Carlo è uscito da solo di Enzo Gianmaria Napolillo


Carlo è uscito da solo

 di

 Enzo Gianmaria Napolillo

Recensione di

Maria Lucia Ferlisi


Carlo esce sempre con suo padre e come tutti i giorni si recano al bar a fare colazione, nello stesso bar, nello stesso tavolino e bevono sempre caffè e brioches, Carlo ha 33 anni ma il mondo gli fa paura e preferisce rifugiarsi nella sua solitudine fatta di numeri, musica e abitudini .

Eppure quel giorno una variante ha destato il suo interesse per la vita sepolto da anni, al bar c'è una nuova barista, Leda,  giovane e carina, che gli porta un caffè con il sorriso, un piccolo gesto che risveglia la sua apatia. Saluta, si avvicina al bar e riesce a parlare, poche parole, sguardi sospesi che fanno rinasce nel padre Anselmo la speranza che qualcosa nella vita di Carlo possa ancora cambiare.

Ne parla con la moglie che ha ormai perso ogni speranza per quel figlio che non è riuscito a superare il trauma adolescenziale e si è chiuso dentro una gabbia mentale la cui porta è rimasta chiusa agli altri. Carlo era un ragazzino promettente, amava la musica e lo studio, aveva vinto anche un campionato nazionale di matematica, ma la sua fragilità ha avuto il sopravvento...

Dopo aver letto Le tartarughe tornano sempre, non potevo non leggere il nuovo romanzo di Napolillo, e non mi ha deluso. La scrittura fluente, delicata, emozionante ci conduce nel mondo del bullismo e ne esplora tutti gli angoli mettendo in evidenza quanto dolore possono causare gesti di derisione, di soprusi, di umiliazioni, di angherie e ingiustizie, giorno dopo giorno, anni dopo anni. 

La storia di Carlo è raccontata con chiarezza senza mai cadere nel vittimismo e già dalle prime righe comprendi quanto dolore è chiuso in Carlo emblema di tanti ragazzi martoriati dal bullismo.

Vi consiglio di leggerlo e chi insegna potrebbe inserirlo  nelle letture da suggerire e da discutere in classe.

Scheda Libro

Autore: Enzo Gianmaria Napolillo

Titolo: Carlo è uscito da solo

Casa editrice: Feltrinelli

Pagine: 248

Sinossi

 Carlo ha trentatré anni e non esce mai da solo. Non rivolge la parola agli sconosciuti e conta tutto: le briciole sul tavolo, le gocce d’acqua sulla finestra, le stelle in cielo.


“Una linea retta è una serie infinita di punti”, così gli ha detto anni prima la professoressa delle medie, ma non l’ha avvisato che alcune rette possono essere interrotte. Come la linea rassicurante della sua vita, che un giorno è andata in pezzi e da allora non è più stato possibile aggiustarla. Per questo ora Carlo si circonda di abitudini e di persone fidate: ha costruito un muro tra lui e il mondo esterno.

Finché, una mattina, incontra Leda, la nuova ragazza del bar dove fa sempre colazione con il padre, ed è lei a creare una crepa nel muro, a ridargli un raggio di speranza.

Nelle loro durezze, nei loro spigoli, riconoscono il reciproco dolore, stringono una tacita alleanza e cercano la forza per affrontare i ricordi e lasciarsi andare.

L’emozionante racconto di un ragazzo e una ragazza danneggiati dalla vita, la storia tenace di un uomo che non si arrende e di una donna che potrebbe aiutarlo a rinascere, a darsi una possibilità.

A uscire da solo, per non essere più solo.

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