martedì 6 febbraio 2018

Aspettando te di Carlotta Pino

Aspettando te

di

Carlotta Pino

recensione di
Maria Lucia Ferlisi


Derek e Shannon si conoscono in un campo estivo della Svezia, a Smogen. Tra loro, seppur piccoli, nasce una forte simpatia che li porta ad essere sempre insieme.

Derek da subito si pone come un ragazzino vivace e combina guai e vi trascina l'amica. La loro storia d'amore, appena iniziata, s'interrompe subito, lui ritorna in Italia con sua madre.

Passano gli anni, ben sette, s'incontrano ancora e nasce l'amore, quello forte ed eterno.
Lui si è fatto trascinare da alcuni malavitosi dei quartieri di Napoli, diventando un piccolo boss, idolatrato da chi prima lo prendeva in giro. 
Conduce una vita da sballo, tra sesso e cocaina.
Ogni sua parola in quel momento era un pugno in pancia per me. Provai una
tenerezza incredibile per lui e una forte rabbia nei confronti di sua madre.
Ovviamente non potevo colmare quelle mancanze, di questo ne ero ben
consapevole. Ma cercai di confortarlo. Sentivo, da come parlava, che si era reso
conto dei suoi errori. Gli dissi che se era veramente pentito di ciò che aveva fatto,
era arrivato il momento di cambiare vita. Lo rassicurai: «A me dispiace per
quello che hai passato, non deve essere stato facile affrontare tutto da solo.

Shannon cerca in tutti i modi di portarlo via da quel giro, ma non ci riesce. Lo lascia anche se lo ama, anche se sa che non può vivere senza di lui. Cerca anche di dimenticarlo, si fidanza con un bravo ragazzo. Ma Derek è sempre nella sua mette, in ogni gesto, in ogni ricordo.


Ma la vita non è come si sogna, la realtà è sempre diversa da come la immaginiamo.

In questo racconto, tra l'autobiografico e la finzione, l'autrice, ci mette di fronte allo sviluppo di quello che è un amore malato. Un amore che ha tutti i presupposti per non essere tale, ma come sempre la donna, quando s'innamora, non vuole tener conto dei piccoli campanelli d'allarme. 

Lo stile "crocerossina" prevale, si vuole cambiare il partner, nella missione, quasi sempre inutile, di "Io ti salverò".
Arrivata a Napoli sua madre mi informò che lui non si trovava lì,
era partito per qualche giorno, non dicendo però a nessuno la sua destinazione.
Ero disperata, continuavo a chiamarlo ma lui non rispondeva. Speravo solo
che stesse bene, ovunque fosse. Finché, un giorno, mi arresi. Non lo cercai più.
Dopo un mese circa venni a sapere che mentre io ero tornata a casa lui era
stato con un’altra. Ma c’era dell’altro… 

L'autrice affronta il racconto con semplicità, ma con triste consapevolezza. Una storia che poteva essere sviluppata maggiormente, ma essendo alla prima esperienza, perdoniamo l'autrice, perché il messaggio arriva comunque forte e chiaro. 



L'amore quello vero e sano dovremmo riconoscerlo sempre, ma non è facile, non lo è per nessuno. Non può esserlo per una ragazzina che si affaccia all'amore.

A volte non lo è nemmeno per le donne mature, perché gli amori malati sono difficili da riconoscere, hanno il sapore della bugia, hanno il sapore di condurti in un mondo avventuroso..ma c'è sempre un risveglio. 

Ringraziamo l'autrice per questa testimonianza e l'invito ad approfondire per regalarci una storia più articolata su un tema così forte, fragile e importante.


Scheda libro

Titolo: Aspettando te
Autore: Carlotta Pino
Casa Editrice: Pubme
Pagine: 52


Sinossi

Tratto da una storia vera. Il libro racconta la storia di due bambini, che, dopo aver vissuto nello stesso luogo per qualche anno vengono separati dal destino. Quello stesso destino però li riunisce una volta divenuti grandi e li fa innamorare. Il ragazzo crescendo , inizia a prendere brutte strade, così, spinta dal grande amore che prova per lui , la ragazza proverà in tutti i modi a salvarlo da se stesso e dal suo destino ; questo nella speranza di poter finalmente coronare quel sogno d'amore tanto atteso.

Riuscirà l'amore a vincere su tutto?

lunedì 5 febbraio 2018

Lo stradivari perduto di John Meade Falkner

Lo stradivari perduto 
di 
John Meade Falkner
recensione di
 Ferlisi Maria Lucia

Due amici: John Maltravers e William Gaskell condividono l'alloggio all'interno dell'università di Oxford, hanno entrambi una forte passione per la musica e suonano spesso insieme.

John ama il suono struggente del violino, mentre William lo accompagna al pianoforte. 
Da subito le atmosfere sono cupe e ci preparano al cuore della narrazione che avviene attraverso una lunghissima lettera inviata ad Edward, figlio di John, dalla sorella del protagonista.

John scopre un vecchio spartito di un grande musicista del 1700 di Napoli, Graziani, e comincia a suonarla, rimanendo affascinato da questa "Areopagita". 

Una sera, mentre suona ancora questo spartito, ode dei rumori, dei cigolii strani provenire da una poltrona che si trova nella camera. All'inizio non ci fa caso, ma sera dopo sera i rumori sinistri invadono la stanza al ritmo dello spartito; una sera, complice un lampo, intravede la figura emaciata e dal viso bianchissimo di un uomo, seduto in quella poltrona. 
"quest'uomo o spirito d'uomo è stato seduto qui una sera dopo l'altra, e noi non siamo riusciti a vederlo perché abbiamo la mente opoca e ottusa. Ieri notte la virtù esaltante di una forte passione come quella che mi hai confidato, associata al potere di una bella musica, ha reso talmente acuto il tuo intelletto da farti acquisire, diciamo così, un sesto senso che ti ha permesso tutt'a un tratto di vedere quello che prima era rimasto invisibile."
Anche il suo fraterno amico, ode i rumori e intravede questa sagoma sinistra. John ormai trascina la sua vita succube di questo spartito e della figura che ogni volta viene a visitarlo per ascoltare il brano. 
Un giorno per caso spostando dei mobili, all'interno di una porta, di un finto armadio, ritrova uno straordinario violino, in perfette condizioni, la cui firma nella targhetta lo attribuisce al grande maestro italiano: Stradivari. 
Dopo averlo fatto valutare e accordare, inizia a suonarlo.

Attraverso le note ed il suono limpido e chiaro di questo stradivari  inizia il declino di John che si lascerà rapire dal suo suono.

Un romanzo gotico dall'eccezionale ritmo lento e descrittivo che ci porta nei meandri del cervello umano, di come sia facile restare legati, rapiti e affascinati dai fantasmi del passato e dal soprannaturale.

Una storia che intreccia colpi di scena e riflessioni, realtà e soprannaturalità, amore e malattia, musica e mistero.
Un romanzo che molto insegna a chi vuole accingersi a scrivere romanzi del  genere ghost.

L'autore sa descrivere non solo i personaggi e gli ambienti in cui si svolge la storia, ma ha saputo creare un'atmosfera, cupa, misteriosa che fin dalle prime righe ci conduce nel mistero del soprannaturale.

L'ambientazione tra l'Inghilterra e l' Italia, si dimostra un connubio perfetto; tra luoghi sacri e profani si svolge la vita di John con le angosce e le paure che s'intrecciano, in questo affascinate e misterioso romanzo, la cui musica intreccia e conduce la vita dei personaggi.


Scheda libro

Titolo: Lo stradivari perduto
Autore: John Meade Falkner
Casa Editrice: Neri Pozza
Pagine: 153

Sinossi

Nel 1842, come ogni giovane di belle speranze proveniente da Eton, John Maltravers frequenta l’Università di Oxford, iscritto a uno dei più antichi college inglesi, il Magdalen Hall. Nelle ore libere dagli studi coltiva la sua grande passione: la musica. Valente violinista, si esercita spesso nel suo appartamento, accompagnato al pianoforte da William Gaskell, studente al New College ed eccellente pianista. In una notte insolitamente calda, quando Gaskell ha appena lasciato il Magdalen Hall, sfogliando gli spartiti lasciati sul tavolo dall’amico, John è attratto da una copia manoscritta di alcune suite, redatta a Napoli nel 1744. 

Seguendo uno di quei misteriosi impulsi che sfuggono al controllo della ragione, posa lo spartito sul leggio, toglie il violino dalla custodia e comincia a suonare l’Areopagita, l’unica suite del libro che ha il pregio di un titolo. Alle battute iniziali di un’aria piena di brio, sente dietro di sé un cigolio proveniente da una vecchia poltrona di vimini. Un po’ divertito, un po’ seccato, senza volgere lo sguardo, conclude l’aria, chiude lo spartito e va a dormire. 

Qualche tempo dopo, alle prime luci dell’alba di una notte insonne – sotto l’effetto esaltante dell’incontro serale con la bella Constance Temple – dopo aver suonato con incomparabile slancio l’inizio della suite, attaccando di nuovo quell’aria, John riavverte quel rumore sinistro, seguito stavolta da una sensazione inconsueta e sconvolgente. Volge lo sguardo e, nella luce argentea del mattino, scorge, seduta sulla poltrona di vimini, la sagoma di un uomo… 

Scritto dalla mano sapiente di John Meade Falkner, ispirato a grandi classici gotici come Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr Hyde, pari per eleganza a capolavori come Giro di vite di Henry James, Lo Stradivari perduto è la storia di una possessione che, nella compita Inghilterra vittoriana, travolge un giovane uomo sino al punto da trascinarlo lontano dagli affetti, dalla fede, dai retti principi morali, tra città gotiche e corrotte, atmosfere pagane e un’Arte così perfetta da sembrare maledetta. 

venerdì 2 febbraio 2018

"I Colori del Sangue” di Eugene Pitch


Carissimi amici ed amiche del blog
prima di partire per un piccolo WE, vi segnalo un autore emergente, di cui presto vi darò la recensione.

Si tratta di: Eugene Pitch, un autore che ama e conosce il Giappone e la sua non facile lingua.

Ama la letteratura ed ha voluto anche lui esplorare il mondo degli autori con un romanzo di cui è anche editore, il titolo: I colori del Sangue.

Non mi resta che leggerlo per dirvi come è stata la lettura.
Vi lascio la sinossi.

A presto Maria Lucia



Sinossi:
 I Colori del Sangue” di Eugene Pitch

David fugge da un misterioso passato e vive ora a Londra, in un appartamento fatiscente e lavorando come cameriere in un bar. Il professore è il suo unico amico, un uomo che come lui è appassionato darte, cliente del bar e con cui instaura uninsolita amicizia.
Ray, insieme a sua moglie Miranda, vive alla giornata, lavora come fotografo e per questo motivo viaggia in continuazione.

Coshanno in comune Ray e David? Assolutamente nulla, almeno fino a quando una banda di criminali ben organizzata non decide di farli incontrare, rapendo loro le persone più care e costringendoli a collaborare.
I due dapprima si muovono separatamente, luno inconsapevole dellesistenza dellaltro, poi le loro strade si incrociano e da lì in poi dovranno unire le forze e portare a termine la pericolosa missione. Ma perché questi criminali hanno scelto proprio loro? Riusciranno a salvare le persone prese in ostaggio?

Questo thriller è un viaggio che collega le terre più remote e diverse, stregando il lettore con un mistero che ha origini lontane, anche nel tempo. Absorption - I Colori del Sangue è un romanzo carico di colpi di scena, dove lapparenza inganna.

mercoledì 31 gennaio 2018

"Luce perfetta" di Marcello Fois

"Luce perfetta" di Marcello Fois
recensione di Maria Lucia Ferlisi

Cristian è l'ultimo componente della famiglia Chironi, non ha mai conosciuto il padre, e la madre è mancata troppo presto, vive con la nonna Marianna, a Nuoro. Da sempre è innamorato di Maddalena, ma lei è la promessa sposa del suo migliore amico, un fratello. Si amano di nascosto, con la consapevolezza che nessuno dei due avrà mai il coraggio di confessare il loro amore alle rispettive famiglie.

Cristian intraprende delle amicizie che lo portano vicino ai brigatisti, viene trovato con l'auto carica di munizioni, il suo amico viene arrestato, lui si disperde nelle acque del suo paese. Viene dichiarato morto.

Un altro lutto, un altra tragedia per la famiglia Chironi, ma la stirpe non si è estinta, perché Maddalena è incinta

Nonostante il lutto, il matrimonio tra Domenico e Maddalena viene anticipato per "coprire" la nascita anticipata del figlio. Domenico è ignaro di tutto. Forse.

Marianna ha intuito tutto, sa che il figlio di Maddalena è suo nipote. Ancora menzogne, ancora segreti, continuano a colpire questa famiglia. Domenico si rivela un inetto. Non sa stare al passo dei tempi dell'urbanizzazione della sua città. Non sa gestire il patrimonio dei Chironi. Quell'amore totale per Maddalena è un ricordo lontano... Amore, odio e sete di vendetta, imperversano il resto del romanzo con un finale inaspettato.

La saga della famiglia Chironi è iniziata nel 2009 con “Stirpe”, nel 2012 è stato pubblicato “Il tempo di mezzo”, che ha ricevuto il Premio Strega, e termina con “Luce perfetta”, concludendo la narrazione della famiglia Chironi.

Un romanzo ben scritto che ti invita a leggere anche gli altri due, per comprendere meglio la storia di questa dinastia. Una storia che affascina e ti incolla alle pagine del libro, sia per l'impeccabilità dello stile, sia per il ritmo del romanzo.

L'abilità dell'autore è legata alla sua capacità evocativa, che sa trasmettere, riesce a trasportare il lettore nella Sardegna degli anni 70, ai primi focolai degli anni di Piombo, alle prime urbanizzazioni e allo scempio dei paesaggi naturali.

Trasporta il lettore nei menadri difficili dell'animo umano, nell'invidia, nell'odio, nella sete di vendetta e lo fa con una perfezione che pochi scrittori riescono ad avere.
Vi consiglio di leggere questa saga, iniziando dal primo libro.

Scheda libro
Autore: Marcello Fois
Titolo: Luce perfetta
Casa Editrice: Einaudi
Pagine: 306

Sinossi
"Cristian è intraprendente e deciso, "uno di quegli uomini che, a certe donne particolarmente intuitive, fanno l'effetto di parlare anche quando tacciono". Maddalena è altrettanto tenace, e ha dalla sua la forza di saper immaginare e insieme difendere - il proprio futuro. Sarebbero perfetti l'uno per l'altra, se il loro destino comune non avesse il nome di Domenico. 

Il sentimento che lega Domenico a Cristian "da un punto di vista della linea parentale genetica non ha nessun valore, ma da quello della linea parentale affettiva è quanto basta per dare senso a una vita intera".

Anche se hanno cognomi diversi, infatti, i due ragazzi crescono come fratelli. E quando - passati i furori dell'adolescenza - Nuoro si organizza per apparecchiare la festa di fidanzamento di Domenico e Maddalena (nel frattempo rimasta incinta), diventa chiaro a tutti che per Cristian non c'è più spazio. Se non fosse che lui è un Chironi, appartiene cioè a una famiglia "sempre caduta in piedi, perché il suo destino è di sembrare lì lì per precipitare, ma poi questo non accade mai". 

Tanto che quando si mette in mezzo Mimmíu - padre di Domenico, zio adottivo di Cristian - diventa evidente che la stirpe dei Chironi è troppo ingombrante per poter essere tollerata. Del resto "non si conosce veramente qualcuno finché non lo si può paragonare a se stessi"... "

PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE «DONNA» XXXVI Edizione

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Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.