Antonia Pozzi - la poetessa che entra nel cuore dei lettori

Antonia Pozzi 
Antonia Pozzi ha gli occhi scuri ma se li osservate anche quando sorride sono intrisi da un velo di tristezza.

È nata nel 1912 da una ricca famiglia borghese, il padre noto avvocato e la madre è una nobildonna, la contessa Lina Cavagna Sangiuliani.

Scrive poesie "per capire il suo cuore e quello degli altri e ne raccoglie l'anima",

Ha una vita agiata che le permette di viaggiare, praticare sport e andare a scuola fino al conseguimento della laurea in Filologia a Milano nel 1935. Nelle immagini che il web ci offre la vediamo alta, esile, amante della montagna, delle escursioni in mezzo alla natura con la sua bicicletta.

Inizia a scrivere poesie nell'adolescenza e molte saranno dedicate al suo amore per l'insegnante di latino e greco Antonio Maria Cervi, amore che verrà interrotto nel 1933 dai genitori che non accettano questa relazione. Cerca di essere una ragazza come tante, ma sa di essere un groviglio di "sensazioni indefinite". Ama la fotografia e lo studio delle lingue e una ragazza moderna e libera, nonostante la vita con i genitori sia  oppressiva e limitante.

A soli 26 anni in un freddo giorno invernale del 1938 il 3 dicembre sottosera, decide di porre fine alla sua giovane vita, assume dei barbiturici e si accascia per sempre nel prato imbiancato dalla neve davanti all’abbazia di Chiaravalle, la sua "disperazione mortale"termina, con quelle pastiglie, le ingoia tutte, senza contarle e rimane ferma in mezzo alla sua amata neve ad attendere che la morte le possa regale quella serenità che non ha avuto in vita.
Sempre così smisuratamente perduta ai margini della vita reale: difficilmente la vita reale mi avrà e se mi avrà sarà la fine di tutto quello che c’è di meno banale in me. 

Cosa può aver influito alla decisione di porre fine alla propria vita, il clima fascista che le aveva portato via amici cari, la paura di dovere uniformarsi e cedere quella parte sensibile per omologarsi alla società, o  il clima oppressivo familiare? Non è facile saperlo, il padre ha strappato il testamento della figlia, ha nascosto a tutti il suicidio ed ha modificato anche le poesie della figlia,  soprattutto quelle dedicate al grande amore della sua vita il professore del liceo.
Dirà di lei il filosofo Dino Formaggio:
la poesia di Antonia Pozzi rimane, più che mai oggi, una delle voci liriche più sofferte e più pure, più luminosamente illimpidite, della poesia lirica italiana di questo secolo
Alcune sue poesie:



 Ringrazio chi prima di me ha scritto di questa poetessa, permettendomi di conoscerla.
https://www.vanillamagazine.it/antonia-pozzi-la-drammatica-fine-della-poetessa-dell-anima/



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