lunedì 2 dicembre 2019

Una lettera dal passato di Artemide Waleys


Una lettera dal passato

Artemide Waleys

TITOLO: Una lettera dal passato
AUTORE: Artemide Waleys
GENERE: Romanzo, LGBT
CASA EDITRICE: StreetLib Selfpublishing

TRAMA
Patrick McCoy sogna tutte le notti la morte di una donna di cui non conosce nulla se non un nome: Victoria.
Brandon Kane è un agente della CIA dall’oscuro passato, ossessionato dalla ricerca di un quadro famoso e dal voler scoprire la verità sul suo antenato James, amante della bellissima nobildonna Lady Victoria McCoy.
Dall’Irlanda a New York dritti fino a Honolulu, le strade di Brandon, Patrick e dei loro amici si incroceranno in un crescendo di emozioni, suspense e colpi di scena.

ESTRATTO
Patrick si sedette su una sedia e cominciò a leggere a voce alta il contenuto della lettera.
-Galway, Lunedì 3 Settembre 1867.- disse –Sono impazzita, il lume della ragione mi ha abbandonata, e il peso di questa vita mi è insostenibile. Non sono affatto la madre e la sposa che avrei voluto e dovuto essere, sono incapace di vivere e il mio solo desiderio è di porre fine alla mia esistenza. So per certo che saranno tutti molto più felici senza di me. Non ho timore di commettere questo terribile peccato: solo così, finalmente, sarò libera e in pace con me stessa. Chiedo perdono a Dio, a mio marito e a mio figlio. Lady Victoria McCoy.-
Dopo un momento di silenzio Mai Lin mormorò:
-La tua antenata si è suicidata, dunque.-
Patrick annuì.
-Credo di sì, così dice la lettera.-
-C’è qualcosa che non mi quadra.- replicò Duncan dubbioso –Da quello che le cronache non ufficiali dicono di Lady Victoria, quella donna non si sarebbe mai suicidata: era una persona solare, amava suo figlio sopra ogni altra cosa e non lo avrebbe mai abbandonato. Questa lettera deve essere sicuramente un falso.-
-Ma tu sai qualcosa di più riguardo la mia famiglia, intendo più di quello che già mi hai raccontato?- chiese Patrick –Qualcosa che non provenga da lettere, diari o giornali d’epoca?-
-Solo riguardo Lady Victoria: si dice fosse molto bella, ricca e generosa. Soprattutto che fosse attaccata alla vita. Dovrò far esaminare questa lettera da un esperto, è deciso.-
-Un momento...- intervenne Jenny –fermiamoci tutti quanti. Duncan, tu dici che Lady Victoria era ricca, esatto?-
-Sì.-
-E allora perché Patrick è senza un soldo? Lo so che ne abbiamo già discusso, ma il fatto che i suoi genitori siano morti non è comunque sufficiente a spiegare il motivo della sua indecente povertà.-
-Ehi, non sono proprio senza un soldo!- replicò il ragazzo risentito –Per l’esattezza ho trenta sterline... e un debito infinito con te e Duncan. Però è vero, perché non so niente della mia antenata e soprattutto non ho ereditato una sola sterlina?-
Duncan sospirò aprendo le braccia in segno di resa.
-Forse la fortuna di Victoria è stata dilapidata dagli eredi, queste cose accadevano molto spesso e accadono anche oggi. Ma ciò non toglie che dobbiamo fare luce sulla sua morte, poiché questa lettera lascia in sospeso tante cose. Sapete dove si trova Galway, ragazzi?-

DOVE POTETE TROVARLO (NEGOZI PRINCIPALI)
-Streetlib(formato epub e kindle)
-Kobostore
-Amazon
-IBS

L’AUTRICE
Artemide Waleys, metà francese e metà inglese, vive in Scozia con sua moglie Carrie, ha una vita sempre incasinata, mille contrattempi, una famiglia che la fa impazzire e un grande amore per i libri.
Questa passione incontrollata l’ha portata a scrivere e dopo avere preso il coraggio a due mani ha deciso di cominciare a pubblicare i suoi manoscritti.
Sono libri di amore, avventura, che raccontano la vita di tutti i giorni ma che hanno un qualcosa in più: sono libri LGBT dove i protagonisti sono uomini e donne che cercano un loro spazio nel mondo, inseguendo la felicità.
Proprio come fa Artemide, fra un libro e l’altro!

CONTATTI
-https://artemidewaleysauthor.blogspot.it
-https://www.facebook.com/Artemide-Waleys-777200409017173
-https://www.wattpad.com/user/ArtemideWaleys
-https://www.goodreads.com/author/show/12799925.Artemide_Waleys
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martedì 26 novembre 2019

Il teorema di Schaffhausen: Amore, equivoci e... matematica di Carragh Sheridan


Carragh Sheridan
Il teorema di Schaffhausen: Amore, equivoci e... matematica

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Scheda Libro
Autore: 
Carragh Sheridan
Titolo:  Il teorema di Schaffhausen: Amore, equivoci e... matematica 
Casa editrice: Amazon
Pagine:189
Sinossi
L’esimio professor Horace Leonard Hauserworth è un’eminenza grigia nel mondo accademico londinese. Dopo anni di studi, costanza e abnegazione è riuscito a dimostrare il famoso Teorema di Schaffhausen, un teorema che nemmeno i migliori cervelli del mondo matematico erano mai riusciti a dimostrare.

Clarissa Russell è la figlia del reverendo di Miltonfort, piccola cittadina ai margini della contea di Brambyshire. Intelligente, determinata, ribelle ma, soprattutto, amante della matematica anche se, per convenzione sociale, la materia dovrebbe essere ad esclusivo appannaggio degli uomini. 

Clarissa, nonostante tutto, non intende rinunciare alla sua passione, come non ha intenzione di rinunciare alla possibilità di sbugiardare l’esimio e pomposo professor Hauserworth dichiarando che, al contrario di quanto lui afferma, il Teorema di Schaffhausen non è dimostrabile.

E intende farlo proprio durante la conferenza che lui ha indetto per esporre le proprie teorie. 
Per realizzare il suo proposito, però, Clarissa deve presentarsi a Londra e partecipare alla conferenza.
Un’impresa che apparirebbe impossibile a chiunque ma non a lei, per nulla intenzionata a farsi fermare dall’insignificante inconveniente di appartenere al sesso ritenuto quello sbagliato... così il suo vulcanico cervello studia una strategia ricorrendo a un fantasioso inganno che porterà lei e la cugina Virginia, involontariamente coinvolta, non solo nella tentacolare Londra ma anche a percorrere una strada impervia, forse pericolosa e decisamente sconosciuta ma che farà palpitare i loro cuori...


lunedì 25 novembre 2019

NO alla violenza contro le donne.


Lividi e Lacrime
di
 Ferlisi Maria Lucia


Non so da quante ore sono rannicchiata per terra. Mi alzo lentamente e mi avvio verso il bagno.
Le gambe sono indolenzite e sul fianco sento una stilettata, come se un pugnale mi avesse colpito.
Mi avvio verso il bagno e mi specchio, l’immagine riflessa è pietosa, il viso e letteralmente disfatto.
Somiglio a una maschera di clown, le lacrime hanno fatto scempio del trucco, il mascara è colato, ma non doveva essere waterproof?
Le solite bugie della pubblicità, di sicuro cambio marca! Forse è meglio che faccia un bagno rilassante, magari con un olio essenziale, apro il rubinetto e lascio riempire la vasca d’acqua calda in cui verso gocce di lavanda, subito si sprigiona un delicato profumo che mi rincuora. Lentamente mi spoglio lasciando cadere gli indumenti per terra, e m’immergo nell’acqua.
Comincio a sentirmi meglio.
Immergo la testa sotto l’acqua, trattengo il respiro e conto un due, tre…dodici, tredici…quanti secondi occorrono per sentire l’acqua che ti entra dentro i polmoni, quanti minuti occorrono per morire annegata. Non lo voglio sapere, non questa sera.
Si sono uno straccio, ma la vita ha ancora un valore per me. Scaccio questo pensiero triste e con la mente cerco di ripercorrere i momenti in cui ho conosciuto mio marito.
Era il 18 marzo festa del patrono, grande sagra in paese con vendita di frittelle, banchi di caramelle, e le immancabili giostre. Con la mia amica siamo sull’autoscontro, lui era lì, mi aveva colpito subito, i capelli neri sparati all’insù, pieni di gel, gli occhi castani, la barba incolta, la sigaretta tra le labbra.
Aveva un’aria spavalda e sicura di sé, che mi aveva letteralmente travolto. Anche lui mi aveva notato e mi aveva chiesto di uscire con lui la sera stessa. Era arrivato in moto. Dio com’era bello e com’era innamorato.

Passava tutti i giorni a prendermi dalla parrucchiera dove facevo l’apprendista, mi caricava in sella e poi rombando il motore partiva in gran velocità e mi accompagnava a casa.Era dolce. Sì, allora lo era. Lui mi vuole bene. Sono io che sbaglio. So che a lui non piace che io vada a trovare mia madre, potrei evitarlo, invece non rispetto mai i suoi desideri.
Vero, non gli piace che vada a fare la spesa da sola, deve sempre accompagnarmi, che male c’è? Questo è amore.Lui mi ama. Ne sono certa.

Vero, non ho il bancomat, non mi ha mai concesso di averlo, spendo troppo e poi sono distratta magari lo dimentico da qualche parte. Poi non lavoro, quindi i soldi li deve gestire lui. Ha ragione. A volte mi trucco troppo, lui ama il viso acqua e sapone, potrei evitarlo. Poi basta con le minigonne, ho già ventotto anni è ora che copra le gambe.
Non sono una ragazzina.
Ha ragione.
Sono una stupida, sono proprio una stupida, lui lo sa bene.
A volte cedo alla tentazione del trucco e della mini, ma non ho bisogno di questi belletti, sono sposata. Gli uomini non devono guardarmi: io sono di mio marito. Mia madre dice sempre che devo lasciarlo, che non mi fa respirare, che devo vivere la mia vita, vestirmi e truccarmi come voglio.
Lei, non può capire, è una figlia dei fiori, gridava nelle piazze e non si è mai sottomessa a mio padre. Lei non ha mai voluto che lo sposassi, era contraria, anche perché aveva voluto che lasciassi il lavoro e per lei questa era stata una premonizione:
Con lui non sarai mai felice”.

Aveva sentenziato. Lei non conosce l’amore, quello che ti toglie il respiro, che ti fa sentire unica, un corpo e un’anima con il tuo amato.
No, lei non è mai stata amata in maniera così totale ed esclusiva. Mio marito dice che lei è invidiosa della mia felicità, ed è per questo che devo tagliare il cordone ombelicale che mi lega a lei. Fino a quando non lo farò, la nostra vita sarà un inferno.
Ha ragione.
L’acqua della vasca si è raffreddata, pertanto esco e prendo l’accappatoio per asciugarmi. Mi dirigo verso la cucina e mi faccio un caffè, mentre ingoio l’ennesima aspirina.
Guardo l’orologio sono già le cinque, fra un po’ arriva, meglio che mi vesta non ama trovarmi in disordine e la cena deve essere pronta per le sette in punto.
Sono piccole inezie, posso accontentarlo, non è un grande sacrificio, come pensano le mie amiche che amano solo bighellonare nei centri commerciali o spettegolare.
Mio marito dice sempre:
le donne devono stare in casa a fare le pulizie, cucinare e scopare” !
Ha ragione.

Quando mi lascia i lividi, lo fa per me, così mi ricordo di non sbagliare, di non ripetere sempre gli stessi errori. Accidenti con tutti questi pensieri mi è sfuggito l’orario. Adesso la cena non è pronta, spero che mi perdoni, ho ancor i lividi di ieri sul corpo, mi fanno male. La chiave sta girando nella serratura della porta, sono impietrita, so già che mi prenderà a schiaffi.
No, ti prego basta, lo so non lo faccio più”.
Invoco con la mente. Eccolo è entrato. Butta le chiavi sopra il mobile posto all’ingresso e si dirige verso il bagno, neanche una parola. Sento che tira lo sciacquone, e si avvia verso la cucina.
Sto sudando.

Sento già il suo urlo: “Che cazzo hai fatto fino ad ora? Dove sei stata stupida oca giuliva, neanche capace di preparare la cena ad un uomo che lavora tutto il santo giorno sei capace”. Dalle labbra non esce nessun suono, le parole si sono seccate nella gola.
Si avvicina, mi sbatte contro il muro, sento il suo alito contro il mio, una mano è stretta contro la gola e mi sussurra:
Sei solo una povera, stupida, inutile, donna, non vali nemmeno cinque lire”.
Adesso vai in cucina e mi prepari subito qualcosa” e mentre m’intima di farlo mi sferra un calcio che mi fa cadere a terra, si mette a ridere.
Non sei nemmeno capace di stare in piedi”.

Rimani pure lì, vado a mangiare da mia madre, stupida.
Stupida, è vero sono stupida.
Stupida perché ti giustifico sempre, stupida perché ho permesso che mi picchiassi, stupida perché rimango qui.

Basta!

Vado in stanza da letto e preparo velocemente la valigia.

Prendo solo poche cose, non ho nulla da ricordare, niente foto, o souvenir non voglio ricordare nulla.
Da oggi riprendo in mano la mia vita.
Scendo le scale, cantando.
Felice, come quando ero una ragazzina, andrò da mia madre i primi tempi, poi cercherò lavoro come e parrucchiera e andrò a vivere per conto mio…
I sogni di una nuova vita s’interrompono sull’ultima rampa di scale.
Lui è tornato indietro.

Mi fissa sbalordito.
Che cazzo fai, cosa sono quelle valigie, muovi il culo e torna indietro povera stupida, dove credi di andare. Chi ti vuole con quel culo che sembra un’anguria gigante!” Ride a crepapelle pronunciando quelle parole.
Lo fisso, ho lo sguardo annebbiato dalle lacrime.
Si, ma questa volta sono lacrime di rabbia, non di paura. Non so come, ma sento dentro di me una forza sconosciuta che mi penetra, scompaiono la paura e il dolore.
Sono forte.
Gli sferrò un calcio, lo manco, ma ormai il mio corpo è avvolto in una spirale di forza, sferrò un altro calcio, questa volta lo colpisco, perde l’equilibrio e cade all’indietro, batte la testa contro un gradino.
Rimane, per alcuni secondi, immobile, per terra, poi si alza, dolorante.

Mi metto a ridere, forte sempre più forte, e lui diventa sempre più piccolo ai miei occhi.
Non si muove. Sente dolore alle gambe e alla testa. Lui il grande picchiatore, adesso è fermo inebetito dal dolore e dalla sorpresa.

Gli passo davanti con le valigie. Lo guardo e ridendo gli urlo:
Sei solo uno stupido non riesci nemmeno a stare in piedi”!



giovedì 21 novembre 2019

Black friday books




Black friday books





Carissime amiche e amici 

vi propongo una bellissima offerta proposta dalla casa editrice LAS VEGAS EDIZIONI, hanno preparato dei  pacchetti tematici di libri:
                   #emozioni#gentestrana#inviaggio#alsangue
Ogni pacchetto proposto contiene 4 libri: di cui una nuova proposta e tre libri usciti negli scorsi anni, ogni  pacchetto costa 25 euro al posto di 49 euro!
Ricordatevi però che
           l’offerta scade il 1° dicembre a mezzanotte

Ecco il link per gli acquisti:
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PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE «DONNA» XXXVI Edizione

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La mia foto
Lettrice accanita, scrittrice irregolare, gestisco un blog, una pagina ed un gruppo sempre con lo stesso nome: La Lettrice di carta. Amo i personaggi femminili e maschili tormentati, quelli che hanno un passato duro da raccontare, ma da buona lettrice non disdegno altri generi letterari. Non credo che possa esserci un libro brutto, ogni romanzo troverà sempre il suo lettore a cui la storia piacerà. Il mio romanzo preferito: Storia di una capinera di G. Verga.