lui è lontano. 

Decide di allontanarsi dalla donna francese, la lascia in albergo mentre lui riapre la casa paterna.
Il padre non supera l'intervento. Lui non fa in tempo a vederlo morire, si reca alla camera mortuaria e inizia a scattare foto al padre in un impeto inspiegabile.


Il romanzo è il resoconto dettagliato della nevrosi che colpisce l''autore Giuseppe Berto, alla morte del padre, scritto nel 1964, dopo anni di inattività dalla scrittura in quanto la depressione fortissima gli ha impedito di continuare a scrivere.

La morte del padre è stata il crollo di una depressione che ha origini lontane, nella sua infanzia con un padre/padrone che lo allontana e pur non essendo in condizioni economiche alte, lo mette in collegio. Il ragazzo non può ritornare a casa per le vacanze di Natale o Pasqua e le visite della famiglia, sorelle comprese, sono molto esigue. 

Non ha mai ricevuto amore da quel padre, mai una carezza,  solo improperi e la certezza che sarebbe diventato soltanto un delinquente.

Rimorsi, odio, amore si intrecciano e  scatenano emozioni forti, troppo forti per lui, che lo spingono in un baratro da cui uscirà con fatica e dopo anni di terapia.

Lo stille narrativo è quello che maggiormente mi ha ipnotizzato durante la lettura, il flusso di coscienza, una scrittura in cui il punto è omesso per parecchi periodi. 

Questa scelta dell'autore è un abilissimo accorgimento per dare più risalto a quel disagio nevrotico e agli stati di ansia che assale e divora la mente di un malato mentale.

Scrive come se fosse seduto dal psicoanalista, nel lettino, libero da qualsiasi inibizioni o censure, le parole fluttuano una dietro l'altra e il lettore viene avvolto in questa spirale liberatoria, e rimane coinvolto provando le stesse emozioni, come un transfert tra autore e lettore.

Leggendo non troverete nomi, tutte le persone sono accompagnate da un aggettivo, ma mai con il loro nome, l'amante è la vedova, le sorelle o la madre e lo stesso padre non vengono mai chiamati per nome, il medico è un luminare noto..., lasciando alla nostra psiche la libertà di scegliere in nomi della nostra famiglia ed il transfert è stato completato...

Un romanzo che è un capolavoro per la grande tensione emotiva che sa tessere con le parole.
Scheda
Autore: Giuseppe Berto
Titolo: Il male oscuro
Casa Editrice: Neri pozza
Pagine: 508

Dal romanzo è stato tratto anche un film con la regia di Monicelli.
Sinossi
Apparso per la prima volta nel 1964, "Il male oscuro" ottenne subito un grande successo, vincendo nello stesso anno il Premio Viareggio e il Premio Campiello. L'apprezzamento critico che ne segui, tuttavia, non colse forse pienamente la grandezza di quest'opera e della figura di Giuseppe Berto nel panorama della letteratura italiana del secondo Novecento. 

Come sovente accade, questo romanzo e lo stesso Berto conoscono forse soltanto oggi quella che Benjamin definiva «l'ora della leggibilità». Comparato con le opere di quell'epoca caratterizzata da una società in piena espansione, "Il male oscuro", come nota Emanuele Trevi nello scritto che accompagna questa nuova edizione, appare come «lo specchio, frantumato ma straordinariamente nitido, di un intero mondo, di un'epoca storica», un capolavoro assoluto dotato di «un'autorevolezza paradossale, che si basa sulla travolgente energia degli stati d'animo». 

Come i grandi libri, il romanzo presuppone una genealogia. Berto ha ammesso più volte il suo debito con "La coscienza di Zeno" di Svevo e "La cognizione del dolore" di Gadda, dalla quale ricavò il titolo stesso del suo libro. "Il male oscuro", tuttavia, segna una svolta fondamentale rispetto a queste opere precorritrici: non descrive semplicemente una nevrosi, ma la mima e la incarna. Il suo linguaggio è la manifestazione stessa del male, «l'epifania tragicomica della sua oscurità» (Trevi). Un'assoluta novità artistica e letteraria che Berto non esitò a battezzare «stile psicoanalitico». 

Una prosa modernissima che, narrando di un male assolutamente personale, fa scorrere davanti ai nostri occhi «la Roma della Dolce Vita e di via Veneto, i medici e le loro contrastanti e fallaci diagnosi, l'industria del cinema con tutte le sue bassezze e le sue assurde viltà, la famiglia borghese e la sua economia domestica, i cambiamenti del costume sessuale, i rotocalchi a colori e le villeggiature in montagna»... la malattia di un'epoca apparentemente felice.

Biografia
Giuseppe Berto nasce a Mogliano Veneto il 27 dicembre 1914, secondo di cinque figli, da un maresciallo dei carabinieri in congedo. Compiuti gli studi liceali nel locale collegio dei Salesiani e nel Liceo di Treviso, si iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università di Padova, e studia con maestri quali Concetto Marchesi e Manara Valgimigli.
Ben presto parte volontario per l’Africa Orientale, partecipando alla guerra di Abissinia, nel 1935, e combattendo come sottotenente in un battaglione di truppe di colore si guadagna un paio di medaglie al Valore Militare e qualche ferita. Tornato in patria, nel 1939, riprende gli studi e si laurea abbastanza in fretta “anche per la benevolenza di certi esaminatori che gradivano il fatto che si presentava agli esami in divisa, ostentando le decorazioni al Valore Militare”, come lui stesso racconta nel “Male oscuro”.
Dopo la laurea insegna, prima Latino e Storia in un Istituto Magistrale, poi Italiano e Storia in un Istituto Tecnico per Geometri, ma ben presto lascia l'insegnamento e si arruola nella Milizia volontaria per la Sicurezza Nazionale. Inviato a combattere in Africa Settentrionale, dopo essere stato incorporato nel 6° Battaglione Camicie Nere "M", i fedelissimi di Mussolini, cade prigioniero il 13 maggio 1943 degli americani. E’ proprio durante la prigionia nel campo di internati in Texas che Berto inizia a scrivere. Ha come compagni di prigionia Dante Troisi, Gaetano Tumiati e Alberto Burri, che lo incoraggiano a scrivere nella rivista "Argomenti". Lì compone “Le opere di Dio” e “Il cielo è rosso”; quest’ultimo romanzo, pubblicato da Longanesi nel 1947, su segnalazione di Giovanni Comisso, diviene rapidamente un successo internazionale dopo aver vinto nel 1948 il Premio Firenze. Escono, poi, nel 1948 “Le opere di Dio”, e nel 1951 “Il brigante”.
Trasferitosi a Roma, comincia a lavorare per il cinema: in questo periodo escono nel 1955 “Guerra in camicia nera” e nel 1963 il volume di racconti “Un po’ di successo”.
Berto nel 1958 cade in una grave forma di nevrosi, ne uscirà dopo tre anni di analisi quando compone “Il male oscuro”, che vince contemporaneamente nel 1964 il Premio Viareggio e il Premio Campiello. Si aggiungono poi il dramma “L’uomo e la sua morte” (1963), “La Fantarca” (1964), e il romanzo “La cosa buffa” (1966). Nel 1971 scrive il pamphlet “Modesta proposta per prevenire” e il lavoro teatrale “Anonimo Veneziano”, ripubblicato come romanzo nel 1976. Con la favola ecologica “Oh, Serafina!” vince nel 1974 il Premio Bancarella. Dal dramma “La passione secondo noi stessi”, Berto matura l’idea portante del suo ultimo libro “La gloria” del 1978.
Si spegne a Roma il 1 novembre 1978. E’ sepolto a Capo Vaticano.
Pubblicate, postume, le seguenti opere: “Colloqui col cane” edito da Marsilio nel 1986; sempre della Marsilio “La colonna Feletti. Racconti di guerra e prigionia” usciti nel 1987; del 2003 “Il mare dove nascono i miti” edito da Monteleone e, pubblicata dalla medesima casa editrice, la raccolta di scritti dal titolo “Giuseppe Berto – Critiche cinematografiche 1957-1958”, volume in cui sono riunite le recensioni cinematografiche di Berto di quegli anni. La pubblicazione, a cura di Manuela Berto, è stata presentata nel 2005 in occasione della XVII edizione del Premio Berto.



giovedì 27 giugno 2019

XIX edizione del PREMIO MASSIMO TROISI 2019

Carissimi amici ed amiche 
come di consueto vi consiglio un concorso a cui partecipare, è dedicato al grande comico scomparso Massimo Troisi
Il concorso è legato alla scrittura comica, non poteva essere altrimenti. Scrittori e scrittrici dalla vena umoristica..fatevi avanti, e partecipate con un racconto che faccia ridere lettori e giuria.
Come al solito..in bocca alla penna!!

XIX edizione del PREMIO MASSIMO TROISI 2019
CITTÀ DI SAN GIORGIO A CREMANO (NA)

BANDO DI CONCORSO E REGOLAMENTO
Sezione MIGLIORE SCRITTURA COMICA
(Opera edita – Racconto inedito)
1. Il Comune di San Giorgio a Cremano organizza la XIX Edizione del Premio Massimo Troisi.
2. Il Premio Massimo Troisi è dedicato a opere di genere comico realizzate da autori italiani e stranieri.
3. Il presente bando è relativo alla Migliore Scrittura Comica in lingua italiana, scritta da uno o più autori, e si propone di scoprire, valorizzare e promuovere testi che contribuiscano al rinnovamento espressivo dell’arte di far ridere.
4. Il concorso è articolato in due sezioni:
A – Opera edita;
B – Racconto inedito.
Alla sezione A possono partecipare opere in lingua italiana pubblicate in formato cartaceo da case editrici nazionali o straniere a partire dal 1° gennaio 2017.
Alla sezione B possono partecipare racconti inediti aventi una lunghezza massima di 20 pagine formato A4 progressivamente numerate e contenenti non più di 40 righi ciascuna.
Per entrambe le sezioni, le opere partecipanti devono avere riconoscibili e prevalenti caratteristiche di genere comico e/o umoristico.
Le opere partecipanti alla sezione A possono essere inviate sia dagli autori sia dalle case editrici che ne hanno curato la pubblicazione.
5. Saranno assegnati i seguenti premi:
Sezione A) Opera edita – Euro 1.500,00
Sezione B) Racconto inedito – Euro 1.000,00
La Giuria si riserva di assegnare Menzioni Speciali per opere particolarmente meritevoli.
6. Le decisioni della Giuria – i cui componenti saranno resi noti a conclusione delle attività di valutazione delle opere partecipanti – sono insindacabili e inappellabili. La Giuria si riserva, per la Sezione A, di poter premiare, a suo insindacabile giudizio, anche un’opera edita non inviata al Premio, fra quelle aventi caratteristiche indicate all’articolo 4.
7. I vincitori dei due premi e delle eventuali Menzioni Speciali si impegnano a pubblicizzare e a diffondere in ogni forma l’attribuzione dei riconoscimenti ricevuti e il logo del Premio Massimo Troisi, anche nell’eventualità di una auspicabile successiva trasposi-zione teatrale, cabarettistica, televisiva, artistica o cinematografica delle loro opere.
8. Ogni autore o gruppo di autori può partecipare a una sola sezione del concorso con un solo lavoro.
9. La partecipazione al concorso è gratuita.
10. Le opere dovranno pervenire in un plico chiuso entro e non oltre le ore 12:00 del 10 luglio 2019.Esse potranno essere recapitate a mano al Protocollo Generale del Comune di San Giorgio a Cremano o inviate tramite posta (non farà fede la data del timbro postale) o tramite spedizioniere/corriere. Sul plico dovrà essere indicato il seguente indirizzo:
Comune di San Giorgio a Cremano (NA) – Servizio Cultura
PREMIO MASSIMO TROISI
Concorso Migliore Scrittura Comica
Piazza Carlo di Borbone, 10
80046 San Giorgio a Cremano (NA)
11. Per la sezione A i concorrenti dovranno far pervenire n. 4 copie dell’opera edita. Per la sezione Bn. 4 copie del racconto inedito, ciascuna contrassegnata dal solo titolo dell’opera, evitando ogni segno di possibile identificazione dell’autore.
12. Le opere partecipanti dovranno pervenire in un unico plico contenente anche la scheda di partecipazione (reperibile sul sito www.e-cremano.it) compilata in ogni sua parte. Per le opere partecipanti alla sezione B, la scheda di partecipazione dovrà essere inserita in una busta sigillata recante sul frontespizio il solo titolo dell’opera stessa, senza altri segni identificativi.
13. Ogni partecipante è tenuto ad assicurarsi che il materiale pervenga alla Segreteria del Premio. Gli organizzatori declinano ogni responsabilità per eventuali danni, smarrimenti, furti o altri incidenti che le opere potrebbero subire. Per avere conferma della ricezione, è possibile mettersi in contatto telefonico con la Segreteria del Premio comunicando il solo titolo dell’opera.
14. I diritti delle opere concorrenti restano a tutti gli effetti di completa ed esclusiva proprietà del/gli autore/i.
15. I volumi e i testi inviati non verranno restituiti e resteranno a disposizione dell’archivio del Premio Massimo Troisi.
16. I lavori della Giuria del concorso sono riservati. La proclamazione dei vincitori avrà luogo nell’ambito della programmazione della XIX Edizione del Premio Massimo Troisi, in programma a San Giorgio a Cremano dal 20 al 27 Luglio 2019.
17. Qualsiasi obbligo legale inerente a problemi di diritti d’autore sarà di esclusiva responsabilità dell’autore/editore dell’opera presentata. L’autore/editore è unicamente responsabile per l’utilizzazione non autorizzata di idee e testi nell’opera presentata. Il Comune di San Giorgio a Cremano è pertanto sollevato da ogni responsabilità in merito.
18. Le opere partecipanti potranno essere utilizzate, integralmente o in parte, per la promozione del Premio Massimo Troisi attraverso i mass media, fatta salva ogni altra indicazione del concorrente.
19. Il coordinamento e la cura del concorso sono di responsabilità del Comune di San Giorgio a Cremano.
20. L’accettazione integrale del presente bando avviene per sottoscrizione della scheda di partecipazione.
21. Non saranno ammesse al concorso le opere che non rispondono ai requisiti di cui al presente bando.
Per informazioni:
Comune di San Giorgio a Cremano – Servizio Cultura
PREMIO MASSIMO TROISI
Tel. 081.5654335/356 Fax 081.5654374
E-mail: maria.benedetto@e-cremano.it
Sito web: www.e-cremano.it031


mercoledì 26 giugno 2019

Volevo solo essere te di Ariel




Volevo solo essere te 
di 
Ariel
(Finalista al concorso “Ilmioesordio” 2018)


Fin da bambina, Giada si è trovata a dover fare i conti con una sorella maggiore molto particolare: Ambra infatti è sempre stata bella, intelligente, simpatica, generosa, esuberante, e ora che il fidanzato l’ha lasciata proprio per sposare la sorella, Giada si trova a dover vivere un periodo davvero difficile, tanto più che i preparativi per il matrimonio sembrano coinvolgerla più del necessario. 

E sarà proprio durante il ritorno a casa dopo una giornata passata all’insegna di abiti da sposa e costosi accessori, che le due sorelle faranno la conoscenza di un ragazzo, Angelo, che sin da subito mostrerà uno spiccato interesse per Ambra, ignorando Giada. Ma la ragazza questa volta non vuole arrendersi, e quando Angelo lascerà la sua email ad Ambra, Giada di nascosto se ne impossesserà, dando vita a una fitta corrispondenza a nome della sorella, che culminerà con un appuntamento. 

Appuntamento che non avrà mai luogo, perché il ragazzo verrà trovato cadavere da Giada che, acconciata come sua sorella per mascherare il suo inganno, darà inizio a una fitta rete di equivoci, che culmineranno con l’arresto di Ambra. Ricca di sensi di colpa, Giada s’improvviserà detective, per scoprire il vero assassino e poter così porre fine a quel tragico errore. Ma la strada per la verità è ricca di ostacoli, che coinvolgeranno la protagonista fino all’ultimo colpo di scena. 

Un thriller psicologico dove le vittime diventano carnefici e viceversa, una storia che indaga le luci e le ombre del rapporto tra sorelle.


Estratto: Cara sorella, mai come oggi che sei lontana da casa avrei bisogno di parlarti, di spiegarti, di farti capire la vera realtà dei fatti. Perché tu non hai capito, non hai capito nulla. Sei troppo buona, innocente e inconsapevole per arrivare ad afferrare la verità e a comprendere perché ora ti trovi in carcere con l’accusa di omicidio. Ma, credimi, io non volevo distruggere la tua vita così perfetta, il tuo matrimonio ormai alle porte, la tua carriera così ben avviata… Io non volevo vederti così stanca e sciupata in quella sala, il tuo mondo distrutto in un solo giorno… io… io volevo solo essere te…

Biografia: Ariel (1989) è una scrittrice emergente italiana. Laureata in Lettere (laurea triennale) e Filologia moderna (laurea magistrale), lavora saltuariamente come bibliotecaria. Su Amazon ha pubblicato: 
Ops, c’è un messaggio per te (2014)
AAA cercasi disperatamente un lieto fine (2015)
Diario semitragico di un casalingo disperato (2016)
Volevo solo essere te (2019)
Dal 2016 gestisce un blog letterario sulla piattaforma blogspot, “L’angolo di Ariel”.

martedì 25 giugno 2019

La misura imperfetta del tempo di Monica Coppola

La misura imperfetta del tempo
 di
 Monica Coppola

Una famiglia, tre donne di tre generazioni diverse e un vecchio segreto che sta per essere rivelato.
Mia ha ventidue anni e lotta perennemente con ansie e insicurezze. È cresciuta nella periferia torinese con i nonni materni, senza sapere nulla dell’identità del padre. La nonna, Zita, è vivace e dinamica ma ora deve superare il lutto per la recente morte del marito. La madre, Lara, ha anteposto la carriera all’istinto materno e vive a Milano dove coltiva ambizioni e amanti conosciuti online.
Durante una vacanza alle terme, Zita incontra Santo, accetta il suo corteggiamento e ricomincia a vivere. Questa sua scelta destabilizza Mia che, ancora legata al ricordo del nonno, inizia a ostacolare la relazione. E riporta Lara a Torino, per capire cosa stia succedendo tra nonna e nipote.
Quando le tre si ritrovano, il confronto sfocia in un aspro litigio, ma la verità sul padre di Mia, che Lara ha tenuto nascosta a tutti per più di vent’anni, sta finalmente per venire a galla.

Monica Coppola

Autrice di La misura imperfetta del tempo
Monica Coppola è nata nel 1974 a Torino. Ha pubblicato i romanzi “Viola, vertigini e vaniglia” (BookSalad, 2015) e "La misura imperfetta del tempo" (Las Vegas edizioni, 2019).


Ha curato l’antologia “Dai un morso a chi vuoi tu” (BookSalad, 2016). Ha scritto racconti per “La Repubblica - L’Espresso” e “Carie”, e collaborato con il blog di “Vanity Fair”. Si occupa di marketing e formazione.

Scrittrici dimenticate: Luisa Amalia Paladini

Luisa Amalia Paladini   Luisa Amalia Paladini nacque a Milano il  24 febbraio 1810, il padre Francesco era un funzionario del Ministero dell...

Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.