mercoledì 21 settembre 2016

Marianna Ucrìa di Dacia Maraini




            Una voce narrante racconta la storia di Marianna Ucrìa dall'infanzia fino ad arrivare all'età matura, una delle tante figure femminili che Dacia ama narrare, una donna umiliata, violentata, sottomessa. La storia è ambientata a Palermo alla fine dell'ottocento ed è tratta da una storia vera.
Marianna è sordomuta, ma non è nata con questa menomazione, ma da una violenza sessuale subita da parte dello zio materno, questa violenza ha fatto perdere l'uso della parola alla bambina. Per cui comincerà a comunicare con il mondo esterno solo attraverso dei bigliettini. 
Il padre a cui lei è fortemente attaccata, cercherà in tutti i modi di farla uscire da quel mutismo, imponendo alla bambina la visione di scene macabre compresa anche l'impiccagione, nel vano tentativo di farle ritornare la voce. Ma non accade, la sua vita continuerà nel silenzio e sarà il filo conduttore del libro e della vita di questa donna.

A 13 anni viene data in sposa proprio allo zio che l'aveva violentata, nonostante il suo rifiuto, è costretta a subire quest'imposizione. Avrà ben otto figli. dopo la nascita del quarto preferisce abbandonare Palermo per vivere a Bagheria in una villa silenziosa, dove può fare ciò che le aggrada maggiormente vale a dire leggere e scrivere. Le morirà anche un figlio Signoretto, che provocherà in lei un dolore immenso. Ma la sua vita scorre nonostante i dolori e lacerazioni intime subite. Ma la vera liberazione della donna avverrà con la morte del marito. 

Vedova e libera dimostrerà che il suo mutismo non è sinonimo di incapacità o debolezza, lei è una donna forte, in grado di contrastare l'ambiente chiuso e giudicante della società nobile in cui vive. Alla fine decide che l'unico modo per essere la vera artefice della propria vita è abbandonare questa società ottusa e ristretta. Per essere se stessa può solo abbandonare la Sicilia e fuggire per affrontare una relata nuova, aperta e libera di essere se stessa con i suoi dolori, i suoi nuovi amori e soprattutto con il suo mutismo.


Maraini in questo libro è agli inizi della sua carriera letteraria e dimostra da subito come le storie delle donne siamo sempre in primo piano, per essere raccontate con lucida chiarezza ed in un certo senso la sua scrittura si assurge nel tentativo di riscattarle dai luoghi sperduti della memoria dove vengono relegate senza possibilità di far sentire la loro voce.
Il mutismo di Marianna è il silenzio delle tante donne dimenticate, oscurate, non ascoltate nella vita familiare e tanto meno nella Storia.

L'ambientazione storica è attenta e precisa e ci porta indietro nel passato con straordinaria maestria. La vita di Marianna viene raccontata con dolcezza, e ammirazione per questa donna che nonostante un passato difficile trova dentro di sé una forza incredibile e delle risorse che la portano ad un cambiamento e rinascita della sua vita.
Una storia antica vero, ma sempre attuale e vera!

L'impronta di Moravia, suo compagno di vita, la conduce sui binari letterari con una scrittura raffinata, brillante, elegante e sempre attuale anche quando l'ambientazione è nel passato.
FLM

lunedì 19 settembre 2016

Anna Maria Mozzoni



Anna Maria Mozzoni la madre del femminismo italiano.
Una donna italiana promotrice dei diritti delle donne nell'Italia Risorgimentale.

Anna Maria Mozzoni ha tradotto il testo "Vindication of the Rights of Woman" di Mary Wollstonecraft.

Nel 1864, a soli 27 anni, scrisse la sua opera più importante: "La donna e i suoi rapporti sociali". Anna Maria Mozzoni considerava l'istruzione e l'educazione molto importanti , poichè la donna esclusa dal sapere rimaneva esclusa anche dal potere.
Anna Maria ebbe una visione particolarmente avanzata del lavoro femminile per l'epoca in cui scrisse il suo libro, poiché non solo rivendicava il diritto al lavoro, ma anche il diritto a una giusta retribuzione e sostenne diverse lotte per il raggiungimento della parità salariali anche con Anna Kuliscioff.
La donna dovrebbe essere libera di scegliersi il lavoro più adatto alle sue attitudini individuali, svolgerlo in condizione di parità, essere protetta dai ricatti dei datori il lavoro, associarsi e organizzarsi per difendere i propri diritti.
La scrittrice si chiese perché l'Italia non aprisse alle donne gli uffici postali e ferroviari, l'insegnamento, l'attività presso i Ministeri. 
Nel 1881 fondò a Milano la Lega promotrice degli interessi femminili e si battè per sostenere il diritto di voto alle donne, presentò anche diverse mozioni al parlamento sia nel 1877 che nel 1906. Nel 1878 rappresento le donne italiane emancipate al congresso Internazionale dei Diritti delle Donne a Parigi.
Morì' a 83 anni nel 1920.






mercoledì 14 settembre 2016

Come sopravvivere al festivaletteratura (consigli per il prossimo festival)

La xx edizione del festivaletteratura svolto a Mantova è appena terminata. Il bilancio è stato più alto degli anni precedenti, grazie anche alla maggior presenza di turisti attratti da Mantova nominata città della cultura.
Adoro questo evento perché da una botta di vita a questa splendida città, dove pur offrendo dei notevoli tesori d'arte langue come offerta culturale. Con il festival le vie di Mantova si riempiono di turisti con in mano l'opuscolo del programma con tutti gli eventi; li riconosci subito, si guardano attorno e ammirano i palazzi antichi di Mantova, gli esercizi commerciali storici del centro e i vari monumenti che la città offre ai cittadini che percorrono le sue vie.
Nei luoghi degli eventi si formano file interminabili di persone, accaldate, che sbuffano, già tutti gli anni è la solita storia, gli autori arrivano sempre all'ultimo minuto, la prova dei microfoni...e tu povero utente, nonostante abbia già fatto la fila prima per acquistare il biglietto dell'evento, adesso devi sorbirne un'altra...


Dopo vent'anni di festival ho imparato molte cose :





  1. Non inseguo il personaggio o scrittore famoso, le file sono più lunghe e poi hai sempre le riviste che ti informano sui suoi pensieri e scritti.
  2. Non scelgo eventi negli orari più caldi, dopo varie esperienze di file sotto il sole cocente di mezzogiorno, li evito decisamente.
  3. Alcuni autori famosi li puoi ascoltare anche gratuitamente, basta leggere il programma e negli eventi del tendone di piazza Sordello, ho potuto ascoltare Augias e Lucarelli senza fare fila!
  4. Controllate bene il programma vi sono altri eventi ad ingresso libero in luoghi splendidi di questo piccolo gioiello di città, come la Chiesa della Madonna della Vittoria.
  5. Leggete gli eventi collaterali, la città, durante il festival offre diverse manifestazioni, per cui anche qui una vasta scelta, dall'atelier d'arte al dibattito sulla violenza contro le donne, dalle scuole di degustazione di caffè  agli autori emergenti e a veramente tanto altro ancora.
  6. Personalmente nel programma cerco di spulciare gli autori che non conosco e magari trovare un autore che possa affascinarmi, come conoscenza personale e poi..miracolo le file sono decisamente accettabili.
  7. A volte è piacevolissimo soltanto passeggiare lungo le vie cittadine, solo per respirare quest'aria che sa del profumo di libri, senza correre, lentamente, guardando tutti gli angoli della città.
  8. Di solito seguo gli eventi condotti da Simonetta Bitasi, la donna che divora i libri, la chiamo , lei è la guida per i libri da leggere in biblioteca nei vari gruppi di lettura, un guru dei libri. Quest'anno non era presente, peccato, ma di solito le sue interviste agli autori sono eccellenti.
  9. Negli eventi ve ne sono alcuni dedicati sempre ai giardini e alle colture, ebbene sono degli eventi deliziosi e scelti in luoghi incantevoli, come quest'anno, svolto all'interno di un piccolo giardino di una casa mantovana messa a disposizione per l'evento.


Potrei continuare con altri consigli ma non voglio annoiarvi, ma un'ultima pillola sul festival ve la dico, non tutti coloro che sono in fila per gli eventi, anche di autori famosi, lo conoscono, ma sono abilissimi nel far finta di sapere chi è.
Sono stupende queste persone, giocare a far finta di essere degli intellettuali è quasi da film di Totò, persone che vogliono soltanto far credere di essere ciò che non sono.

Vi racconto due battute durante l'incontro con Guillame Musso; aspettiamo l'autore che ancora non arriva, passa un bel signor e si sofferma nella sala, dietro di me una signora accenna il battito della mani, si ferma subito in quanto non seguita dalla platea. Aveva scambiato un bel signore alto, grigio, con un'aria francese, per l'autore, peccato che aveva il corriere della sera in mano!
La stessa signora non contenta, ha voluto fare sfoggio del suo francese perfetto, ed ad una frase dell'autore ha riso di gusto, peccato che la traduttrice ha riferito una frase di un certo peso che non invitata all'ilarità, ma sarebbe bastato ascoltare il tono di voce di Musso per capirlo.

Ebbene anche questo è festival...cultura e tanta finta cultura.

Ferlisi Maria Lucia


lunedì 12 settembre 2016

Chi ha vinto il Premio Campiello?




             Il Premio Campiello di quest'anno è stato vinto, dopo ben sei anni, da una donna: Simona Vinci con La prima verità edito da Einaudi.


Simona Vinci è nata a Buddrio un piccolo paese della provincia di Bologna.
Il suo esordio letterario è stato nel 1997 con "Dei bambini non si sa niente" ed ha subito ricevuto un riconoscimento, il premio Elsa Morante. Non è la prima volta che entra nella cinquina del premio Campiello, altri due sue libri sono entrati in questa cinquina: In tutti i sensi come l'amore e Come prima delle madri.



Allora proviamo a leggerlo e verifichiamo se conquista anche noi lettori!









http://www.repubblica.it/cultura/2016/09/11/news/premio_campiello_a_simona_vinci-147538209/


Anima di Wajdi Mouawad

  Anima di Wajdi Mouawad Impressioni di Maria Lucia Ferlisi Parlare di questo romanzo non è facile, durante la lettura molte volte sono stat...

Informazioni personali

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Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.