Tony
Perduto è un giornalista sottopagato, nonostante abbia passato la
trentina non riesce a trovare un lavoro stabile, per cui si
destreggia tra il giornale, ripetizioni di Italiano ad un buffo bambino, e la cura di un sito web di giardinaggio.
Soffre
d'insonnia e durante una delle sue abituali passeggiate mattutine, nei
quartieri spagnoli, scopre, quando ancora la città partenopea è
chiusa nel dolce tepore del sonno, un orso marsicano disteso a terra,
ucciso come un boss.
" C'è un orso davanti a me. E' steso a quattro di bastoni in mezzo a via Speranzella, ai quartieri Spagnoli. Sono le cinque meno un quarto del ventuno giugno e stiamo io e lui".
Il
ritrovamento è uno scoop, importante per cui scatta qualche
foto e si rende disponibile per un articolo sul quotidiano per cui
lavora. Viene incaricato di scrivere un pezzo forte dove deve
indicare notizie che nessun altro può avere su questo strano
ritrovamento. Si rivolge a Marinella, amica di sempre, lei ha
lasciato il giornalismo per diventare medico, adesso ha il lavoro
sicuro mentre lui si dibatte ancora nella ricerca disperata di una
stabilità economica. Lei gli fornisce una notizia importante che
nemmeno i carabinieri, intervenuti, avevano scoperto: è stato ucciso
con tre colpi di pistola. Il caso balza sui giornali e diventa la
notizia del giorno e lui l'eroe del quartiere che l'ha scoperta.
Tuttavia il caso viene subito archiviato come un avvertimento di un
clan del quartiere al boss locale. Ma lui è curioso, ostinato, non
si ferma a questa soluzione così semplice fornita dal maresciallo
Pallone e la magistrata Principe. Perduto continuerà l'indagine fino
a scoprire la verità.
Il
titolo è ciò rende davvero accattivante il libro, è come un
richiamo dallo scaffale della libreria dove è esposto. Il romanzo è
un giallo casareccio molto divertente , condotto veramente bene con
continui colpi di scena e trovate impensabili.
La
caratterizzazione del protagonista è completa, lo sa rendere subito
simpatico, anche perché contiene tutte le caratteristiche
dell'italiano medio, curioso quanto basta, pauroso tanto, incapace di
prendere una decisione alla ricerca di un'opportunità e si lascia
cadere addosso la quotidianità senza una minima ricerca di
cambiamento.
E'
un personaggio pieno di difetti, ma lo ami subito per la simpatia
tipica napoletana. L'autore Menna sa scrivere bene con un linguaggio
quotidiano in cui ti riconosci, flemmatico come il personaggio e in
tutto questo riusciamo a scoprire il ventre di Napoli, la vera Napoli così verace, con i problemi di sempre che non si risolvono mai. Ne vedi i vicoli e
i sotterranei, ma anche le persone la cui dignità è evidenziata con
affetto, all'interno di una città in mano ai boss che la controllano
e la dirigono come abili direttori d'orchestra Un quartiere in cui
il silenzio e l'immobilità sono necessari per la sopravvivenza che
ha dei suoi meccanismi di equilibrio meglio dei trapezisti: ed ecco
perché indagare sulla morte di un orso è pericoloso ed inutile.
Il
finale è imprevedibile, la soluzione sembra scontata, ma la
verità sarà una realtà semplice e commovente.
Un libro divertente da leggere sotto l'ombrellone, ma anche all'ombra di un albero in una afosa giornata urbana.
Antonio Menna è un giornalista. Ha un blog in cui commenta le vicende quotidiane della sua città.
Vi riporto un post: "
NAPOLI NONOSTANTE NAPOLI
Sono felice di vedere Napoli traboccare di turisti. Li guardo infilarsi nei vicoli dei Quartieri Spagnoli senza paura, con la testa all’insù, con lo sguardo divertito, e ne sono orgoglioso.
Li vedo addentare la pizza fritta e pulirsi la bocca con il polso, come fanno gli scugnizzi. Li osservo mentre infilano le mani nelle cassette di frutta o fotografano i banchi di pesce nella Pignasecca. Li seguo, a volte, soprattutto gli stranieri, e vorrei prendermene cura. Vorrei dire ai ristoratori, ai baristi, ai commercianti: abbiatene cura, trattateli beni, una cosa in più e mai in meno, fateli risparmiare, fateli mangiare.
Ha scritto "Se Steve Jobs fosse nato in provincia di Napoli", tratto da un suo post sul blog, ed è stato un successo.
by Maria Lucia Ferlisi
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