lunedì 17 settembre 2018

Ambrose di Fabio Carta


            

Ambrose

di
Fabio Carta

recensione di
Maria Lucia Ferlisi








CA, controllore Ausiliario, è uno spazionoide, discendente della razza umana, durante la preparazione terapeutica per affrontare nuove missioni, rimane vittima egli stesso, qualcosa è andato storto all'interno della sua corteccia. Il suo corpo è attaccato da un tumore e le metastasi invadono il suo corpo, è costretto quindi a vivere in una speciale tuta. Non potrà partecipare alla missione Nexus che doveva riportare la pace, e salvare il futuro del mondo, visto i dieci anni di guerra totale, nucleare e apocalittica che ha dimezzato l'umanità.

CA-209 è avvilito, lui che ha sempre combattuto in primo piano, adesso è chiuso in questa tuta che gli permettere soltanto di intrecciare guerre virtuali, si sente un fantoccio virtuale , un simulacro cibernetico, un clone.

Adesso si ritrova solo in questa galassia vuota, inavvicinabile in preda a allucinazioni e farmaci psicotropi. Il tumore non ha devastato solo il corpo, ma la sua coscienza, ha scoperto di averne una, non è più il mercenario di prima sempre in guerra, adesso avverte il gelo della morte.
Le cisti spugnose devastano il corpo, adesso sa di averlo. Tutto il tempo passato a venerare il sistema e le lotte intraprese per ristabilire un ordine nel mondo, adesso avverte tutto come fasullo. Il patto atlantico, i Jihadaisti e il libero mercato Orbitale..un alleanza tra  ladri.

Ca si sente come se avesse un gemello, una personalità sdoppiata, non può gestire il suo corpo è diretto virtualmente e percepisce l'inutilità della sua vita da eroe stanco.
Comincia a parlare con un'allucinazione, un suo alter ego con un nome: Ambrose, una rosa stillante ambra e  con lei riflette sul passato, le scelte fatte e sul futuro di questo mondo parallelo che non si arrende mai, sempre coinvolto in nuove guerre, in nuove alleanze in nuove armi di distruzione.

CA -209 è faccia a faccia con Ambrose, lo specchio della sua vita, colei che gli fa comprendere che il patriottismo è soltanto il rifugio delle canaglie.
Ca continua a controllare le armi automatiche dell'esotuta, attraverso l'intelligenza artificiale dell'esoscheletro, ma si sente come un mostro:
"mostro nero con gli occhi piccoli e maligni, lampeggianti d'azzurro"

Il romanzo fantascientifico di Fabio Carta non è di facile lettura, anche per gli amanti del genere.
Bisogna leggerlo con calma, avvolti dal silenzio, e lasciandoci trascinare dalla fantasia ed immaginare questo mostro spaziale con un corpo robotico, che ci ricorda tanto i robot giapponesi, ed una coscienza che avvolge Ca e noi lettori.


È una storia raffinata, per il genere che affronta, è anche un lungo viaggio non solo nel mondo galattico, ma  dentro noi stessi, alla ricerca di noi stessi. Un romanzo che ci sbatte in faccia l'incomunicabilità attraverso questo eroe stanco che rimane vittima delle intelligenze artificiali. Lui non è più nessuno, è solo un robot.

 Fabio Carta ci pone davanti ad una realtà che dei giorni nostri, prospettandolo in un futuro lontano dove si può vivere nel sistema solare, ma è come se ci dicesse, non lasciatevi ingannare, parlate, comunicate, ascoltate il vostro io e non lasciatevi manipolare:è la voce di Ambrose che parla a CA, ma il messaggio è rivolto a noi lettori. 

Il romanzo è composto da nove capitoli o episodi autoconclusivi, dove la magia e l'estrosa fantasia dell'autore si rivelano nella totalità. La scrittura elegante, raffinata, forbita ed elevata di Fabio Carta inserisce l'autore in un livello alto dei romanzi di fantascienza, sono certa che rimarrà nel tempo la sua scrittura, che definirei anche visiva, riesce a far volare la fantasia del lettore grazie all'aspetto descrittivo che usa e a trasmettere un senso di realtà a questo cosmo fantascientifico che ci racconta

La trama difficile, complicata, necessita di una rilettura per apprezzarla in pieno, ma non toglie nulla all'affascinante scrittura dell'autore ed alla trama.
Lo stile melanconico si adatta perfettamente al personaggio e ci conduce ad un finale inaspettato.
Un romanzo che riesce a risultare vero, nonostante il genere, e riesce a catturare anche chi non è abituato a leggere romanzi di fantascienza come me.

Scheda Libro
Titolo: Ambrose
Autore: Fabio Carta
Pagine: 212
Editore: Scatole Parlanti


Sinossi

Controllore Ausiliario – CA – è uno dei pionieri ad aver sposato la causa della missione Nexus, la frontiera virtuale dove scrivere un nuovo e pacifico capitolo della storia umana. Ma durante la preparazione terapeutica, il suo corpo rimane vittima di danni irreparabili. Logorato dalle metastasi, è costretto a vivere in una speciale tuta eterodiretta da pazzi esaltati, che combattono una guerra in bilico tra realtà e spettacolo.
Il suo destino è la morte, mentre un suo gemello elettronico continuerà a simulare la sua esistenza nel ciberspazio.
L’infelicità di CA – figlio delle stelle, alieno agli usi terrestri – subisce uno stravolgimento con la comparsa di Ambrose. Un’entità che si presenta come una rosa stillante ambra, una irriverente voce che lo guida verso sviluppi imprevedibili. Come ribellarsi al proprio destino e scoprire cosa si cela realmente dietro i grandi cambiamenti ai quali l’umanità dovrà far fronte.

Biografia

Fabio Carta, classe 1975, è appassionato di fantascienza e dei classici della letteratura. Laureato in Scienze Politiche con indirizzo storico, ha al suo attivo la saga fantascientifica Arma Infero, una serie che a oggi conta due romanzi (Il mastro di forgia, 2015 e I cieli di Muareb, 2016) e il racconto lungo Megalomachia (Delos Books, 2016), scritto unitamente alla finalista del premio “Urania 2016”, Emanuela Valentini. Ha inoltre partecipato con importanti firme della fantascienza italiana all’iniziativa benefica “Penny Steampunk” (2016), da cui è nato un volume di racconti fantastico-weird a cura di Roberto Cera.

lunedì 10 settembre 2018

Erika Maderna

Carissimi lettori e lettrici
la grande kermesse mantovana della letteratura è terminata ieri. Quest'anno sono stata a pochi incontri, lavorare e andare agli eventi non è facile, anche perché ad  ogni evento devi fare una fila estenuante, nonostante tu abbia già acquistato il biglietto. Puntualmente c'è una maglietta azzurra, volontario del festival, che fotografa la fila a dimostrazione di quanto importante e partecipativo sia stato l'evento, e non c'è nessuna volontà di farli numerati!

Ho partecipato ad un incontro che mi è piaciuto tantissimo: Quando le erbe erano divinità, il mondo vegetale tra mito, folclore e botanica, relatrice Erika Maderna
L'incontro è stato davvero interessante l'autrice, accompagnata da bellissime immagini,  ci ha condotto nel passato, quello greco dove le piante avevano un valore non solo curativo, ma accompagnavano i miti e gli archetipi del passato. Ho scoperto quanto le erbe abbiano avuto un ruolo importante nella storia passata, alcune erano considerate di un valore inestimabile e quasi venerate.

 Naturalmente le donne hanno avuto un ruolo importante nella cura delle erbe, come Circe, le sacerdotesse o le "streghe" che per l'uso delle erbe come metodo di guarigione sono state punite, torturate  e uccise dalla santa inquisizione, perché minavano il potere della guarigione attraverso la preghiera della Chiesa.

Erika Maderna ci riporta al  mito della madre terra che da la vita e la morte così come il ciclo della natura del mondo vegetale. 

Ha parlato di alcune erbe come la borragine, il tarassaco, la betonica, il papavero,  la malva ..
Ogni erba oltre al potere curativo e medicinale era legato ad un mito o a una dea,  e sono stati raccolti dall'autrice in vari libri scritti da lei.

Ad esempio il tarassaco, detto anche  dente di leone, si chiama in questo modo perché Teseo, la notte prima di affrontare il Minotauro per liberare Arianna, ha bevuto un infuso con questa erba e gli ha profuso la forza , il coraggio come un leone.
La malva, nota per il suo potere emolliente e lenitivo, nel passato era usata anche per verificare la verginità di una fanciulla, si faceva urinare la ragazza su un fiore di malva, se dopo tre giorni appassiva, non era pura...
Il papavero legato al mito di Proserpina...
La borragine, dal bellissimo fiore blu, era un infuso dato da bere ai guerrieri prima dei combattimenti per infondere coraggio..

Questo incontro mi ha incuriosita molto, non so se sono riuscita con queste due righe a incuriosire anche voi.
Maria Lucia

Sinossi:
Se gli uomini hanno dominato l'universo delle parole, le donne hanno avuto potere sul mondo delle cose. La vocazione femminile per la medicina ha una storia lunga e affascinante, che ci riporta alle radici delle civiltà. Le donne sono da sempre le custodi dei segreti delle erbe e delle piante officinali, e sono per natura e sensibilità inclini alla cura. Attraverso le pagine di questo libro scopriremo con un po' di stupore come la scienza medica sia stata soprattutto una fortezza della libertà di espressione femminile. In un certo senso un'anomalia della storia. Il libro si rivolge ad appassionati e curiosi della storia delle donne, oltre che a chiunque sia interessato ad approfondire il rapporto tra il femminile e la dimensione della cura, o questo particolare aspetto della storia della medicina e delle terapie naturali. Una scrittura semplice e comprensibile rende il testo fruibile ad un pubblico ampio e curioso

Sinossi:
In questo libro ci lasceremo condurre attraverso le leggende e gli archetipi dei fiori e delle erbe curative, scrutando dietro il codice botanico i valori sottesi. Nelle pieghe segrete di questo patrimonio di tradizioni troveremo piante straordinarie: quelle afrodisiache sacre ad Afrodite, quelle utili per le malattie delle donne, care a Era e Artemide; i veleni e i filtri preparati dalle maghe, le piante solari di Apollo e molte altre. Scopriremo che alcune erbe possono essere magiche, metafisiche o addirittura filosofiche. Ognuna di esse ha una storia da raccontare e qualche enigma da sottoporci.

venerdì 7 settembre 2018

Helen Humphreys

 Carissimi amici lettori e amiche lettrici
ieri al festival della letteratura ho seguito l'evento di un'autrice , scoperta da poco, ma che ho amato subito: Helen Humphreys. Presso la Basilica Palatina di Santa Barbara alle ore 17, puntualissima si è presentata ad un folto pubblico che l'attendeva, con lei l'intervistatrice Simonetta Bitasi, un mito per noi lettori di Mantova, bibliotecaria e conduttrice di gruppi di lettura per adulti e ragazzi, una divoratrice di libri. 

Un lungo applauso ha accolto l'autrice, una di noi, semplice e colta, indossava dei pantaloni neri e una camicia azzurro chiaro, capelli grigi e chili in più, in lei nessuna traccia di snobismo letterario, un sorriso cordiale e amichevole.
Mantova ha già accolto l'autrice nel passato, ieri ha presentato l'ultimo suo libro: Amuleto celeste, edito dalla playground.

Il romanzo è tutto da leggere senza molte anticipazioni, perché non si può riassumere, è la vita di una donna che ama vivere in solitudine, ci parla di lei che quasi gioca con il lettore, per portare il lettore a comprendere la verità. Che cos'è una storia allora, questa è la domanda che viene posta a chi si approccia al suo ultimo libro, che sembra quasi un gioco di scrittura condotto con l'inconsapevole aiuto del lettore, colui che prenderà in mano il suo romanzo.

 Il romanzo è suddiviso in due parti, nella prima l'autrice dialoga con un suo alter ego immaginario, una donna morta all'età di 86 anni ed era la più brava costruttrice di esche per la pesca di salmoni. Una parte toccante e quasi autobiografica. Nella seconda invece il romanzo si addentra ancora di più nella vita di questa donna Megan Boyd.


Le domande che il pubblico ha potuto rivolgerle sono state tante.

Abbiamo appreso che lei ama scrivere al mattino, solitariamente, immersa nel silenzio della sua casa, scrive di getto, termina il romanzo in due mesi, poi lo controllo, lo allarga lo rende elegante e poetico.
I suo sono versi veramente poetici, lei ha iniziato come poetessa, per poi passare ai romanzi, purtroppo non esistono traduzioni in italiano dei suoi libri di poesia.

Non ama molto le biblioteche, perché non c'è abbastanza silenzio, non ama molto scrivere in pubblico, allora le ricerche per i suoi romanzi, preferisce farli on line, solo qualche volta si reca sui posti che deve narrare per respirare l'atmosfera da trasmettere al lettore come per il romanzo La verità, soltanto la verità, ed è la storia d'amore tra Adéle, moglie dello scrittore Victor Hugo ed un giovane scrittore squattrinato.
La verità è anche  il suo motto, come per la protagonista Adéle.
Verità, si perché i personaggi devo essere veri, reali, perché il lettore è attento e percepisce quando i personaggi sono fasulli e lei non ama ingannare il lettore.

Cosa ama la nostra autrice oltre alla verità?
Ama Mantova ed il prosecco.
L'evento si è concluso con un brindisi tra i lettori e lei sorseggiando un bicchiere di fresco prosecco.
Io invece sono scappata via di corsa...ma dovevo andare a lavorare e niente prosecco!!




lunedì 3 settembre 2018

Centomila visualizzazioni

Carissimi amici ed amiche
il blog si avvia verso i tre anni di vita, è nato i primi del gennaio del 2016. 
Ero stata da poco operata al ginocchio, non sapevo come trascorrere il tempo,oltre alla lettura, così di punto in bianco ho iniziato a creare questo piccolo blog. 

Un luogo dove posso inserire i miei pensieri, commenti e recensioni. Come per un piccolo salvadanaio giorno dopo giorno ho postato, commentato, inserito poesie e racconti vostri e miei ed il blog aumentava di contenuti. La lettrice di carta  ha cominciato ad assumere una sua fisionomia. 
Un piccolo luogo virtuale, garbato e prezioso. 

Un punto d'incontro per autori emergenti, per conoscerli e farsi conoscere. Post dopo post questo piccolo punto ha cominciato a pulsare, ad essere letto ed apprezzato. È cresciuto con voi, con i vostri consensi, con le vostre richieste, voi follower o silenziosi lettori siete diventati la linfa vitale del blog.

La lettrice di carta ha spiegato le vele e sta fluttuando in questo mare virtuale, dove i libri faticano a muoversi tra le onde; se avessi scelto bellezza o cucina forse le sue vele avrebbero solcato velocemente il web, ma amo la lettura e non avrei potuto scegliere altro.

 Per questo adesso che ho raggiunto il traguardo di più di centomila visite, mi emoziono.

Non posso che ringraziarvi e abbracciarvi tutto perché avete reso questo piccolo luogo un momento letterario letto e condiviso.
A presto con altre recensioni e consigli.
Maria Lucia

Anima di Wajdi Mouawad

  Anima di Wajdi Mouawad Impressioni di Maria Lucia Ferlisi Parlare di questo romanzo non è facile, durante la lettura molte volte sono stat...

Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.