venerdì 29 luglio 2016

Il mistero dell'orso marsicano ucciso come un boss ai quartieri Spagnoli. di Antonio Menna

Tony Perduto è un giornalista sottopagato, nonostante abbia passato la trentina non riesce a trovare un lavoro stabile, per cui si destreggia tra il giornale,  ripetizioni di Italiano ad un buffo bambino, e la cura di un sito web di giardinaggio.
Soffre d'insonnia e durante una delle sue abituali passeggiate mattutine, nei quartieri spagnoli, scopre, quando ancora la città partenopea è chiusa nel dolce tepore del sonno, un orso marsicano disteso a terra, ucciso come un boss.

" C'è un orso davanti a me. E' steso a quattro di bastoni in mezzo a via Speranzella, ai quartieri Spagnoli. Sono le cinque meno un quarto del ventuno giugno e stiamo io e lui".

Il ritrovamento è uno scoop, importante per cui scatta qualche foto e si rende disponibile per un articolo sul quotidiano per cui lavora. Viene incaricato di scrivere un pezzo forte dove deve indicare notizie che nessun altro può avere su questo strano ritrovamento. Si rivolge a Marinella, amica di sempre, lei ha lasciato il giornalismo per diventare medico, adesso ha il lavoro sicuro mentre lui si dibatte ancora nella ricerca disperata di una stabilità economica. Lei gli fornisce una notizia importante che nemmeno i carabinieri, intervenuti, avevano scoperto: è stato ucciso con tre colpi di pistola. Il caso balza sui giornali e diventa la notizia del giorno e lui l'eroe del quartiere che l'ha scoperta. Tuttavia il caso viene subito archiviato come un avvertimento di un clan del quartiere al boss locale. Ma lui è curioso, ostinato, non si ferma a questa soluzione così semplice fornita dal maresciallo Pallone e la magistrata Principe. Perduto continuerà l'indagine fino a scoprire la verità.

Il titolo è ciò rende davvero accattivante il libro, è come un richiamo dallo scaffale della libreria dove è esposto. Il romanzo è un giallo casareccio molto divertente , condotto veramente bene con continui colpi di scena e trovate impensabili.
La caratterizzazione del protagonista è completa, lo sa rendere subito simpatico, anche perché contiene tutte le caratteristiche dell'italiano medio, curioso quanto basta, pauroso tanto, incapace di prendere una decisione alla ricerca di un'opportunità e si lascia cadere addosso la quotidianità senza una minima ricerca di cambiamento.
E' un personaggio pieno di difetti, ma lo ami subito per la simpatia tipica napoletana. L'autore Menna sa scrivere bene con un linguaggio quotidiano in cui ti riconosci, flemmatico come il personaggio e in tutto questo riusciamo a scoprire il ventre di Napoli, la vera Napoli così verace, con i problemi di sempre che non si risolvono mai. Ne vedi i vicoli e i sotterranei, ma anche le persone la cui dignità è evidenziata con affetto, all'interno di una città in mano ai boss che la controllano e la dirigono come abili direttori d'orchestra Un quartiere in cui il silenzio e l'immobilità sono necessari per la sopravvivenza che ha dei suoi meccanismi di equilibrio meglio dei trapezisti: ed ecco perché indagare sulla morte di un orso è pericoloso ed inutile.
Il finale è imprevedibile, la soluzione sembra scontata, ma la verità sarà una realtà semplice e commovente.
Un libro divertente da leggere sotto l'ombrellone, ma anche all'ombra di un albero in una afosa giornata urbana.



Antonio Menna è un giornalista. Ha un blog in cui commenta le vicende quotidiane della sua città.
Vi riporto un post: "


NAPOLI NONOSTANTE NAPOLI


Sono felice di vedere Napoli traboccare di turisti. Li guardo infilarsi nei vicoli dei Quartieri Spagnoli senza paura, con la testa all’insù, con lo sguardo divertito, e ne sono orgoglioso.
Li vedo addentare la pizza fritta e pulirsi la bocca con il polso, come fanno gli scugnizzi. Li osservo mentre infilano le mani nelle cassette di frutta o fotografano i banchi di pesce nella Pignasecca. Li seguo, a volte, soprattutto gli stranieri, e vorrei prendermene cura. Vorrei dire ai ristoratori, ai baristi, ai commercianti: abbiatene cura, trattateli beni, una cosa in più e mai in meno, fateli risparmiare, fateli mangiare.
Ha scritto "Se Steve Jobs fosse nato in provincia di Napoli", tratto da un suo post sul blog, ed  è stato un successo.

















Il suo romanzo d'esordio è stato: Cocaina e cioccolato.













by Maria Lucia Ferlisi

Nessun commento:

Posta un commento

Tracy Chevalier : Strane creature

  Strane creature di Tracy Chevalier Impressioni di Maria Lucia Ferlisi La piccola città marina di Lyme nel Sussex, vede l’arrivo delle sore...

Informazioni personali

La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.