di
Serge Marquis
Scheda Libro
Titolo: Il giorno in cui ho imparato a volermi bene
Autore: Serge Marquis
Casa Editrice: Sperling&Kupfer
Pagine: 264
Riflessioni di Maria Lucia Ferlisi
La protagonista è immersa nel suo ego fino al midollo, tanto da nemmeno accorgersi di ferire le persone che le stanno accanto. questo suo bisogno di essere la più brava in tutto la allontana anche dal figlio.
Charlot ha solo nove anni ha ha già compreso che la madre ha un grande problema con il suo ego, ed è attraverso una semplice domanda posta dal figlio che la madre imparerà a guardarsi dentro nella ricerca di dare una risposta adeguata al bambino. Cos'è l'ego?
Il romanzo procede con la ricerca e la comprensione di questo ego che tutti noi abbiamo, alcuni in modo sproporzionato.
Il ragazzino cresce diventa un "egoman" una sorta di eroe atto a mettere dei confini su questo problema che affligge non solo la madre ma anche l'umanità.
Nel romanzo viene anche affrontato il problema del bullismo e dei suicidi che ne possono derivare.
La storia in alcuni punti risulta ripetitiva, avrei tolto qualche pagina, tuttavia il racconto fila liscio e commuove per l'ingenuità di Charlot e per alcuni episodi tragici nel corso della narrazione.
Un romanzo che attraverso l'ingenuità di Charlot punta il dito dritto sull'ego e ti aiuta a comprenderlo, ma ti sussurra che la vita va vissuta nel presente e non va sprecata. Il romanzo ti sprona ad amare sempre senza limiti, ad mare te stesso prima di tutto e poi le piccole cose che hai attorno...il tuo mondo.
La perfezione non esiste e la sua ricerca per dimostrare di essere al centro dell'universo è sbagliata, perchè ci sarà sempre qualcuno più bravo di te.
L'ego si può distruggere? Si e in maniera semplice, il segreto è banale...L'ego muore davanti all'amore per se stessi!
Un romanzo profondo e riflessivo che ti aiuterà a comprendere il tuo io interiore.
Valutazione: 💛💛💛💛
Buona lettura
Trama
Maryse, illustre neuropediatra, è una donna bella e intelligente, ma terribilmente narcisista e ossessionata dal bisogno di essere sempre la più brava, la più ammirata - la numero uno. È anche madre di Charlot, un bambino singolare, che sa meravigliarla ed esasperarla al tempo stesso. Come una sorta di Piccolo Principe, fin dalla più tenera età Charlot la disarma con domande sulle verità più essenziali e meno afferrabili: la felicità, il senso della vita e dell'amore. Grazie a Charlot e ai suoi quesiti filosofici che la mettono in difficoltà, Maryse inizia pian piano a spogliarsi delle sue certezze inossidabili.
Grazie a Charlot e alle sue lacrime, Maryse capisce che certe ferite inflitte dalla vita non hanno un motivo né una spiegazione, e riscopre il valore dell'umanità nel ruolo di medico. Con il suo candore acuto e il suo coraggio ostinato anche di fronte alle prove più dure, un ragazzino come Charlot sarà in grado di dimostrare agli adulti che l'essenziale nella vita sta nell'assaporare ogni istante del presente, nel riscoprire quella tenerezza che ci permette di entrare in connessione con gli altri, nello spogliarsi del proprio ego e di tutte le maschere che ci impone.
Solo così è possibile imparare a volersi bene e lasciarsi andare alla vera gioia, quella che si raggiunge solo con l'intelligenza del cuore. Perché «diventare intelligenti è aver trovato il significato reale della parola amare».
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