lunedì 4 settembre 2017

Matteo Righetto: Dove porta la neve


Carlo ha 48 anni,
 "col suo montone grande, il colbacco in pelo di volpe, la tuta e le scarpe da ginnastica", 
da mesi, puntualmente, si reca in ospedale per visitare la madre che sta morendo. Stessi movimenti, stesso tragitto, stesso autobus, Carlo non è una persona metodica, Carlo è semplicemente down.
"Non si guarda mai allo specchio, Carlo, e non si pettina mai. Sa bene di avere i capelli brizzolati e lisci, così come sa di avere il volto paffuto, gli occhi a mandorla e la lingua grossa."
Nicola è un uomo anziano, ha 74 anni, da sempre chiuso nella sua solitudine, dopo un amore giovanile finito. Nicola è uno dei tanti pensionati, vive solo, con una pensione che gli permette di sopravvivere, per cui cerca sempre dei lavoretti da fare per sbarcare il lunario. Non sempre riesce a trovare lavoro, è troppo vecchio, ma alla vigilia di Natale, riesce a trovare un lavoro adatto a lui, indosserà il vestito di Babbo Natale per intrattenere i bambini in un centro commerciale.

Due persone come tante che il destino ha deciso di fare incontrare. Due solitudini che s'incontrano,
Nora, la madre morente racconta la sua storia ad Bianca, una volontaria che le tiene compagnia ed è affascinata dal suo racconto di vita. 
Una donna che è stata forte come la montagna in cui è nata e con la consapevolezza che morirà lasciando solo il figlio, "un bambinone per natura", per lei il figlio non è down, ma la stanchezza dei suoi 86 anni l'assale e con essa il dolore di lasciare il figlio solo.


Carlo vede, Nicola, durante il suo solito tragitto casa-ospedale, o meglio, vede Babbo Natale, felice come un bambino si avvicina ed esprime anche lui il suo desiderio, saltando la fila dei bambini, ma con una felicità maggiore. 
 Nicola rimane sorpreso, nella sua solitudine non ha mai incontrato tanta felicità, tanta tenerezza racchiusa in quegli occhi dolcissimi di un down anche se non più giovane.
Viene travolto da questa grande ingenuità e decide di realizzare il sogno di Carlo. Prepara la vecchia arrugginita auto, una Fiat 124 "questa macchina fa schifo!" forse, ma per andare in Lapponia va bene, le renne non si possono utilizzare, e nonostante la bufera di neve si accingono ad andare....



La neve scende lieve e delicata sui personaggi di questa tenera e delicata favola moderna.
L'autore ha delineato con delicatezza ogni personaggio, la penna scivola veloce e leggera e ci parla di personaggi minori, quelli dimenticati, quelli che non "fanno vendere", ma che esistono ed anche loro hanno emozioni e storie da raccontare.

In questa favola non ci sono re e nemmeno regine, ma vite umane, emozioni, speranze e amore, avvertiamo per tutto il libro l'amore dell'autore verso i suoi personaggi e arriva fino a noi lettori. Per scrivere una bella storia occorre parlare di sentimenti e personaggi veri.
Personaggi che troviamo in ogni città, di cui ignoriamo le vite, le vicissitudini, le paure ed i sogni; l'autore con una scrittura leggera, soffice come un fiocco di neve, penetra negli animi dei personaggi, porta in luce le loro storie e ci mette di fronte ad una realtà dura, come quelle della solitudine sempre più grande che circonda la vita odierna
Anziani e disabili, soli, abbandonati, preclusi al mondo reale.
Prigionieri nei condomini dove nessuna conosce il vicino della porta accanto. Qualche parola breve e ci si dimentica che nella vita occorre calore, quel calore caldo che Carlo, Nicola, Nora e Bianca conoscono e cercano.
"La gente dice sempre:"un abbraccio, ti abbraccio", ma poi nessuno si abbraccia per davvero...Io vorrei vivere abbracciato!"
Anche NOI.

Un libro che mi ha emozionata, incantata ma soprattutto : arricchita. 

Scheda libro
Autore: Righetto Matteo
Titolo: Dove porta la neve
Casa editrice: TEA
Pagine: 147

Sinossi


È la vigilia di Natale e Padova sta per essere coperta da una nevicata memorabile. Carlo, down di 48 anni, come ogni mattina, da mesi, va a trovare la madre in clinica, dove si sta lentamente spegnendo assediata dai ricordi e dal bisogno di raccontarli. Nicola, 74 anni colmi di solitudine, ha appena perso il lavoretto che si era procurato come Babbo Natale davanti a un centro commerciale. Per Carlo, però, questo non può essere un Natale come gli altri e quando vede Nicola vestito di rosso e con la lunga barba bianca sente che il sogno può finalmente avverarsi: un vero regalo per la madre. Il suo clamoroso entusiasmo risveglia Nicola, che organizza un breve viaggio per realizzare quel sogno, e per illuminare con un gesto gratuito d'amore l'oscurità che stringe d'attorno. Una vecchia Fiat 124 si allontana da Padova dentro la notte di Natale: al suo interno due uomini soli e un po' incoscienti riscoprono la forza dirompente di un abbraccio...

saluti


Salve a tutti cari lettori e lettrici
finalmente, dopo un mese passato in ospedale per una protesi al ginocchio,  eccomi qui tra voi con i miei soliti post, sperando che vi siano graditi.

Non so se vi sono mancata, ma voi a me si, anche se commentate poco, so che ci siete, e mi leggete!
La mia gamba è quasi a posto, devo solo fare ancora della riabilitazione poi potrò anche ..volare...
Forse no, ma mi basterebbe riprendere le camminate senza sofferenza. Intanto ne ho approfittato per leggere un po' di libri e presto arriveranno le recensioni.
Vi abbraccio e... al prossimo post.
Maria Lucia

lunedì 31 luglio 2017



CHIUSO PER FERIE FORZATE

RIENTRO A FINE MESE CON TANTE NUOVE RECENSIONI ED ARTICOLI.

BUONE VACANZE A TUTTI/E
E A PRESTO!!!

mercoledì 26 luglio 2017

4Billie di Alessandra Dilor

                      
4 Billie di Alessandra Dilor
Recensione a cura di  Ferlisi Maria Lucia


Jesse," piantato su una sedie a rotelle", suo fratello Archie "che sorride come un damerino" e Catherine, la madre, "dagli occhi chiari e luminosi", insieme gestiscono un salone di auto. Il rapporto tra i tre non è sicuramente idilliaco, soprattutto Jesse, dispotico e tiranno, in eterna lotta con la madre ritenendola responsabile dell'amputazione delle sue gambe. Per anni l'ha torturata
"i miei momenti di vittoria e soddisfazione sono quelli passati al telefono a torturala", minacciando il suicidio, insultandola e inveendo contro lei.

Il lavoro per lui è un supplizio, ma la madre gli da un ultimo incarico, se non lo porta a termine, lo licenzierà senza alcuna pietà. Deve recarsi dalla figlia di Dorothea per recuperare un veicolo e poi rivenderlo, una vecchia "buick, modello Elettra degli anni70".
Costretto a guidare e far uso delle protesi arriva a destinazione e incontra Billie
"è la prima persona, dopo anni, che affronto a viso aperto a parte Archie e mia madre".

L'incontro è fatale, due persone completamente diverse, ma entrambe così ferite dalla vita da risultare uguali. Billie ha cominciato a soffrire durante l'adoloscenza, quando quel corpo ha cominciato a crescere, quando ha capito di essere nata da un matrimonio fallito, il padre era omosessuale. Ma forse il male le è stato fatto dalla madre, che non ha mai avuto stima della figlia.
"Incoraggiata da sua madre, quando ha la possibilità inizia a rivolgersi al chirurgo plastico. Modifica questo, cambia quest’altro… come se stesse decidendo quale colore di tende doni di più all’arredamento del salotto. Ma non raggiunge mai il risultato finale e soddisfacente.
Perché è tutto nella sua testa… tutto completamente distorto.
E non la sfiora l’idea che nasca da sua madre quello stato di non accettazione. Che probabilmente aver sposato un uomo poi rivelatosi omosessuale, possa aver abbattuto l’autostima di Dorothea. E quest’ultima non ha fatto altro che trasferirlo a sua figlia..."

Jessie aiuta Billie nella ricerca della verità, perché sua madre si è uccisa, o è stata uccisa? Non è facile arrivare alla verità. Billie ancora una volta subisce l'avversità della vita, il marito è un violento e non solo. Disprezzo e odio continuano a far parte della sua giovane vita. Per fortuna c'è Jessie, ora,  accanto a lei.

"Resto fermo quando la sagoma di Billie oltre il vetro traslucido della doccia non si muove. Rimane come seduta sul fondo.Muovo qualche passo sino lì e faccio scorrere lo sportello. Billie è nuda e stringe le ginocchia al petto. Ha i capelli completa-mente bagnati, attaccati alla schiena e alle braccia e non mi guarda, è assente. Mi chino sulle ginocchia anche se la posizione è costretta. Non sposta lo sguardo su di me, si limita a guardare le goccioline rimaste attaccate al vetro. "

Alla fine i due protagonisti riusciranno a liberare i fardelli del loro dolore e vivere una nuova vita?

Un romanzo di dolore, segreti, verità nascoste, presenta anche aspetti positivi di analisi delle proprie vite e ricerca di scrollare dal proprio destino il suo peso dannatamente pesante che a volte colpisce e ci lascia immobilizzati nella propria vita
L'autrice con uno stile limpido, scorrevole, preciso e dettagliato ci narra questo incontro tra due persone "strane", colpite dalla vita e che il destino ha fatto incontrare quasi a riparare i torti subiti. Attraverso i  personaggi del romanzo ci da un grande insegnamento:
"tutti i pesi che ci vengono messi addosso non devono rimanere lì. Dobbiamo liberare liberarcene, non devono vincere."



Scheda Libro
Titolo: 4Billie
Autore: Alessandra Dilor
Casa editrice: PubMe
Pagine:336


Sinossi

Quando Jesse Maxwell, trentenne scurrile e intrattabile è costretto a lasciare Austin per provvedere agli affari dell’impresa familiare, (rischio il licenziamento) non immagina di arrivare a toccare il fondo… Non si aspetta di dover curare gli interessi economici della Maxwell Corporation scontrandosi con Billie Jacox e la misteriosa scomparsa di sua madre. Soprattutto non immagina che l’attrazione può sorprenderlo nel luogo più impensabile, attraverso una ragazza completamente fuori dal comune.
Non sa che la vita può di nuovo apparirgli bella e che il suo cuore rischia di tornare a battere.

“ Io non sono una di quelle che cambia spesso le tende in cucina o il copridivano in salotto o il profumo che metto. A dire il vero neanche i fiori sulla lapide di mia madre.
Però c’è un momento della giornata, nel quale mi va di cambiare tutto quello che vedo: ogni mattina quando sono allo specchio e mi osservo. È questo il momento in cui desidero cambiare.”

“ Benedico il fatto che la mia ira spesso passi attraverso il mio corpo e non riesca a venire fuori al momento. Come corrente che rimane dentro di me e non scarica a terra, perché io non tocco mai terra.”

Alessandra Dilor è nata a Venafro in provincia di Isernia e vive divisa fra quest’ultima città e Pescara, dove studia. Ama da sempre disegnare e dipingere. Svolge lavori come graphic designer e modellista presso alcune imprese e associazioni.
4 Billie è il suo secondo romanzo.    

PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE «DONNA» XXXVI Edizione

  PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE «DONNA»  XXXVI Edizione   PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE «DONNA» XXXVI Edizione    Il C.I.F. Centro It...

Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.